Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

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Saluto del Comitato Centrale del (nuovo)PCI per XXXII Congresso del Partito Comunista dell’Uruguay

11 maggio 2022


Stimati compagni del Partito Comunista dell’Uruguay!

Auguriamo un gran successo al Congresso che terrete nei prossimi giorni di maggio. Auguriamo che con questo Congresso creiate nel Partito le condizioni affinché le masse popolari dell’Uruguay compiano un salto in avanti nella via verso l’instaurazione del socialismo e che ciò contribuisca allo sviluppo del movimento comunista cosciente e organizzato in tutta l’America Latina e nel mondo.

Cogliamo l’occasione di questo saluto per illustrarvi un grande insegnamento che noi abbiamo tratto dall’amara esperienza che abbiamo alle spalle.

Negli anni ’70 del secolo scorso si è esaurita la prima ondata della rivoluzione proletaria sollevata nel mondo intero dalla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre del 1917. Nel 1991 i revisionisti moderni e i gruppi imperialisti hanno raggiunto l’obiettivo della dissoluzione dell’Unione Sovietica, a conclusione dei decenni di decadenza imposta nel campo socialista dai revisionisti moderni che avevano preso il potere in URSS con il XX Congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica. In tutto il mondo, le masse popolari hanno fatto l’amara esperienza dell’oppressione e della putrefazione, della miseria e della guerra che i gruppi imperialisti USA, europei e sionisti hanno imposto, una volta divenuti padroni pressoché incontrastati del mondo. Ma non ci dilunghiamo oltre in questo bilancio dell’esperienza che abbiamo alle spalle. Lo abbiamo già diffuso anche in lingua castigliana nell’opuscolo I quattro temi principali da discutere nel movimento comunista internazionale.

Qual è la lezione che abbiamo tratto e vogliamo sottoporre all’attenzione di voi riuniti a Congresso?

Molte sono le interpretazioni del mondo, ma il problema è trasformarlo e la trasformazione è possibile oltre che necessaria. Le masse popolari e solo esse possono compierla; hanno bisogno di compierla, ma in ogni paese possono compierla solo se alla loro testa si pone un partito comunista all’altezza del compito: mobilitare e organizzare le masse popolari perché facciano la rivoluzione socialista. I comunisti sono quelli che devono avere una comprensione più avanzata delle condizioni, della forma e dei risultati della rivoluzione.

Gli esponenti della sinistra borghese si lamentano che le masse popolari sono arretrate, asservite alla destra. Noi dalla storia del nostro paese, dai grandi risultati raggiunti e dalle sconfitte subite abbiamo infine capito che le masse popolari sono il prodotto della combinazione 1. della loro esperienza diretta, 2. dell’influenza delle classi dominanti e 3. dell’influenza del Partito comunista. Le classi dominanti impiegano senza limiti risorse ed energie per distogliere le masse popolari dalla lotta di classe, per impedire che imparino a ragionare, mobilitarsi, organizzarsi e combattere.

Che le masse popolari restino arretrate è una condizione indispensabile del loro dominio.

La causa della sconfitta delle masse popolari per mano della borghesia e del clero è consistita nel fatto che noi comunisti non eravamo all’altezza dei nostri compiti. Eravamo medici che non sapevano curare bene l’ammalato che sta male, ma non conosce la cura ed è attorniato da capitalisti e clero che fanno di tutto per impedirgli di conoscerla.

Il fattore decisivo del progresso delle masse popolari è il Partito comunista: la vittoria e la sconfitta dipendono dal Partito comunista.

Questa è la lezione che abbiamo tirato dalle sconfitte che le masse popolari italiane hanno subito negli anni successivi alla vittoria nella lotta contro il fascismo culminata nella Resistenza 1943-1945, dalle sconfitte che le masse popolari hanno subito a livello mondiale negli anni successivi alla vittoria dell’Armata Rossa Sovietica a Berlino nel 1945, alla vittoria della rivoluzione nel 1949 nella gloriosa Repubblica Popolare Cinese, nel 1953 nella Corea del Nord, nel 1959 a Cuba, nel 1976 in Vietnam: è il saluto che mandiamo al vostro Congresso. La vittoria dipende da noi comunisti!

Comitato Centrale del (nuovo)Partito comunista italiano