Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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19 giugno 2022

Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero - PISA


Saluto del CC del (n)PCI


Cari compagni,

a nome del nuovo Partito comunista italiano ringrazio la Segretaria della sezione di Pisa del P.CARC che ci ha invitato a questa riunione. Contribuire alle iniziative del P.CARC fa parte della nostra opera. Il P.CARC è per noi un partito fratello: anch’esso lavora a creare le condizioni necessarie alla costituzione del Governo di Blocco Popolare e la costituzione del GBP è un passaggio indispensabile della rivoluzione che sfocerà nell’instaurazione del socialismo, fase iniziale del comunismo: l’obiettivo del Partito comunista. In sintesi il socialismo significherà tre cose: 1. gli organismi operai e popolari, cioè le masse popolari organizzate, hanno la direzione politica del paese; 2. l’apparato produttivo è un’istituzione pubblica che svolge attività pianificate per soddisfare i bisogni della popolazione italiana e delle sue relazioni di solidarietà, collaborazione e scambio con altri paesi; 3. e principale tra le tre, tutte le risorse del paese sono dedicate ad accrescere la partecipazione della popolazione alle attività specificamente umane dalle quali le classi dominanti hanno da sempre escluso la massa degli esseri umani e li escludono ancora oggi nonostante l’alta produttività del lavoro.

Quanto più passano gli anni, tanto più instaurare il socialismo proprio nei paesi imperialisti come l’Italia diventa indispensabile per porre fine 1. all’epoca di nera e sfrenata reazione in cui viviamo da più di quarant’anni e all’eliminazione delle conquiste di civiltà e dei progressi che le masse popolari dei paesi imperialisti e i popoli oppressi avevano strappato ai capitalisti quando il movimento comunista era forte grazie all’ondata di rivoluzioni sollevata nel mondo intero dalla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre del 1917 e alla costruzione dell’Unione Sovietica sotto la direzione del partito di Lenin e di Stalin, 2. alla distruzione della Terra stessa causata dalle attività che i capitalisti per i propri interessi impongono alla specie umana. Il sistema imperialista è il capitalismo in crisi sistematica. La guerra, la pandemia, l’inquinamento, l’emigrazione, la disuguaglianza sono espressioni acute di essa.

Nel 1956 con alla loro testa prima Kruscev e poi Breznev i revisionisti moderni hanno preso la direzione dell’URSS. La Rivoluzione Culturale Proletaria promossa nella Repubblica Popolare Cinese dal Partito comunista diretto da Mao non è riuscita a impedire la loro opera nefasta per i proletari e i popoli oppressi di tutto il mondo. I movimenti rivoluzionari in Corea, a Cuba, in Vietnam, in Laos e in alcuni altri paesi non hanno cambiato il corso delle cose nel mondo. L’ondata mondiale di rivoluzioni socialiste e di nuova democrazia si è esaurita e nel 1991 l’opera dei revisionisti moderni è sfociata nella disgregazione dell’Unione Sovietica. Gli imperialisti USA hanno esteso la NATO all’Europa Orientale mirando agli Urali e all’Asia. La NATO è la rete di basi militari e di agenzie palesi e occulte di manipolazioni e manovre con cui gli imperialisti USA tengono sottomessi un vasto numero di paesi. L’Italia è uno di essi. Con l’operazione militare lanciata nello scorso febbraio la Federazione Russa cerca di porre l’alt all’estensione della NATO dall’Europa verso l’Asia, l’estensione per la quale da otto anni i gruppi imperialisti USA ed europei devastano l’Ucraina e vi mobilitano le forze più reazionarie.

È indispensabile far avanzare la rivoluzione socialista nei paesi imperialisti e il nostro paese è uno di essi. I governi del M5S non hanno saputo tenere la direzione promessa, hanno ceduto il passo ai vertici della Repubblica Pontificia. Questi hanno posto Draghi alla testa di un nuovo governo delle larghe intese, più reazionario dei governi Berlusconi, Prodi, Monti, Gentiloni, Letta e Renzi che avevano presieduto alla devastazione del nostro paese prima che il malcontento delle masse popolari aprisse la breccia del 4 marzo 2018 nel sistema dei partiti della borghesia imperialista. Non a caso il governo Draghi è il governo della guerra, della manipolazione delle menti e dei cuori e della repressione. Ma suscita anche il crescente malcontento delle masse popolari. Alla reazione nera e sfrenata possiamo e dobbiamo porre fine con la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari. Dobbiamo mobilitarle a passare dal malcontento, dalla resistenza alle singole misure reazionarie e dalle proteste, alla ribellione e alla conquista del potere.

La solidarietà con i rivoluzionari prigionieri della borghesia e con i bersagli della repressione è un aspetto della lotta di classe, un’arma delle masse popolari.

Resistere alla repressione ossia non cedere al nemico, mobilitare le masse popolari contro le attività repressive legalizzate e no della borghesia, mobilitare le masse popolari a essere solidali con i loro esponenti bersagli della repressione e con i rivoluzionari prigionieri sono tre aspetti del Piano di Lavoro scritto nel nostro Manifesto Programma. Questo per noi vale a livello internazionale, donde l’omaggio al presidente Gonzalo che promuovemmo l’anno scorso in occasione della sua morte in prigione. Ma vale soprattutto a livello nazionale, perché la nostra lotta è nazionale, mira a fare dell’Italia un nuovo paese socialista ed è in quanto tale che fa parte della lotta internazionale per porre fine al modo di produzione capitalista e al sistema imperialista mondiale che è la fase terminale della società borghese.

Approfitto dell’occasione per richiamare l’attenzione di ognuno di voi su due aspetti della lotta contro la repressione nel quadro della lotta nazionale.

1. Il programma del governo Draghi è completare l’eliminazione delle conquiste che le masse popolari hanno strappato alla borghesia quando il movimento comunista era forte nel mondo. I capitalisti hanno bisogno di eliminare quello che resta di quelle conquiste e di distruggere con delocalizzazioni e altre misure il sistema produttivo del nostro paese che di quelle conquiste porta le tracce. Anche da qui il moltiplicarsi degli interventi repressivi contro i lavoratori e in generale contro le masse popolari. La chiusura della GKN e il licenziamento in tronco del compagno Simone Casella alla Worsp sono casi esemplari. Bisogna contrastare con ogni mezzo questo corso delle cose. Bisogna trarre da ogni atto di repressione di questo genere come da ogni incidente sul lavoro lo spunto per allargare ed elevare la mobilitazione delle masse popolari contro lo Stato borghese. Il governo Draghi è anche il governo della repressione.

2. Bisogna allargare la denuncia contro la prigionia dei membri delle Organizzazioni Comuniste Combattenti, in particolare delle Brigate Rosse. Non c’è ragione che tenga per la loro prigionia. Viviamo in un paese dove assassini e mandanti di assassini sono ai vertici dello Stato, dove ai ricchi è assicurata l’impunità. La detenzione dei prigionieri delle OCC è vendetta della classe dominante perché hanno osato levare le armi contro il suo Stato e monito contro la ribellione di classe. Ogni forma di solidarietà verso i prigionieri delle OCC è un’arma e va promossa. Le ragioni della solidarietà con i membri delle OCC ancora prigionieri fanno parte della lotta di classe. Voglio mettere l’accento anche sul contributo che i prigionieri possono dare loro alla lotta di classe, un contributo che è anche un’arma contro la borghesia che li tiene prigionieri: far valere il prestigio di cui godono e l’affetto che riscuotono ancora oggi presso tanta parte delle masse popolari che nelle OCC vedono un’espressione esemplare della rivolta di cui le masse popolari hanno bisogno. Che ogni canale di comunicazione tra i prigionieri delle OCC e l’esterno sia usato per far giungere a ogni prigioniero non solo manifestazioni di solidarietà, ma anche l’appello a dare il suo contributo alla lotta di classe. Essi non sono isolati, essi non sono dei vinti: hanno perso una battaglia, ma la guerra di cui si fecero protagonisti continua e continuerà fino alla vittoria delle masse popolari e all’instaurazione del socialismo, in Italia e nel mondo.

Ogni espressione di solidarietà è un’arma. Rafforza chi la riceve, rafforza chi la esprime perché dà un’espressione concreta al suo ruolo nella lotta di classe. Rafforza tutti noi perché ogni membro delle masse popolari constata che non è e non sarà da solo contro il nemico. Ogni espressione di solidarietà indebolisce gli oppressori, perché spunta una loro arma, mostra la debolezza del loro potere e il disprezzo e l’odio di cui sono circondati: smorza la loro boria e la loro presunzione.

Avanti quindi, compagni! Il (n)PCI è a fianco di ogni proletario che lotta. Possiamo vincere! Vinceremo!

il compagno Ulisse, segretario generale del Comitato Centrale del (nuovo)PCI