Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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Saluto del compagno Ulisse, segretario generale del CC del (nuovo)Partito Comunista Italiano, alla FRP della sezione Lidia Lanzi Reggio E. del P.CARC

27 novembre 2022

 

Cari compagni,

anzitutto ringrazio il compagno Marco Vicini che a nome della Sezione ci ha invitato a mandare il nostro saluto ai compagni che partecipano alla Festa della Riscossa Popolare. La riscossa delle masse popolari è in corso, ogni comunista la deve promuovere e sostenere. La borghesia imperialista fa di tutto per alimentare tra le masse popolari la sfiducia che sia possibile cambiare il corso delle cose e riprendere la marcia verso il socialismo che era l’aspirazione diffusa tra milioni di lavoratori fino a qualche decina di anni fa, prima della dissoluzione dell’Unione Sovietica, quando il movimento comunista era forte nel mondo. Fa di tutto per indurle a rassegnarsi a come vanno le cose, per indurre quelli che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese a rassegnarsi a vivere di carità pubblica o clericale e di pacchi viveri, quelli che hanno un reddito più alto allo sballo (i rave party non piovono dal cielo) e al consumismo e aumenta l’inquinamento dell’ambiente e della Terra. Non facciamoci illudere dalle promesse che i suoi governi prendano una via diversa da quella che hanno seguito finora, che Meloni faccia meglio di Draghi. Meloni come Draghi sono se non agenti, servi della Comunità Internazionale dei gruppi USA, sionisti ed europei, succubi della Commissione Europea e della Banca Centrale Europea. Chi propone che i governi borghesi prendano una strada diversa da quella che hanno seguito negli ultimi decenni, o non capisce perché il mondo va di male in peggio, o imbroglia sapendo di imbrogliare. Ogni capitalista vuole valorizzare il suo capitale, farlo crescere. Deve farlo: il capitalista che non lo fa è soppiantato da chi lo fa. È il sistema capitalista che non è più compatibile con una vita dignitosa e con il progresso. I capitalisti per valorizzare il loro capitale devono eliminare le conquiste di civiltà e i miglioramenti delle condizioni di vita e di lavoro che i lavoratori avevano strappato dopo la sconfitta dei nazifascisti, negli anni dal 1945 agli anni ‘70 del secolo scorso e devono distogliere i lavoratori, i giovani, le donne, gli immigrati dall’aderire agli appelli che noi comunisti lanciamo alla mobilitazione, a organizzarsi e a partecipare alla rivoluzione socialista. Di questo i capitalisti e i loro agenti hanno paura: per questo investono soldi e risorse nell’abbrutire le masse popolari, intossicare mente e cuori anche dei lavoratori attivi nella resistenza e reprimere i comunisti e quelli che si avvicinano a loro.

Ma anche la loro paura e agitazione confermano che il socialismo è possibile, che la corrosione e la dissoluzione dell’Unione Sovietica, che la deviazione e lo scioglimento del vecchio PCI, che la sconfitta del grande movimento dei Consigli di Fabbrica e della lotta armata degli anni ‘70 e ‘80 sono sconfitte temporanee, dovute a errori e limiti di noi comunisti nel promuovere la rivoluzione, che partecipare alla rivoluzione socialista è oggi l’attività principale, decisiva per far fronte alla situazione. In cosa consiste partecipare alla rivoluzione? Certamente, in primo luogo partecipare e promuovere la partecipazione a rivendicazioni, proteste, dimostrazioni, a tutte le operazioni che costringono i padroni, le loro autorità statali, regionali e comunali ad aumentare i salari e migliorare le condizioni di vita e di lavoro, che contrastano il peggioramento del sistema sanitario, dell’istruzione pubblica, del sistema pensionistico, dell’assistenza all’infanzia, ecc. e che riducono l’inquinamento dell’ambiente e le grandi opere pubbliche inutili o addirittura nocive. Ma anche, ed è la cosa decisiva e oggi più rara, dedicarsi alla riforma intellettuale e morale, dedicare tempo e risorse alle organizzazioni e all’attività dei comunisti, studiare singolarmente e in gruppo e propagandare il Manifesto Programma, i comunicati e La Voce del (nuovo) PCI, Resistenza e la propaganda del P.CARC suo partito fratello. Vuol dire partecipare al dibattito franco e aperto in corso tra organismi e gruppi comunisti e aderire alle organizzazioni comuniste, agli organismi operai e popolari che prendono la direzione di aziende, scuole e altre istituzioni e si coordinano per creare le condizioni della costituzione del loro governo d’emergenza. Il Collettivo di Fabbrica della GKN di Campi Bisenzio (Firenze) è un esempio. Tutto questo porta chi lo fa a individuare le operazioni particolari che egli stesso concretamente può promuovere e fare.

Bando alla sfiducia. Lotta a ogni forma di disfattismo e attendismo. Impariamo dall’esperienza come fare a costruire la rivoluzione socialista. Possiamo vincere. Vincere dipende da ognuno di voi. Il Partito insegna a ogni persona decisa a imparare e a fare, la sostiene.

All’opera compagni! Viva la rivoluzione socialista! Viva il comunismo!

Che i compagni decisi a vincere si arruolino nel Comitato di Partito Fratelli Cervi!

Ma il (n)PCI è un partito clandestino”, dirà qualcuno. Sì, è clandestino come occorre, anche solo perché la borghesia non possa decapitarlo: ce lo hanno insegnato in positivo Lenin e Stalin e in negativo Gramsci, Thälmann, Zachariadis, Cunhal e altri eroici compagni, tra cui Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht uccisi nel 1919.

Che i compagni decisi a costituire un Governo di Blocco Popolare aderiscano alla sezione Lidia Lanzi del P.CARC, nostro partito fratello!

Ringrazio i presenti per l’attenzione e auguro che questa riunione dia frutti rigogliosi.

Non importa quanti si è quando si inizia: l’importante è avere una linea giusta!

Il compagno Ulisse, segretario generale del CC del (n)PCI.