Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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31 gennaio 2021

Congresso della Sezione Verbano-Cusio-Ossola del P.CARC

 

Cari compagni,

ringrazio la compagna Gaia Zotta che ci ha invitato a far giungere il saluto del nuovo PCI al Congresso della vostra Sezione. Sono particolarmente felice dell’invito perché la zona dove opera la vostra Sezione ha una gloriosa tradizione di lotta che risale alla Resistenza quando sorse la Repubblica Partigiana dell’Ossola e abbiamo appena celebrato il Centenario della fondazione del primo PCI, il Partito di Antonio Gramsci, che guidò le masse popolari italiane a raggiungere con la Resistenza il punto più alto finora raggiunto dalla classe operaia italiana nella sua lotta per il potere. Questi ricordi contrastano con la pandemia che da mesi imperversa, con la crisi economica, ambientale, culturale e dei rapporti sociali che colpisce tanta parte della popolazione.

I comunisti che ci hanno preceduto non hanno impedito che ci trovassimo in questi giorni tristi. Noi comunisti siamo sicuri che possiamo uscirne. Da dove ci viene questa certezza? Dalla scienza delle attività con le quali gli uomini hanno fatto e fanno la loro storia, il marxismo-leninismo-maoismo. È la scienza con la quale operiamo per uscire da questi giorni tristi e costruire il nostro futuro. Essa ci permette anche di vedere i limiti nella comprensione delle condizioni in cui lottavano che hanno impedito che i Partigiani di allora e il primo PCI che ha promosso e guidato la Resistenza instaurassero il socialismo in Italia, un paese imperialista e per di più sede del Papato: cosa che avrebbe cambiato la storia del mondo intero.

È guidato da questa scienza che il nuovo PCI oggi lotta per costruire in Italia il sistema di potere delle masse popolari organizzate. La costruzione di questo nuovo sistema di potere è l’opera comune che unisce il nuovo PCI e il Partito dei CARC. Infatti anche il P.CARC si è dato l’obiettivo di costituire il Governo di Blocco Popolare e farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia.

Oggi in Italia esistono già due sistemi di potere.

Uno per ora è allo stato embrionale: è il sistema di potere che ha i suoi centri locali nelle organizzazioni operaie delle aziende capitaliste, nelle organizzazioni dei lavoratori delle aziende e istituzioni pubbliche, nelle organizzazioni degli studenti nelle scuole e nelle università, nelle organizzazioni territoriali e tematiche delle masse popolari. I comunisti sono i promotori di questo sistema di potere.

L’altro è quello dominante ma in disfacimento: è il sistema di potere della borghesia imperialista, la Repubblica Pontificia nata negli anni 1947-1948 dal tradimento della Resistenza perpetrato dai revisionisti moderni (Togliatti e gli altri fautori della “via parlamentare al socialismo”) e dalla subdola azione del Vaticano sostenuto dall’imperialismo USA, un sistema di potere asservito alla NATO e all’Unione Europea. Dopo l’esaurimento negli anni ’70 della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria, venuta meno per la borghesia la paura della rivoluzione socialista, il programma di questo sistema di potere consiste nella liquidazione delle conquiste che le masse popolari hanno strappato alla borghesia sull’onda della vittoria sul nazifascismo, negli anni in cui il movimento comunista era forte. È il programma che attuano i partiti delle Larghe Intese, le combinazioni di clientele e di comitati d’affari che fanno capo al PD e alla banda Berlusconi. Il distacco tra le masse popolari del nostro paese e questo sistema di potere è vistosamente mostrato dalla crescita costante del numero di astenuti ad ogni tornata elettorale.

 La particolarità della fase attuale sta nel fatto che il voto del 4 marzo 2018 ha aperto in questo sistema di potere una breccia impersonata dal M5S. È una breccia di cui possiamo e dobbiamo giovarci per rafforzare il nuovo potere. L’affermazione del potere delle masse popolari organizzate è infatti l’unica via per porre fine al catastrofico corso delle cose che tanto malcontento, insofferenza e indignazione genera tra le masse.

Essere entrati nel governo della Repubblica Pontificia con i partiti delle Larghe Intese, per il M5S è un problema: il favore delle masse popolari non fa che calare. Per noi costruttori del potere delle masse popolari organizzate, la presenza del M5S nel governo nemico è un potenziale fattore di disgregazione del sistema di potere della borghesia imperialista. Un fattore che da potenziale dobbiamo far diventare reale e lo diventa non con le punture di spillo che finora il M5S ha portato alle Larghe Intese (reddito di cittadinanza, quota cento e altre simili). Lo diventa se avanzano la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari. È l’opera a cui devono dedicarsi anche tutti gli esponenti del M5S che vogliono risalire la china del declino elettorale in cui sono entrati da quando hanno accettato di fare il governo con le Larghe Intese: prima con la Lega di Matteo Salvini e poi con il PD di Nicola Zingaretti. Un governo che non ha posto fine alla liquidazione dell’apparato produttivo italiano tramite esternalizzazione di reparti e di lavorazioni e tramite delocalizzazione di aziende italiane in paesi dove i capitalisti hanno più libertà di manovra che in Italia, alla liquidazione del settore produttivo pubblico di merci e dei servizi pubblici (sanità e istruzione in prima fila) tramite aziendalizzazione e privatizzazione delle istituzioni che li forniscono, alla devastazione del paese tramite le grandi opere inutili e dannose. Un governo grazie al quale Benetton e soci continuano a riscuotere pedaggi sulle autostrade anche dopo il crollo del ponte Morandi, Arcelor Mittal e altri predoni liquidano il settore siderurgico italiano e inquinano intere zone. Un governo che non crea contro Whirlpool un ente pubblico per la produzione degli elettrodomestici di cui c’è bisogno e lascia che gli Agnelli liquidino il settore italiano della produzione di autoveicoli. Un governo che contro la pandemia da coronavirus non ha preso e non prende misure efficaci per preservare la vita di anziani e immunodeficienti. Un governo che ha continuato a partecipare come quelli delle Larghe Intese alle aggressioni e al riarmo dettati dalla NATO, alle sanzioni economiche e finanziarie imposte dalla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti ai paesi che non accettano di sottostare alle scorrerie dei gruppi imperialisti. Un governo che è rimasto succube dell’Unione Europea e della Banca Centrale Europea fautrici dell’austerità contro lavoratori e pensionati, che ha rifiutato perfino di emettere minibot e continua a subire le vessazioni dei finanzieri del Debito Pubblico, che aspetta salvezza dai prestiti e dai contributi che l’Unione Europea, che ogni anno estorce miliardi dall’Italia, promette per il futuro se l’Italia accetta un controllo più stretto e attua le nuove condizioni europee a favore dei gruppi imperialisti contro lavoratori e pensionati.

Da qui la necessità e la possibilità di dar vita a un ampio fronte contro le Larghe Intese che deve diventare fronte per il potere delle masse popolari organizzate.

È questa la via che oggi devono imboccare quelli che vogliono porre fine al catastrofico corso delle cose. La costituzione del GBP aprirà una nuova fase più avanzata della rivoluzione che farà dell’Italia un nuovo paese socialista.

Avanti compagni! Possiamo vincere! Vinceremo!

Compagno Ulisse, segretario generale del Comitato Centrale del (nuovo)PCI