Ritorno alla pagina principale

 Comunicati rapidiComunicati rapidi

Comunicati rapidi - Vai all'indice

 

 

 

 

Comunicato rapido n. 5 - 9 ottobre 2018

Bekaert - dall’esperienza si impara

 

(...) È stato un bel successo quello strappato martedì 2 ottobre dai lavoratori delle Bekaert di Figline Valdarno (FI). Hanno indotto il governo M5S-Lega a impegnarsi perché i capitalisti padroni dell’azienda continuino la produzione fino al 31 dicembre 2018 e a riconoscere gli ammortizzatori sociali (Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria anche in cessazione d’attività, quella che il Jobs Act di Renzi ha abolito) per tutti fino al 31 dicembre 2019.

Non solo: il governo, nella persona di Luigi Di Maio, Ministro delle Sviluppo Economico, si è in qualche modo impegnato a prendere un provvedimento analogo per gli oltre 189 mila lavoratori a cui a causa del Jobs Act di Matteo Renzi stanno scadendo cassa integrazione o contratto di solidarietà. Lo stesso Ministro si è impegnato a mobilitare altre istituzioni pubbliche (Regione e Invitalia (Agenzia Pubblica per gli Investimenti Produttivi) tra le altre) per la reindustrializzazione del sito che comunque Bekaert chiuderà il 31 dicembre 2018, delocalizzando definitivamente la produzione: questo il governo M5S-Lega non ha voluto impedirlo.

Quali sono i motivi del successo? Cosa insegna la vittoria?

Con una mobilitazione prolungata i lavoratori della Bekaert, benché solo 318, hanno indotto il governo a impegnarsi pubblicamente. Hanno occupato lo stabilimento, continuato la produzione, mobilitato su larga scala la solidarietà della popolazione e impedito così che sindacati di regime e autorità locali avallassero la morte lenta della Bekaert come hanno silenziosamente lasciato morire tante altre aziende, come stanno facendo per tante altre. I lavoratori Bekaert hanno approfittato della crisi politica in corso, si sono ben inseriti nella breccia che il voto del 4 marzo ha determinato nel sistema politico delle Larghe Intese che negli ultimi 40 anni ha privatizzato aziende e servizi pubblici e ha devastato il tessuto produttivo del paese lasciando che i capitalisti ridimensionassero, chiudessero o delocalizzassero intere aziende, esternalizzassero in Italia o all’estero la produzione di pezzi. M5S e Lega hanno ottenuto il voto di milioni di elementi delle masse popolari che hanno votato M5S e Lega per fiducia nelle promesse che hanno fatto, insofferenti delle misure imposte dai governi delle Larghe Intese (PD da Prodi a Renzi con Forza Italia di Berlusconi).

Il successo è il risultato della mobilitazione dei lavoratori Bekaert, della solidarietà popolare che essi hanno saputo suscitare e organizzare, della breccia aperta nel sistema politico delle Larghe Intese che essi hanno saputo sfruttare.

Possono accontentarsi del successo strappato?

Se lo faranno, si troveranno ben presto nei guai. Il periodo di respiro strappato (15 mesi) passa alla svelta. Comunque che il governo M5S-Lega mantenga promesse e impegni è tutto ancora da verificare: M5S e Lega di promesse ne hanno fatte tante. Per mantenerle devono far fronte ai gruppi imperialisti europei, USA e sionisti e alle loro istituzioni finanziarie e politiche (UE e BCE in primo luogo) che li pressano dall’estero e ai patroni delle Larghe Intese che li pressano all’interno.

La Bekaert di Figline Valdarno non è un’isola. La sorte dei lavoratori della Bekaert è legata alla sorte dei lavoratori dell’indotto, delle masse popolari della zona, delle masse popolari del resto del paese. È legata all’andamento dello scontro tra i lavoratori italiani e i grandi gruppi capitalisti italiani (è l’italianissimo Pirelli che pochi anni fa ha venduto l’azienda di Figline Valdarno al gruppo capitalista belga Bekaert) strettamente combinati questi ai grandi gruppi industriali e finanziari soprattutto europei, USA e sionisti. È uno scontro che i lavoratori della Bekaert non possono condurre da soli e tanto meno possono vincerlo da soli, ma possono fare la loro parte perché i lavoratori lo vincano.

Vincere è possibile. Milioni e miliardi di lavoratori, italiani e di tutto il mondo, di ogni paese e razza sono interessati a vincerlo. I gruppi imperialisti che minacciano i lavoratori della Bekaert sono gli stessi che opprimono e spremono milioni e miliardi di lavoratori ai quattro angoli del mondo e che devastano la Terra. La forza è dalla nostra parte, solo  che ci manca ancora l’organizzazione e la coscienza per farla valere: possiamo darcela come fecero un secolo fa i lavoratori russi e di altri paesi. Dobbiamo vincere. Dobbiamo in ogni azienda e zona organizzarci, stabilire rapporti di solidarietà con gli altri lavoratori organizzati, mobilitare a organizzarsi quelli che non lo sono ancora. Per questo mi sono avvicinato al nuovo Partito Comunista Italiano. (...)

 

dalla lettera di un simpatizzante del (n)Partito comunista Italiano