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Comunicato rapido n. 13 - 4 giugno 2019

L’ostentata protesta di una parte dei vertici militari contro il Ministro Trenta mostra la profondità della breccia aperta dalle masse popolari nel sistema delle Larghe Intese (PD - Berlusconi) che ha governato l’Italia fino all’anno scorso!

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4 giugno 2019

Per di più una parte importante dei vertici militari teme di dover rendere conto di reati da loro commessi in combutta con la NATO e i gruppi sionisti: per loro il M5S è inaffidabile!
L’epurazione dei vertici militari dai complici irriducibili della NATO è parte imprescindibile della lotta per spezzare la fitta rete di omertà che copre la “stragi di Stato” e ancora più della lotta per cambiare il paese!

Tre generali in pensione (Leonardo Tricarico, Vincenzo Camporini, Mario Arpino) hanno reclamizzato la loro assenza dalla Festa della Repubblica (2 giugno) come protesta contro la linea seguita dal Ministro della Difesa del governo M5S-Lega, Elisabetta Trenta. È un indice del livello raggiunto dallo scontro nei vertici militari e tra una parte di essi e il M5S. Che la protesta sia legata alla piccola riduzione delle pensioni d’oro (quelle sopra i 100 mila euro l’anno) degli alti papaveri militari, è solo “fumo negli occhi”. I motivi sono altri e molto più profondi.

Il ministro Trenta, pur provenendo dagli ambienti militari, e il M5S sono inaffidabili per la NATO e i vertici militari italiani ad essa asserviti.

Le Forze Armate della Repubblica Pontificia (così come i Servizi Segreti e le Forze dell’Ordine) hanno mantenuto una sostanziale continuità con quelle operanti durante il Fascismo (anche con “travaso” di dirigenti e funzionari, oltre che di strutture) e fin dai tempi di Scelba e di De Gasperi agiscono al servizio della NATO in aperta violazione di quanto prescritto dalla Costituzione (art. 22: educazione delle Forze Armate secondo lo spirito democratico della Costituzione e art. 11: rifiuto di ricorrere alla guerra per risolvere contrasti tra paesi e divieto di condividere la sovranità del popolo italiano con altri salvo che a parità di condizioni). I loro dirigenti sono stati selezionati per il loro “livello di fedeltà e affidabilità” alla classe dominante (struttura clandestine come Gladio, stragi di Stato, depistaggi, operazioni sporche nel quadro di “missioni umanitarie”, repressione antipopolare, ecc. coprono tutti i 70 anni di vita della Repubblica Pontificia) e godono del “nullaosta sicurezza” NATO (autorizzazione data dalla NATO, quindi dagli imperialisti USA, necessario per ricoprire incarichi delicati nel nostro paese: con buona pace della sovranità nazionale!) .

Gli spunti immediati dello scontro tra M5S e vertici delle Forze Armate sono il riconoscimento da parte del Ministro Trenta del Sindacato dei Militari, il sostegno dato dal Ministro e dal capo del governo Conte alla lotta per la “verità e giustizia” condotta da Ilaria Cucchi (alla quale ha dato un certo appoggio anche il Comandante dell’Arma dei Carabinieri gen. Giovanni Nistri), le pur timide aperture del Ministro nei confronti dei militari vittime dell’uso di armi ad uranio impoverito, le oscillazioni circa l’acquisto di nuovi cacciabombardieri F-35, l’annullamento della costruzione del “Pentagono” a Centocelle (una grande opera speculativa), il proposito di rivedere le procedure per le promozioni dentro le Forze Armate nell’intento di limitare favoritismi, clientelismo, corruzione, ecc.

In verità si tratta di piccoli passi (e spesso solo di propositi) che si combinano con la prosecuzione della sudditanza ai voleri della NATO. Prosegue infatti l’uso da parte della NATO di basi nel nostro paese, continuano a funzionare i poligoni di tiro in Sardegna e altrove, il centro di spionaggio e controllo MUOS continua ad essere operativo, le truppe italiane continuano ad essere impiegate nelle operazioni NATO dall’Afghanistan al Niger, ecc.). Tuttavia questi piccoli passi e questi propositi sono pericolosi per le Larghe Intese e la NATO perché in discontinuità con quanto fatto prima dai governi DC e poi, negli ultimi quarant’anni, dai governi PD-Berlusconi e ledono interessi e assetti consolidati. Costituiscono un cattivo precedente!

Le proteste e la fronda negli alti vertici militari nei confronti del M5S mostrano la resistenza e il sabotaggio messi in campo sul versante militare da parte delle Larghe Intese più la NATO (imperialisti USA).

Quanto ai tre generali in pensione protagonisti della tanto reclamizzata protesta del 2 giugno, essi non sono membri qualsiasi dei vertici militari. Hanno anche motivi personali per protestare contro la linea seguita dal Ministro Trenta. Provengono tutti dall’Aeronautica militare e sono stati tutti e tre, in successione, suoi capi di stato maggiore . “Sono stati i massimi garanti, al vertice dell’Aeronautica militare”, dichiara Andrea Benetti dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, “del muro di gomma che impedisce ai familiari di 81 persone di ottenere giustizia e ai cittadini italiani di conoscere la verità” su quanto accaduto nella notte del 27 giugno 1980, quando un aereo civile italiano venne abbattuto da un aereo militare tuttora non identificato perché l’accaduto è coperto da insabbiamenti e depistaggi.

Non a caso Matteo Salvini si è schierato dalla parte dei generali protestatori. La sua Lega è il braccio delle Larghe Intese nella maggioranza del governo M5S-Lega. Si è salvato dalla protesta popolare contro le Larghe Intese facendosi paladino dello scontento e della rivolta popolare contro la politica delle Larghe Intese e dell’Unione Europea e si avvale su larga scala delle esitazioni del M5S. Assicura posti di lavoro e affari se il governo proseguirà più spregiudicatamente le politiche delle Larghe Intese: trasformare ancora più a fondo il territorio del nostro paese in supporto di reti aeree, ferroviarie (tipo TAV Lione-Torino) e autostradali (tipo Pedemontana, Terzo Valico, ecc.) di trasporto internazionale di merci e turisti invece che salvaguardarlo principalmente come territorio per la vita di chi ci abita, aprire i cantieri alle organizzazioni criminali ancora più di quanto hanno già fatto le Larghe Intese in Emilia Romagna, nel Veneto, in Lombardia, in Piemonte, in Liguria, nel Lazio e altrove. Su questa basi alle elezioni europee ha succhiato voti dai partiti delle Larghe Intese, mentre a causa del suo legalitarismo e delle sue incertezze il M5S ha perso voti di elettori che si sono astenuti.

Ovviamente lo sciacallo Matteo Salvini è dalla parte dei vertici militari (subito dopo le elezioni europee ha indicato che ci sono “cose da rivedere” al Ministero della Difesa, dei Trasporti e dell’Ambiente (tutti in quota M5S)) e ha alleati nel M5S, come Angelo Tofalo, sottosegretario M5S alla Difesa: in questi giorni ha minacciato le sue dimissioni in contrasto con Elisabetta Trenta e con l’altro sottosegretario alla difesa, il leghista Raffaele Volpi, trama per far fuori il Ministro. Ovviamente anche Fratelli d’Italia è della partita.

Tutto questo è molto istruttivo anche ai fini del futuro Governo di Blocco Popolare: l’azione del governo M5S-Lega ha fatto emergere la resistenza e il sabotaggio messi in campo contro le misure del governo da parte di alti funzionari della Pubblica Amministrazione legati alle Larghe Intese (alla Tito Boeri, giustamente sostituito ai vertici dell’INPS – bando però alle illusioni: di Tito Boeri sono pieni i vertici della Pubblica Amministrazione e fermarsi al primo significa prendere batoste da tutte le parti!).

In particolare tutto questo conferma l’importanza e la giustezza della settima delle Misure Generali del Governo di Blocco Popolare, per affrontare adeguatamente questo specifico campo di lotta: “Epurare gli alti dirigenti della Pubblica Amministrazione che sabotano l’azione del GBP, conformare le Forze dell’Ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza), le Forze Armate e i Servizi d’Informazione allo spirito democratico della Costituzione del 1948 (in particolare a quanto indicato negli articoli 11 e 52) e ripristinare la partecipazione universale più larga possibile dei cittadini alle attività militari a difesa del paese e a tutela dell’ordine pubblico”.

Quanto al M5S, se non vuole essere fatto fuori dalla Lega e dal resto delle Larghe Intese deve fare i conti subito con questo aspetto della lotta. Tanto più se vuole veramente attuare un cambiamento sul versante delle Forze Armate. Sarebbe infatti un’enorme ingenuità pensare di poter evitare di ricorrere all’epurazione dei vertici militari e al contempo “riformare” Forze Armate, pensare di cambiare il paese senza epurare l’apparato statale. Ma più ingenuo ancora è pensare di poter fare tutto questo senza l’appoggio delle masse popolari organizzate.