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del CdP
Anna Maria
Mantini

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Comitato di Partito
Anna Maria Mantini

 

12 settembre 2011
Comunicato n. 10

 

 

Renzi

 

Nella storia abbiamo avuto Pipino il Breve, Ivan il Terribile, Maria la Sanguinaria e altri. A Firenze oggi abbiamo Renzi il Giovane, o il Rottamatore, che a differenza di loro non passerà alla storia, a meno che non faccia molto peggio di quello che sta facendo ora. Allo scopo Renzi il Giovane dovrebbe fare un salto di qualità come quello che fece Mussolini, che da giovane rottamatore nel Partito Socialista Italiano passò a fare ciò che lo rese molto famoso e che lo portò a una morte da infame.

Renzi oggi è ancora di qua della sponda. Di là ci sono già altri che oggi condividono con lui solo questa qualità di essere giovani: la melma fascista di Azione Giovani, che si ritrova nella cosiddetta Casaggì, ad esempio, e il giovane nazista norvegese, che ha rottamato decine di altri più giovani di lui, con freddezza e con quello che bestie come lui spacciano come coraggio, quello di attaccare i più deboli, i disarmati. È il coraggio di quelli che picchiano le donne, di quelli che picchiano gli immigrati e la povera gente, come fanno i fascisti e i razzisti. Il coraggio di Renzi il Rottamatore qual è?

 

Esiste a Firenze un punto indicato come fermata dell’autobus con il nome di Villa Triste, cioè la rotonda chiamata Largo Bruno Fanciullacci. Villa Triste si chiamava così perché è stato il luogo dove chi combatté contro il fascismo è stato torturato e ucciso, e Bruno Fanciullacci subì entrambe le sorti.

I fascisti, da tempo, insozzano questo luogo, oltre che diverse altre parti della città, con le loro scritte e manifestini. Qui in Largo Fanciullacci i fascisti si permettono di stazionare e fare graffiti prendendosela comoda, su un muro che tra l’altro più monitorato di così non potrebbe essere, visto che appartiene al Ministero di Grazia e Giustizia.

L’accanimento dei fascisti contro questo luogo glorioso e sacro alla memoria della Firenze migliore è perché quelli che hanno affrontato la morte e la tortura davanti a Largo Fanciullacci sono passati alla storia. Molti di loro erano più giovani di Renzi. Nella storia sono e lì restano. Ci sono perché sono insorti e hanno combattuto contro quelli che apparivano più forti di loro. Questo è il coraggio vero dei giovani che hanno fatto l’Italia e per questo li ricordiamo e saranno ricordati anche da chi verrà dopo di noi. Altro che Renzi, il cui “coraggio” è solo quello del servo che tiene lontano il mendicante dalla villa del padrone.

 

Renzi abbaia contro quelli che scrivono con i pennarelli sui monumenti e con ciò si spaccia come guerriero, campione della legalità e difensore di una Firenze linda. Come mai, però, non è capace di spazzare via questo vomito che i fascisti spargono in città? Qual è il problema?

È che la sensibilità di Renzi rispetto alla storia italiana e ai suoi eroi veri, quelli della Resistenza, sicuramente è minima. Il 1° Maggio ha fatto tenere aperti i negozi, e gli andrebbe bene che questa festa e il 25 Aprile si abolissero, come voleva fare quel governo che tutto il mondo disprezza e che si regge per miracolo, e che pure il partito di Renzi non riesce a fare cadere, perché quel partito, il Partito Democratico, al di là del distintivo di sinistra scolorito che ancora  porta, tende a destra come l’acqua tende verso il basso, e lo dimostra, tra le altre cose, il fatto che ha dentro uno come Renzi, “il sindaco che la destra ci invidia” come diceva la gente al corteo dello sciopero generale il sei settembre.

 

Renzi si occupa di smacchiare solo il corridoio vasariano dalle scritte con i pennarelli. Le scritte del (nuovo) Partito Comunista Italiano, erede della Resistenza, nella sua città durano lo spazio di una notte. Le scritte fasciste stanno lì per mesi. Per cancellare quelle scritte, e soprattutto quelle in Largo Fanciullacci, che sono un insulto alla memoria dei martiri, i cittadini di Firenze si dovranno organizzare autonomamente, come già fanno per sostenere le tante istanze cui il Comune non dà risposta oppure risponde con la repressione. Impareranno, così facendo, che da soli fanno meglio questo e tutto il resto, e allora sì che la classe dirigente in cui Renzi scalpita e si agita per avere un buon posto finirà tra i rottami della storia.

Tenere pulito il muro di Largo Fanciullacci, oltre che dovere delle forze antifasciste fiorentine, è e sarà così espressione della capacità di autorganizzazione delle masse popolari, inizio del futuro che si dispiegherà per noi, per i nostri figli e per chi verrà dopo, perché noi non abbiamo bisogno di padroni, di gente come Marchionne, come Draghi, come le sanguisughe mai sazie della speculazione finanziaria, e tanto meno abbiamo bisogno di gente come Renzi.

Pulire e tenere pulito il muro di Largo Fanciullacci è un’azione piccola ma grande. Noi abbiamo davanti un futuro grande e magnifico, cosa che secondo il senso comune si stenta molto a credere, data la confusione e il terrorismo sul futuro sparsi a piene mani dai padroni della finanza e dai loro sponsor, tipo, in Italia, Napolitano, che ci raccomanda di sacrificarci per mantenere un sistema finanziario governato da istituti che hanno visto alla loro testa pervertiti come Strauss Kahn e un sistema politico come quello italiano che ha visto e vede alla sua testa mafiosi, razzisti e fascisti il cui campione è il pervertito Berlusconi. Un’azione semplice e civile come tenere pulito il muro di Largo Fanciullacci è come tenere pulito il vetro della finestra su questo grande futuro che stiamo costruendo e che prima di noi hanno iniziato a costruire giovani come Bruno Fanciullacci e gli altri e le altre del primo Partito Comunista Italiano.

 

Il (nuovo) Partito Comunista Italiano riprende l’eredità di Fanciullacci, dei partigiani, del primo Partito Comunista Italiano, e il cammino per fare dell’Italia un nuovo paese socialista, oggi che si manifestano chiaramente false le promesse che fecero i revisionisti sessant’anni fa, e primo fra loro Togliatti, secondo cui non ci sarebbero state più guerre nè crisi, e che quindi non era più necessario fare la rivoluzione, e che quindi si doveva mantenere il sistema borghese, cosa che si trasformò poi nel dovere addirittura difendere il sistema borghese, il ché ha prodotto, dopo sessant’anni, gente come Napolitano il Vecchio e Renzi il Giovane che si ergono a campioni di una legalità capace solo di colpire le masse popolari, incapace di spazzare via una classe politica come quella berlusconiana che della rottura della legalità fa principio di azione politica e assolutamente non intenzionata a colpire i centri occulti del potere in Italia, primo fra i quali il Vaticano, considerato al di sopra della legge, libero di non pagare le tasse, coperto per i crimini di usura, di pedofilia o di omicidio come nei casi Sindona e Calvi.

Sono stati sessant’anni piuttosto scuri. Oggi riportiamo alla luce la lotta concreta per il comunismo, con l’impegno di non fermarci e la fiducia che non ci fermeranno.