Comunicato n.14 del Comitato di Partito “Antonio Gramsci”
14.03.2025
Lucia Musti è la nuova affiliata della mafia del TAV
Da decenni la magistratura torinese è parte integrante e scudo difensivo della mafia del TAV: dei partiti delle larghe intese con alla testa il Partito Democratico, dei funzionari statali e dei faccendieri ammanicati in TELT, dei dirigenti delle forze dell’ordine e dei graduati dell’esercito che hanno trasformato la Val di Susa in una zona militarmente occupata, dei padroni affiliati a ‘Ndrangheta e organizzazioni criminali varie che di appalto in appalto riciclano e reinvestono i propri capitali. Sono questi gli interessi difesi dai PM Manuela Pedrotta ed Emilio Gatti che hanno richiesto un totale di 88 anni di carcere contro 28 militanti NO TAV (tra cui il compagno Alessandro Della Malva appartenente al nostro partito fratello, il P.CARC). Sono questi gli interessi che ci celano dietro la montatura giudiziaria che sorregge l’accusa di “associazione a delinquere” contro i militanti del centro sociale Askatasuna.
Con la sentenza di primo grado del 31 marzo la magistratura della mafia del TAV alzerà ulteriormente i toni e tenterà di colpire con condanne esemplari alcuni militanti tra i più attivi e determinati nell’organizzazione della lotta contro il TAV in Val Susa e di altre lotte nella città di Torino. Quale che sia l’esito di quest’ultimo disegno repressivo di politicanti, questurini, mafiosi e magistrati prezzolati è certo che non arresterà la decennale lotta NO TAV ne lo sviluppo delle altre lotte sociali della città di Torino. Questo è stato l’auspicio di Lucia Musti, la nuova Procuratrice Generale presso la Corte d’Appello per il Piemonte e la Val D’Aosta, che da vera prezzolata e serva della mafia del TAV, nel suo discorso in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025, ha sollecitato la condanna dei militanti di Askatasuna e del Movimento NO TAV.
Alla Musti, ha fatto poi eco il membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) Enrico Aime, che dopo aver abbaiato al “rischio di un ritorno agli anni di piombo”, si è espresso favorevolmente in merito alla richiesta agli imputati di indennizzi per 6,8 milioni di euro.
Chi è il magistrato Lucia Musti che con le sue prese di posizione ha dato un importante contribuito a smascherare il vero volto del nemico? La Musti arriva a Torino con la nomea del magistrato dedito alla lotta alla mafia dopo che in Emilia Romagna aveva rappresentato l’accusa in due dei principali processi “contro” la ‘Ndrangheta nel nord Italia (Aemilia e Grimilde). Una specialista in anti-mafia di regime: di quelli che lasciano correre i traffici e gli affari più importanti delle organizzazioni criminali (che proliferano in tutta Italia) mentre fanno carriera perseguitando i traffici di mafiosi a fine carriera o sopraffatti dai propri rivali. Un esempio di anti-mafia di cartone: invocare la repressione del movimento NO TAV, come fatto dalla Musti con le dichiarazioni all’inaugurazione dell’anno giudiziario, significa proprio ergersi a difesa della mafia e dei suoi interessi!
Musti e Aime contravvenendo in maniera tanto grossolana alle formalità giudiziarie hanno fatto un piacere a tutto il movimento popolare. Mostrano il vero volto della parte reazionaria della magistratura torinese, quale centro promotore della repressione anti-popolare. Tentano così di seminare sconforto, rassegnazione e diserzione dalla lotta. Fargli ricadere addosso questo macigno significa resistere ad oltranza ma soprattutto metterli sotto accusa, dentro e fuori dai tribunali. Questo è il compito dei comunisti e dei più determinati tra i promotori e partecipanti delle lotte sociali a Torino e in Val Susa.
La strada della riscossa e della vittoria passa dagli insegnamenti della lotta NO TAV!
No Tav fino alla vittoria: avanti verso un governo d’emergenza che dia forza di legge alle azioni di resistenza e di organizzazione della classe operaia e delle masse popolari: il Governo di Blocco Popolare!
Fermiamo la Terza Guerra Mondiale in corso con la costruzione della rivoluzione socialista!
Organizzarsi clandestinamente in Comitati di Partito in ogni azienda, scuola, università, zona di abitazione!
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