Sulla negazione dell’iniziativa: “I crimini fascisti in Jugoslavia e le foibe” a Pistoia

   

Comitato Ho Chi Minh

del (nuovo)Partito comunista italiano

Comunicato n. 6

4 febbraio 2020

Sulla negazione dell’iniziativa: “I crimini fascisti in Jugoslavia e le foibe” a Pistoia

 

Qualche settimana fa, la direttrice della biblioteca San Giorgio di Pistoia, in accordo con il dirigente del servizio, ha negato l’uso dell’Auditorium “Terzani” per un dibattito su “I crimini fascisti in Jugoslavia e le foibe” promosso dal Centro di Documentazione di Pistoia e da Pistoia Antifascista a cui è stata invitata a partecipare la storica triestina Claudia Cernigoi. La scusa usata è stata la mancanza di contraddittorio.

Il Comitato di Partito Ho Chi Minh del (n) PCI esprime piena e incondizionata solidarietà agli organizzatori dell’evento, in particolare alla direttrice del Centro di Documentazione di Pistoia; le fa un plauso per l’impegno che mette nel promuovere iniziative culturali sulla storia del movimento popolare, antifascista e operaio del nostro paese. La sua attività è importante per dipanare la coltre di bugie e di veleno che ammanta le vicende storiche del nostro paese, come le falsificazioni su ciò che avvenne sul confine orientale.

Le bugie propinate dai revisionisti moderni e dai loro servi non sono servite né serviranno a spezzare il legame tra le masse popolari, la Resistenza antifascista e il movimento comunista, in particolare con l’Unione Sovietica che è stata artefice della liberazione dell’Europa intera dal nazi-fascismo. Fu l’Armata Rossa ad abbattere i cancelli di Auschwitz e a mostrare al mondo intero quello che banchieri, padroni, industriali e alti prelati (papa incluso) dei paesi “democratici” già sapevano ma che tenevano accuratamente nascosto per non disturbare la Germania nazista concentrata contro l’Unione Sovietica, sede del potere comunista, loro vero nemico. Queste cose è bene ricordarle visto che è appena passata la giornata della memoria. Di queste verità storiche, naturalmente, non si fa menzione né sui giornali né in TV né nelle scuole né nelle Università. Ma i giovani devono conoscere la differenza tra vittime e carnefici, tra liberatori e oppressori.

Da 50 anni e più la destra reazionaria propina la questione del “genocidio delle foibe” ma è solo alla fine degli anni ‘90 che questa assume rilevanza nazionale a seguito della campagna stampa sull’inchiesta riguardo all’argomento condotta dal Pubblico Ministero di Roma Pitto e dopo gli interventi dei vertici del PDS, eredi dei revisionisti moderni del vecchio PCI, quali furono Palmiro Toglietti e Giorgio Napolitano, predicatori della possibilità di una via pacifica e democratica al socialismo, e artefici della soggezione dei lavoratori alla borghesia imperialista e al clero.

Ebbene, man mano che in tutto il mondo il movimento comunista si indeboliva i revisionisti moderni, in combutta con la destra reazionaria, hanno apertamente abbracciato e foraggiato la tesi della “pacificazione” e in Italia hanno raccolto gli inviti della destra che chiedeva, dopo il processo Priebke, anche giustizia per i cosiddetti“crimini delle foibe”.

Su questa stessa linea, di recente, il Parlamento europeo ha approvato con 535 voti a favore la mozione di condanna dell’uso dei simboli del comunismo, chiedendo la rimozione dei monumenti che in molti paesi europei celebrano la  liberazione avvenuta ad opera dell’Armata Rossa, equiparando il comunismo al nazismo. Questa infame mozione è stata votata da tutti i parlamentari del PD (erede del PDS di cui sopra), gli stessi che oggi cercano di cavalcare la mobilitazione antifascista. Costoro sono i rappresentanti dell’antifascismo padronale!

Bisogna stare attenti all’antifascismo padronale che è tornato in auge negli ultimi tempi. Esso si riconosce dal fatto che condanna la mancanza di democrazia, la persecuzione degli oppositori democratici, le manifestazioni volgari e incivili del fascismo, le leggi razziali ma difende e accetta il potere dei capitalisti. Gli antifascisti padronali sono i politici e gli intellettuali che difendono il regime che alla classe operaia e alle masse popolari fa guerra. Questi“nuovi partigiani” non si muovono per i lavoratori di Hitachi a Pistoia che stanno denunciano il regime da caserma imposto in fabbrica. I partigiani e gli operai al tempo dell’occupazione nazista occuparono le fabbriche e impedirono che i macchinari venissero portati via. Questi “nuovi partigiani” che fanno di fronte alla guerra contro l’apparato produttivo del paese portato avanti da padroni italiani e stranieri, alle chiusure immediate o lente delle fabbriche nella nazione e nella regione, alle acciaierie di Piombino, alla Piaggio di Pontedera, alla Bekaert di Figline, alla Rational e alla Sanac di Massa, alla Gkn a Firenze, alla Vibac e alla Colorobbia di Vinci? Cosa fanno di fronte allo sfruttamento degli operai immigrati? Questi “nuovi partigiani” o non combattono o quando combattono non vincono mai, tanto che pare combattano per perdere, che perdano per partito preso, che a fronte della guerra della borghesia imperialista contro la classe operaia e le masse popolari sappiano solo esprimere sdegno e lamenti, come esprimeva il suo sdegno e il suo lamento il PSI quando i fascisti bruciavano le Case del Popolo e uccidevano operai, contadini e militanti del partito.

Sono antifascisti? Aboliscano i Decreti Sicurezza, quelli che servono a reprimere la lotta della classe operaia italiana, di tutti gli operai, quelli nati in questa terra e quelli che hanno dovuto lasciare la loro terra spinti dalle guerre e dalla miseria fomentate e scatenate dalla borghesia imperialista! Il PD è al governo del paese e può farlo! Imponete al PD di farlo!

Per sapere la verità sulle foibe partecipate all’iniziativa che il Centro di Documentazione e Pistoia Antifascista faranno, comunque, presso il Circolo ARCI Garibaldi di Pistoia venerdì 7 febbraio. Claudia Cernigoi fornirà una ricostruzione storica basata sui dati di fatto, come è solita fare nei suoi libri e nelle sue conferenze e chi la ascolterà uscirà con le idee sicuramente più chiare su quello che da anni viene spacciato come un genocidio di migliaia di infoibati perché italiani.

Noi diciamo qui che non è possibile analizzare quanto accadde sul confine orientale a seguito della conclusione del secondo conflitto mondiale senza considerare le caratteristiche di contesto di quella zona e senza conoscere fatti come le violenze perpetrate a danno delle popolazioni slovene da parte dell’irredentismo triestino, che erano già note ben prima dello scoppio del primo conflitto mondiale, fatti come il trattamento subito dalle popolazioni slovene da parte dei fascisti italiani che compirono decine di azioni squadristiche in tutta la Venezia Giulia come la strage di Strugnano del 1923 quando alcuni fascisti spararono dal treno contro un gruppo di bambini che giocavano, ne uccisero due e ne ferirono cinque, due dei quali rimasero invalidi per tutta la vita.

Fascisti e nazisti misero in atto uno sterminio programmato di popoli considerati inferiori come gli ebrei e gli sloveni, così come l’eliminazione degli handicappati, degli omosessuali, dei vecchi invalidi, degli oppositori politici (primi su tutti i comunisti). Nessun paragone può essere fatto con il comportamento dei partigiani, nessun paragone può essere fatto con le forze armate partigiane, jugoslave e italiane, che occuparono per 40 giorni Trieste nel 1945. Non può essere fatto perché i partigiani non avevano in testa pensieri putridi come la pulizia etnica o la purezza della razza.

Sono le masse popolari che a fronte delle sofferenze e dei supplizi imposti da fascisti e nazisti, da padroni e clero pretendono giustizia. Le masse popolari agiscono bene quando puniscono fascisti, spie, infiltrati e collaboratori come hanno fatto dopo la fine della guerra in Jugoslavia e come hanno fatto anche in Italia. Non è giustizia fare pace con chi  ha compiuto stragi orribili come quelle che i nazifascisti hanno fatto in tutta Europa e nel nostro paese, sulle nostre montagne, nei borghi nelle città. Non è giustizia l’amnistia ai fascisti che ha voluto Togliatti, non è giustizia la pace che lasciò impuniti i fascisti, che lasciò i padroni sfruttare, gli imperialisti americani occupare le nostre terre, la mafia imperversare e uccidere i militanti del movimento operaio, il Vaticano comandare, campare a sbafo sulle nostre spalle e nascondere perversioni e crimini dei suoi preti (che solo ora Bergoglio lascia trapelare). Non è giustizia quella che non diede seguito alle aspirazioni delle masse popolari del nostro paese e per le quali Gramsci diede la vita e tanti partigiani diedero la vita, felici di farlo per il futuro del paese, per fare dell’Italia un paese socialista,

I revisionisti moderni, prostitute al soldo della borghesia imperialista, hanno cercato di far credere alle masse popolari che il capitalismo si sarebbe trasformato pacificamente nel Socialismo. La verità è che la borghesia imperialista non scivolerà pacificamente e spontaneamente nella tomba che si è scavata con le sue mani. Essa cercherà in tutti i modi, senza alcuno scrupolo, di difendere il proprio dominio. Non esiterà ad arrestare, torturare, corrompere, ricattare, terrorizzare e uccidere tutti coloro che vogliono mettere fine una volta per tutte alla società divisa in classi, in sfruttati e sfruttatori. La prima ondata della rivoluzione proletaria non lascia spazio a dubbi e incertezze al riguardo.

La borghesia non esiterà a ricorrere di nuovo alla guerra civile quando sarà spinta a farlo dal peggiorare della crisi, dalla mobilitazione delle masse popolari contro la miseria e la guerra che il suo dominio genera, dal movimento comunista che cresce. Quando non saprà più come fare fronte a tutto questo con mezzi “pacifici” scatenerà la guerra civile con tutta la sequenza di orrori come e peggio di quanto ha fatto in passato. Ci troverà preparati, fermi nella nostra determinazione e nella nostra serenità d’animo, sicuri di vincere. Sperimenteremo tutti, così come oggi cominciamo a sperimentare nel lavoro di partito, ciò che i partigiani e tutti coloro che hanno lottato contro il fascismo hanno sperimentato e cioè la felicità di sentirsi protagonisti di una guerra di liberazione, alle soglie di un futuro luminoso.

Il movimento comunista sta rinascendo in tutto il mondo, anche nel nostro paese e rende giustizia alla storia contro cui i padroni e i loro preti hanno riversato il livore di una classe destinata a scomparire e che scomparirà travolta dalla forza delle masse popolari dirette dal loro partito comunista!

È la nostra storia passata che noi facciamo vivere nella costruzione della storia futura! Avanti, verso il socialismo!

Viva il (nuovo)PCI

Operai e lavoratori, arruolatevi nel (nuovo)Partito comunista italiano! Il primo movimento comunista italiano con il suo partito ha trasformato il paese e ci ha lasciato un patrimonio che nessuno potrà cancellare.

Usiamolo come fondamento per costruire la rivoluzione socialista, per sognare, per pensare, per vedere oltre l’orizzonte della società borghese, con la libertà che la condizione clandestina consente al partito della classe operaia e che spiana il cammino verso la vittoria!

 

Comitato Ho Chi Minh del (nuovo) Partito comunista italiano

Per informazioni, vedi il sito del (nuovo)Partito comunista italiano in www.nuovopci.it , dove trovate anche le istruzioni

per utilizzare metodi di comunicazione protetti (TOR e PGP).

Comunicazioni con il CdP Ho Chi Minh al recapito e-mail: cln76@mailo.com