Al non compianto Sergio Marchionne

       

27.07.2020 - Comunicato n. 1 del Comitato di Partito “Antonio Gramsci” del (nuovo)PCI

Il 25 luglio ricorre il secondo anniversario della morte del non compianto Sergio Marchionne, un nemico acerrimo della classe operaia del nostro paese, un campione della borghesia imperialista. A due anni dalla sua morte continua ad essere celebrato dai vertici del capitalismo industriale italiano con Bonomi di Confindustria in testa, omaggiato dagli Agnelli-Elkann che ha egregiamente servito nella sua veste di amministratore delegato di FCA, incensato da media, politica borghese e zerbini vari.

Gli omaggi a Marchionne sono una trappola per le decine di migliaia di operai e operaie delle aziende del gruppo ex FIAT, ancora la più numerosa concentrazione aziendale di classe operaia del nostro paese nonostante il forte smantellamento subito nell’era Marchionne (2004 - 2018). L’ostentata venerazione nei confronti di un personaggio responsabile del tracollo dell’industria automobilistica italiana e delle condizioni di chi vi lavora è uno degli strumenti con cui gli Agnelli-Elkann alimentano il terreno della propria condotta anti-operaia presente e futura.

Chi era Sergio Marchionne? Marchionne diventa amministratore delegato del gruppo Fiat nel 2004 e vi resta fino al 2018. In questo periodo nel quale imprime un’accelerazione notevole alla “morte lenta” degli stabilimenti ex FIAT in Italia, divenuti un impedimento alla valorizzazione dei capitali della famiglia Agnelli-Elkann. In particolare la borghesia imperialista lo celebra come l’artefice della fusione, sotto forma di acquisizione dell’industria automobilistica statunitense Chrysler da parte di FIAT, che dà vita al gruppo Fiat Chrysler Automobiles (FCA). Di certo si è trattato di un’operazione di successo per le finanze della famiglia Agnelli-Elkann (che a condizioni agevoli hanno rilevato la proprietà degli stabilimenti Chrysler negli USA) ma che ha avuto un costo salatissimo per la produzione automobilistica in Italia e per le condizioni di vita e di lavoro della classe operaia. Marchionne ha barattato l’acquisizione di Chrysler con il trasferimento dall’Italia all’estero del baricentro direzionale dell’ex FIAT, con l’impegno a ridurre produzione e distribuzione delle vetture FIAT a favore di quelle con marchio Chrysler, con l’accelerazione dello smantellamento degli stabilimenti italiani in favore del trasferimento negli USA del centro mondiale della produzione del nuovo gruppo. Gli effetti negativi per l’apparato produttivo italiano e per la classe operaia non hanno tardato ad arrivare. Nel giugno 2009, nei giorni successivi alla chiusura dell’accordo con Chrysler, vengono fermati gli stabilimenti FIAT in Italia (50.000 degli allora 80.000 dipendenti vengono messi in cassa-integrazione). Nel 2011 vengono chiusi gli stabilimenti FIAT di Termini Imerese e l’Irisbus di Valle Ufita. Negli anni a seguire altri vengono drasticamente ridimensionati (come nel caso dello stabilimento di Mirafiori a Torino). Ovunque diventa ingente il ricorso alla cassa-integrazione.

Il piano “Fabbrica Italia” da 20 miliardi di euro di investimenti è stato la foglia di fico con cui Marchionne, sostenuto dal teatrino della politica borghese e dai sindacati di regime suoi complici, ha cercato di coprire i suoi reali progetti. In realtà nel corso della direzione Marchionne gli stabilimenti italiani hanno subito un disinvestimento per miliardi e  miliardi di euro, rilucidati all’occorrenza ma lasciati fermi al palo quanto ad innovazione del processo produttivo, ricerca, progettazione e sviluppo di veicoli eco-compatibili. L’unico aspetto realizzato dell’operazione “Fabbrica Italia” ha riguardato le condizioni di lavoro all’interno dell’ ex FIAT con l’imposizione agli operai di un nuovo contratto fuori dal CCNL metalmeccanici, il drastico restringimento delle libertà sindacali e di sciopero, il peggioramento delle condizioni salariali e l’instaurazione di un regime da caserma negli stabilimenti.

E’ attraverso questo ben servito alla produzione automobilistica italiana e alla classe operaia che Marchionne ha reso i suoi servigi agli Agnelli-Elkann, liberandoli da una parte dei lacci che tenevano legati i loro capitali alla produzione di auto in Italia e aiutandoli a coronare il progetto di divenire grandi operatori della speculazione internazionale, tramite la loro finanziaria EXOR.

Marchionne è un simbolo delle fortune e dei profitti dei membri della borghesia imperialista del nostro paese!

Marchionne è un simbolo del peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, dell’eliminazione delle conquiste e delle disgrazie che hanno colpito la classe operaia del nostro paese (non solo gli operai delle aziende ex Fiat) dal 2008 in avanti!

Marchionne è un simbolo dell’usurpazione della nostra sovranità su un’apparato produttivo, quello del nostro paese, sempre più smantellato e ridotto a moneta di scambio dei traffici e delle speculazioni della borghesia imperialista!

Ottenere accettazione e venerazione da parte degli operai della funzione svolta da Marchionne è un’introduzione all’accettazione dei nuovi progetti di smantellamento della produzione automobilistica e di attacco alle condizioni di lavoro degli operai ex FIAT. Progetti in corso d’opera attraverso la vendita, mascherata da fusione, di Fiat Chrysler Automobiles (FCA) con Peugeot Societè Anonime (PSA), un’operazione che amplierà ancora una volta il portafoglio finanziario della famiglia Agnelli -Elkann in cambio del colpo di grazia finale a ciò che resta della produzione automobilistica italiana. Progetti che vedono nuovamente, così come è sempre stato nel corso della storia, lo Stato borghese italiano correre in soccorso degli Agnelli-Elkann facendosi garante, da ultimo, di un prestito bancario da più di 6 miliardi di euro a beneficio delle finanze di famiglia e del progetto di dismissione della produzione automobilistica in Italia.

Operai, bando al teatrino che vi vuole spettatori dell’esaltazione dei vostri nemici più acerrimi. Nessuna devozione e nessuna venerazione per Sergio Marchionne. Gli operai devono venerare i propri combattenti d’avanguardia, gli operai comunisti del Biennio Rosso 1919-20, della Resistenza al fascismo, degli anni ’70 e delle lotte successive all’inizio del 2000. Gli operai hanno lacrime soltanto per i propri morti come Fabrizio Greco morto alla FCA di Piedimonte SG (FR) il 1 ottobre 2019, Antonietta Cadoni morta alla FCA SEVEL di Atessa (CH) il 26 ottobre 2019, Cristian Terilli morto alla FCA SEVEL di Atessa (CH) il 3 gennaio 2020.

Operai, bando alle menzogne: il processo di fusione tra FCA-PSA serve agli Agnelli -Elkann per vendere le vostre braccia e i vostri stabilimenti e per accrescere il proprio portafoglio finanziario! Altrochè fusione: occorre organizzarsi e mobilitarsi per imporre la nazionalizzazione delle aziende ex FIAT e del comparto della produzione automobilistica in Italia. Altrochè prestiti garantiti dallo Stato a beneficio della sete di speculazione finanziaria degli Agnelli-Elkann: il denaro pubblico deve essere impiegato per il rilancio della produzione di veicoli a motore utili alla collettività.

Gli Agnelli nel corso dei 120 anni della loro storia hanno sempre succhiato ingenti risorse pubbliche per costruire la loro posizione nella produzione automobilistica prima e nella speculazione finanziaria poi. Il loro impero finanziario è frutto

della distruzione, giunta ad uno stadio molto avanzato, dell’apparato produttivo dell’auto in Italia.

Gli operai ex FIAT hanno una lunga tradizione di lotta e organizzazione e hanno un ruolo di grande rilievo nella storia del movimento operaio del nostro paese, ruolo per cui possono mobilitare il sostegno e la solidarietà di ampia parte delle masse popolari e della società civile. Nel 2010 la resistenza degli operai di Pomigliano contro l’attacco lanciato da  Marchionne è sfociata nella grande mobilitazione del 16 ottobre a Roma e ha inciso sul corso delle cose per tutto il 2011. Quando gli operai ex FIAT chiamano alla lotta, le masse popolari rispondono!

I comunisti e tutti quelli che vogliono farla finita con il corso disastroso delle cose devono sostenere ogni gruppo di operai,a partire da quelli delle grandi aziende come FCA, Piaggio, ILVA, ecc., per organizzarsi contro lo smantellamento della propria azienda e per la sua riconversione ecologica, per creare coordinamento con gli operai di altre aziende, per chiamare al sostegno della lotta tecnici, intellettuali, amministratori e politici progressisti, attivisti e ministri del M5S e quanti hanno a cuore le sorti e la sovranità del nostro paese. Non esiste sovranità nazionale senza il mantenimento di un apparato produttivo efficiente che produce i beni e i servizi che servono.

La lotta contro lo smantellamento dell’ex FIAT rafforza la costruzione del nuovo potere delle masse popolari che deve soppiantare il potere marcescente e in crisi della borghesia imperialista, dei vertici della Repubblica Pontificia (Vaticano,Mafia, gruppi imperialisti USA-UE in testa ), dei partiti delle Larghe Intese.

Costituire organizzazioni operaie all’interno degli stabilimenti ex FIAT per moltiplicare le organizzazioni operaie e popolari in tutto il paese!

Avanzare nella lotta per imporre un Governo di emergenza delle organizzazioni operaie e popolari che prenda le misure urgenti per far fronte alla crisi e al suo aggravamento a seguito dell’emergenza sanitaria!

Agli operai comunisti! Operai, mettetevi in collegamento e unitevi al (nuovo)PCI, organizzatevi clandestinamente per costituire un Comitato di Partito nel vostro stabilimento e contribuire nel modo più avanzato alla lotta in corso per farla finita una volta per tutte con la “razza padrona” e fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

Agli operai che vogliono darsi i mezzi per sconfiggere le mosse dei padroni! Operai, non fatevi legare le mani dal clima da caserma e dalla repressione padronale: costituite segretamente organizzazioni operaie per progettare e attuare le iniziative necessarie a contrastare le misure padronali, per estendere la rete delle organizzazioni operaie all’interno dell’azienda, per collegarvi con le organizzazioni operaie di altre aziende e con le organizzazioni popolari, i movimenti e le reti attive nel territorio!

Comitato di Partito “Antonio Gramsci” del (nuovo)Partito Comunista Italiano

 

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Illustrazione dell’azione di propaganda con cui il nostro CdP ha ricordato la memoria degli operai morti all’interno degli stabilimenti ex FIAT a cavallo tra il 2019 e il 2020 e denunciato il carattere di classe delle iniziative degli Agnelli-Elkann e del loro servo Sergio Marchionne.

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