1 Maggio: una giornata di lotta e di riscossa operaia e popolare, praticando l'agibilità politica conquistata con la Resistenza!
La mobilitazione dal basso monta: far valere ed imporre gli interessi dei lavoratori è giusto, necessario e legittimo.
Avanti verso la rossa primavera: il Governo di Blocco Popolare e il socialismo!

   

29.04.2020 - Comitato Fratelli Cervi del (nuovo)Partito comunista italiano - Comunicato n. 2

Con gli scioperi del marzo 1943 la classe operaia, strettamente legata al movimento comunista e al suo primo Partito Comunista Italiano, suonò la carica verso la Liberazione, dimostrando che non sono gli intrighi di palazzo a fare la storia, bensì le masse popolari, la cui forza è inarrestabile.

La Resistenza ne è lampante dimostrazione ed è consistita nella costruzione di un nuovo potere popolare, alternativo a quello della borghesia, ramificato in ogni dove. Se non si trasformò in una vittoriosa rivoluzione socialista, non fu per la forza e ferocia del nemico, ma principalmente per i  limiti del movimento comunista (a riguardo si studi l'articolo Pietro Secchia e due importanti lezioni).


Fu, in ogni caso, il punto più alto raggiunto dalla classe operaia nella sua lotta per il potere ed è stato legittimo celebrare diffusamente il 75° anniversario della Liberazione (25 aprile 1945 – 25 aprile 2020): rendere onore ai Partigiani e alle Staffette apre al compito attuale, cioè portare a compimento l'opera da loro iniziata facendo dell'Italia un nuovo Paese socialista. In quest'ottica è necessario far valere fino in fondo le agibilità politiche dei comunisti, della classe operaia e delle masse popolari conquistate con e dopo la Resistenza, combattendo, organizzandosi, i divieti e le limitazioni (di manifestazione, di assemblea, di sciopero, ecc.) imposti dai DPCM anticostituzionali da ormai due mesi a questa parte.


Non è aspettando le "soluzioni" da Conte, da Arcuri o da Colao che risolveremo l'emergenza sanitaria, sociale, economica e politica: compito dei comunisti è dirigere le masse popolari con alla testa la classe operaia nella conquista del potere politico, partendo dall'ampia ed estesa resistenza spontanea che dal basso si oppone al decorso della crisi generale del capitalismo. Solo nel solco della costruzione della rivoluzione socialista in corso e della costituzione (e sua imposizione di fatto) di un governo d'emergenza popolare si dà piena prospettiva alle mille sane e giuste battaglie, lotte e rivendicazioni che montano in ogni angolo del Paese. Resistere è necessario, ma ora bisogna passare all'attacco!


Anche nella "Fase 2" della gestione criminale della pandemia Covid-19 da parte della borghesia, ogni singolo e ogni realtà organizzata deve scegliere se sottostare ai diktat e agli interessi della borghesia oppure promuovere l'organizzazione e il coordinamento operaio e popolare indirizzandolo vero la costituzione di un proprio governo d'emergenza, il Governo di Blocco Popolare (come dichiarato nel Comunicato CC 08/2020 - 12 marzo 2020).

Ciò è ancora più impellente perché con questa "Fase 2", al netto dell'intossicazione e della repressione, le condizioni in cui i padroni costringono gli operai, i dipendenti, i lavoratori in somministrazione, i precari, ecc. a lavorare (quelli delle aziende che non hanno mai chiuso) e costringeranno a lavorare (quelli delle poche aziende che stanno riaprendo e riapriranno a breve) si aggraveranno!

Ma così come tutto ciò è prevedibile, è anche evitabile: bisogna mobilitare tutta la parte più generosa e avanzata della popolazione in salute e disponibile (vedi l'azione delle Brigate di solidarietà) ad attuare e imporre misure urgenti e necessarie per risolvere l'emergenza e per tutelare la salute (DPI, tamponi, posti letto, ecc.), avanzando contestualmente nella promozione del nuovo potere, il potere delle masse popolari organizzate.


La realtà è sotto gli occhi di tutti e la strage degli anziani (che quindi liberano l'INPS e altri enti da cospicui versamenti di pensioni) è una delle voci più gravi del bollettino di guerra dell'emergenza sanitaria: l'Emilia Romagna è la regione con il più alto tasso di morti nelle RSA con il 57,7% dei decessi causato da contagio Covid-19 (fonte dati ISS), senza contare il sommerso delle altre morti non certificate tali. Altroché le veline di Bonaccini e Venturi!

Non solo, ma sale di giorno in giorno il numero dei lavoratori morti per aver contratto il virus sulle linee e nei magazzini e con la "Fase 2" è ragionevole prevedere una crescita dei contagi. È ciò che è successo nell'hub UPS di Carpi (MO): Henri V., iscritto al SI Cobas e morto per Covid-19, è l'ennesimo omicidio padronale perché l'"economia non si può fermare", il profitto dei padroni deve essere garantito. Questa è la sintesi della "Fase 2" dei padroni.

Nonostante ciò e altri casi di lavoratori risultati positivi al Covid-19 all'UPS di Carpi si continua a lavorare, sostituendo i lavoratori con crumiri e altri operai ricattabili: invertire la rotta è possibile e necessario e per farlo non si può aspettare che sia permesso fare i picchetti.

Bisogna combattere risolutamente per praticare l'agibilità politica, per applicare i diritti di manifestazioni, assemblea, sciopero e per ritornare fuori dagli stabilimenti produttivi, applicando sempre le misure pratiche a tutela della salute dei lavoratori e della popolazione (indossare guanti e mascherine, distanziamento di due metri, ecc.).


Per questo sono giusti e vanno estesi gli scioperi bianchi della SDA di Modena, contro repressione e precariato, movimentando solo materiale essenziale; il blocco alla TNT di Piacenza in solidarietà ad altri magazzini del gruppo e la "Protezione Civile Proletaria" promossa sempre a Piacenza; le squadre di vigilanza operaia promossa nei magazzini bolognesi dal SI Cobas (vedi Intervista a Karim Bekkal del Si Cobas: un ragionamento sul che fare ); le foto con i cartelli "Non sono carne da macello. Io non riparto" promosse da due RSU della Electrolux di Forlì perché produzioni non essenziali.

Come ha fatto per il 25 aprile (non riuscendoci e anzi dove è intervenuta con lo squadrismo istituzionale non ha fatto altro che mostrare il suo vero volto), con il pretesto della pandemia, la borghesia cercherà di vietare e restringere le libertà anche per il 1 maggio: che questa giornata sia ulteriore tappa nell'elevazione del protagonismo operaio e popolare e vi invitiamo a sostenere e partecipare a tutte le forme di lotta e manifestazione in costruzione (30 aprile – 1 maggio), a partire dall'astensione generalizzata dalla produzione. Non farsi legare le mani dal nemico è fondamentale: a fronte del lavoro non sicuro, bisogna, legittimamente, organizzarsi in ogni azienda pubblica e privata.

I lavoratori che non devono e non possono lavorare, devono avere prontamente dalle autorità un reddito e la difficoltà delle autorità a versare un reddito è dovuta unicamente al loro asservimento ai capitalisti perché i soldi ci sono e sono quelli delle grandi opere pubbliche inutili e dannose (TAV, l'ampliamento dell'aeroporto "G. Verdi" di Parma, l'impianto di biogas a Reggio Emilia, ecc.) e delle spese militari (gli F35 su tutti). Coordinarsi quindi alla battaglia per un reddito universale ("di quarantena") è un ulteriore passo necessario per imporre gli interessi dei lavoratori e delle masse popolari.


Da dove partire concretamente?

Rilanciamo un passaggio esemplificativo del comunicato Comunicato CC 13/2020 - 17 aprile 2020: "Dove ci sono rapporti di forza che lo consentono, e cioè organizzazioni operaie legate alle masse popolari che il padrone non è in grado di attaccare, i lavoratori devono denunciare pubblicamente (ai giornali, alle amministrazioni comunali, alle ASL, alla Protezione Civile, all'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA), ecc.) condizioni insicure sia ai fini della prevenzione del contagio sia quelle che c'erano anche prima dell'epidemia e indicare le cose che occorre fare per garantire la sicurezza di chi lavora.

Dove i rapporti di forza sono sfavorevoli, devono mandare lettere anonime (ai giornali, alle amministrazioni comunali, alle ASL, alla Protezione Civile, all'ARPA, ecc.).

Se i lavoratori non se la sentono di agire pubblicamente ma hanno informazioni circostanziate (con ad esempio nome e cognome dei dirigenti responsabili dei fatti denunciati e simili), le devono inviare al (n)PCI che provvederà a renderle pubbliche e quindi a farle oggetto di lotta politica".

Questo un primo passo che apre allo sviluppo dell'organizzazione e della costruzione di un fronte esterno.

Il malcontento, l'insofferenza e la ribellione covano sotto la cenere ovunque: per liberare il Paese da Vaticano, imperialisti USA, UE e sionisti, padroni e speculatori e dalle Organizzazioni Criminali è determinante la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato, il fulcro per realizzare l'unica soluzione alla situazione attuale: il socialismo!


W il 1 maggio!

Alla guerra dei padroni, rispondiamo con un nuovo 25 aprile: il (nuovo) Partito Comunista Italiano è al fianco di ogni lavoratore, studente, medico o disoccupato che si mette su questa strada!

Arruolati nel (n) PCI!

Costruire Comitati clandestini del Partito in ogni azienda, magazzino e in ogni zona d'abitazione!

Comitato di Partito "Fratelli Cervi"


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Riprodurre e affiggere ovunque, con le dovute cautele, la locandina di pag. 72 di La Voce 64: vedere che il (n)PCI clandestino è presente infonde fiducia nei lavoratori e smorza l'arroganza dei padroni!


Inviare alla Delegazione <delegazione.npci@riseup.net> e al CdP "Fratelli Cervi" <baserossa@mailo.com> l'indirizzo email di conoscenti e di organismi a cui è utile ricevere i Comunicati del Partito


Mettersi in contatto con il Centro del Partito (usando il programma di criptazione PGP e il programma per la navigazione anonima TOR ) e cimentarsi sotto la sua guida nella costruzione di un Comitato di Partito clandestino nella propria azienda, scuola o zona d'abitazione!


www.nuovopci.it