Agli operai e alle operaie della Bekaert di Figline Valdarno

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La lotta che state conducendo raccoglie solidarietà dalle masse popolari da ogni dove. Tanti si mobilitano a vostro sostegno a Figline, in Toscana e nelle altre regioni di Italia. Guardate come risalta la solidarietà che grazie a voi si diffonde nel paese, a fronte dell’odio che Salvini cerca di fomentare tra le masse popolari contro i migranti. Guardate la chiarezza e la sintesi delle parole di uno di voi: “Non ho paura di chi ha il coraggio di venire qua su una barca per cercare una vita migliore. Ho paura dei ricchissimi, che arrivano, sfruttano il mio lavoro e poi mi chiudono lo stabilimento”. Distingue l’appartenenza alla nostra nazione e l’appartenenza alla classe.

La vostra lotta spinge il governo a cominciare a fare quello che ha promesso, a incrinare le misure introdotte dal Jobs Act e a ristabilire la Cassa Integrazione per cessazione di attività, e obbliga quelli che erano dirigenti del PD al tempo in cui introdusse il Jobs Act, i dirigenti come Rossi, presidente della Regione Toscana, a prendere il megafono a sostegno della vostra lotta.

Vedete come la vostra iniziativa suscita quanto di meglio c’è tra le masse popolari del nostro paese? Come scuote i politici esitanti e smaschera gli ipocriti? Come quello che fate è di insegnamento ed è nuovo, sul piano intellettuale e sul piano morale? La vostra iniziativa non va forse contro lo sfascio che investe la nazione in ogni suo ambito, economico, politico, sociale, intellettuale e morale? È forse una eccezione nel catastrofico corso delle cose, qualcosa destinato a spegnersi a fronte del peggio che avanza? La vostra è una lotta di difesa piccola e marginale, di fronte a un processo che porta le imprese del nostro paese alla morte o le svende, una lotta di una classe operaia debole e che non conta niente? La solidarietà che vi circonda è quella che si dà a chi si trova in particolari condizioni di debolezza e disgrazia?

Non è così. È il contrario, e ciò che vedete in voi e attorno a voi è espressione della forza della classe operaia. La storia lo mostra. Dalle fabbriche e dai consigli di fabbrica prese vita il grande movimento di lotta che trasformò il paese alla fine degli anni ‘60 dello scorso secolo, ed è stata la classe operaia a guidare tutto il movimento delle masse popolari nelle conquiste strappate lungo tutti i decenni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino agli anni ’70 del secolo scorso. La classe operaia unita nel suo partito comunista è stata il fulcro della Resistenza contro il nazifascismo. Tanta fu la forza che espresse ancora prima, nel Biennio Rosso, nel 1919-20, che la borghesia dovette ricorrere al fascismo per impedire la sua avanzata. È la forza che in Russia portò alla Rivoluzione d’Ottobre, e che nel mondo, nella prima metà dello scorso secolo, fece di questa classe, tramite i suoi partiti comunisti, la dirigente di nazioni che comprendevano un terzo della specie umana. La lotta della classe operaia alla Bekaert è forse una espressione della fine di questa grande storia?

La lotta della classe operaia alla Bekaert è invece segnale di un nuovo inizio di questa grande storia. Infatti voi, operai e operaie della Bekaert, state lottando per difendere il vostro posto di lavoro, e per un piano di industrializzazione che preveda la continuazione della produzione, ma la vostra azione va oltre a questo. Non è chiaro che l’attacco alla classe operaia e lo smantellamento dell’apparato produttivo è generale, riguarda tutto il paese? La soluzione quindi deve essere politica.

Innanzitutto il governo Conte deve porre in atto le misure promesse dalle forze politiche che lo costituiscono, attuare la Costituzione e il suo articolo che dice che la Repubblica è fondata sul lavoro (e non sulla proprietà privata), quindi difendere i lavoratori e l’apparato produttivo del paese, eliminare Jobs Act e Riforma Fornero, nazionalizzare la produzione di beni e servizi a partire da quelli essenziali. Questa è la prima difesa della sovranità nazionale. Voi lavoratori Bekaert avete già sperimentato che indurre il governo a prendere la via giusta è possibile, con la reintroduzione della Cassa Integrazione Straordinaria per cessata attività che il Jobs Act aveva abolito.

Ci vuole però un governo che ponga gli interessi della classe operaia davanti a quelli dei capitalisti, che adotti le misure che la classe operaia e il resto delle masse popolari adottano e prescrivono, un governo di emergenza delle masse popolari che si organizzano per rispondere alle proprie esigenze materiali e spirituali, perchè il governo del paese sul piano economico e politico fino a oggi è stato governo di rapina. L’immagine dei dirigenti della Bekaert che dopo avere annunciato la chiusura della fabbrica fuggono scortati da guardie armate e dalla polizia raffigura bene questa classe dominante. Le organizzazioni operaie e le organizzazioni popolari sono la base del rinnovamento del paese, e del nuovo governo di emergenza necessario e possibile.

Voi però potete guardare anche oltre questo, e cioè alla costruzione di una società radicalmente nuova, dove la produzione è finalizzata al benessere della collettività e non al profitto individuale, dove la classe operaia dirige attraverso il suo partito comunista, dove la partecipazione alla direzione della società delle masse popolari cresce per creare una società dove non ci sarà più bisogno di dirigenti. Potete costruire la rivoluzione socialista e fare dell’Italia un nuovo paese socialista. È il sogno dei migliori militanti del primo Partito comunista italiano, a partire da Gramsci, che voi potete realizzare.

Avete magari in testa ancora ciò che dissero i revisionisti del primo PCI, a partire da Togliatti, negli anni ’50, che i problemi si potevano risolvere senza rivoluzione socialista. I fatti mostrano che dicevano il falso: è un fatto il PD che raccoglie parecchi di quel PCI, che si dichiara di sinistra e che approva Jobs Act, legge Fornero e tutto il resto, sono fatti la vicenda della Bekaert e di tutte le altre aziende chiuse o svendute o condannate a morte lenta, sono fatti la disoccupazione giovanile, la miseria crescente, la tendenza alla guerra, la svendita dei beni pubblici, lo sfascio del paese e lo sgretolamento delle strutture, come a Genova. È vero quindi il contrario, che la rivoluzione socialista è possibile e necessaria.

La rivoluzione socialista è una guerra tra le classi,e i più accorti lo vedono. In guerra non mostriamo noi e i nostri piani al nemico. Bene fa quindi il (nuovo)Partito comunista italiano a organizzarsi nella clandestinità. Facciamo appello ai più avanzati tra voi e a tra gli operai e le operaie di ogni fabbrica, a quelli più aperti e generosi nella mente e nel cuore, perchè organizzino in ogni fabbrica Comitati del (nuovo)PCI, che si facciano capaci di condurre ogni lotta di difesa e di attacco fino alla vittoria.


Comitato Aurora del (nuovo)Partito comunista italiano

Il Comitato Aurora promuove la mobilitazione e l’organizzazione dei lavoratori contro il degrado materiale, intellettuale e morale e contro la distruzione dell’apparato produttivo dell’Italia. Combatte ogni forma di disperazione, di rassegnazione e di disfattismo nelle file delle masse popolari!

Arruolatevi nel (nuovo)Partito comunista italiano!


Con il socialismo nessuna donna e nessun uomo è un esubero! Con il socialismo c’è posto per tutti quelli che sono disposti a fare la loro parte dei compiti di cui la società ha bisogno!

Osare sognare, osare pensare, osare vedere oltre l’orizzonte della società borghese! Rafforziamo il movimento comunista cosciente e organizzato! Il futuro è nelle nostre mani!

Per informazioni, vedi il sito del (nuovo)Partito comunista italiano in www.nuovopci.it Mail: delegazionecpnpci@yahoo.it