- Pubblicazione del dossier del Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri

giovedì 19 febbraio 2009.
 

Nel 2006 la CP del (n)PCI decise di pubblicare sul suo sito le pagine da 51 a 100 del dossier di 2134 pagine steso dai ROS dei Carabinieri di Napoli per i procuratori Castaldi e Sargenti. In seguito il CAP-(n)PCI pubblicò le pagine da 1 a 200 dello stesso documento. La spiegazione riportata sul sito del CAP (n)PCI di questa pubblicazione era che il dossier conteneva molti documenti interni della Commissione Preparatoria del Congresso di fondazione del (n)PCI.

Un compagno ha inviato una mail al Centro del Partito portando una critica in merito a questa nostra iniziativa che riteniamo utile pubblicare insieme alla nostra risposta.


Messaggio inviato a: lavocenpci40@yahoo.com

Data di invio :  il 12 febbraio 2009

 

A proposito di dibattito franco e aperto

sul vostro sito (http://cap-npci.awardspace.com/rosdos/p001-050.html) è possibile consultare e scaricare un dossier del Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri, Reparto Anti Eversione, relativo ad una indagine sui CARC. Tra gli atti compare anche una scheda con il mio nome accompagnata da alcuni giudizi sulla mia presunta collocazione politica, deviazioni e cattive frequentazioni comprese. La scheda compilata da Giuseppe M. è finita nel dossier dei ROS in seguito ad una perquisizione ed ora fa parte della documentazione di un processo. Nel dossier sono finite decine di queste schedature riferite a nomi o precise organizzazioni. Semplicemente incredibile!

 

A parte le etichette che affibbiate, che considero superficiali e sballate, finire su un dossier del ROS dopo essere stato schedato da voi non è piacevole ma ancora comprensibile. Si può ricavare, a livello teorico, dalla vostra concezione delle avanguardie da conquistare (le cosiddette FSRS) e dalle tattiche di reclutamento da voi impostate, a dir poco strumentali, e a livello pratico dalla scia di materiali riservati che vi lasciate dietro per il sollazzo degli inquisitori. Il tutto magistralmente documentato nel suddetto dossier.

 

Risulta invece incomprensibile la vostra decisione di mettere in rete, in versione integrale e senza alcuna spiegazione o contraddittorio, il documento del ROS che con quei materiali costruisce l’impianto accusatorio. Incomprensibile e grave perché oltre ai vostri nomi e alle vostre posizioni, che potete far interpretare dai ROS o da chi vi pare, state anche "pubblicizzando" i nomi e le posizioni (presunte) dei vostri inquisiti e schedati. Una "leggerezza" che seppure involontaria rasenta la delazione. Chiunque grazie al vostro zelo, sul luogo di lavoro o nel proprio condominio, può verificare in rete la lista delle FSRS (forze soggettive rivoluzionarie sociali?) poste sotto osservazione da Giuseppe M. per essere reclutate quanto prima nel nuovo partito combattente. Il tutto a portata di link, a quanto pare, da oltre un anno!

 

Se volete accettare un consiglio fraterno e disinteressato credo dovreste rileggere con attenzione il documento in questione. Probabilmente la tesi accusatoria non regge ai fini della sentenza ma il quadro che traccia è tutt’altro che lusinghiero per voi, per il vostro livello organizzativo e della vigilanza oltre che per le beghe, scissioni, lettere private ecc che vengono a galla. E soprattutto per il tono e i giudizi sprezzanti e sommari rivolti a quanti non la pensano come voi e si trovano coinvolti loro malgrado nelle vostre frittate.

 

Attendo una vostra spiegazione e chiedo gentilmente che il dossier venga rimosso o che almeno i nomi estranei alla vostra organizzazione e alle vostre posizioni siano cancellati.

 

Piena solidarietà a Giuseppe M. e ai compagni arrestati

 


 

Risposta della redazione

Innanzitutto ringraziamo il compagno per averci sollecitato ad entrare nel merito di questa iniziativa.

Nella sua lettera il compagno afferma che noi “affibbiamo etichette”, cioè diamo giudizi.

La verità esiste e noi dobbiamo affermarla. I nostri giudizi sono la valutazione che noi diamo della realtà. Giudicare la realtà è il primo passo per trasformarla consapevolmente. Esistono individui che non danno giudizi e non valutano nulla, che considerano ogni giudizio sulla realtà parimenti dignitoso di qualsiasi altro. Questo porta a non decidere nulla, a non scegliere nulla, ma in definitiva anche questo atteggiamento è a sua volta una scelta: la scelta di accettare le cose così come sono e quindi di continuare a vivere nelle condizioni di merda in cui la borghesia - che certamente valuta, giudica e decide - ci confina.

Uno dei più importanti fattori di repressione che la borghesia ha il “merito” di aver messo in campo è infatti quello di aver tolto alle masse la fiducia di essere o di diventare capaci di trasformare la realtà, di prendere in mano la loro esistenza e di plasmare il mondo secondo i loro interessi. Di fronte a questo la cosa peggiore è non volere, non fare nulla, non osare nulla.

Noi comunisti siamo per la lotta per trasformare il mondo, noi siamo per l’affermazione delle idee giuste su quelle sbagliate, per la determinazione di giudizi corrispondenti alla realtà e necessari alle masse per la loro emancipazione dallo sfruttamento borghese.

È proprio vero: noi siamo strumentali, nel senso che costruiamo le nostre idee e diamo i nostri giudizi non a beneficio di inventario, non con l’intento che abbiano pari dignità di tutti gli altri e vengano messi così a prendere polvere in vetrina, sotto gli occhi contemplativi dei sofisti, ma costruiamo le nostre idee e diamo e usiamo i giudizi con l’intento di e lottando per la loro affermazione come strumenti utili alla trasformazione della realtà.

Taylor diceva che gli operai non sono pagati per pensare, altri sono pagati per farlo. Marx presupponeva lettori intelligenti e in grado di usare la loro testa per comprendere il Materialismo Dialettico e affermava che i filosofi dovevano mettersi all’opera al servizio della trasformazione del mondo. Noi siamo d’accordo con Marx!

Naturalmente bisogna essere seri e anche noi vogliamo esserlo. Se ci sbagliamo correggiamo il tiro. Ma mai e poi mai eviteremo di dare giudizi per non disturbare, per evitare di sbilanciarci, per evitare di sbagliare.

 

Il compagno ci critica inoltre il fatto che noi facciamo archivi, che “schediamo”.

Gli archivi e i profili (comprensivi di valutazioni e giudizi, per quanto duri da digerire!) sono uno strumento indispensabile del nostro lavoro. Da quando esiste la scrittura l’uomo ha fatto grandi progressi da tutti i punti di vista!

Le “schedature” fatte dal Partito sono una garanzia per il Partito stesso e per le masse della serietà del nostro lavoro: chi si fiderebbe di un Partito che lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista, ma che non si occupa di conoscere a fondo, di controllare, di indagare, di catalogare e “schedare” i suoi membri, collaboratori, simpatizzanti, ecc? Sarebbe un Partito aperto ad ogni infiltrazione e ad ogni sabotaggio! Infatti se avessimo controllato e schedato di più e meglio alcuni nostri ex collaboratori come Antonio Foglia e Giovanni Cancello, avremmo preso contro di loro e i loro mandanti adeguato provvedimenti, ben prima che loro creassero al Partito i danno che poi hanno creato anche grazie alla nostra ingenua fiducia inquinata di legalitarismo.

Certo, l’aspetto negativo è che tali archivi possono finire nelle mani del nostro nemico. Per questo ci adoperiamo e facciamo appello a quanti possono dare il loro contributo per migliorare il nostro lavoro in questo campo, per rendere più sicuri gli strumenti indispensabili del nostro lavoro, per comunicare in sicurezza tra noi e con i nostri interlocutori, per permettere ai nostri interlocutori di comunicare con noi senza essere automaticamente rilevati dagli organi di controllo della polizia politica. L’uso di TOR è solo un esempio e uno dei tanti strumenti usati dal Partito. Chi vuole contribuire a migliorare questo nostro importante campo di lavoro non ha che da mettersi in contatto in sicurezza, il Centro del Partito gli indicherà poi i successivi passi per collaborare. Questa è la lotta concreta conto la polizia politica, contro il controllo e la repressione della borghesia sul movimento comunista!

 

Quanto alla pubblicazione dei dossier dei ROS dei carabinieri.

Ci rendiamo conto che questa nostra iniziativa non è abituale. Abbiamo deciso la pubblicazione di questo materiale perché partiamo dal criterio che la clandestinità del Partito è una cosa seria ed è clandestinità rispetto alla borghesia e alle sue organizzazioni, apparati e agenti del controllo e della repressione. Non è invece clandestinità rispetto alle masse.

Ciò che è noto alla borghesia noi cerchiamo di renderlo noto alle masse, perché è una via per mettere le masse in condizione di conoscere meglio sia il nostro lavoro che il lavoro del nostro nemico. Due elementi della conoscenza che la borghesia ha invece tutto l’interesse a tenere nascosti.

Quella parte del nostro materiale e dei nostri strumenti che finisce nelle mani della polizia politica nel corso dei sequestri e delle varie operazioni repressive, è materiale che è anche a disposizione di tutti gli enti, gli istituti, i gruppi e i personaggi della borghesia e suoi affini che sono interessati a conoscerlo. Mentre si verifica che nel nostro campo ogni imputato e ogni organismo conosce solo gli atti relativi a se stesso.

La lotta contro al repressione e il miglioramento delle tecniche del lavoro clandestino si gioverebbe molto della conoscenza dei nostri nemici (rapporti, strutture, metodi, strumenti, ecc.). Noi quindi invitiamo a fare un lavoro specifico per conoscere il lavoro dei nostri nemici: più gente sa che i carabinieri usano determinati metodi, più difficile è per loro usarli efficacemente.

Ogni cosa ha aspetti positivi e negativi. Se una cosa è principalmente positiva, la si fa e si cerca di ridurre al massimo gli aspetti negativi che pure contiene. Come ogni cosa principalmente positiva ha anche aspetti negativi, anche questa hai i suoi. Quali sono gli aspetti negativi della pubblicazione di quei documenti? Come lo stesso compagno suggerisce, uno di essi è che il nome di qualcuno riportato nei documenti può cadere sotto l’occhio di persone che altrimenti non avrebbero modo di conoscerlo. Persone che non hanno legami con il movimento comunista, che non hanno legami nemmeno con i servizi di polizia politica, ma che vanno a consultare il sito del CAP-(n)PCI. Una cerchia molto ristretta ma esistente.

Un padrone che vuole controllare e schedare i suoi operai si rivolge alla DIGOS, non consulta il sito del CAP-(n)PCI. Ci può essere qualche fascista isolato (quelli organizzati fanno quello che fa il padrone), ma la cerchia si chiude più o meno qui. Ben poca cosa, quindi, di fronte all’aspetto positivo.

 

Accogliamo positivamente e costruttivamente la critica che il compagno ci rivolge a proposito del non aver dato spiegazioni a cappello della pubblicazione dei dossier. Lo facciamo con questa lettera aperta, che siamo convinti illustri bene i nostri intenti.