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Comunicato della CP, 11 aprile 01

A proposito degli attentati del 10 aprile

 

Che ogni lavoratore giudichi partendo dalla sua propria esperienza!

 

Gli avvenimenti confermano giorno dopo giorno sempre di più che il regime che domina e devasta l'Italia è il regime dei grandi gruppi imperialisti, della NATO, del Vaticano e della Mafia. I fatti di ogni giorno, da qualunque parte ci guardiamo, confermano che è letteralmente un regime di criminali e di assassini; che è il regime dei complotti e della vigliaccheria, il regime del dominio universale del denaro e dell’imbroglio elevato ad arte della lotta politica. Dal venerabile ministro Veronesi che come un magnaccia prostituisce la scienza agli interessi del Vaticano, alla tratta di donne e bambini, all’eliminazione di migliaia di aziende dei lavoratori autonomi, alla guerra contro i lavoratori e i pensionati, allo sfruttamento feroce dei lavoratori precari e immigrati. Non c’è nefandezza a cui un regime simile e i suoi esponenti e difensori non arrivino.

Con le prossime elezioni politiche ognuno dei due poli vorrebbe creare un governo più forte per fare meglio i suoi interessi e completare, a vantaggio di tutta la borghesia, l’eliminazione delle conquiste strappate dalle masse popolari. Proprio perché il programma antipopolare è lo stesso, per strapparsi voti i due poli devono ricorrere agli imbrogli e ai complotti. Da p.zza Fontana nel ‘69 all’attentato al Manifesto dello scorso 22 dicembre, è chiaro che la banda laico-vaticano-mafiosa che governa l’Italia non ha alcun ritegno a ricorrere ad ogni genere di attentati. Il terrorismo, come i soldi, le truffe e le menzogne, sono armi che i suoi boss impiegano normalmente e sistematicamente nella lotta politica per impadronirsi del potere e per rafforzare il controllo sulle masse popolari e impedire la ricostruzione del partito comunista.

È chiaro d’altra parte che questo regime suscita l’indignazione e l’odio di ogni persona onesta. In mancanza di un vero partito comunista che mobiliti, orienti e diriga tutte le forze attive delle masse popolari in una lotta efficace per eliminare questo immondo regime e instaurare il socialismo, l’indignazione può portare a disperare nella possibilità di mobilitare le masse popolari a condurre una politica rivoluzionaria e può far deviare in azioni individuali. Tutta la cultura del regime favorisce e incoraggia questa deviazione: la morte del comunismo è il suo luogo comune. La banda laico-vaticano-mafiosa gioca anche sulla disperazione che essa stessa genera. Essa usa ai suoi scopi sia gli attentati di regime sia gli attentati di persone che non hanno mai avuto o hanno perso ogni speranza che la classe operaia possa condurre una politica rivoluzionaria. L’attentato fascista del 22 dicembre al Manifesto lo ha chiaramente dimostrato: se l’attentatore non fosse rimasto preso nella sua stessa trappola, l'attentato sarebbe stato addebitato “agli anarchici”, come p.zza Fontana. L’intimidazione e la confusione sono le due armi su cui tutti i gruppi borghesi giocano per impedire la ricostruzione del partito comunista e la rinascita della politica rivoluzionaria delle masse popolari. Vi ricorrono perché in una certa misura sono armi efficaci.

Possiamo neutralizzare queste armi? Certo che sì. L’esperienza e la riflessione permettono a ogni comunista e a ogni lavoratore di farsi un’opinione sicura su quello che sta succedendo, sottraendosi alle campagne di intossicazione e di diversione montate dal regime. Questo regime ha fatto dell'attentato un'arma di lotta politica. Quindi non è importante chi l'ha fatto, ma che effetto ha sullo scontro politico. Questo ogni lavoratore lo può valutare. Gli attentati servono alla causa dei lavoratori?

Oggi la questione chiave della lotta politica per i lavoratori è la ricostruzione di un vero partito comunista. Questo è il passo decisivo e indispensabile non solo per mettere fine a questo regime e instaurare il socialismo, ma anche per sviluppare su larga scala una difesa efficace delle residue conquiste dei lavoratori. È il compito principale di ogni lavoratore avanzato. Che ogni lavoratore avanzato e ogni comunista misuri allora gli effetti che gli attentati hanno sul suo lavoro a favore della mobilitazione dei suoi compagni di lavoro contro i capitalisti e a favore della ricostruzione di un vero partito comunista. Se il risultato principale degli attentati fosse quello di aiutare gli operai avanzati a unirsi e costituire un vero partito comunista, di favorire l’aggregazione dei lavoratori attorno agli operai avanzati, di infondere negli operai e nei lavoratori maggiore fiducia nelle proprie forze, noi comunisti saremmo a favore degli attentati e li promuoveremmo. Per assurdo, anche gli attentati compiuti, con altri obiettivi, dalla polizia e dai suoi aiutanti e addebitati ai comunisti, ci sarebbero utili. In definitiva contribuirebbero a muovere le cose nella giusta direzione per porre fine all’attuale insopportabile regime. Ma allora il regime si guarderebbe dal promuovere attentati.

La strategia della tensione è ancora in atto. Nella campagna elettorale in corso è probabile che le forze del regime vi ricorreranno. Sistematicamente ognuno dei due poli cercherà di trarre da ogni attentato, chiunque ne sia l'autore, il proprio vantaggio e di danneggiare la ricostruzione del partito comunista. La CP chiama invece tutti i comunisti e tutti i lavoratori avanzati a valutare gli avvenimenti partendo dalla propria esperienza, a denunciare le responsabilità del regime per lo stato di precarietà e di insicurezza in cui le masse popolari sono costrette a vivere e a fare ogni sforzo per approfittare anche delle elezioni politiche per raccogliere forze e risorse per la ricostruzione del partito comunista e per creare tra le masse popolari un terreno più favorevole alla ricostruzione del partito.

W il (nuovo)Partito comunista italiano!

 

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