La Voce 76 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXVI - marzo 2024

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Il corso delle cose nei paesi ex sovietici

Per avere una comprensione delle relazioni internazionali giusta e adeguata alla promozione e direzione della rivoluzione socialista nel nostro paese è indispensabile che distinguiamo tra i primi paesi socialisti quelli nei quali dopo l’avvento dei revisionisti moderni alla direzione del PCUS (1956, XX Congresso) la sinistra ha saputo condurre la lotta tra le due linee nel partito comunista al punto da alimentare la lotta tra le due vie nel paese, da quelli in cui la via della restaurazione del capitalismo ha predominato sistematicamente e nel 1989-1991 è approdata alla svolta della dissoluzione dell’Unione Sovietica e dell’estensione del ruolo dei gruppi imperialisti USA-NATO; che tra questi ultimi distinguiamo quelli in cui la resistenza alla catastrofe economica, sociale e umana e alla perdita dell’indipendenza nazionale si è sviluppata con forza, da quelli in cui il dominio dei gruppi imperialisti persiste e si è rafforzato e i partiti comunisti sono stati soppressi o sono fortemente repressi.

In sintesi si tratta per noi protagonisti del movimento comunista cosciente e organizzato (MCCO) di comprendere la storia della rivoluzione socialista, della trasformazione oggettiva in corso nel proprio paese e nel mondo. Per questo bisogna combattere il dogmatismo e assimilare e usare il materialismo dialettico. L’articolo La restaurazione del modo di produzione capitalista in Unione Sovietica pubblicato nel n. 8 di Rapporti Sociali (novembre 1990) e reperibile sul nostro sito Internet mostra i limiti, in termini di assimilazione e applicazione del materialismo dialettico nella comprensione del corso delle cose nel mondo, di noi comunisti italiani e anche di importanti dirigenti marxisti-leninisti-maoisti di altri paesi. Questi limiti persistono nel MCCO italiano e internazionale. Ne sono un esempio le analisi correnti sulla Federazione Russa. Non solo le analisi di quanti ritengono la Federazione Russa un paese imperialista come gli altri o quasi (“piramide imperialista”), ma anche le analisi di quanti concludono che non è un paese imperialista perché non ha le cinque caratteristiche economiche dell’imperialismo indicate da Lenin, ma non considerano che la Federazione Russa è frutto della dissoluzione del primo paese socialista e quindi non tengono conto del ruolo che hanno tuttora in essa relazioni e istituzioni sociali ancorate al passato socialista.

Pubblichiamo quindi volentieri l’articolo che un nostro collaboratore ci ha mandato sulla Bielorussia, un paese piccolo (circa 10 milioni di abitanti su 208.000 kmq), ma collocato in Europa al centro della feroce guerra che i gruppi USA-NATO conducono per frenare il declino del loro ruolo nel mondo ed esempio della resistenza che cresce nei paesi ex sovietici.

La redazione di La Voce


Sui tre pilastri del socialismo in Bielorussia

In tutti i paesi ex sovietici ci sono ancora oggi residui più o meno importanti delle relazioni economiche e sociali e della cultura (concezioni e sentimenti) costruite nel corso della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria scatenata dalla Rivoluzione d’Ottobre. La lotta per la ripresa della via al comunismo è del tutto aperta, con le contraddizioni politiche e sociali, i punti forti e i punti deboli specifici di ogni paese.

Dare concretezza a cosa significa “eredità della Rivoluzione d’Ottobre”, a cosa significa che “la lotta è del tutto aperta tra le due vie” e che le forze rivoluzionarie in ciascuno dei paesi ex sovietici sono tutt’altro che irrilevanti permette:

1. ai comunisti riuniti nella Carovana del (nuovo)PCI di acquisire a. una maggiore comprensione del lascito sovietico nei paesi ex sovietici in termini di rapporti sociali di produzione, caratteri e istituzioni della società, conquiste economiche e sociali delle masse popolari, b. una superiore fiducia nella capacità dei comunisti di dirigere il proletariato e nella capacità del proletariato, aggregato nel partito comunista e attorno ad esso, di mobilitare o trascinare dietro di sé le altre classi sociali e, dunque, di imparare a dirigere la società nel suo complesso;

2. alla “base rossa” italiana di valutare l’esperienza sovietica con uno sguardo lungimirante che supera l’identitarismo, il settarismo, la nostalgia e, quindi, la sfiducia derivante sia dalla dissoluzione (dicembre 1991) del primo Stato socialista della storia sia dalla debolezza attuale dei comunisti, soprattutto in Italia e negli altri paesi imperialisti.

Per quanto riguarda i paesi ex sovietici, sono i residui elementi di socialismo eredità concreta della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria che, al di là dei desideri e delle speculazioni ideologiche, rendono quei paesi strutturalmente (rispetto a forze produttive e rapporti di produzione) e sovrastrutturalmente (rispetto a relazioni sociali, concezioni, sentimenti e altri aspetti) diversi sia dai paesi coloniali e semicoloniali sia dai paesi imperialisti che oggi compongono la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei e in alcuni casi opposti a questi ultimi.

Quella parte della popolazione mondiale - che nella prima metà del secolo scorso, su spinta dell’URSS diretta dal PCUS di Lenin e di Stalin, ha avviato la costruzione del socialismo - resiste ancora seppur indebolita e comprendere la sua lotta permette di comprendere meglio gli eventi che oggi vediamo dispiegarsi nel mondo, tra questi la guerra USA-NATO contro la Federazione Russa in Ucraina iniziata già prima del 2014, l’operazione “Tempesta di Al-Aqsa” della resistenza palestinese lanciata il 7 ottobre 2023 e ancora in corso contro il genocidio da anni perseguito dallo Stato sionista d’Israele, l’accerchiamento della Repubblica Popolare Cinese da parte degli USA e dei suoi alleati nella regione Asia-Pacifico, la de-dollarizzazione e la decadenza dell’egemonia politica ed economica dei gruppi imperialisti USA nel mondo, l’espansione del campo dei BRICS, ecc.


Qual è la situazione della Bielorussia per quanto riguarda i tre pilastri del socialismo, cioè le caratteristiche principali della società di transizione dal capitalismo al comunismo?

Primo pilastro (dittatura del proletariato): tra i tre è quello reso più debole. In Bielorussia esiste ed opera il partito comunista ma non ha il ruolo di guida ideologica, politica e culturale che aveva nella società sovietica. Tuttavia alcune strutture dello Stato sono in una qualche misura influenzate dal partito comunista e nella Bielorussia attuale gli apparati statali svolgono parte del ruolo che in URSS svolgeva il PCUS come forza dirigente e orientativa in vari ambiti della vita sociale: i consigli e le amministrazioni locali, l’Assemblea Popolare Bielorussa (organo consultivo politico), comitati statali come quello per la pianificazione economica e il commercio estero, i servizi segreti per l’interno e l’estero, la casa editrice statale Belarus Segodnaya e altri. Rientra tra le eredità del periodo sovietico la recente costituzione di una “milizia popolare” armata, disciplinata dalla legge a partire dal luglio 2023, che ha attualmente carattere volontario e affianca la polizia, l’esercito e altre forze di sicurezza nazionali nella protezione della proprietà pubblica e privata, nella lotta al terrorismo e in altri compiti: questa istituzione funziona anche da servizio di informazione popolare.

Rispetto alla natura di classe dello Stato e del partito comunista, è forte nel Partito Comunista della Bielorussia (PCB) la concezione dello “Stato di tutto il popolo” e del “partito di tutto il popolo”, eredità della concezione dei revisionisti moderni del PCUS. Il PCB partecipa a tutti i livelli alle elezioni conformandosi al sistema elettorale misto di candidati indipendenti e di partito che è invalso in Bielorussia.

La borghesia al potere (derivante principalmente da quei dirigenti del Partito comunista, dello Stato, dell’Amministrazione Pubblica o di altre istituzioni sociali che in epoca sovietica erano fautori di metodi di direzione borghesi) è spinta dal basso - cioè dall’attaccamento delle masse popolari alle istituzioni sovietiche - e dall’esterno, cioè dallo sviluppo della fase acuta e terminale della crisi generale del capitalismo e dall’aggressione dei gruppi imperialisti tramite sanzioni, colpi di Stato striscianti e altre misure, a scontrarsi sia con la borghesia compradora locale (asservita alla Comunità Internazionale) sia con la borghesia imperialista.


Secondo pilastro (attività economica gestita dalle pubbliche autorità in base a un piano elaborato per soddisfare i bisogni delle popolazione, della difesa del paese e delle relazioni di solidarietà, collaborazione e scambio con gli altri paesi). È quello rimasto più forte tra i tre, pur essendo presenti aspetti tipici della seconda fase dei primi paesi socialisti (indicati nel paragrafo 1.7.5. del Manifesto Programma del (nuovo)Partito Comunista Italiano, pag. 90-93):

- (per quanto riguarda la proprietà dei mezzi e delle condizioni della produzione) rapporti diretti tra unità produttive basati sulla compravendita di merci (beni e servizi) e attenuazione, ma non soppressione, del ruolo sociale del lavoro volontario;

- (per quanto riguarda i rapporti tra gli uomini e le donne nel lavoro) esaltazione della professionalità a scapito dell’orientamento politico e ideologico dei dirigenti, anche se tale orientamento mantiene una sua rilevanza nel rapporto con l’amministrazione centrale e i lavoratori della singola azienda;

- (per quanto riguarda la distribuzione del prodotto tra gli individui) ruolo principale attribuito agli incentivi economici individuali per aumentare la produttività del lavoro rispetto alla mobilitazione morale.

Persiste la pianificazione centralizzata (adozione regolare di piani quinquennali che combinano direzione centrale e locale nello sviluppo socio-economico nazionale) che convive con meccanismi di mercato nel quadro della cosiddetta “economia socialista di mercato”. A partire dal 1994 - anno della prima vittoria elettorale dell’attuale presidente Aleksandr Lukashenko e dell’avvio del corso economico “socialista di mercato” che inverte l’approccio privatizzatore dei tre anni precedenti - la Bielorussia ha attenuato in alcuni campi (settore automobilistico, per esempio) e arrestato in altri (industria bellica, telecomunicazioni, chimica) le scorribande economiche della CI, alleandosi più strettamente con la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese e, con l’aiuto di questi due paesi, sta aggirando le sanzioni economico-commerciali e finanziarie applicate contro di essa dalla CI. Importanti anche i rapporti di solidarietà, collaborazione e scambio con i paesi latinoamericani (Cuba e Venezuela in primis), africani (Angola, Zimbabwe, Nigeria, Sudafrica, Mozambico) e asiatici (Vietnam, Repubblica Popolare Democratica di Corea, Laos, Iran, Siria, Mongolia).

Il sistema economico bielorusso è fondato su due tipi di proprietà: statale e privata.

1. Statale: comprende aziende di proprietà dello Stato e società per azioni di cui lo Stato detiene la maggioranza. È il tipo di proprietà predominante nell’economia del paese: il 70-75% circa dell’attività economica complessiva è nelle mani dello Stato e delle sue articolazioni locali (regionali, provinciali, distrettuali/cittadine), attraverso aziende che sono autonome finanziariamente ma con una direzione nominata dall’amministrazione centrale oppure da quella locale (ma sempre sottoposta a supervisione governativa). L’agricoltura (caratterizzata da fattorie statali altamente meccanizzate e strutture produttive strettamente collegate all’industria per la trasformazione dei prodotti), l’industria chimica (potassio), automobilistica (trattori e autobus), componentistica (elettronica), metallurgica (ferro e acciaio), tessile, edile (cemento), mineraria costituiscono i principali settori economici del paese e sono tutti in mano statale, insieme al comparto della “ricerca e sviluppo” (lo Stato gestisce e orienta la formazione tecnico-scientifica dei giovani fin dalle scuole medie). Queste aziende funzionano principalmente secondo il criterio “serve o non serve” e non secondo quello “rende o non rende” delle aziende capitaliste. Grazie a queste aziende il governo assicura che quasi tutta la popolazione attiva abbia un lavoro e cerca di equilibrare al meglio la produzione di mezzi di produzione e beni di consumo, evitando i problemi di approvvigionamento di beni di consumo che si verificarono frequentemente nell’URSS di Kruscev, Breznev e Gorbacev.

I piani quinquennali definiscono la produzione strategica per la sicurezza del paese in campo agricolo, industriale, della ricerca e sviluppo (che comprende la formazione di tecnici e il loro invio in America Latina, Asia e Africa). Il governo organizza la produzione (cosa produrre, come, in quanto tempo e per chi), fissando la quantità minima di beni e servizi necessari al fabbisogno interno del paese e agli accordi di cooperazione internazionale.

2. Privata: comprende a. aziende collettive (aziende commerciali, cooperative come i kolkhoz, piccoli e medi consorzi industriali, società per azioni, attività messe in piedi da organizzazioni sociali e religiose), b. aziende individuali (attività messe in piedi da artigiani, piccoli e medi agricoltori, aziende interamente private dove lo Stato tendenzialmente non interferisce se non in casi eccezionali), c. aziende finanziate, in tutto o in parte, da capitali esteri. Il finanziamento integrale di capitali esteri implica che lo Stato non investe soldi, ma autorizza e supervisiona l’attività di queste aziende, valutando per ognuna, secondo suoi criteri, se arreca o meno vantaggi economici al paese. Il finanziamento parziale di capitali esteri, invece, prevede che lo Stato investe una certa somma partecipando con l’investitore straniero ai benefici economici, che redistribuisce secondo i propri criteri tramite servizi, agevolazioni e incentivi. Nelle aziende miste con capitali stranieri (in larga misura cinesi o russi), lo Stato ricopre a seconda dei casi il ruolo di azionista, supervisore, coordinatore e considera fattori quali la redditività delle aziende, il loro ruolo per lo sviluppo economico nazionale, ecc. Complessivamente, la proprietà privata costituisce il 25-30% circa dell’economia nazionale.

Vi sono piccole e medie imprese (PMI) di proprietà sia statale sia privata: nel 2019 erano circa 110mila e occupavano quasi 1.2 milioni di lavoratori. In Bielorussia sono classificate come “medie” le imprese con dai 100 ai 250 dipendenti, “piccole” le imprese con dai 16 ai 100 dipendenti, “micro” le imprese con numero medio di dipendenti pari o inferiore a 15. Il governo ha emanato una serie di leggi e regolamenti relativi alle PMI per assisterle, istituendo fondi per sostenerne i bilanci e concedere prestiti, creando incubatori di PMI, organizzando associazioni di mutuo soccorso, fornendo informazioni e supporto tecnico.


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Sul ruolo del Partito Comunista della Bielorussia


Il PCB è un partito relativamente piccolo. Attualmente ha circa 6 mila membri e una rappresentanza parlamentare di 24 deputati (Camera dei Rappresentanti + Consiglio della Repubblica) su un totale di 174. Nelle elezioni parlamentari del 25 febbraio 2024, il PCB ha ottenuto 7 seggi alla Camera dei Rappresentanti (su un totale di 110), in calo rispetto agli 11 seggi delle elezioni del 2019. Il partito Belaya Rus (creato nel marzo 2023 a supporto della candidatura del presidente Aleksandr Lukashenko) e gli indipendenti hanno ottenuto la maggioranza dei seggi, rispettivamente 51 e 40; il Partito Repubblicano del Lavoro e della Giustizia e il Partito Liberal-Democratico della Bielorussia hanno ottenuto rispettivamente 8 e 4 seggi. Hanno votato 5.053.113 di persone (affluenza dello 73,09%, in calo del 4% rispetto alle elezioni parlamentari del 2019) su un totale di 6.913.550 aventi diritto al voto.

Il partito è ideologicamente molto vicino al Partito Comunista della Federazione Russa e sostiene pienamente il corso politico impresso al paese dal presidente Lukashenko, ex membro del PCUS e unico a votare contro la dissoluzione dell’URSS nel 1991 durante l’ultima seduta del Soviet Supremo bielorusso. Nell’ambito del MCCO internazionale, il punto di riferimento del PCB è il Partito Comunista Cinese; una parte della formazione ideologica dei membri del PCB è realizzata sulla base di Governare la Cina, raccolta di scritti e discorsi di Xi Jinping del periodo 2014-2020.

Si tratta di un partito dove è ancora predominante l’eredità dei revisionisti moderni del PCUS e il maoismo è ufficialmente assente dalla sua elaborazione. Di conseguenza non ha elaborato un bilancio esauriente dell’esperienza dell’URSS e dell’attività del PCUS.

Il PCB si schiera nettamente 1. in difesa delle istituzioni, della storia e delle conquiste dell’URSS, per la conservazione o lo sviluppo delle quali lotta in ogni ambito in cui è presente e 2. a favore degli Stati che resistono alle aggressioni della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti e UE.

Infine, il PCB considera la Federazione Russa come un paese più arretrato della Bielorussia nella lotta per il socialismo e la lotta dei comunisti russi come parte importante di una più generale lotta che comprende tutta l’area ex sovietica. Da questa concezione deriva la strutturazione del coordinamento dei partiti comunisti dell’area ex sovietica denominato “Partito Comunista dell’Unione Sovietica”, concepito come strumento per la costruzione del socialismo in quest’area.

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L’inflazione è contenuta: ha raggiunto un massimo del 4% nel 2023, nonostante le sanzioni imposte dalla CI di cui è oggetto la Bielorussia. Lo stesso dicasi per la disoccupazione (0.1%, ovvero 4.6 mila disoccupati su una popolazione attiva di 4.9 milioni di individui - dati 2023, Comitato Nazionale di Statistica della Bielorussia), che è contrastata dall’amministrazione statale in vari modi: corsi di formazione (sia per gli impieghi statali sia per quelli privati) e investimenti pubblici per la creazione di PMI, indennità di disoccupazione bassa e obbligo a partecipare regolarmente a un “lavoro involontario”, pagamento di una “tassa sui parassiti” al fine di promuovere la piena occupazione di coloro che hanno la capacità di lavorare.

L’età media di pensionamento è di 58 anni per le donne e 63 per gli uomini; la pensione di anzianità non deve essere inferiore al 25% del salario medio. Questo vale in generale sia per i lavoratori delle città sia per quelli delle campagne, entrambi beneficiari dello stesso sistema previdenziale pubblico e universale. Al 1° gennaio 2020 (anno degli ultimi dati ufficiali disponibili) i pensionati erano 2.6 milioni su una popolazione di 9.4 milioni.

I servizi essenziali per la popolazione (elettricità, gas, fornitura idrica, manutenzione fognaria, nettezza urbana, alloggi, trasporti) sono forniti dallo Stato a prezzi abbordabili per i lavoratori e per il resto della popolazione e sono per lo più sussidiati.

Secondo quanto affermano due studiosi dell’Accademia Cinese delle Scienze Sociali, Yan Li ed Enfu Cheng, nel loro saggio del dicembre 2020 Socialismo di mercato in Bielorussia: un’alternativa all’economia di mercato socialista cinese (pubblicato in origine sulla rivista cinese in lingua inglese World Review of Political Economy nel dicembre 2020, tradotto in italiano dall’organizzazione M-48 nel dicembre 2021 e reperibile al link www.m-48.it/2021/12/socialismo-di-mercato-in-bielorussia/), “in Bielolussia il livello di istruzione, assistenza medica e sicurezza abitativa è alto. L’accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione pubblica è universale. Di norma però il costo delle medicine è sostenuto dalla popolazione ma le medicine sono prodotte principalmente in Bielorussia. Negli ultimi anni, anche un piccolo numero di servizi medici è diventato a pagamento.

L’istruzione è obbligatoria ed è ugualmente accessibile ai residenti urbani e rurali dalla scuola materna alla scuola superiore [ci sono in totale 55 strutture tra università, conservatori e accademie, di cui 45 statali e 10 private]. La popolazione sostiene solo il costo dei libri e della manutenzione di alcune strutture didattiche. Il 50% dell’istruzione superiore è a spese pubbliche, cioè è integralmente a carico dello Stato.(1)


1. Il restante 50% della spesa si divide tra, da una parte, il sostegno dello Stato tramite borse di studio per gli studenti brillanti e, dall’altra, il finanziamento di istituzioni private nazionali e straniere (con limitazioni per organizzazioni non governative con sede negli USA e nei paesi UE).


Nei primi anni dell’indipendenza [cioè dopo la dissoluzione dell’URSS], il tasso di mortalità era più alto del tasso di natalità, ma la situazione si è invertita nel 2006. Per incoraggiare la natalità, il governo fornisce alloggi gratuiti [non vendibili] a chi ha tre o più figli.

Le forze dell’ordine in Bielorussia danno l’impressione di essere una polizia educata e quasi totalmente priva di corruzione, che riflette l’integrità del governo.

La pubblicità in strada e il mercato nero sono rari in città e le infrastrutture sono di buona qualità, soprattutto le strade.

La popolazione presta particolare attenzione allo sport. La maggior parte dei villaggi ha campi da hockey e squadre locali per praticare lo sport a livello nazionale. La società dimostra di essere in una condizione stabile, ci sono bassi tassi di criminalità, un governo equo e pulito e una disparità tra città e campagna relativamente piccola”.


Terzo pilastro (le risorse della società sono dedicate senza riserve a promuovere la partecipazione delle masse popolari alle attività specificamente umane dalle quali le classi dominanti le hanno escluse): dopo il secondo pilastro, è quello rimasto più forte ed è incarnato dalla presenza di organizzazioni di massa con un ruolo essenziale nella società, a partire dal sindacato nelle aziende e delle organizzazioni giovanili (politiche, studentesche, culturali, ricreative, sportive).

Esse collaborano tra loro per risolvere problemi locali di varia natura e contribuiscono ai progetti dell’amministrazione statale per migliorare il benessere globale della popolazione, soprattutto 1. nel campo dell’addestramento fisico e sportivo e della cultura, per cui ogni centro abitato cittadino e rurale deve disporre di una palestra e di una biblioteca liberamente accessibili, 2. nel soccorso civile a seguito di calamità naturali, 3. nel supporto agli anziani.

Sono frequenti nel paese le campagne di “educazione civico-patriottica”, relative alla storia della Bielorussia degli ultimi trent’anni e di quella sovietica, rivolte in particolare ai giovani - a partire dai bambini delle scuole elementari - e ai lavoratori e frequentemente coordinate con istituti di ricerca storica e sociale della Federazione Russa.

Al centro di tali campagne politiche vi sono la costruzione di una visione critica della storia mondiale, la sicurezza e la stabilità sociale e la memoria collettiva della Grande Guerra Patriottica (così è chiamata la Seconda guerra mondiale nei paesi ex sovietici), finalizzate alla costruzione di una popolazione consapevole del suo ruolo nel mondo e di una “comunità umana dal futuro condiviso”. Su quest’ultimo aspetto la visione complessiva delle autorità bielorusse è vicina a quella delle autorità cinesi.

Simone B.


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Sul ruolo della Federazione dei Sindacati della Bielorussia


La Federazione dei Sindacati della Bielorussia (FSB) conta 4 milioni di iscritti su una popolazione attiva di 4.9 milioni.

Il sindacato è presente in tutte le grandi aziende, è organizzato in collettivi di reparto e d’azienda e partecipa con propri delegati ai consigli di amministrazione (sia delle aziende statali che di quelle private).

Compito della FSB è la contrattazione di primo e secondo livello (contratti collettivi nazionali e contratti siglati in singoli territori e aziende) e il monitoraggio della sua applicazione. I contratti bielorussi prevedono tre anni di maternità retribuita, scala mobile, garanzie economiche e occupazionali contro la chiusura delle aziende, agibilità del sindacato in materia di promozione di attività di formazione tecnica, medico-preventive, culturali, sportive e ricreative in azienda.

Ogni tre mesi il sindacato organizza un incontro con la direzione dell’azienda per verificare l’applicazione del contratto e, quando ci sono violazioni, chiede l’intervento dello Stato (ministeri competenti, Comitato Statale sulla Proprietà, ecc.). In cambio di questo sistema, la FSB si impegna a non promuovere scioperi e a educare i lavoratori a contribuire, a tutti i livelli, in modo ordinato ed efficiente alla produzione.

Nelle elezioni presidenziali del 2020 (inquinate da un tentativo di colpo di Stato ordito dagli USA), la FSB ha mobilitato oltre 9 mila lavoratori come osservatori in quasi tutti i seggi elettorali e ha rivolto un appello ai lavoratori e al resto della popolazione a difendere la sovranità nazionale e l’integrità territoriale, a mobilitarsi e organizzarsi nei rispettivi campi di attività, impedendo ai fautori locali della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei di rovesciare il governo del presidente Lukashenko con un colpo di Stato in stile Euromajdan ucraino (2004 e 2014).

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