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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXV - novembre 2023

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Promuovere l’organizzazione segreta tra i militari

Le manifestazioni di malcontento all’interno delle Forze Armate (Esercito, Marina Militare, Aeronautica Militare, Carabinieri) sono diventate più evidenti e diffuse. Compaiono persino nelle parate, nelle cerimonie istituzionali e nelle ricorrenze celebrate in pompa magna da Mattarella, Meloni e Crosetto (ultima in ordine di tempo quella per i vent’anni della strage di Nassiriya - 12 novembre 2003), che servono sempre meno a coprire con la retorica dell’unità nazionale le misure con cui Meloni e soci cercano di imporre ai lavoratori italiani i “sacrifici necessari” chiesti dalla NATO. La partecipazione alla guerra contro la Federazione Russa e alla rappresaglia criminale contro la popolazione di Gaza hanno rafforzato l’insofferenza per la subordinazione agli imperialisti USA-NATO e la complicità con i sionisti di Israele. L’opera di organismi come quelli dei familiari di soldati vittime dell’uranio impoverito fa il suo corso così come l’opera dei sindacati militari e anche l’azione, anche se per ora ancora molto limitata, del Partito.

I soldati delle Forze Armate italiane sono di per sé tenuti al rispetto di un codice di disciplina e silenzio restrittivo che garantisce, al contrario, ampia possibilità di arbitrio ai vertici militari nel reprimere il dissenso interno, discriminare, favorire lacchè e raccomandati. È un codice principalmente repressivo che mira ad evitare che la truppa alzi la testa di fronte alle decisioni e ai comandi dei propri superiori, per indegni e criminali che siano. Ma neanche questo basta più: da qui il decreto del Presidente della Repubblica (DPR) n. 81 del 13 giugno 2023 relativo ai comportamenti dei dipendenti pubblici, compresi i militari. Questo DPR aggrava le pene contro chi denuncia le malefatte dei vertici istituzionali e del governo, le storture nel proprio posto di lavoro e, nel caso dei militari, gli ordini meschini a cui sono chiamati a obbedire, per poi essere gettati via come spazzatura come è capitato a coloro che si sono ammalati di tumore lavorando in poligoni e teatri di guerra contaminati dall’uranio impoverito della NATO, obbligati dal giuramento sulla Costituzione… un giuramento che è più di fedeltà e silenzio sulle porcate che la Repubblica Pontificia ordina loro di fare, che di fedeltà alla Costituzione!

Ai militari italiani stanchi dei soprusi nelle caserme e di sottostare agli ordini di una classe politica putrida e di vertici militari corrotti e sottomessi agli interessi dei gruppi imperialisti USA, ai militari sinceramente fedeli ai principi della Costituzione del 1948 firmata col sangue di decine di migliaia di Partigiani, tra cui molti soldati del Regio Esercito e dei Carabinieri che disertarono (8 settembre 1943) ed entrarono nelle fila dei reggimenti partigiani, diciamo di iniziare a organizzarsi. I neonati sindacati militari (dal 2019 ad oggi) sono uno strumento importante per iniziare a farlo, per esercitare pressione sulle istituzioni, anche se alcuni di loro o sono legati a doppio filo alla casta di ufficiali oppure hanno una concezione arretrata della lotta sindacale: si limitano a fare richieste e appelli senza sviluppare l’iniziativa e la mobilitazione.

Ai militari che non vogliono essere carne da macello per i padroni o strumento di repressione e controllo ai danni della popolazione italiana indichiamo di organizzarsi segretamente nelle caserme in modo da eludere la sorveglianza dei loro superiori ed evitare di essere colpiti dalla repressione.

- Individuare uno o più colleghi insofferenti per la situazione lavorativa e per il corso generale delle cose, di cui ci si può fidare, con cui cominciare a discutere e ragionare sulla situazione: le caserme sono piene di militari stufi di eseguire ordini nel migliore dei casi inutili, di servire le pretese di ufficiali che non hanno a cuore l’interesse del paese ma utilizzano il proprio ruolo per acquisire prestigio, denaro, potere e alimentare le proprie clientele. Tra i militari è diffuso lo schifo verso le “missioni umanitarie” dei vertici della Repubblica Pontificia, perché sanno che nel grosso dei casi servono solo a perpetuare l’occupazione militare di altri paesi e a obbedire ciecamente agli ordini del Pentagono, anche a scapito dei militari italiani. La maggior parte dei militari lavora per uno stipendio, per la propria famiglia, per sopravvivere alle condizioni sempre più precarie di vita e di lavoro in cui viene costretta larga parte della popolazione italiana ed è insoddisfatta per come vanno le cose. I suicidi in aumento tra i militari e in particolare tra i Carabinieri, sono sintomo che le condizioni di vita e di lavoro peggiorano nonostante le autorità cerchino di camuffare queste morti come dovute a problemi psicologici o familiari.

- Riunirsi lontano dagli occhi di spioni e superiori per iniziare a organizzare attività e iniziative da intraprendere: inviare segnalazioni anonime a giornali e organismi che possono fare pubblica denuncia delle porcherie che avvengono nelle caserme è un modo semplice per iniziare.

- Elaborare e far circolare, con le dovute accortezze, volantini di protesta e denuncia all’interno delle caserme: dalla pandemia da Covid-19 a oggi, con la quale sono stati perseguitati migliaia di militari non intenzionati a vaccinarsi, le condizioni di vita e di lavoro nelle caserme non sono migliorate, tutt’altro. Mentre si trovano soldi per sostenere la produzione di sistemi d’arma e i “pacchetti” militari per il regime fantoccio di Zelensky, i militari sono costretti a condizioni sempre peggiori: straordinari con ore a recupero (cosa che non vale per i generali, lautamente pagati), con il contratto collettivo scaduto da due anni, alloggi sovraffollati, divise logore e inadeguate, ecc. Quanto più si svilupperanno iniziative anonime di denuncia e protesta promosse da gruppi di militari, tanto maggiore sarà la pressione sui sindacati militari per farli passare dalla denuncia scritta alla mobilitazione di piazza e allo sciopero. È possibile fare pressione sui propri sindacati militari, a partire da quelli meno conniventi con la casta dei generali agli ordini di Giuseppe Cavo Dragone (Capo di Stato Maggiore della Difesa) e del ministro Guido Crosetto, affinché si schierino contro l’invio e il trasporto di armi in Ucraina che passa dalle caserme italiane; affinché si schierino contro la complicità del nostro paese e dei vertici delle Forze Armate italiane con lo sterminio del popolo palestinese e il sostegno politico, economico e militare allo Stato sionista d’Israele; affinché si schierino contro le iniziative criminali del governo Meloni che alimentano la guerra a livello internazionale e l’uso delle Forze Armate italiane per mettere a punto queste iniziative. Il governo Meloni viola apertamente l’art. 11 della Costituzione del 1948 sulla quale tutti i militari hanno giurato.

- Denunciare, in via anonima, i traffici e le porcherie che i propri comandanti e il Ministero della Difesa indicano di fare ai danni della popolazione italiana e a sostegno delle operazioni di guerra ordinate dagli USA; denunciare i traffici e le connivenze delle industrie di armamenti, che fanno affari sulla pelle dei militari italiani e quella di altri popoli: seguire l’esempio del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova e sostenere le iniziative di boicottaggio dell’invio di armi ai paesi in guerra, facendo ad esempio trapelare informazioni su dove, come e quando avvengono le operazioni di stoccaggio e trasporto e farle avere a chi può attivarsi concretamente, per mettersi di traverso a queste operazioni.

Ai più volenterosi tra i militari, ai più decisi, indichiamo di arruolarsi nel (nuovo)Partito comunista italiano e costituire Comitati di Partito clandestini nel proprio reparto o caserma, mettendosi in contatto in maniera protetta con il Centro del Partito. Il (n)PCI è clandestino: si è dato la forma organizzativa necessaria a far fronte alla violenza della borghesia e del clero, a prevenire le infiltrazioni dei nemici del movimento comunista, a prevenire la repressione o comunque ad assicurare la continuità della sua azione in caso di attacchi repressivi. La clandestinità garantisce anche maggiore possibilità per i comunisti di infiltrare le organizzazioni e istituzioni della borghesia, di avere agibilità di manovra e di azione, di essere il retroterra sicuro di tutte quelle organizzazioni pubbliche che operano per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari.

Arruolarsi nel (n)PCI significa diventare membri di un esercito nuovo, che combatte per farla finita con il capitalismo già in crisi e instaurare un nuovo sistema di relazioni sociali, uno Stato realmente sovrano di un paese finalmente libero da basi militari NATO e di altri paesi e da agenzie spionistiche straniere, per andare verso il socialismo!

Alberto F.