La Voce 75 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXV - novembre 2023

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Consolidamento e rafforzamento del (nuovo)PCI

Contributo di una dirigente del P.CARC

Ma questo Governo di Blocco Popolare lo facciamo o no?

Cari compagni,

è proprio vero quello che avete scritto su La Voce 71: “La questione del governo del paese sta diventando più pratica e all’ordine del giorno anche sul terreno della coscienza, degli obiettivi, delle parole d’ordine. Una manifestazione di questo sono le domande e le obiezioni alla linea del Governo di Blocco Popolare (GBP) che ci vengono poste da parte di persone e organismi che prima la ignoravano, la consideravano come una fissa, un “ritornello” oppure un “marchio distintivo” del (n)PCI e del nostro partito fratello, il P.CARC”!

Da anni diciamo che occorre il GBP ma non lo abbiamo ancora fatto”, “non ci sono passi avanti nella lotta per il GBP”, “la fine dei ‘governi della breccia’ (Conte 1 e Conte 2) è stato anzi un passo indietro” sono obiezioni e perplessità che alcuni compagni hanno sollevato negli ultimi tempi: vengono poste non solo da esterni, ma anche da membri del P.CARC e in generale della Carovana del (n)PCI.

Prima di entrare nel merito, una premessa. In generale bisogna esaminare con attenzione e serietà le domande e le obiezioni, che vengano da esterni e da membri della Carovana del (n)PCI, non considerarle una “rottura di scatole”. Rispondendo alle domande, trattando i dubbi e discutendo le obiezioni impariamo a illustrare in modo più concreto e per linee interne il nostro piano d’azione, scopriamo aspetti che non avevamo considerato, individuiamo aspetti su cui dobbiamo andare più a fondo con la nostra elaborazione e sperimentazione.

Più nel dettaglio, oggi che lo scontro tra mobilitazione rivoluzionaria e mobilitazione reazionaria delle masse popolari si fa più aperto e la nostra lotta entra più nel vivo, è positivo che alcuni membri del P.CARC e in generale della Carovana del (n)PCI si domandino a che punto siamo nell’attuazione della linea del GBP e come avanzare. Vuol dire che non si accontentano di “continuare come prima”, ma aspirano o comunque percepiscono che bisogna fare più e meglio, che possono contribuire più e meglio alla nostra causa. È positivo anche che si domandino se la linea del GBP è ancora valida: la linea del GBP non è un “articolo di fede”! Creare le condizioni necessarie alla costituzione del GBP è il piano d’azione che la Carovana del (n)PCI segue per far avanzare la rivoluzione socialista nel nostro paese da quando nel 2008 la crisi generale del capitalismo è entrata nella sua fase acuta e terminale. È un piano elaborato alla luce della concezione comunista del mondo (quindi anche del bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria), basato sull’analisi del corso delle cose e che attuiamo avvalendoci degli appigli e degli spunti che la situazione presenta. Quindi richiede che aggiorniamo fase per fase la nostra analisi del corso delle cose perché è un piano d’azione valido finché le due vie, mobilitazione rivoluzionaria e mobilitazione reazionaria, restano aperte. Nel 2016 (vedi Dieci tesi sulla situazione attuale e sulla tendenza alla guerra) la Direzione Nazionale del P.CARC aveva indicato che “creare le condizioni per costituire il GBP oggi nel nostro paese è la linea per avanzare nella rinascita del movimento comunista e nella rivoluzione socialista e pone anche le premesse migliori per far fronte alla mobilitazione reazionaria delle masse popolari se la seconda strada dovesse prevalere e noi comunisti fossimo quindi costretti ad abbandonare la linea della costituzione del GBP e adottare una linea per far fronte all’adesione di un’ampia parte delle masse popolari alla ‘guerra al terrorismo’”. Richiede anche che definiamo fase per fase linee d’azione particolari, come ad esempio è stata la linea di “allargare la breccia” che abbiamo seguito nel 2018, dopo che la formazione del governo Conte 1 aveva interrotto la (aveva “aperto una breccia” nella) successione di governi delle Larghe Intese.

Bisogna inoltre considerare gli effetti della decisione del P.CARC di diventare un “partito di quadri e di massa” (e anche delle relazioni più ampie che abbiamo costruito, specie dalla pandemia del 2020 in poi) e del conseguente allargamento delle nostre file. Nel P.CARC sono entrati lavoratori e compagni della base rossa, attirati dal nostro attivismo nelle aziende, nelle scuole e nei territori, dalla cura che dedichiamo alla formazione ideologica e politica dei membri, dalla chiarezza e “radicalità” delle nostre posizioni e parole d’ordine, dalla linea con cui facciamo fronte alla repressione, ecc. Una parte di essi portano nel partito i pregiudizi a cui sono stati educati dai revisionisti moderni prima e dalla sinistra borghese poi: è facile che interpretino la linea del GBP alla luce dell’elettoralismo e dell’economicismo che hanno intralciato e intralciano il movimento comunista nel nostro e negli altri paesi imperialisti.

Per tanti versi, infine, non ci deve stupire che in una situazione come quella attuale nelle nostre file ci sono oscillazioni e incertezze, è successo in ogni partito di comunisti a fronte di importanti cambiamenti nella situazione politica determinati dall’azione delle classi dominanti o dei superiori compiti posti dallo sviluppo del movimento rivoluzionario. La nostra lotta si fa più seria, ogni membro, dai dirigenti fino ai militanti di base, è posto davanti a delle scelte. È chiamato ad assumersi maggiori responsabilità, a imparare a fare cose nuove, ad andare più a fondo nella rottura con abitudini da senso comune e/o promosse dal sistema di diversione dalla lotta di classe ed evasione dalla realtà, a far fronte a pressioni di vario genere (“ma chi te lo fa fare di esporti”, “pensa alla tua famiglia”, “metti a rischio il posto di lavoro per un’utopia”, ecc.) che ogni difficoltà, ogni insuccesso e ogni “scazzo” con altri compagni alimentano, a correggere errori e a superare limiti che magari prima non pesavano più di tanto, ma adesso sì. Nei paesi come il nostro sono tante le “sirene” che la classe dominante usa per distogliere dall’impegno nella lotta di classe, calibrate sulle diverse classi e settori delle masse popolari: per i pensionati (mettersi a riposo e svagarsi dedicandosi ai vari hobby che la classe dominante apparecchia per loro), per i giovani (dal mondo virtuale alla carriera, dal “ritorno alla natura” allo sballo e alle droghe che “favoriscono l’estro artistico”), per i genitori, e in particolare per le madri (fare della cura dei figli il centro della loro vita), ecc. Tutto questo conferma la necessità della Riforma Intellettuale e Morale dei quadri comunisti che il (n)PCI ha indicato e che essa è un percorso continuo, non una sorta di esame da superare. E che abbiamo fatto bene noi del P.CARC a decidere di condurre una campagna per elevare nelle nostre file l’assimilazione e l’uso del materialismo dialettico: le domande, i dubbi e le obiezioni di cui sopra sono un’occasione per farlo. Non si tratta infatti di “serrare i ranghi” e andare avanti con quelli che non fanno domande, non hanno dubbi e non sollevano obiezioni. Ma di usare noi dirigenti il metodo dialettico (e in questo modo lo insegniamo anche) per elevare nelle nostre file sia la comprensione del legame del nostro piano d’azione con il contesto, con il passato e con le prospettive della nostra lotta, sia la capacità di fare analisi concreta della situazione concreta, tracciare linee di intervento, ideare campagne, battaglie e operazioni adeguate alla situazione e funzionali ai nostri obiettivi particolari e generali, condurle fino in fondo e sulla base dei risultati raggiunti campagne, battaglie e operazioni di livello superiore attraverso cui avanzare nella creazione delle condizioni per la costituzione del GBP e nell’accumulazione di forze rivoluzionarie, usando a questo fine più che ne siamo già capaci l’esperienza diretta e indiretta di chi abbiamo di fronte. Come ha messo bene in luce una compagna in una recente riunione del Comitato Direttivo del P.CARC, le domande, obiezioni e oscillazioni che ho indicato emergono da compagni o delle sezioni che sono più di slancio nell’applicazione della linea, che quindi per sviluppare i risultati della loro attività devono migliorare i loro metodi di lavoro, entrare più nel concreto, nel pratico e nel dettaglio della lotta di classe nella loro zona, curare la sinergia e la concatenazione delle iniziative, ecc.; oppure delle sezioni che applicano la linea a intermittenza, alcuni aspetti sì e altri no, quindi fanno i conti con risultati scarsi e sono esposte alla demoralizzazione.


Fatta questa premessa, vengo al merito delle obiezioni. È un fatto che il GBP non c’è ancora, così come è un fatto che non ci sono ancora organizzazioni operaie e popolari né partiti del movimento comunista cosciente e organizzato (MCCO) del nostro paese che perseguono consapevolmente la sua costituzione. Per quanto riguarda le organizzazioni operaie e popolari (OO e OP), guardiamo però le rivendicazioni che avanzano in ognuno dei fronti in cui si articola la lotta di classe nel nostro paese (guerra, carovita ed economia di guerra, smantellamento dell’apparato produttivo, devastazione dell’ambiente, privatizzazione dei servizi pubblici, ecc.): non solo le cose contro cui lottano (la chiusura di una fabbrica, l’installazione di un rigassificatore, la legge finanziaria del governo Meloni, ecc.), ma anche le richieste che avanzano, i piani di gestione di un’azienda, di un settore produttivo, di un territorio o di una parte di esso, ecc. elaborati da alcune OO e OP per risolvere i problemi su cui si sono formate, per riorganizzare questo o quell’aspetto della vita sociale. Sono tutte rivendicazioni e piani che fanno a pugni con l’andazzo corrente da anni a questa parte nel paese, con le misure adottate da quarant’anni a questa parte dai governi delle Larghe Intese, con quello che i capitalisti, i fondi di investimento, le banche fanno nel nostro paese e nel mondo. Cosa rende realistici, attuabili quei piani e quelle rivendicazioni se non la costituzione di un governo d’emergenza, che si installa perché le OO e OP rendono il paese ingovernabile, che è composto da persone di loro fiducia e che dà forma di legge alle misure e ai piani che le OO e OP indicano?


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Riforma intellettuale e morale (RIM)

Il comunista è un individuo che ha deciso di dedicare e dedica la sua vita a instaurare il socialismo e rispetto agli altri rivoluzionari ha una comprensione più avanzata delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe. Non è un individuo che si lascia vivere né è succube del senso comune e delle idee promosse dalla classe dominante.

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Lo stesso vale per le piattaforme rivendicative generali su cui i sindacati alternativi e di base promuovono lotte, scioperi, coordinamenti. Alzi la mano chi pensa che le attuerà il governo Meloni o un eventuale governo PD a guida Schlein a braccetto con Conte e altri “oppositori” del genere! Potrei continuare, perché lo stesso ragionamento riguarda le proposte e i piani presentati da associazioni di vario genere e tipo (Medicina Democratica, Emergency, Codacons, Fondazione Gimbe, Legambiente, ecc.). Senza un GBP, giacciono inascoltati, restano “consigli al principe”, appelli di buon senso a governi e autorità che agiscono per conto di una classe, la borghesia imperialista, il cui “buon senso” si riassume in una sola cosa: moltiplicare i propri soldi, in ogni modo e con ogni mezzo.(1)


* Le note sono della redazione


1. Vari esponenti della sinistra borghese denunciano che i salari dei dipendenti italiani sono diminuiti nonostante aziende e banche abbiano aumentato i loro utili: pensano forse di muovere a compassione o a ragionevolezza amministratori delegati di aziende e banche o autorità che agiscono su mandato di questi ultimi. Essi dimenticano l’abc delle leggi della società capitalista che Marx ha scoperto più di centosessant’anni fa (profitti dei capitalisti e salari degli operai sono inversamente proporzionali: i primi crescono se diminuiscono i secondi e viceversa).


Anche la mobilitazione lanciata dalla CGIL di Landini per “attuare la Costituzione”: chi dovrebbe attuarla, quelli che aderendo alla NATO l’hanno aggirata dal giorno dopo in cui è entrata in vigore e poi sistematicamente violata? Essere seriamente per attuare la Costituzione significa organizzarsi e organizzare per toglierli di mezzo. Di difesa e attuazione della Costituzione parlano in vari, ma cosa sono le Sette Misure Generali del GBP se non l’attuazione pratica delle parti progressiste della Costituzione e la creazione del presupposto (il governo del paese in mano a chi ha interesse ad attuarla) per farlo? “Assegnare a ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli in cambio le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società” significa attuare praticamente, non a parole, il compito costituzionale di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto [e qui il di fatto è importantissimo] la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

La conclusione è che, anche se non lo fanno ancora proprio come obiettivo generale, la costituzione del GBP è quello di cui OO e OP, sindacati alternativi e di base, associazioni democratiche e persino la CGIL hanno bisogno per realizzare le rivendicazioni, i piani, i programmi e le proposte che avanzano.

Per quanto riguarda partiti e organismi del MCCO per come è attualmente, bisogna considerare che assumere consapevolmente l’obiettivo del GBP e impegnarsi a creare le condizioni per la sua costituzione è un salto. Implica rompere 1. con le deviazioni dell’elettoralismo e dell’economicismo che sono radicate nel movimento comunista dei paesi imperialisti, 2. con l’idea, anche questa radicata nel movimento comunista dei paesi imperialisti e non solo, che la rivoluzione è qualcosa che scoppia, è una rivolta, un’insurrezione spontanea delle masse di cui i comunisti approfitteranno e nel frattempo partecipano alle elezioni, promuovono lotte rivendicative, denunciano le malefatte della borghesia, fanno formazione e controinformazione, ecc.(2)


2. Alcuni presentano la rivoluzione russa del 1917 come un’insurrezione popolare (“assalto al Palazzo d’Inverno”) nel corso della quale i bolscevichi hanno preso il potere. In realtà l’instaurazione del governo sovietico nel novembre del 1917 è stata preceduta da un lavoro sistematico di accumulazione delle forze diretto dal partito che a partire dal 1903 si era costituito come forza politica libera, che esisteva e operava con continuità in vista della conquista del potere nonostante che l’avversario mirasse a distruggerla; è stata preceduta dal lavoro più specifico fatto tra il febbraio e l’ottobre 1917 ed è stata seguita da una guerra civile e contro l’aggressione imperialista conclusa nel 1921 e conclusa solo in un certo senso perché lo sforzo della borghesia imperialista per soffocare l’Unione Sovietica è proseguito nelle lunghe e molteplici manovre antisovietiche degli anni ‘20 e ‘30 e nell’aggressione nazista del 1941-1945 preparata da tutti i gruppi imperialisti (“soffocare il bambino finché è ancora nella culla” fu Churchill a proclamarlo, non Hitler). La rivoluzione russa del 1905 aveva avuto più la forma di un’esplosione popolare non preceduta dall’accumulo delle forze attorno al partito comunista: non a caso non aveva portato alla vittoria.

In un articolo dedicato al 106° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre (Tra guerra e crisi di civiltà la storia è di nuovo in marcia in Contropiano 7 novembre 2023 www.contropiano.org), Sergio Cararo, dirigente della Rete dei Comunisti, ha sostenuto che le parole d’ordine “pace e pane” hanno innescato in Russia una rivoluzione vittoriosa perché “erano in sintonia con le esigenze di sopravvivenza delle sterminate masse proletarie russe e creavano le condizioni migliori per far evolvere la lotta per la sopravvivenza in lotta per l’emancipazione sociale”. Ma assieme a “pace e pane” i bolscevichi dicevano anche “tutto il potere ai soviet”, spiegavano che solo in questo modo le masse proletarie avrebbero conquistato “pace e pane”, lavoravano a rafforzare i soviet su questa via. Senza “tutto il potere ai soviet”, quella del “pace e pane” sarebbe rimasta una richiesta, una rivendicazione velleitaria al governo borghese di Kerenskij.


Noi del P.CARC queste due rotture le abbiamo sedimentate attraverso il bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria (compreso, nel nostro paese, il bilancio del PCI e anche dei tentativi di ricostruzione del partito comunista fatti dal movimento marxista-leninista e poi dalle Brigate Rosse) e l’analisi della fase condotti per ricostruire il partito comunista (era una delle condizioni che avevamo individuato come necessarie per la sua ricostruzione) facendo contemporaneamente fronte agli attacchi repressivi (i procedimenti giudiziari per “associazione sovversiva”, le perquisizioni, gli arresti che si sono susseguiti a partire dagli anni ’80), attraverso la scoperta del maoismo (terza e superiore tappa del pensiero comunista) e l’applicazione dei suoi insegnamenti, attraverso tre lotte ideologiche attive. Quindi ci sembrano quasi scontate. Per i partiti e organismi del MCCO attuale, invece, presuppongono una lotta ideologica profonda che dia risposte serie alla domanda “perché il movimento comunista non è riuscito a instaurare il socialismo nei paesi imperialisti”, e richiedono di applicare le lezioni che vengono da tale bilancio (il contrario del dogmatismo, della “fedeltà ai principi del marxismo-leninismo”), con spirito sperimentale: instaurare il socialismo in un paese come il nostro non è “fare come in Russia” nel 1917.

Noi abbiamo sottolineato ripetutamente che i presupposti della linea del GBP sono il precipitare della crisi generale del capitalismo nella fase acuta e terminale, la debolezza del movimento comunista cosciente e organizzato, il seguito di cui godono tra le masse popolari gli esponenti della sinistra borghese. Che è quindi una linea per far avanzare la rivoluzione socialista (interesse storico delle masse) ponendo rimedio temporaneo e precario agli effetti più gravi della crisi che colpiscono le masse (risponde agli interessi immediati di queste ultime e facilita la loro mobilitazione e organizzazione) e mettendo a contribuzione e alla prova gli attuali “capi” delle masse popolari. Probabilmente non abbiamo calcato abbastanza sul fatto che la linea del GBP tiene conto del fatto che la nostra lotta si svolge in un paese imperialista, caratterizzato dal capitalismo monopolistico di Stato: detto terra terra, dal ruolo che lo Stato ha assunto nell’economia.(3) Lenin già nel 1917 (La catastrofe incombente e come lottare contro di essa) aveva indicato che “il capitalismo monopolistico di Stato è la preparazione materiale più completa del socialismo, è la sua anticamera, è quel gradino della scala storica che nessun gradino intermedio separa dal gradino chiamato socialismo” (…) Cercate ora di sostituire allo Stato-capitalista proprietario uno Stato democratico rivoluzionario, cioè uno Stato che abolisca in modo rivoluzionario tutti i privilegi e non tema di introdurre in modo rivoluzionario la piena democrazia. Troverete che, dato uno Stato veramente democratico rivoluzionario, il capitalismo monopolistico di Stato implica inevitabilmente e senza dubbio un passo, e più di un passo, verso il socialismo!”. Con il GBP iniziamo appunto quest’opera, ci inseriamo nelle crepe del potere e le allarghiamo, ci infiltriamo nella macchina statale e iniziamo a epurarla, iniziamo a far funzionare le strutture che presiedono ai servizi pubblici anche solo in modo conforme alla Costituzione.


3. “In Italia lo Stato dispone di una Pubblica Amministrazione, è proprietario al modo di un gruppo finanziario di un settore dell’economia costituito da aziende pubbliche e da aziende partecipate, gestisce una enormità di servizi pubblici (istruzione, sanità, igiene pubblica, reti - idrica, elettrica, telefonica e fognaria -, smaltimento dei rifiuti, rete di vie di comunicazioni e trasporti - stradali, ferroviari, aerei - di persone e cose, poste, radio, televisione, rete internet, manutenzione del territorio), presiede alla gestione del sistema monetario, bancario e di tutto il sistema economico (capitalismo monopolistico di Stato), legifera su un gran numero di relazioni sociali. Esso inoltre alimenta, anima, controlla e dirige un enorme sistema di controrivoluzione preventiva (MP cap. 1.3.3) dal quale ricavano di che vivere qualche centinaia di migliaia di individui.

In Italia Pubblica Amministrazione e istituzioni pubbliche occupano più di 5.1 milioni di adulti su 23.4 milioni di adulti classificati come occupati. Esse hanno un indotto: organismi autonomi, ONG e altri che svolgono attività appaltate dallo Stato e che a vario titolo occupano altre centinaia di migliaia di adulti (circa 850 mila solo le ONG a fine 2017), più aziende fornitrici di beni e servizi. Complessivamente tra organi statali e parastatali, imprese controllate e imprese partecipate dallo Stato e circa 16 milioni di pensionati, più di 28 milioni di adulti (su una popolazione complessiva di circa 60 milioni comprensiva di minori) dipendono direttamente dallo Stato (spesa pubblica e pensioni) per il reddito loro e dei familiari. In Italia la spesa pubblica annuale ammonta, come ordine di grandezza, a circa 800 miliardi € su un PIL (per forza di cose consideriamo questo dato nonostante il suo significato equivoco) di circa 1.700 miliardi di €.

Attualmente tutta questa struttura pubblica è permeata da concezioni, sentimenti, relazioni e modi di fare che derivano dal modo di produzione capitalista, è formata per servirlo e funziona al suo servizio, i suoi dirigenti sono persone di fiducia della classe dominante. In altre parole è al servizio della borghesia imperialista e del clero. Instaurare lo Stato della dittatura del proletariato significa creare una struttura che assicura i servizi necessari alla popolazione ma è formata e diretta dal proletariato organizzato e cosciente con alla sua testa il partito comunista, cioè dal movimento comunista cosciente e organizzato. Estinzione dello Stato significa che si è formata una struttura che assicura i servizi necessari ed è però gestita dalla popolazione che ha superato l’esclusione dalla gestione della vita sociale e dalle attività specificamente umane (MP nota 2 pag. 249), l’esclusione che le classi dominanti hanno da sempre imposto alla massa della popolazione” (Prendere in mano la direzione del paese imparando dall’esperienza, VO 68 – luglio 2021).


Che in momenti di crisi del sistema di potere della borghesia imperialista per i comunisti è possibile infiltrarsi nella macchina statale con governi di emergenza, è una lezione che ci viene dal passato (basta pensare anche solo ai governi del Fronte Popolare in Francia e in Spagna negli anni 1936-38 e ai governi formati nel 1944-47 in Italia e in Francia) (4) e anche dal presente: vedi nel 2018 i governi del M5S in Italia e nel 2015 il governo Syriza in Grecia. La questione è considerarli non come un punto di arrivo, ma come uno strumento di lotta: uno strumento per conquistare ulteriori posizioni facendo leva sulle forze organizzate delle masse popolari (le OO e OP in primo luogo, le organizzazioni sindacali, le associazioni, ecc.) e sulla loro mobilitazione a livello locale e nazionale, fino a mettere la classe dominante con le spalle al muro. O cede tutto o ricorre alla guerra civile e ai suoi alleati esteri. È quello che non ha fatto il PCI nel 1944, né tantomeno il M5S e Syriza.


4. Nel 1919 Lenin stesso l’aveva considerata per Germania, Inghilterra e altri paesi (Svizzera, Italia, Olanda, Belgio, Austria, Ungheria, Croazia, Cecoslovacchia, Polonia): vedi Governo di Blocco Popolare: riformismo o socialismo? in VO 73 - marzo 2023.


Noi non ci illudiamo che i vertici della Repubblica Pontificia e le istituzioni della loro Comunità Internazionale (UE, NATO, ecc.) staranno a guardare e lasceranno fare il GBP. Al contrario, siamo sicuri che ricorreranno a ogni risorsa e manovra, per quanto criminali e sanguinose, se saranno convinti che siano efficaci per recuperare il terreno perduto, che saboteranno e osteggeranno le misure del GBP in vari modi. Misure d’emergenza come la sospensione del pagamento dei mutui bancari e degli affitti alle immobiliari e a tutti i grandi proprietari di immobili o il sostegno alle iniziative dei lavoratori per riprendere la produzione nelle aziende che i padroni chiudono o la stabilizzazione dei precari a partire dalla Pubblica Amministrazione andranno attuate, consolidate ed estese e sarà una lotta. Daranno inevitabilmente luogo a contraddizioni tra settori delle masse e a degli inconvenienti di cui i vertici della Repubblica Pontificia approfitteranno per soffiare sul fuoco del “ritorno al normale corso delle cose”. Per abolire il debito pubblico, cioè smettere di pagare gli interessi e le rate in scadenza alle banche, alle finanziarie, ai fondi d’investimento (tutelando quella parte delle masse popolari che ha risparmi in BOT e CCT) bisognerà essere decisi a far fronte all’opposizione, al sabotaggio, ai ricatti dei padroni, del Vaticano, delle organizzazioni criminali e della loro Comunità Internazionale a guida USA… basta vedere le manovre contro i cosiddetti “Stati canaglia”. Quindi, ad esempio, bisogna prepararsi a bloccare i conti correnti dei ricchi e a mettere sotto controllo o direzione pubblica le banche e le istituzioni finanziarie operanti sul suolo italiano mobilitando e organizzando prima anche i lavoratori delle banche e delle istituzioni finanziarie stesse.

Ma è proprio mobilitando le OO e OP ad attuare le misure d’emergenza contro quelli che le saboteranno, è proprio allargandole per affrontare i problemi che la loro attuazione inevitabilmente comporterà che arriveremo a instaurare il socialismo.

Il GBP sarà una lotta e una scuola. Una lotta che insegnerà alle masse popolari che, per non essere travolte dalla crisi del capitalismo e non essere usate dalla Comunità Internazionale per le sue guerre, bisogna andare fino in fondo: abolire completamente la proprietà privata delle grandi aziende e togliere ai borghesi ogni libertà di cui approfittano contro gli interessi delle masse popolari, instaurare la dittatura del proletariato e un’economia pianificata. È una scuola, attraverso cui le masse popolari impareranno a dirigere il paese, a diventare nuova classe dirigente di un paese nuovo, di un paese socialista.

La fine dei “governi della breccia” è stata un passo indietro nella lotta per il GBP? Certo che se il governo Conte 1 fosse andato avanti la nostra lotta sarebbe oggi a un livello più avanzato! Noi però non ci illudevamo che il M5S andasse avanti di per sé, che una forza come il M5S facesse quello che non ha fatto neanche il PCI con i governi del CLN! Infatti abbiamo detto “allargare la breccia”: portare le masse popolari a organizzarsi di più per fare pressione sul governo M5S - Lega, per prendere in mano l’attuazione delle misure a loro favorevoli prese dal governo contro chi le ostacola e sabota, per attuare direttamente le misure che le masse popolari organizzate hanno già la forza di attuare e su cui il governo tentenna, per opporsi e boicottare le misure antipopolari del governo; portare le masse popolari a rendersi conto per loro esperienza che devono prendere il posto del governo Conte con un proprio governo d’emergenza. La cosa determinante quindi è tirare un bilancio. In primo luogo dell’azione che abbiamo svolto per attuare questa linea. È quello che abbiamo fatto a fine 2021, nel Documento di aggiornamento della Dichiarazione Generale del V Congresso, dove indichiamo gli errori e i limiti con cui abbiamo operato per “allargare la breccia”: le lezioni che ne derivano le abbiamo e le stiamo mettendo a frutto. In secondo luogo usare gli insegnamenti per la linea che stiamo attuando. A questo proposito i “governi della breccia” mostrano da una parte che si possono creare situazioni in cui (a causa dell’aggravarsi della crisi e della mobilitazione delle masse popolari) la borghesia non è in grado di mantenere la continuità del suo sistema di governo e dall’altra che se non fa leva su una rete di OO-OP un governo “di ben intenzionati” è impotente, non sta in piedi e finisce risucchiato dalle Larghe Intese. In sostanza confermano la lezione che viene anche dai “governi di emergenza” del passato, indicano dove porta costituire governi più favorevoli alle masse popolari senza però un piano per andare oltre, senza essersi dati i mezzi per andare oltre, per ricavare da tali governi quello che è possibile ricavare per avanzare nella lotta per il socialismo.


Concludo con i passi avanti fatti o meno nella lotta per il GBP. I passi avanti fatti o non fatti nella lotta per il GBP vanno misurati, con serietà e onestà: sulla base del loro sviluppo decidiamo le mosse da fare, le iniziative da prendere, le parole d’ordine da lanciare. Non dipendono dalle impressioni, dal fatto che un compagno è di buona volontà e ottimista quindi vede il bicchiere “mezzo pieno” e un altro è di suo pessimista quindi vede il bicchiere “mezzo vuoto”. Li misuriamo sull’avanzamento nella creazione delle quattro condizioni necessarie alla costituzione del GBP. La costituzione del GBP non è ancora diventata l’obiettivo perseguito dalle OO e OP, ne ho trattato sopra, ma le loro mobilitazioni hanno o no come bersaglio più diretto il governo Meloni, quindi il governo del paese? Le OO e OP sono cresciute di numero o no? Si sono rafforzate o no? Sono aumentate o no le OO e OP che agiscono da nuove autorità pubbliche? Sono più coordinate tra loro o no? L’ingovernabilità, dall’alto e soprattutto dal basso, è cresciuta o no? A livello nazionale è abbastanza evidente che queste cose sono cresciute, si sono sviluppate ma che non siamo ancora al “punto di rottura”. Ogni compagno è in grado, per la zona in cui opera, di dire quanto sono cresciute spontaneamente (per effetto della pandemia, dell’installazione del governo Draghi, della partecipazione del nostro paese alla guerra USA-NATO contro la Federazione Russa, della formazione del governo Meloni, dell’attacco della resistenza palestinese e della criminale reazione dei sionisti di Israele) e quanto per effetto dell’azione e dell’influenza del nostro partito e di tutta la Carovana del (n)PCI.


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Il compito di noi comunisti è l’organizzazione dei lavoratori più avanzati, la mobilitazione dei loro organismi ad assumere passo dopo passo un ruolo dirigente verso il resto dei lavoratori nell’azienda e fuori, l’elevazione delle coscienze resa possibile ad ogni passo dall’esperienza fatta e la conquista al Partito dei più generosi e avanzati. Noi dobbiamo elevare la comprensione (la coscienza) di ogni ambiente, gruppo e individuo al livello più alto che riusciamo e che esso è in grado di raggiungere, ma dirigerlo a fare con una coscienza che è la nostra. Sulla base dell’esperienza, anche le masse (che tutte le classi dominanti hanno sempre escluso il più possibile dalle attività specificamente umane) capiscono e aderiscono.

A questo proposito i principali errori da correggere nelle file della Carovana del (n)PCI sono:

a) l’unilateralismo: concentrarsi sulla pratica trascurando la trasformazione della coscienza oppure concentrarsi sulla trasformazione delle idee dei lavoratori avanzati trascurando la pratica (una variante è voler trasformare le idee dei lavoratori solamente attraverso lo studio della concezione comunista del mondo);

b) il movimentismo: non curare la concatenazione dei passi, delle iniziative, delle battaglie;

c) il conciliatorismo: non indicare in modo chiaro e aperto le diverse analisi, linee, metodi e strumenti che si scontrano ogni volta che si tratta di fare un passo avanti.

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