La Voce 75 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXV - novembre 2023

Scaricate il testo in formato PDF - Formato Open Office - Formato Word

Contro la guerra, l’economia di guerra e il governo della guerra

Combinare azioni legali e illegali, fino a rendere ingovernabile il paese

Sviluppare in ogni settore della popolazione operazioni specifiche

L’operazione “Tempesta di Al-Aqsa” lanciata dalla resistenza palestinese contro la pulizia etnica perseguita dal governo sionista di Israele mostra che la repressione, le armi e la superiorità tecnologica degli imperialisti servono solo fin quando non incontrano un popolo deciso a combattere guidato da una direzione devota alla causa e all’altezza della situazione. Noi non possiamo dire oggi ai lavoratori e alle masse popolari quanto tempo, quanta fatica e quanto sangue costerà, ma possiamo dire con certezza che la vittoria sarà delle masse popolari amanti della pace. Quindi dobbiamo avere fiducia nelle nostre forze e nel futuro, non disperare mai nella vittoria, mobilitarci, organizzarci e assestare tutti i colpi che via via saremo in grado di infliggere alla macchina da guerra dei gruppi imperialisti USA e sionisti e dei loro complici italiani, sviluppare in ogni settore della popolazione operazioni specifiche, combinare la mobilitazione e la protesta pubblica e l’attività clandestina, la mobilitazione di massa e le azioni individuali e di gruppo, le azioni legali e quelle illegali.

Iniziative e azioni di lotta tollerate dalla legalità borghese e che sono d’avanguardia per come vengono condotte. A questo campo appartengono le numerose iniziative che possono essere intraprese nell’ottica di alimentare e allargare il fronte unito di lotta contro le operazioni di guerra USA-NATO, oppure alimentare le contraddizioni in campo nemico. Ne indichiamo cinque tipi.

- La denuncia informata del ruolo dei gruppi imperialisti USA in Italia, delle manovre sporche di cui sono autori e mandanti: dagli accordi con le famiglie mafiose in Sicilia per la costruzione delle basi e dei poligoni militari (in continuità con il sodalizio tra USA e mafia siciliana iniziato nel 1943) all’ingerenza USA nella politica interna del nostro paese; dal denaro pubblico italiano destinato alle basi in concessione agli USA all’impunità di cui godono i militari statunitensi nel nostro paese anche se commettono efferatezze e crimini; dal ruolo degli imperialisti USA nelle stragi di Stato alle operazioni di spionaggio e controllo che attuano nei confronti della popolazione italiana. La denuncia informata consente non solo di far conoscere a larga parte della popolazione le nefandezze commesse dai gruppi imperialisti, ma anche di approfondire l’inchiesta e la conoscenza del campo nemico, dei rapporti e relazioni che intercorrono in esso, ecc. Esempi di denuncia informata sono quella promossa dal giornalista pacifista Antonio Mazzeo, il lavoro svolto dal giornalista Manlio Dinucci e dal Comitato No Guerra No Nato, dalle altre decine di singoli e gruppi impegnati nell’inchiesta e nella denuncia delle operazioni sporche USA-NATO e sioniste nel nostro paese e nel mondo.

- Iniziative come denunce e ricorsi utili a rallentare le manovre dei gruppi imperialisti USA-NATO. Due esempi. Il primo è l’azione legale contro la presenza delle bombe nucleari in Italia promossa da oltre una ventina di associazioni del movimento pacifista italiano e curata dall’associazione internazionale IALANA (Associazione Internazionale degli Avvocati contro le Armi Nucleari) con la sua sezione italiana. Questa iniziativa ha il pregio di allargare il fronte di lotta contro la guerra e i promotori della Terza guerra mondiale, ossia i gruppi imperialisti USA-NATO, fronte che si estende dall’area cattolica di Pax Christi alla sinistra più radicale, da associazioni ed esponenti della società civile ad alcuni centri sociali. Il secondo esempio è costituito dalla serie di ricorsi, esposti e denunce portate avanti dal Comitato Stop RWM, organizzazione popolare che denuncia il ruolo della Rheinmentall Waffe Munition (RWM) - azienda tedesca che in Italia ha sedi a Ghedi e a Iglesias (SU) - nella collaborazione con l’Arabia Saudita per lo sterminio del popolo yemenita, il traffico di armi in cui è coinvolta e la corruzione di funzionari pubblici e amministratori locali da essa promossa, per ampliare illegalmente lo stabilimento di Iglesias con la costruzione di campi-prove per testare gli armamenti che vende ai paesi in guerra di tutto il mondo. Con la sua azione e la mobilitazione popolare il Comitato sta col fiato sul collo degli amministratori locali che RWM corrompe per avere concessioni e permessi e rende la vita difficile alla stessa azienda. Per di più esso conduce questa battaglia unendosi alla più ampia lotta per liberare la Sardegna dalle basi NATO.

- Scioperi, mobilitazioni e vertenze sindacali contro l’economia di guerra e l’attacco alle condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari: iniziative simili devono moltiplicarsi, ogni luogo di lavoro deve agitarsi, in ogni azienda bisogna costituire comitati e gruppi di lavoratori che lottano contro la guerra in cui i gruppi imperialisti USA-NATO trascinano il paese, contro gli effetti fuori e dentro le aziende della partecipazione a questa guerra da parte dell’Italia. Nessuna singola vertenza oggi può avere uno sbocco concreto se non si lega alla più generale lotta contro gli imperialisti USA-NATO e la sottomissione del nostro paese alle loro imposizioni che rendono la vita sempre più difficile a larga parte della popolazione italiana.

- Manifestazioni stradali e iniziative pubbliche di protesta e di lotta: le manifestazioni contro le basi militari USA-NATO del 21 ottobre a Ghedi, Pisa, Palermo e la manifestazione nazionale contro la guerra del 4 novembre sono esempi di iniziative che alimentare una campagna nazionale di lotta contro la guerra e gli imperialisti USA-NATO. Queste mobilitazioni devono essere sempre più coordinate e via via convergere su iniziative e obiettivi comuni, così da rafforzare negli organismi operai e popolari la fiducia che è possibile lottare fino a liberare il paese dal protettorato USA.

- Le iniziative di solidarietà con tutti coloro che sono colpiti dalla repressione per l’impegno profuso nell’opposizione alle politiche di lacrime e sangue del governo Meloni, nella lotta contro le basi e installazioni militari USA-NATO nel nostro paese, il riscaldamento climatico, ecc. indipendentemente dai reati di cui le autorità li accusano per colpirli. Aumentano cariche poliziesche, fogli di via, multe, intimidazioni, campagne di criminalizzazione, inchieste: fare di ogni atto di repressione uno strumento per rafforzare le battaglie in corso.

Iniziative e azioni in rottura con la legalità borghese. Sono le iniziative organizzate secondo il criterio che “è legittimo tutto ciò che è conforme agli interessi delle masse popolari, anche se vietato dalle leggi borghesi”. In sintesi si tratta di quattro tipi di iniziative.

- Azioni militanti contro le basi e installazioni USA-NATO nel nostro paese. Dal 4 al 6 agosto scorso il Movimento No MUOS ha organizzato il proprio campeggio di lotta a Niscemi (CL), a ridosso delle antenne NRTF del sistema radar MUOS della Marina Militare statunitense. Il 6 agosto, uno dei generatori che serve ad illuminare il perimetro della base è stato incendiato. Questa iniziativa ricalca l’esperienza di lotta contro le basi militari NATO di A Foras - Contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna che ha avuto la forza, il 3 novembre 2015, di tagliare le reti ed entrare nel poligono militare di Capo Teulada (SU) e interrompere la Trident Juncture (esercitazione che coinvolgeva più di dieci paesi aderenti alla NATO). Iniziative come queste devono essere diffuse e alimentate perché danno fiducia, mostrano che è possibile colpire, con azioni di lotta e sabotaggio, le installazioni militari USA-NATO in Italia e che queste strutture sono tutt’altro che intoccabili.

- Il boicottaggio delle attività delle basi. Tutte le installazioni militari USA-NATO hanno bisogno di rifornimenti costanti. È del tutto possibile individuare il modo in cui ottengono i rifornimenti: spesso si appoggiano ad aziende locali che operano sia all’interno delle basi che all’esterno. Quello che serve è organizzare i lavoratori e le masse popolari che vivono nei pressi dei poligoni e delle installazioni militari a prendere iniziative di sabotaggio: danneggiare o distruggere le reti di distribuzione dei servizi di prima necessità (luce, gas, acqua potabile), far saltare e disertare le gare d’appalto (con appelli, azioni di lotta, ecc.) per l’assegnazione dei lavori di rifornimento delle basi (approvvigionamenti, lavanderie, ecc.), rallentare o impedire il normale svolgimento delle attività correnti. Nella maggior parte dei casi queste installazioni militari rubano acqua e risorse alla comunità circostante (è il caso della base USA di Niscemi) e non portano alcun beneficio, nemmeno in termini di posti di lavoro, come dimostra il dossier di A Foras sul poligono di Teulada (vedere www.aforas.noblogs.org/files/2017/10/Dossier-Teulada.pdf).

- Bloccare e sabotare l’invio e il trasporto di armi verso l’Ucraina e Israele, ogni convoglio ferroviario e stradale e ogni caricamento di navi e aerei. Bisogna generalizzare iniziative come quelle del Comitato Autonomo Lavoratori Portuali (CALP) di Genova contro l’invio di armi dai porti italiani e quelle dei lavoratori aeroportuali di Pisa. Porto Canale di Cagliari, i porti di Livorno e Trieste, gli aeroporti di Trapani e Pisa sono oggi tra le strutture civili più utilizzate per il traffico di armi. A questi si aggiungono gli aeroporti militari di Amendola (FG), Pratica di Mare (Roma), Decimomannu (CA), Ghedi (BS), Aviano (PN) e i porti militari di Augusta (SR), La Spezia, Taranto e altri. Convogli ferroviari con forniture militari partono dalle province con più alto tasso di produzione militare e con i depositi di mezzi e armamenti più grandi, sfruttano le linee dei Treni ad Alta Velocità (TAV): dal deposito di carri armati di Lenta (Vercelli), alle caserme dei reggimenti di artiglieria nelle province di Treviso, Udine, Salerno e Foggia, alle fabbriche di armi nelle province di Novara, Varese, Brescia, Bolzano.


***

Le antenne cadranno giù! - 09.08.2023

Fonte: www.nomuos.info/le-antenne-cadranno-giu/

Accogliamo con gioia e diffondiamo la notizia del generatore di un faro di luce che il giorno 6 agosto nel pomeriggio ha preso fuoco all’interno della base MUOS, nei pressi del cancello 2.

Siamo felici che il campeggio estivo a Niscemi stia sempre più diventando, anno dopo anno, luogo di profonda analisi politica, sentita e condivisa, e al contempo approfondimento e messa in pratica di tecniche di lotta e sabotaggio di una delle basi di guerra più potenti nel mondo. Ringraziamo di cuore chi ha partecipato e ha contribuito, nella bellezza e intensità delle relazioni di quelle giornate, a tirar su il morale e dare questo messaggio importante di speranza, lotta e determinazione! Nei prossimi giorni seguiremo con un report delle attività svolte e delle decisioni prese, nella volontà di allargare politicamente sempre di più il respiro di questa lotta. No alle guerre, no al MUOS fino alla vittoria!

***


- Organizzare espropri proletari, non pagamento delle bollette e degli affitti delle abitazioni proprietà di società immobiliari o edilizia pubblica e altre iniziative per rimediare agli effetti della guerra e dell’economia di guerra che colpiscono le masse popolari italiane. Sempre più ampi sono i settori delle masse popolari che soffrono la tenaglia dell’inflazione e della precarietà. Con l’eliminazione del Reddito di Cittadinanza il governo Meloni ha dichiarato guerra alla parte più povera delle masse popolari costringendola ad arrangiarsi in qualche modo peggio di prima. Nel frattempo, Meloni si è profusa nell’assicurare piena collaborazione e sostegno al governo fantoccio di Zelensky e alla NATO. Bisogna promuovere espropri e riappropriazioni dei beni di prima necessità (alimentari, abitazioni, indumenti, ecc.) e organizzarne la distribuzione tra i lavoratori, i precari, i disoccupati.

Dario B.