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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXV - luglio 2023

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Consolidamento e rafforzamento del (nuovo)PCI

Incanalare il ribellismo nel fiume della rivoluzione socialista

Lo sviluppo della resistenza delle masse popolari, per difendere quanto resta delle conquiste di civiltà e benessere strappate alla borghesia sotto la guida del movimento comunista durante la prima ondata della rivoluzione proletaria e per far fronte ai nuovi mali (basti pensare alla crisi ambientale o agli effetti della guerra in corso contro la Federazione Russa) che la borghesia imperialista infligge per prolungare l’esistenza del suo sistema sociale, è in ogni paese il principale problema interno per il dominio della borghesia, è quello che ostacola e intralcia i sistemi politici della borghesia.

In questo contesto vanno assumendo una funzione specifica le iniziative di lotta di tipo militante, quelle che contrastano in modo diretto, in forme radicali e combattive, le misure della classe dominante. In Italia (1) ne sono un esempio

- gli atti di sabotaggio condotti nell’ambito di iniziative di massa come quelle organizzate dai portuali del CALP di Genova contro i traffici di armi destinate alle guerre imperialiste o dal movimento NO TAV in Val Susa contro l’espansione del cantiere della Torino-Lione,

- gli atti di sabotaggio condotti in segretezza come quelli organizzati sempre dal movimento NO TAV contro le aziende colluse con la realizzazione dell’opera e contro le forze dell’ordine stanziate sul territorio (truppa d’occupazione),

- il sostegno militante ai gruppi di operai e masse popolari colpiti dalla violenza poliziesca come accade di frequente nelle lotte sindacali della logistica o nelle lotte dei movimenti di senza casa e di senza lavoro,

- le lotte di strada in solidarietà con il prigioniero anarchico Alfredo Cospito e contro la sua detenzione in regime di 41bis,

- i blocchi (di strade o uffici di enti presi a bersaglio) e le altre azioni eclatanti organizzate da Ultima Generazione ed Extinction Rebellion.

Nel nostro paese questo tipo di iniziative riguardano una parte attualmente circoscritta delle masse popolari, ma destinata ad aumentare a fronte del ricorso crescente alla repressione da parte della classe dominante. Pensiamo al movimento NO Green Pass del 2021-2022: molti attivisti NO Green Pass a un certo punto hanno partecipato ad attività di tipo militante perché costretti dalla necessità di fronteggiare le discriminazioni delle autorità contro chi non aveva il certificato verde (esemplare a tal proposito la mobilitazione dispiegatasi nella città di Trieste).


1. In Francia ancor più che in Italia, a partire dal movimento dei gilet gialli sorto nel 2018 e dalla violenta repressione di cui è stato fatto oggetto da parte delle autorità, lo sviluppo di azioni militanti è diventato un ingrediente di portata considerevole nella mobilitazione operaia e popolare. Ne sono un esempio le combattive mobilitazioni contro la riforma delle pensioni voluta da Macron e quelle contro la crisi ambientale promosse dal movimento Les soulèvements de la Terre (“I sollevamenti della Terra”), quest’ultimo sciolto per legge lo scorso 22 giugno dopo le manifestazioni di marzo contro la costruzione del bacino idrico di Sainte-Soline (dipartimento di Deux-Sèvres, regione Nuova Aquitania).


I CdP nelle loro zone di attività devono svolgere un lavoro specifico verso organismi e singoli che promuovono iniziative militanti.

Una delle condizioni per imporre ai vertici della Repubblica Pontificia di ingoiare la costituzione del Governo di Blocco Popolare è rendere il paese ingovernabile da ogni governo di loro emanazione e di fiducia della Comunità Internazionale degli speculatori, quindi estendere il boicottaggio dell’attività delle pubbliche autorità e l’insubordinazione ad esse, l’appropriazione organizzata di beni e servizi (espropri proletari), il sabotaggio delle strutture attraverso le quali gli imperialisti USA esercitano il loro protettorato sul nostro paese (basi militari, sede di comandi, sedi diplomatiche, ecc. degli USA e della NATO) e delle attività con cui il governo Meloni sostiene il regime fantoccio di Zelensky (invio e trasporto di armi, addestramento di militari, ecc.). A questo fine i promotori e organizzatori di attività militanti svolgono un ruolo importante.

Oltre che dal punto di vista pratico, le iniziative militanti vanno valorizzate per sviluppare la lotta contro il legalitarismo e contro la divisione tra “buoni e cattivi”, dove i “buoni” sarebbero gli oppositori impotenti e i “cattivi” sarebbero quelli che non rispettano leggi e regolamenti fatti apposta per tutelare i padroni e le loro autorità. Oggi i padroni e le loro autorità conducono in ogni angolo della terra contro le masse popolari una guerra di sterminio non dichiarata che provoca ogni anno decine di milioni di morti per carestie, per malattie curabili, per incidenti sul lavoro e nei trasporti, per epidemie, per guerre, per crimini e per disperazione. Chiamano la loro guerra di sterminio “ordine sociale”, bollano come terrorista chiunque osa ribellarsi contro il loro ordine e si arrogano il diritto di perseguitarlo. In questo contesto non c’è niente di più immorale e disumano che la rassegnazione, la sottomissione e il servilismo. Predicare contro la ribellione e condannare la ribellione significa lavorare a favore della borghesia e del clero: chi lo fa confluisce e collabora con i difensori dell’ordine borghese. Quanto alle forme della ribellione, esse sono tanto più giuste quanto più sono efficaci per eliminare o almeno indebolire l’ordine sociale che ci opprime.

Infine, bisogna guardare e intervenire oggi nell’ambiente dei ribelli alla luce del bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria: i partiti comunisti hanno formato proprie forze armate inquadrando militarmente una parte delle masse (milizie popolari) e tramite il passaggio alla rivoluzione di una parte delle forze armate nemiche.

Nell’ambiente dei promotori e animatori di iniziative militanti non mancano i singoli e i gruppi che si dichiarano appartenenti al movimento comunista o almeno suoi simpatizzanti. Tuttavia il grosso di essi sono sinceri oppositori e ribelli secondo i quali “il movimento è tutto, il fine è nulla” e quel che conta è il successo della singola lotta, scontro o azione immediata mentre darsi un orizzonte strategico sarebbe una dispersione di forze. Posizioni che fanno il paio con la tesi che il mondo è tutto cambiato rispetto alla prima ondata delle rivoluzioni proletarie del secolo scorso, che occorre formulare una nuova concezione rivoluzionaria e ricercare nuovi soggetti rivoluzionari. Questo è il senso comune prevalente nell’ambiente dei ribelli, egemone anche su quanti si definiscono comunisti e non rinnegano apertamente la causa del socialismo. Ne deriva che l’ambiente in questione non assume la rinascita del movimento comunista e l’instaurazione del socialismo come scopo della propria militanza, in ciò influenzati dai limiti passati del movimento comunista in Italia, dalle difficoltà che incontra il suo attuale processo di rinascita e infine dalla multiforme campagna anti-comunista promossa dal nemico. Si tratta di ambiti ideologicamente eclettici in cui allo schieramento sul campo contro la classe dominante non corrisponde uno schieramento ideologico conseguente, in cui all’antagonismo nei confronti della borghesia e del clero non corrisponde la capacità di concepire un paese e un mondo liberi dalla borghesia imperialista e in cui la ricerca di una concezione rivoluzionaria secondo cui orientarsi, data la rinuncia alla concezione comunista sfocia di regola nell’eclettismo, nell’esotismo o nell’accademia.(2)


2. Uno sponsor di questo genere di concezione del mondo è il fumettista romano Zero Calcare che proprio sulla sua trasposizione in forma di cartone animato ha fatto fortuna sulla piattaforma Netflix. Nell’opera di Zero Calcare si mischiano spirito caritatevole cattolico, luoghi comuni della cultura borghese di sinistra e rimandi ai più recenti riferimenti ideologici del movimento di liberazione nazionale kurdo di sinistra (il confederalismo democratico di Ocalan, di cui Zero Calcare è uno sponsor in Italia). Pur sulla base di una concezione anti-comunista e anti-partito, Zero Calcare svolge comunque una positiva azione di incoraggiamento alla partecipazione alla lotta di classe, che possiamo valorizzare nell’ambito del movimento per la costituzione del GBP.


Non dobbiamo stupirci che la ribellione contro i vertici della Repubblica Pontificia assuma bandiere diverse da quelle di noi comunisti. Ciò è il riflesso della nostra debolezza attuale e delle difficoltà che incontra il movimento comunista a rinascere e a risollevarsi dalla sconfitta subita con l’esaurimento della prima ondata delle rivoluzioni proletarie (1917-1976). Piuttosto è nostro compito legarci anche a questa forma di resistenza così come ci uniamo al movimento di resistenza nel suo insieme.

Quando un ordine sociale è ingiusto, il disordine è il primo passo per costruire un ordine sociale giusto” (Romain Rolland). Oggi i fautori di azione militanti rappresentano principalmente una tendenza positiva, che è nostro compito valorizzare nell’ambito del nostro piano d’azione. Al di là della loro confusione ideologica, promotori e animatori di azioni militanti esprimono la tendenza a passare dalla difesa all’attacco, da una lotta di tipo difensivo e condotta stando alle regole dettate dal nemico ad una lotta di tipo offensivo, per liberarsi della borghesia e uscire dalle regole che questa impone alle classi oppresse.

Da un lato il corso delle cose promosso dai vertici della Repubblica Pontificia e dall’altro lato il constatato fallimento delle lotte incentrate sul riformismo elettorale e su quello rivendicativo favoriranno negli anni a venire l’aumento di quanti, mossi dalla necessità di resistere e difendersi, si ribelleranno nelle forme che abbiamo descritto. Già oggi in diverse circostanze della nostra attività di partito ci imbattiamo in gruppi la cui ragione d’essere è l’organizzazione di attività militanti.


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Le otto vie per rendere il paese ingovernabile

1. Fare manifestazioni di protesta e boicottare l’attività delle pubbliche autorità;

2. moltiplicare campagne di disobbedienza e insubordinazione alle autorità;

3. generalizzare l’appropriazione organizzata di beni e servizi in modo da assicurare a tutta la popolazione i beni e servizi necessari per una vita dignitosa ma resi inaccessibili dal blocco dell’attività economica;

4. generalizzare il rifiuto organizzato di pagare imposte, ticket e mutui;

5. moltiplicare gli scioperi e gli scioperi alla rovescia, principalmente nelle fabbriche e nelle scuole;

6. sviluppare le occupazioni di fabbriche, di scuole, di stabili, di uffici pubblici, di banche, di piazze, ecc.;

7. sviluppare diffusamente le attività del “terzo settore”: le attività di produzione e distribuzione di beni e servizi organizzate su base solidaristica locale;

8. moltiplicare (sul terreno economico, finanziario, dell’ordine pubblico, ecc.) le azioni autonome dal governo centrale da parte delle Amministrazioni Locali d’Emergenza sottoposte alla pressione e sostenute dalla mobilitazione delle masse, in primo luogo per attuare la parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti”.

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Il Partito comunista che lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista deve unirsi strettamente anche a queste forme della resistenza spontanea. Analogamente noi uomini e donne del Partito mentre ci uniamo dobbiamo anche distinguerci dal senso comune e dalla pratica egemone in questi aggregati:

1. perché mettiamo sempre al centro il raggiungimento degli obiettivi strategici del Partito: per noi è sempre principale, ai fini dell’attività di aggregati e organismi di questo tipo, non la singola azione militante in se stessa e il clamore che suscita, ma ciò che l’azione permette di sedimentare in termini di slancio che infonde nelle organizzazioni operaie e popolari e di propaganda di aspetti della concezione e della linea del Partito; oggi, in ogni contesto e circostanza, l’organizzazione di azioni militanti ha senso nella misura in cui è d’ausilio allo sviluppo del piano d’azione per l’instaurazione del GBP;

2. perché in ogni circostanza promuoviamo il lavoro collettivo contro lo spontaneismo e l’individualismo, educhiamo all’organizzazione contro l’estemporaneità, al lavoro secondo i criteri della clandestinità contro l’approssimazione e il legalitarismo;

3. perché in ogni circostanza ci sforziamo di fornire la più alta comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe; contro lo spontaneismo, il Partito illumina il nesso tra l’iniziativa particolare e il contesto generale (locale, nazionale, mondiale) e da questa analisi il Partito prende spunto per fornire all’organismo indicazioni e appigli che ne potenzino l’azione;

4. perché valorizziamo l’esistenza di simili aggregati per raccogliere forze nel Partito, reclutando nuovi membri, promuovendo la costituzione di gruppi di studio del Manifesto Programma e di CdP, estendendo la rete di collaboratori con l’attività clandestina del Partito.


Intervenendo secondo la linea di massa e con questi quattro criteri noi oggi possiamo valorizzare e incanalare nel fiume della rivoluzione socialista che promuoviamo anche ambienti fortemente soggiogati alla cultura borghese di sinistra come quelli sopra presi in esame. Diversamente oscilliamo tra settarismo e codismo, tra il trincerarci dietro ciò che ci differenzia dagli animatori delle azioni militanti oppure metterci al loro stesso livello. Nell’uno e nell’altro caso rinunceremmo al nostro ruolo di Partito comunista.

La storia del vecchio movimento comunista insegna che il ribellismo è un fattore positivo, che genera insubordinazione alla classe dominante ma che senza la guida del partito comunista non va lontano.(3) Esso non è mai persistito a lungo come corrente politica a se stante. I suoi animatori e protagonisti, anche nell’attuale corso delle cose, sono destinati a unirsi a una delle due classi in lotta: al seguito della borghesia imperialista nella mobilitazione reazionaria che suoi esponenti promuovono oppure al seguito del proletariato diretto dal partito comunista e della mobilitazione rivoluzionaria che esso promuove.


3. In Italia l’esperienza del servizio d’ordine di Lotta continua (1970-1976) mostra a chi la studia le potenzialità, i limiti e le possibili deviazioni di un movimento fatto di azioni militanti non guidato dalla linea che porta all’instaurazione del socialismo. Vedasi in proposito I senza nome - il servizio d’ordine e la questione della “forza” in Lotta continua, Fabrizio Salmoni (ed. Derive Approdi, marzo 2022). Esperienza utile è anche quella degli Arditi del popolo.


Dunque dobbiamo intervenire con risolutezza tra promotori e protagonisti del ribellismo con la certezza che solo lo sviluppo del loro legame con il Partito comunista che lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista garantisce contro la dispersione delle loro forze o la loro manipolazione da parte del nemico. Occorre rompere con il settarismo e il codismo e far conoscere l’esistenza del (nuovo)PCI. Ai ribelli che già si professano comunisti e riterranno giusta e necessaria l’esistenza e l’azione del partito clandestino, indicheremo il salto da fare: rompere gli indugi, arruolarsi e se non sono ancora pronti all’arruolamento sperimentarsi nelle tante forme possibili di collaborazione con il Partito. Ai ribelli che dalla loro esperienza politica e personale hanno tratto la conclusione che per opporsi al corso delle cose è necessario lottare risolutamente per estromettere la borghesia e il clero dalla direzione del paese e organizzare la guerra con cui abbattere il loro potere, diciamo: studiate la concezione del mondo, la strategia rivoluzionaria e le linee in cui l’azione del (nuovo)PCI si articola. Il (nuovo)PCI è l’organizzazione di chi è determinato ad andare fino in fondo nella guerra contro la borghesia e il clero!


Questa è la premessa per valorizzare ai fini della Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata i ribelli e le loro iniziative: oggi nella fase di difensiva strategica, per infondere slancio al movimento delle OO-OP fino all’instaurazione del GBP; domani nella fase dell’equilibrio strategico, per avanzare nella costituzione delle nostre forze armate.

Armando R.