La Voce 72 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIV - novembre 2022

Scaricate il testo in formato PDF - Formato Open Office - Formato Word

Lotta al caro-bollette

E se mi staccano luce e gas?

La mobilitazione contro l’aumento dei prezzi dei beni di consumo, dei carburanti e di luce e gas è uno dei fronti in cui si articola oggi la lotta di classe nel nostro paese. Contro il caro-bollette sono in corso delle campagne nazionali (diverse per organismi promotori, classi sociali di riferimento, forme di lotta, radicamento territoriale). Le principali sono:

1. “Pagheremo appena potremo” (PAP), promossa dal Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori), storica associazione di consumatori e utenti,

2. “Noi Non Paghiamo” (NNP) e “Io Non Pago” (INP), promosse dagli omonimi coordinamenti,

3. la campagna promossa dall’USB, il maggiore tra i sindacati alternativi e di base.

La campagna PAP indica di pagare solo il 20% dell’importo delle bollette, specificando con un apposito reclamo che l’utente è costretto a farlo per le difficoltà economiche causate dagli aumenti esorbitanti. L’iniziativa è importante per il radicamento e l’autorevolezza che il Codacons ha raggiunto con l’attività svolta dal 1986 nel campo della difesa dei diritti dei consumatori e degli utenti.

Le campagne NNP e INP nascono sull’esempio della campagna “We don’t pay” partita nell’estate 2022 in Inghilterra e a sua volta ispirata ai movimenti “Don’t pay” che in Inghilterra si svilupparono su vasta scala negli anni ‘80, contro le misure lacrime e sangue dei governi Thatcher. Sia NNP e INP si pongono l’obiettivo di raccogliere un milione di adesioni e procedere poi al non pagamento delle bollette. Nello specifico NNP indica ai suoi aderenti di disdire la domiciliazione bancaria e costringere le aziende del settore e le autorità ad abbassare i prezzi per effetto dei danni che arrecherebbe loro lo sviluppo di una sorta di sciopero a staffetta del pagamento della bolletta, tramite la posticipazione di alcune mensilità del pagamento della bolletta del mese in cui l’aderente inizia a partecipare alla campagna. INP si propone di raggiungere lo stesso obiettivo, ma attraverso l’interruzione dei pagamenti fino a che le autorità prenderanno adeguate misure a contrasto dell’aumento dei prezzi.

Né NNP né INP hanno raggiunto il milione di adesioni, ma ne hanno raccolte finora più di 150.000. L’area di sostegno di NNP proviene dalle organizzazioni politiche, sindacali, sociali che sostengono la lotta del Collettivo di Fabbrica GKN: è composta principalmente da operai, lavoratori ed elementi delle masse popolari orientati politicamente verso il movimento comunista, la sinistra borghese tradizionale, i centri sociali, ecc. Invece l’area di sostegno di INP proviene dalle spoglie del movimento NO Green Pass sviluppatosi in Italia nel corso del 2021 e tra i suoi promotori ci sono anche lavoratori autonomi e imprenditori. Queste differenze si traducono nelle resistenze dei due gruppi promotori a impostare un’azione comune, fattore che indebolisce lo sviluppo del movimento di resistenza contro il carovita.

La mobilitazione promossa da USB si articola

- nelle manifestazioni di piazza con roghi dimostrativi di bollette e nei presidi davanti alle aziende energetiche, quelle degli speculatori ma dove lavorano gli operai che producono e distribuiscono luce e gas;

- nella campagna “Poveri noi” tra i lavoratori della Pubblica Amministrazione per il rinnovo dei CCNL di settore, aumenti dei salari e dei buoni pasto adeguati all’inflazione e al caro-bollette, il riconoscimento di un indennizzo per le spese sostenute dai lavoratori in “smart working”, il riconoscimento mensile di una frazione della quattordicesima mensilità;

- nella creazione di sportelli, tramite l’Associazione di Base dei Consumatori (ABACO) collegata ad USB, per la compilazione di reclami contro le bollette troppo alte, reclami da inviare ad aziende e organismi di controllo con lo scopo di ottenere il risarcimento degli aumenti dovuti alla speculazione;

- nel sostegno legale a gruppi di cittadini come gli utenti del teleriscaldamento IREN a Torino, che fin da febbraio si sono organizzati contro gli aumenti delle bollette e hanno avviato la sospensione dei pagamenti.

Il problema principale che il movimento contro il caro-bollette ha davanti è il timore delle ritorsioni (distacco di luce e gas) a cui va incontro chi non paga. Come farvi fronte?

Prima di tutto allargando il numero di persone coinvolte nella mobilitazione: staccare luce e gas a cento persone è un conto, staccarli a centinaia di migliaia di persone è un altro paio di maniche. Quindi organizzando, organizzando e ancora organizzando! A questo fine tutte le campagne in corso svolgono un ruolo utile: contrastano l’idea che al caro-bollette si può far fronte solo tirando la cinghia o indebitandosi e promuovono l’organizzazione popolare, in particolare NNP che punta a incrementare il numero di aderenti attraverso la moltiplicazione di assemblee popolari territoriali. Alcuni dei suoi promotori si ispirano al movimento comunista e indicano i soviet come punto di riferimento per le assemblee popolari. Ma l’importante non sono le intenzioni e la concezione del mondo dei protagonisti e promotori di queste campagne (solo gli esponenti più avanzati e più generosi aderiscono già oggi ai nostri obiettivi storici e assimilano la concezione comunista del mondo): il fattore decisivo è che i suoi protagonisti si diano i mezzi per vincere di fronte alle autorità della Repubblica Pontificia e alla Comunità Internazionale degli speculatori e dei guerrafondai di cui i vertici della Repubblica Pontificia sono parte. La costituzione del Governo di Blocco Popolare (e poi l’instaurazione del socialismo) è il risultato verso cui dovranno convergere tutti quelli che combatteranno con determinazione e senza arrendersi per l’obiettivo particolare della loro lotta.

Allargare il numero di persone coinvolte richiede anche l’uso di metodi e strumenti di lotta all’altezza della situazione: dal sostegno alle forme di resistenza “illegali” come gli allacci abusivi (“è legittimo tutto quello che serve alle masse popolari, anche se va contro le leggi di autorità che servono e tutelano i privilegi, gli interessi, i lussi e gli sprechi di un pugno di speculatori e di ricchi”), alle autoriduzione per “tirare in lungo”; dalla creazione di gruppi di avvocati che danno assistenza legale gratuita a coloro a cui vengono tagliate le utenze, alla mobilitazione dei lavoratori delle aziende energetiche perché rifiutino di staccare le utenze e all’organizzazione di squadre di riallaccio. È evidente il ruolo che possono avere i sindacati alternativi e di base nella mobilitazione dei lavoratori, quindi: fare pressione affinché anche altri di essi lancino campagne come quella dell’USB e sviluppino l’unità d’azione anche nella lotta contro il caro-bollette.

Richiede anche una linea d’azione giusta verso le classi non proletarie delle masse popolari (lavoratori autonomi: commercianti, artigiani, professionisti, lavoratori agricoli e di altre categorie). Non è una questione nuova ma si ripropone con maggiore forza perché alla protesta contro il caro-bollette partecipano anche esponenti della borghesia imperialista colpiti nei loro interessi dall’aumento di luce e gas e questo alimenta posizioni del tipo che “padroni e lavoratori sono tutti sulla stessa barca”. Se la mobilitazione dei lavoratori autonomi confluirà nella rivoluzione socialista oppure nella mobilitazione reazionaria, cioè se sarà diretta dalla classe operaia attraverso i comunisti oppure dalla borghesia imperialista è diventata una questione più pratica e politicamente rilevante a partire dalla lotta dei Forconi del 2012 contro la rapina a danno dei lavoratori autonomi iniziata su larga scala dal governo Monti. Per questo motivo ce ne siamo più volte occupati e abbiamo indicato la linea che, sulla scorta dell’insegnamento dato da Lenin già nel Che fare? (1902), i comunisti devono seguire: promuovere l’egemonia della classe operaia sulle altre classi proletarie (dipendenti pubblici, dipendenti di aziende non capitaliste e di enti no-profit, domestici, lavoratori precari, ecc.) e anche sulle classi non proletarie delle masse popolari. In tempi recenti ne abbiamo trattato in termini di orientamento generale in I comunisti e il campo delle masse popolari, la mobilitazione reazionaria e la rivoluzione socialista (VO 65 - luglio 2020) e in relazione a un caso concreto in Promuovere il legame del movimento contro il Green Pass con le altre mobilitazioni operaie e popolari (VO 69 - novembre 2021). Sviluppare la direzione della classe operaia verso le classi non proletarie delle masse popolari è anche la via per contrastare la tesi che “siamo tutti sulla stessa barca” e avvalersi invece anche di quanto fanno settori della borghesia imperialista. L’organizzazione padronale di Confcommercio ha lanciato una campagna contro gli aumenti di luce e gas (“SOS bollette, non spegneteci”) consistente nella propaganda sui social network per sensibilizzare sui danni che gli aumenti delle bollette stanno arrecando alle aziende: su esempio delle campagne popolari, in alcune regioni Confcommercio ha dovuto fare iniziative di mobilitazione, come ad esempio in Umbria, dove il 5 settembre scorso ha organizzato, con una certa capillarità territoriale, manifestazioni di piazza con pubblico invito a portare le proprie bollette e bruciarle.

In ogni movimento popolare, tanto più quanto più la lotta si fa seria, di fatto la direzione la assumono quei suoi esponenti che hanno una visione più avanzata della situazione e delle condizioni del suo sviluppo, che lanciano le parole d’ordine che meglio corrispondono alle aspirazioni e agli interessi delle masse che si sono messe in moto, che si fanno promotori delle parole d’ordine e delle iniziative che portano alla vittoria, che si danno i mezzi per sviluppare i suoi frutti. Questa è la prova che devono passare individui, gruppi e tendenze. Questa è la lezione di ogni rivoluzione.

Sergio G.