La Voce 70 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIV - marzo 2022

Scaricate il testo in formato PDF - Formato Open Office - Formato Word

Il centenario della fondazione dell’URSS

Viva l’Unione Sovietica di Lenin e di Stalin!

Il 30 dicembre 2022 celebreremo il centenario della proclamazione a Mosca dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, il primo paese socialista nella storia dell’umanità. L’URSS di Lenin e di Stalin è ancora oggi il punto più alto raggiunto finora dalla rivoluzione socialista della quale i fondatori della concezione comunista del mondo, Marx ed Engels, hanno indicato la necessità e la natura: la guerra popolare rivoluzionaria con cui le masse popolari organizzate, dirette da partiti comunisti all’altezza del loro compito, a) tolgono il potere alla borghesia, b) instaurano la dittatura del proletariato e c) iniziano a dedicare le risorse materiali e intellettuali di cui l’umanità oggi dispone non solo 1. alla soddisfazione dei bisogni fisici e spirituali della popolazione, ma anche 2. a promuovere la crescente partecipazione di essa alle attività specificamente umane fino all’eliminazione della divisione in classi sociali di sfruttati e sfruttatori e dell’oppressione di genere, 3. a stabilire rapporti di solidarietà, collaborazione e scambio tra i popoli, 4. alla conservazione e al miglioramento della Terra e 5. all’estinzione degli Stati come depositari monopolistici della violenza.

A differenza dei comunisti dei paesi imperialisti, nel corso della grande guerra 1914-1918 in Russia i comunisti presero il potere e lo tennero nonostante la guerra civile scatenata dalla classi reazionarie dell’impero zarista e l’aggressione di tutte le potenze imperialiste (ben 14 Stati inviarono truppe contro i comunisti sovietici). Il successo fu dovuto principalmente 1. alla più avanzata comprensione da parte di Lenin e del suo partito delle condizioni della lotta di classe nella fase imperialista della società borghese e della sua forma e 2. all’avanzata comprensione delle condizioni particolari della lotta di classe nell’impero zarista: l’alleanza del proletariato con i contadini in Russia e la relazione tra la parte avanzata e la parte arretrata dell’impero zarista (esso era costituito di alcune zone integrate nel sistema imperialista mondiale e di una immensa periferia feudale o semifeudale).

Il marxismo-leninismo divenne la seconda tappa della concezione comunista del mondo.

Nell’ottobre 1922 con la cacciata delle truppe giapponesi da Vladivostok i comunisti sovietici posero fine all’aggressione militare e alla guerra civile iniziate nel 1918. Il 30 dicembre 1922 il Congresso dei Soviet proclamò la costituzione l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche: essa univa nell’edificazione del socialismo le masse popolari di tutti i territori dove i soviet avevano affermato il loro potere.


****

Nel 1922 entrarono a far parte dell’URSS 4 repubbliche sovietiche: la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, la Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa e la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Transcaucasica. Diventarono 11 nel 1936: la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Transcaucasica si divise in tre repubbliche autonome (Azerbaigian, Georgia, Armenia) e dalla Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa si staccarono per costituirsi in repubbliche autonome l’Uzbekistan, il Kazakistan, il Kirghizistan, il Tagikistan, il Turkmenistan. Divennero 15 nel 1947 quando si aggiunsero le Repubblica Socialiste Sovietiche dell’Estonia, della Lettonia, della Lituania e della Moldavia. L’URSS fu un modello di rapporti tra paesi economicamente avanzati e paesi economicamente arretrati.

*****


Per più di trent’anni dopo la sua costituzione nel 1922 l’URSS, guidata dal partito comunista con alla testa prima Lenin e poi Stalin, fece fronte con successo ai tentativi di rivincita delle classi reazionarie russe e all’aggressione di tutte le potenze imperialiste del mondo.

Queste tentarono ogni via per la rivincita. Fallita l’aggressione militare 1918-1922, ricorsero al blocco commerciale, alle sanzioni finanziarie e bancarie, al boicottaggio, al sabotaggio, a provocazioni e complotti di ogni genere, all’assassinio dei dirigenti (l’assassinio di Kirov nel 1934 è il caso più celebre). Erano decise a “soffocare il bambino finché è ancora nella culla”: è l’espressione con cui Churchill sintetizzò l’aspirazione della borghesia imperialista e del suo clero. Ma non riuscirono a realizzare il loro criminale proposito. L’URSS resistette all’aggressione capeggiata da Churchill, dal Vaticano (Pio XI e Pio XII) e dai Gesuiti; in neanche vent’anni, tra il 1921 e il 1941, superò l’arretratezza economica, civile e culturale dell’impero zarista nonostante l’ostilità di tutti i gruppi imperialisti e divenne una grande potenza mondiale in campo industriale, scientifico e tecnologico; grazie alla mobilitazione delle masse popolari degli stessi paesi imperialisti riuscì a impedire che la Francia, la Gran Bretagna e gli USA si associassero (come già avevano fatto nel 1936-1939 contro la Repubblica spagnola) all’aggressione capeggiata da Hitler e dall’asse Berlino-Roma-Tokio (1941-1945) e ne uscì vittoriosa; nello stesso tempo promosse la coesistenza pacifica tra paesi con sistemi sociali diversi ma tramite l’Internazionale Comunista assunse anche, con grandi successi per le classi sfruttate dei paesi capitalisti e per i popoli oppressi delle colonie e semicolonie, il ruolo di base rossa della rivoluzione proletaria, socialista e di nuova democrazia, dando il via alla sua prima ondata mondiale (1917-1976). Anche se il movimento comunista cosciente e organizzato non superò i propri limiti e non fu in grado di instaurare il socialismo in nessuno dei paesi imperialisti, esso prese tuttavia il potere in paesi arretrati con risultati che oltre a dare al mondo il maoismo (oggi la concezione comunista del mondo è il marxismo-leninismo-maoismo), hanno creato premesse importanti per il futuro dell’umanità: oggi molti sono i paesi dove i comunisti hanno un ruolo politico importante, in primo luogo la Repubblica Popolare Cinese, la Repubblica Popolare Democratica di Corea, la Repubblica Socialista del Vietnam, la Repubblica Popolare Democratica del Laos e la Repubblica di Cuba.


*****

La rivoluzione russa, iniziata con la fondazione del Partito Operaio Socialdemocratico di Russia nel 1898 e culminata nella Rivoluzione d’Ottobre del 1917 e la costruzione del socialismo condotta nel periodo 1917-1956 costituiscono insieme la più grande impresa finora compiuta dai comunisti in un paese del sistema imperialista mondiale (l’“anello debole della catena imperialista”), in condizioni più simili alle nostre. Imparare da essa fa parte del lavoro necessario per promuovere con scienza e coscienza la rivoluzione socialista nel nostro paese.

*****


Solo da quando nel 1956, con il XX Congresso, i revisionisti moderni riuscirono a impadronirsi del Partito Comunista dell’Unione Sovietica e a imporre la loro linea, lo slancio rivoluzionario delle masse popolari sovietiche rallentò e incominciò la decadenza dell’URSS che sfociò nella sua dissoluzione del 1991, un disastro per le masse popolari sovietiche e delle democrazie popolari europee e un aggravamento per la seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale già in corso a partire dagli anni ‘70. Solo grazie alla linea imboccata dal PCUS nel 1956, nei 35 anni che seguirono la borghesia imperialista riuscì a venire a capo dell’Unione Sovietica e in larga misura anche del resto del campo socialista, fino all’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria e alla dissoluzione del campo socialista. Essa riprese il dominio del mondo e diede il via all’epoca di nera reazione, di cancellazione delle conquiste che le masse popolari le avevano strappato e di distruzione sfrenata dell’umanità e della Terra: il corso delle cose con cui l’umanità deve fare i conti oggi.

Per noi comunisti e per tutti quelli che si batteranno contro il dominio della borghesia imperialista nel mondo per fondare nuovi paesi socialisti e dare il via a una nuova ondata della rivoluzione proletaria, i successi raggiunti nei primi 40 anni dopo la vittoria dell’Ottobre 1917 e la decadenza dell’URSS negli anni successivi al XX Congresso (1956) sono ricchi di insegnamenti preziosi per la lotta che stiamo conducendo e per quella che dovremo condurre.

Quali furono i motivi della vittoria dei comunisti sovietici? In che cosa abbiamo sbagliato noi comunisti dei paesi imperialisti europei? Quali limiti nella comprensione delle condizioni della lotta di classe, delle forme che la lotta delle masse popolari doveva assumere, di come avvalersi dei risultati raggiunti, hanno permesso che i revisionisti moderni, portatori dell’influenza intellettuale e morale della borghesia e del clero, si rafforzassero fino a prendere la direzione del partito comunista dell’URSS e di altri paesi? Quali sono state le caratteristiche assunte dai revisionisti moderni e perché sono riusciti a manipolare e ingannare le masse popolari sovietiche fino a renderle incapaci di reagire e a ridurle a sopportare, benché malcontente, le imposizioni dei revisionisti moderni? Perché le masse popolari e i comunisti fedeli alla causa (la sinistra dei partiti comunisti) non hanno saputo contrastare efficacemente la linea che i revisionisti moderni imponevano? Perché la solidarietà internazionalista delle masse popolari e dei comunisti degli altri paesi non hanno aiutato efficacemente le masse popolari sovietiche a porre fine in tempo utile al predominio dei revisionisti moderni anziché rassegnarsi alla decadenza e alla dissoluzione? Quale è stato il ruolo dei comunisti italiani?

Dobbiamo dedicare le celebrazioni del centenario della fondazione dell’URSS alla definizione degli insegnamenti dei successi e delle sconfitte, alla loro assimilazione, alla loro propaganda e alla loro applicazione nella lotta che conduciamo e promuoviamo contro la barbarie attuale, per la rinascita del movimento comunista.

L’Italia è un paese imperialista con le particolarità del dominio del Vaticano e della soggezione alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei rappresentata dalla NATO, dall’UE e da altre istituzioni imperialiste. Negli anni scorsi, studiando l’esperienza dell’URSS, il corso delle cose nel contesto internazionale e le condizioni particolari del nostro paese il (nuovo) Partito comunista italiano ha definito la via da percorrere per instaurare il socialismo nel nostro paese e contribuire alla rinascita del movimento comunista nel mondo collaborando con i comunisti che nei residui paesi socialisti, nei paesi oppressi, nei paesi in via di integrazione nel campo imperialista e nei paesi imperialisti lottano per far avanzare la rivoluzione socialista.

Faremo della celebrazione del centenario della fondazione dell’URSS l’occasione per sviluppare il bilancio che abbiamo fatto, verificarlo nel confronto largo, franco e aperto con i comunisti di altri paesi e con tutti quelli che in Italia aspirano a instaurare il socialismo, applicarlo con slancio e forza nella lotta per rendere il nostro paese ingovernabile dal governo Draghi e dai vertici della Repubblica Pontificia fino a costituire il GBP.

Vera Z.