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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIV - marzo 2022

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Vaticano e Chiesa nelle Forze Armate italiane

Cari compagni della redazione,

da quando è iniziato l’intervento militare della Federazione Russa in Ucraina la guerra è sulla bocca di tutti, in particolare di papa Bergoglio. Ma i suoi appelli alla pace sono come i discorsi che fa al condannato il cappellano che accompagna il boia! La Chiesa e il papa hanno esercitato pressioni e mobilitato tutta la rete delle parrocchie quando c’era in ballo il referendum sulla procreazione assistita, però si sono ben guardati dal fare qualcosa per impedire il patto militare [che prevede “una cooperazione strutturata e rafforzata in ambito militare, che aumenterà l’interoperabilità tra le nostre forze armate anche sul piano dell’addestramento in ambito terrestre, aereo e nel dominio cyber, nonché della collaborazione industriale. (…) Attraverso la condotta di esercitazioni congiunte in Ungheria, si tratta chiaramente anche di un importante contributo alla deterrenza sul fianco est”] firmato tra il 7 e l’11 marzo dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini e il ministro della Difesa del governo ungherese, il generale Tibor Benkö. Contro la legge 194 (assistenza per aborto) la Chiesa e il papa non si limitano a fare appello alla vita: chiamano medici e infermieri all’obiezione di coscienza. Invece si guardano bene dal fare lo stesso con i soldati che il governo italiano ha mandato e sta mandando a uccidere e a essere uccisi. Eppure il Vaticano svolge una capillare azione di orientamento, formazione e influenza sui circa 280 mila militari che compongono le Forze Armate italiane (Esercito, Marina e Aeronautica Militare) e i Carabinieri e sui loro familiari e in tale veste partecipa anche ai principali organi di direzione delle FFAA italiane. Non lo dico per partito preso: ho fatto un po’ di ricerche e ho raccolto informazioni da alcuni membri delle FFAA che conosco.

La partecipazione periodica delle FFAA ai discorsi del papa organizzati per loro in piazza S. Pietro a Roma, l’associazione a un “santo patrono” di ogni forza armata, truppa, corpo, accademia e scuola militare, la presenza di chiese e cappelle in ogni struttura militare del paese sono gli aspetti più noti e, per così dire, folcloristici. Ma l’azione di direzione, formazione e influenza è svolta in modo sistematico e organizzato attraverso una rete di istituzioni, enti e associazioni. Le principali sono l’Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta (ACISMOM), l’Ordinariato Militare Italiano (OMI), l’Associazione per l’Assistenza Spirituale delle Forze Armate (APASFA).

L’ACISMOM è un’associazione che risponde direttamente alla Santa Sede e svolge attività di assistenza sanitaria sia civile che militare. Le attività militari sono svolte attraverso il Corpo militare dell’ACISMOM, inserito tra i corpi ausiliari dell’Esercito italiano e per questo parte dello Stato Maggiore dell’Esercito italiano. È composto da 4mila unità e la sua funzione principale è quella di assistere i feriti e gli infermi nelle zone di guerra. Oltre a questo svolge attività sociale, umanitaria, di soccorso e protezione civile in campo internazionale. Ad esempio collabora con il Lebbrosario del Cairo in Egitto, è impegnato dal 1999 nella missione “Kosovo Force” diretta dalla NATO ed è coinvolto nelle attività di soccorso dei migranti provenienti dall’Africa a bordo dei pattugliatori della Guardia di Finanza e nella Capitaneria di Porto a Lampedusa. Il Corpo ha preso parte alla prima e alla seconda guerra mondiale ma a partire dagli anni ‘60 si è concentrato principalmente nell’intervento in caso di calamità naturali. È entrato a far parte ufficialmente dei corpi armati dello Stato durante il primo governo D’Alema (1999).

I 4 mila membri di questo organismo vivono a stretto contatto con i militari dell’Esercito italiano e a partire dal 2010 forniscono loro cure mediche anche sul suolo italiano e fuori dai casi di conflitti e calamità naturali.

L’OMI è un organismo del Vaticano che funge sia da ordine religioso che risponde alla Chiesa ma anche da ufficio dello Stato italiano. La sua funzione è quella di occuparsi della cura spirituale di tutti gli esponenti battezzati delle FFAA e dei loro familiari. È organizzato in maniera verticale. Alla testa c’è l’Ordinario Militare, un arcivescovo nominato dal Presidente della Repubblica su designazione della Santa Sede (oggi in carica è Santo Marcianò). L’Ordinario Militare è alla testa di una piramide gerarchica composta dai vari gradi di cappellani militari. In questa piramide vi è una prima divisione della direzione in 16 zone pastorali, ciascuna suddivisa internamente in ulteriori porzioni. Le zone pastorali e le porzioni interne sono dirette dai cappellani militari in base a una gerarchia: sono divisi in maggiori (detti anche “primi cappellani capi”), capitani (detti anche “cappellani capi”) e tenenti (detti anche “cappellani addetti”).

Ciascun cappellano è responsabile di tutte le strutture militari (caserme, accademie, scuole e ospedali) del territorio assegnatogli. Le attività che svolgono sono quelle di officiare la messa, organizzare pellegrinaggi dei militari e delle loro famiglie, fare visita agli ammalati, al personale sanitario e religioso impiegato negli ospedali militari, organizzare incontri tra militari, loro familiari e il papa. Per questo in ogni struttura militare sono presenti una chiesa o una cappella e un ufficio deputato al cappellano militare. Nelle Accademie e nelle Scuole militari i cappellani hanno un ruolo nella formazione religiosa dei cadetti.

L’inserimento dell’OMI nell’ordinamento italiano risale al 1925, a un accordo stipulato tra il governo fascista di Benito Mussolini e la Santa Sede. Nel 1984 il nuovo Concordato tra la Santa Sede e il governo con a capo Bettino Craxi ha confermato la presenza dei cappellani nelle Forze armate. Il 22 aprile 2021 il governo Draghi, in sordina, ha pubblicato la legge di ratifica della “assistenza spirituale alle Forze Armate” tra il governo italiano e il Vaticano. L’accordo ha aggiornato e sostanzialmente confermato il ruolo dei cappellani militari nelle FFAA. Attualmente l’OMI è composto da 144 uomini che agiscono quotidianamente su tutti i militari battezzati e i rispettivi familiari. A questi vanno aggiunti i cappellani militari che prestano servizio presso la Guardia di Finanza, la Polizia di Stato e la Polizia Penitenziaria.

L’APASFA è un’associazione che coadiuva i cappellani militari nell’assistenza spirituale, morale e materiale ai militari e alle loro famiglie ed è diretta emanazione dell’OMI (quindi fa capo all’Ordinario militare e lo affianca con il suo presidente). I soci sono circa 700 e distribuiti in 27 sezioni sparse in tutta Italia. A differenza dell’OMI, l’associazione ha come referenti delle sue attività tutti i militari, i familiari, i reduci, i pensionati dell’arma e del personale civile indipendentemente dalla religione di appartenenza.

Nel secondo dopoguerra, fino a che c’è stata la leva obbligatoria, l’associazione svolgeva principalmente una funzione di alfabetizzazione (culturale e religiosa) della popolazione. Via via ha abbandonato questo compito per dedicarsi alla cura dei militari nelle missioni all’estero (in particolare in Kosovo, Iraq, Libano e Afghanistan) e dei loro familiari.

Oltre a questo ogni sezione dell’associazione organizza preghiere comunitarie nei complessi militari, scuole di preghiera aperte anche alla popolazione civile, ritiri spirituali, funzioni religiose con i cappellani, pellegrinaggi militari, visite ai sacrari militari in Italia e all’estero, lezioni di catechismo per gli allievi militari di scuole e accademie, conferenze presso le scuole medie superiori o università di zona e altre attività di questo genere. In sostanza l’APASFA è un organismo di massa diretto dall’OMI.

Samuel W.