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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIV - marzo 2022

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Il PCC e la Repubblica Popolare Cinese al bivio

Compiuto lo sviluppo delle forze produttive iniziato dopo la vittoria del 1949, prima seguendo la linea di Mao poi quella di Deng, la RPC è al bivio. La linea di Mao poneva in primo piano la lotta tra le classi in Cina e il ruolo del PCC e della RPC nella prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria, anche se, venuto meno l’aiuto internazionalista dell’URSS, doveva approfittare degli investimenti che gruppi imperialisti (USA, europei, giapponesi e altri) erano disposti per loro propri interessi a fare nella RPC.

La linea di Deng poneva in primo piano lo sviluppo delle forze produttive nella RPC e, oltre a fare maggiori concessioni ai gruppi imperialisti stranieri, ha incoraggiato su grande scala l’iniziativa economica della borghesia nazionale cinese.

Solo lo sviluppo della seconda ondata mondiale della rivoluzione proletaria può cambiare il corso delle cose nel mondo e mettere fine al corso di nera reazione, di sfruttamento dei paesi arretrati e degli ex paesi socialisti e di emigrazione, di devastazione dell’ambiente e di guerra che la borghesia imperialista impone da quando ha ripreso di nuovo in mano il dominio del mondo.

Il PCC ha davanti a sé due strade divergenti: o far diventare la RPC la nuova base rossa mondiale della rivoluzione socialista e contribuire allo sviluppo della seconda ondata mondiale della rivoluzione proletaria o contendere il dominio del mondo agli imperialisti USA e alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti da essi dominata.

Noi comunisti italiani abbiamo molto da imparare dall’esperienza della Cina e dei primi paesi socialisti. Fare avanzare nel nostro paese la rivoluzione fino a fare dell’Italia un paese socialista è il contributo che noi possiamo e dobbiamo dare alla seconda ondata mondiale oltre che essere la soluzione dei mali che affliggono le masse popolari italiane.