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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIV - marzo 2022

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Per non subire la guerra di Draghi e della NATO

Organizzarsi e combattere a modo nostro fino a vincere

Oggi per noi comunisti il problema non è che in Europa si spara, che dal 24 febbraio non si spara più solo nel Donbass, che dopo la guerra in Jugoslavia ora siamo alla guerra in Ucraina, che non sono più solo i migranti che muoiono, ma anche gli europei.

Chi di tutti quelli che si professano marxisti non ha detto che l’imperialismo genera guerra? Ma un conto è dire, un altro conto è dire per fare, dire e fare, fare la guerra popolare rivoluzionaria e vincerla. Fin che la guerra imperversava in Mali, in Yemen, in Siria, in Afghanistan, Kazakistan, in Libia o altrove, forse non faceva morti? Forse la guerra era meno dura, meno dolorosa finché non si sparava sul “sacro suolo” della “nostra Europa”? La propaganda borghese e clericale di guerra, la manipolazione delle menti e dei cuori compiute dai borghesi, dal clero, dalla sinistra borghese (quelli che denunciano i mali presenti, ma si limitano a proporre aggiustamenti dell’imperialismo, provvedimenti che, per lo più, di regola restano sulla carta, nel migliore dei casi “i consiglieri del principe”) è una cosa, il marxismo-leninismo-maoismo un’altra.

Molte sono le interpretazioni del mondo, il nostro compito è trasformare il mondo, quindi dare del mondo l’interpretazione con la quale riusciamo a trasformarlo. Un’interpretazione è vera se l’opera che guidati da essa compiamo, lo trasforma. L’imperialismo è guerra, il nostro compito è porre fine all’imperialismo. Questo più precisamente vuol dire mobilitare le masse popolari a porre fine all’imperialismo, cioè a instaurare il socialismo. La lotta per instaurare il Governo di Blocco Popolare (GBP) è solo una parte della rivoluzione socialista in corso ed è lotta per far avanzare la rivoluzione socialista in corso. Noi comunisti nella nostra azione politica (cioè per prendere il potere) partiamo dai bisogni immediati delle masse, in ogni caso concreto dai bisogni immediati e particolari delle masse a cui ci rivolgiamo, dalla loro resistenza spontanea, ma per rafforzarla, elevarla e trasformarla in forza organizzata, farla confluire come un rigagnolo o un torrente nel fiume della rivoluzione socialista, della guerra popolare rivoluzionaria (GPR) contro la borghesia imperialista che noi comunisti promuoviamo, che mobilitiamo le masse popolari a condurre e che dirigiamo. La costituzione del GBP è un salto, una svolta, un tratto di questa strada; costituirlo vuol dire portare la rivoluzione socialista in una fase nuova, superiore all’attuale.

La GPR non è principalmente e tanto meno solo una guerra nel senso militare del termine: è anzitutto una guerra politica, guerra per conquistare il potere. Le armi sono solo uno dei mezzi, principale e decisivo solo in alcune circostanze. Un esercito politico non è un esercito di soldati. Un comando militare entra in guerra con un esercito già pronto: il partito invece deve costruire il proprio esercito nel corso della guerra stessa, nel corso dei conflitti di classe, mano a mano che porta le masse, e in primo luogo la classe operaia, a rendersi conto, per propria esperienza diretta, passo dopo passo, che le parole d’ordine del partito sono giuste, che la sua politica e la sua direzione sono giuste, che la via che il partito persegue è l’unica via di salvezza.

In questa guerra noi partiamo dalla resistenza che le masse popolari oppongono, anche senza il nostro intervento (per questo la chiamiamo resistenza spontanea), agli effetti della crisi generale del capitalismo: ogni settore delle masse popolari agli effetti che lo colpiscono direttamente. La lotta contro ogni singolo effetto costituisce un fronte della resistenza.

Ogni fronte è caratterizzato dall’effetto della crisi contro cui le masse popolari resistono e si distingue dagli altri per i settori delle masse popolari che vi partecipano, per il ruolo che ogni singolo settore vi svolge, per le relazioni tra i vari settori delle masse popolari che vi partecipano, per le relazioni tra il fronte particolare e gli altri fronti dell’unica guerra popolare promossa e diretta del partito comunista e condotta dalle masse popolari.

Noi comunisti trasformiamo la lotta condotta su ogni singolo fronte in un rigagnolo che facciamo confluire nel fiume della guerra popolare rivoluzionaria.

La GPR si svolge contemporaneamente su vari fronti. Per dirigere organismi e gruppi di lavoratori avanzati a contribuire alla GPR contro la borghesia imperialista con ognuno partiamo dall’attività che svolge e lo portiamo a sviluppare gli aspetti positivi di essa, il contributo che dà alla GPR e solo in secondo luogo ci occupiamo delle sue idee. Dobbiamo partire da quello di positivo che fa e solo in secondo luogo da quello che pensa e dice. La resistenza spontanea delle masse popolari cresce in ogni paese. I tempi della riscossa dipendono da noi comunisti. Per trasformare le masse popolari in combattenti della rivoluzione socialista, i comunisti devono anzitutto trasformare se stessi in promotori del piano di guerra con il quale le masse popolari organizzate prenderanno il potere.

Contro le manovre di guerra, contro gli aumenti delle tariffe e dei prezzi, contro la gestione criminale della pandemia, contro la distruzione del sistema pensionistico, dell’istruzione pubblica, del sistema sanitario e degli altri servizi pubblici, contro lo smantellamento del sistema produttivo del nostro paese, contro il ripristino dei licenziamenti e l’aumento della precarietà, contro l’inquinamento e la devastazione dell’ambiente: contro tutto questo l’unica via d’uscita è estendere le mobilitazioni e le proteste fino a rendere il paese ingovernabile dal governo dei vertici della Repubblica Pontificia, moltiplicare lotte rivendicative, creare ovunque organismi operai e popolari e unirli intorno all’obiettivo di cacciare Draghi e instaurare un governo di emergenza popolare.

L’instaurazione del socialismo in un paese imperialista e per di più sede del Papato qual è l’Italia, anche solo un deciso salto di livello della rivoluzione socialista come la costituzione del Governo di Blocco Popolare spezzerebbe la spirale distruttiva di guerre, epidemie, devastazione ambientale, miseria, abbrutimento in cui il dominio della borghesia imperialista trascina le masse popolari del mondo intero ed è l’aiuto principale che noi comunisti italiani possiamo dare alla rivoluzione negli altri paesi.

Analogamente a come i comunisti russi con la rivoluzione culminata nell’insurrezione dell’Ottobre 1917, la creazione dell’Internazionale Comunista nel 1919 e la costituzione dell’URSS nel 1922 spezzarono il corso delle cose che aveva portato i grandi gruppi imperialisti mondiali a scontrarsi per decidere chi avrebbe dominato e sfruttato il mondo intero: in questo modo i comunisti russi diedero inizio alla prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale.

Il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità Internazionale degli affaristi, degli speculatori e dei guerrafondai USA, sionisti ed europei darà il via all’incendio che libererà il mondo dal sistema imperialista. Oggi porre fine al sistema imperialista mondiale è diventata una questione di sopravvivenza del pianeta e dell’intera umanità.

Umberto C.