La Voce 70 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIV - marzo 2022

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Criteri di classe per il lavoro in campo nemico

Gli organismi dello Stato addetti alla guerra e alla repressione devono essere oggetto dell’intervento di un partito comunista che ha l’obiettivo di instaurare il socialismo: la costituzione del Governo di Blocco Popolare, l’opera di epurazione e riorganizzazione delle FFAA, delle Forze dell’Ordine, dei Servizi di Informazione e in generale della Pubblica Amministrazione che inizieremo con esso, la creazione degli strumenti per far fronte vittoriosamente alla guerra civile che gli elementi più criminali della borghesia e del clero scateneranno e poi ai tentativi controrivoluzionari interni ed esterni, presuppongono che il Partito svolga fin da ora un’azione nelle strutture addette alle funzioni regaliane e nelle altre istituzioni del campo nemico, attraverso suoi membri che infiltra appositamente e attraverso i membri di esse che arriva ad arruolare (le cosiddette “talpe”) o che influenza. È una delle lezioni della prima ondata della rivoluzione proletaria, in positivo e in negativo. Sul numero scorso (negli articoli Avere fiducia in noi stessi e nelle masse popolari e Usare appigli e fessure esistenti nelle Forze Armate italiane ai fini della rivoluzione socialista) abbiamo spiegato

- gli obiettivi dell’azione del partito tra le fila nemiche: 1. reclutare soggetti scontenti, disgustati e preoccupati di come vanno le cose e costituire Comitati di Partito clandestini, 2. raccogliere informazioni sull’attività e le manovre della classe dominante, 3. condurre operazioni specifiche che indeboliscono il campo nemico e rafforzano quello delle masse popolari;

- le contraddizioni esistenti nelle Forze Armate italiane su cui possiamo fare leva per svolgere questo tipo di azione.

L’azione rivoluzionaria del partito tra le Forze Armate (FFAA) ha assunto un carattere più pratico e immediato: è diventata uno degli strumenti per porre fine alla partecipazione dell’Italia alla guerra in corso. Il governo Draghi sta trascinando in vari modi il nostro paese nella guerra al carro della NATO. Porre fine alla partecipazione dell’Italia alla guerra in corso è l’azione più efficace che le masse popolari italiane possono fare a tutela dei propri particolari interessi e per porre fine o almeno ostacolare la continuazione della guerra e quindi venire in aiuto alle popolazioni colpite.


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Gli Operatori della Sicurezza Associati e la battaglia contro il Green Pass

Quando tra settembre e ottobre 2021 il governo Draghi ha reso obbligatorio il Green Pass per accedere ai posti di lavoro e prospettato l’obbligo vaccinale per operatori sanitari e membri delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine, un gruppo numeroso di appartenenti al cosiddetto “comparto sicurezza” (FFAA e FdO) si sono associati costituendosi nell’OSA (Operatori Sicurezza Associati). In questa associazione sono confluite persone provenienti da ogni ruolo delle FdO e delle FFAA: in una piccola parte dai ruoli dirigenziali e per la maggior parte dalla truppa, che comprende tutti gli addetti ai ruoli esecutivi e non direttivi. Tra questi vi sono anche ex sindacalisti provenienti dalla CGIL e da altre organizzazioni sindacali: la collaborazione o comunque l’avvallo di queste ultime all’introduzione del Green Pass, una delle misure in cui si è tradotta la gestione criminale della pandemia da parte del governo Draghi, ha spinto molti poliziotti e militari ad aggregarsi e a coordinarsi indipendentemente dalla sigla sindacale di appartenenza e a costituire una nuova associazione che avesse lo scopo di combattere contro il Green Pass e di difendere, tutelare e sostenere chi non intende vaccinarsi.

Rifacendosi ai principi della Costituzione sui quali essi hanno giurato al momento dell’arruolamento (in particolare all’art. 4 e all’art. 32), OSA sta portando avanti da diversi mesi la battaglia contro il Green Pass e l’obbligo vaccinale per poliziotti e militari (introdotto per decreto il 15 dicembre 2021) attraverso

1. la mobilitazione di piazza di migliaia di appartenenti delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate, nonché i loro familiari e tutta quella parte delle masse popolari mobilitata contro il Green Pass (le mobilitazioni di Roma con 5.000 partecipanti e Milano con 3.000 partecipanti il 15 gennaio 2022 e quella di Roma il 27 febbraio 2022 dimostrano la capacità di mobilitazione di questa associazione nata da soli sette mesi);

2. il mutualismo e il sostegno attraverso la creazione di una rete per permettere a chi non è vaccinato di sostenere i tamponi a un prezzo calmierato, iniziativa che è stata smorzata dall’introduzione dell’obbligo vaccinale;

3. il sostegno legale attraverso una rete di avvocati per contrastare anche sul piano giuridico la raffica di sospensioni che sono piovute sui poliziotti e i militari non vaccinati. L’8 dicembre 2021 il Sole24Ore prevedeva che la misura di sospensione per mancata vaccinazione potesse investire circa 50.000 lavoratori in divisa. Non è ancora noto con esattezza quanti di questi hanno accettato di vaccinarsi per poter essere ammessi in servizio, ma se anche la metà dei potenziali sospesi fosse stata ammessa a seguito dell’avvenuta vaccinazione sarebbero comunque 25.000 i lavoratori ancora sospesi senza stipendio.

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La presa di posizione dell’Esecutivo Nazionale del Sibas Finanzieri il 26 febbraio (uno dei sindacati militari che si sono formati a seguito del DDL 1893-2019, promosso dal Ministro della Difesa del governo Conte 1 Elisabetta Trenta, che per la prima volta nella storia del nostro paese ha riconosciuto alla truppa e ai sottufficiali la possibilità di organizzarsi sindacalmente), l’intervento di un esponente dell’Associazione Nazionale Vittime Uranio Impoverito in occasione della manifestazione contro la guerra tenutasi il 6 marzo davanti ai cancelli della base NATO di Ghedi (Brescia), l’intervista rilasciata il 10 marzo a L’Antidiplomatico dal generale Fabio Mini (già Capo di Stato Maggiore del Comando NATO del Sud Europa e comandante della missione internazionale in Kosovo) sono iniziative piccole ma indicative della debolezza della borghesia imperialista e della putrefazione del suo regime. Esso è giunto a infamie tali da suscitare la ribellione tra i militari e persino tra alcuni degli alti ufficiali. L’esposizione all’uranio impoverito dei soldati mandati in Jugoslavia e la vicenda di Nicola Calipari in Iraq hanno mostrato a che punto i vertici della Repubblica Pontificia sono prostituiti agli imperialisti USA e alla NATO: non esitano a sacrificare truppa e anche alti ufficiali e dirigenti.

Perché l’azione in campo nemico sia efficace dobbiamo adottare un criterio di classe. Bisogna distinguere nettamente all’interno delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine tra 1. alti ufficiali (che sono esponenti del campo della borghesia imperialista) e 2. truppa e agenti.

Sono tutte persone che ricevono soldi (mensilmente e con integrazioni annue o periodiche) dal bilancio dello Stato (giuridicamente sono tutti dipendenti pubblici) ma appartengono a classi opposte.

Il cap. 2.2 pagg. 166-171 del Manifesto Programma indica i criteri per la distinzione.

Esse si distinguono

1. per il ruolo sociale che svolgono (alcuni principalmente elaborano e dirigono, altri principalmente eseguono e subiscono),

2. per il reddito che ricevono (da attivi e da pensionati),

3. per la posizione generale nella società (le frequentazioni, le relazioni, l’ambiente) che deriva da quanto detto nei primi due punti,

4. per le proprietà (redditizie o ad uso personale) che nel corso della vita accumulano,

5. in molti casi anche per la classe sociale della famiglia d’origine.

I dipendenti pubblici in Italia sono (2019, VO 68 pag. 7) circa 5 milioni. Una piccola parte di essi appartengono al campo della borghesia imperialista (il loro ruolo principale è escogitare le angherie e le ingiustizie, le infamie e le atrocità che truppa, impiegati pubblici e il resto delle masse popolari subiscono, elaborarle e farle eseguire).

Di essi circa 0.5 milioni sono membri delle FFAA e delle FdO.

Dobbiamo svolgere un ruolo diverso

1. verso i membri delle masse popolari arruolati nelle istituzioni della borghesia imperialista come truppa delle FFAA e agenti delle FdO,

2. verso quelli che appartengono al campo della borghesia imperialista (beninteso, verso quelli che si pentono e sono decisi a smettere, tradiscono la classe a cui appartengono e si mettono a contribuire alla lotta delle masse popolari).

Della truppa e degli agenti promuoviamo la mobilitazione e l’organizzazione perché si ribellino alle angherie dei superiori, perché denuncino, contrastino, sabotino le attività antipopolari che i loro superiori vogliono far loro fare, perché facciano fronte agli effetti della crisi e delle misure antipopolari del governo Draghi che colpiscono anche loro e si coordinino con altri organismi di lotta del paese (l’organizzazione Operatori Sicurezza Associati mobilitata contro il Green Pass è un esempio in tal senso).


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Approfittare delle contraddizioni in campo nemico

Bisogna approfittare delle contraddizioni in campo nemico, ma attenzione a non rafforzare i nemici, favorire l’asservimento morale e intellettuale delle masse popolari ad essi, favorire le illusioni che i “padroni buoni” fomentano. Lo ricordiamo a proposito di Bergoglio (papa Francesco) e dei suoi ammiratori tipo Luciano Vasapollo (Rete dei Comunisti), Andrea Ferroni (portavoce nazionale dei Giovani Comunisti del PRC) e altri, perfino Giorgio Cremaschi (Potere al Popolo).

Anche Pio IX diede un impulso al Risorgimento, pur essendo un importante esponente della reazione. Approfittarne fu giusto, come fecero Garibaldi e Mazzini e gli altri protagonisti della Repubblica Romana. Bisogna cioè avere linea giusta, fare pressioni sulla Chiesa con la mobilitazione e la lotta e mettere Bergoglio nell’alternativa: o smascherarsi o sollevare i suoi fedeli a realizzare le cose che egli proclama. Non fare come Garibaldi che nel Risorgimento finì per far vincere i Savoia e i Cavour.

Gli esponenti progressisti della classe dominante che non rompono con la loro classe (che non la tradiscono come invece fecero Engels e Marx stesso), in pratica non promuovono la lotta della classe oppressa, non l’aiutano ad emanciparsi moralmente e intellettualmente. Il loro orizzonte è il padrone buono e il proletario sottomesso.

Il futuro è costruito dal proletario che si libera (si emancipa) dall’oppressione morale e intellettuale del padrone, si ribella e lotta contro il padrone per costruire il nuovo sistema di rapporti sociali. Non dal proletario che sospira e prega perché il padrone diventi buono.

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Quanto agli alti ufficiali delle Forze Armate che si oppongono ai compiti infami e ai delitti che il regime della Repubblica Pontificia, infeudato alla NATO e all’UE, assegna agli organismi militari in violazione della stessa Costituzione del 1948, vanno sostenuti, vanno incitati ad andare a fondo nella denuncia pubblica delle manovre sporche che la classe dominate svolge dietro il teatrino della politica, vanno additati ad esempio per portare altri a mettersi sulla stessa strada. Costituiscono anche il “serbatoio” da cui le organizzazioni operaie e popolari attingeranno per designare ministri e alti funzionari della Pubblica Amministrazione del Governo di Blocco Popolare.

Quando avremo costituito il Governo di Blocco Popolare, sia i primi che i secondi saranno mobilitati per “epurare gli alti dirigenti della Pubblica Amministrazione che sabotano l’azione del GBP, conformare le Forze dell’Ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria), le Forze Armate e i Servizi d’Informazione allo spirito democratico della Costituzione del 1948 (in particolare a quanto indicato negli articoli 11 e 52) e ripristinare la partecipazione universale più larga possibile dei cittadini alle attività militari a difesa del paese e a tutela dell’ordine pubblico” (la settima delle Misure Generali del GBP).

Maria P.