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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIV - marzo 2022

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Consolidamento e rafforzamento del (nuovo)PCI

Combattere la mentalità infantile, trasformarci e trasformare i nostri Comitati di Partito

Cari compagni,

sono membro del Partito, attivo in un CdP e in alcune organizzazioni pubbliche. Ho deciso di scrivervi per condividere con voi alcune riflessioni che riguardano l’attività di propaganda del mio CdP. Ma a pensarci bene, riguardano anche e soprattutto il mio percorso di riforma intellettuale e morale (RIM) e penso che possano servire ad altri compagni impegnati a consolidare e rafforzare l’attività dei CdP. E se vogliamo dirla tutta, non è casuale che, tirando un primo e breve bilancio di alcune esperienze di propaganda, ho toccato con mano alcuni miei nodi che frenano e a volte deviano l’attività del CdP.


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Concezione, mentalità e personalità

Concezione del mondo - complesso delle idee, delle teorie e opinioni che un individuo (o un gruppo di individui) professa, esprime o può esprimere. Quando uno discute, cerca di convincere, ecc. egli mette in gioco la sua concezione del mondo. La concezione è per sua natura universale: una affermazione è giusta o sbagliata per tutti i membri di una classe, la verità è di classe (…), ma non è individuale o di gruppo. Una concezione del mondo è fatta di parole e di proposizioni, di affermazioni. Si comunica con parole, si verifica nella pratica. La concezione comunista del mondo è una scienza sperimentale.

Mentalità – modo di vedere le cose, di interpretare la realtà, di ragionare. In esso si combinano idee e teorie (concezione del mondo, opinioni assunte, usate e combinate più o meno criticamente [o più o meno passivamente assimilate]) e rappresentazioni, sentimenti e orientamenti impressi nell'individuo dalla pratica sociale che ha alle spalle, che lo ha formato, acquisiti per abitudine o costruite tramite esercizio. La mentalità è per sua natura di un gruppo sociale.

Personalità – l'insieme dei tratti intellettuali, morali e psicologici caratteristici di un individuo, integrati in modo da costituire un'unità tipica che l'individuo manifesta nelle varie situazioni in cui opera o si trova. Quindi nella personalità di un individuo si combinano tratti coscienti, idee e metodi, approccio alla realtà, elementi psicologici e nervosi. (…) La personalità è per sua natura individuale. I materialisti tendono a ridurre unilateralmente la personalità alle sue basi biologiche, chimiche e fisiche. Su questa riduzione si basano le teorie razziali e anche alcune teorie che giustificano la divisioni in classi. È riferendosi alla personalità che Marx ed Engels in La sacra famiglia dicono: se l’uomo è plasmato dalle circostanze, allora bisogna plasmare le circostanze umanamente” (da Concezione, mentalità e personalità, VO 35 - luglio 2010).

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Su VO 69 avete pubblicato l’articolo Contro la mentalità movimentista e infantile di Ciro L. Ammetto di aver avuto reazioni contraddittorie a quell’articolo perché in alcune sue parti parlava a compagni come me: riconoscersi nella descrizione di una condotta che viene (giustamente) definita infantile suscita inevitabilmente reazioni contraddittorie.

Di primo acchito tra me e me giustificavo quella condotta dicendo che in verità si trattava di un’operazione di propaganda fatta per un’organizzazione pubblica, come se per un’organizzazione pubblica fosse di prospettiva e utile avere una condotta che manifesta una mentalità infantile. Dopo la prima reazione a caldo, ho capito che Ciro L. con il suo articolo mi ha dato un’opportunità: rendermi conto che sono ancora intriso di mentalità infantile e che devo metterci mano (trasformarla) se voglio contribuire al processo di consolidamento e rafforzamento del CdP in cui opero.

Dal bilancio di un’operazione di propaganda che riflette una mentalità infantile, ho capito che ho ancora tratti di mentalità infantile da trasformare: questo è l’effetto che l’articolo di Ciro L. ha avuto su di me.


Quando ho preso coscienza del problema e che bisognava metterci mano, cosa ho fatto?

1. Innanzitutto sono andato a riprendere nella letteratura del Partito cosa intendiamo per mentalità. Per mentalità noi intendiamo il modo di vedere le cose, di interpretare la realtà, di ragionare. Nella mentalità di una persona si combinano idee, teorie e rappresentazioni, sentimenti e orientamenti impressi nell’individuo dalla pratica sociale che ha alle spalle, che lo ha formato, acquisiti per abitudine o costruiti tramite esercizio. La mentalità è per sua natura di un gruppo sociale. Ho capito che i compagni affetti da mentalità infantile concepiscono le operazioni di propaganda principalmente come un modo per affermare la propria identità e il proprio spirito di ribellione. Più in generale la mentalità infantile sottende una scarsa stima di sé e la resistenza ad assumere un modo di operare diverso, ma necessario a promuovere la guerra popolare rivoluzionaria. Gli effetti negativi della mentalità infantile non si manifestano solamente nella propaganda, ma in tutta l’attività. Per prima cosa ho preso maggiormente coscienza del fatto che arruolarsi per combattere la guerra popolare rivoluzionaria (e arruolarsi nel (n)PCI significa questo!) comporta un taglio netto con il passato ribelle (idealista, anarcoide). Non vuol dire semplicemente negarlo, ma trasformarlo in adesione cosciente ad un percorso di costruzione del nuovo potere della classe operaia.

2. Poi mi sono chiesto: come mai dopo qualche anno di militanza nel (n)PCI sono ancora affetto da mentalità infantile? Ho scelto di aderire al (n)PCI individualmente, questo è certo. Però mi trascino dietro una mentalità che ha origine nella mia esperienza di militanza in organizzazioni pubbliche, nelle quali spesso il collante è costituito dall’essere un “gruppo di amici” che vogliono ribellarsi al presente stato delle cose, che danno un senso alla loro vita ribellandosi al capitalismo ma non si mettono a costruire il mondo nuovo, che oggi significa mettersi a fare la rivoluzione socialista. Ho capito che non basta aderire al (n)PCI per diventare un comunista che promuove la GPR. Diventare un membro del (n)PCI è un primo passo, ma poi è nel percorso di militanza che si accumulano esperienze utili a fare ulteriori salti. Si tratta di un processo continuo fatto di accumulazioni quantitative e salti qualitativi: questo è il percorso di riforma intellettuale e morale (RIM) di ognuno di noi militanti del (n)PCI.

3. A questo punto mi sono chiesto anche: cos’è che mi frena dal rompere con la mentalità infantile? In linea generale la mentalità infantile, in una persona adulta, è espressione della necessità di intestarsi pubblicamente il merito, di far emergere la propria persona, la propria identità rispetto a un risultato raggiunto, a un’operazione riuscita nella nostra opera. È evidente però che questa mentalità non è coerente con l’essere membro del (n)PCI, cioè di un partito clandestino che rende pubblica la propria concezione e linea ma nasconde l’identità dei suoi membri. Militare nel (n)PCI significa anche combattere la personalizzazione di un’opera (quella dei comunisti) che può raggiungere il suo obiettivo (fare dell'Italia un nuovo paese socialista) solo se è collettiva.

Per quanto mi riguarda, ho capito che nella GPR promossa dal (n)PCI in cui ho scelto di arruolarmi, l’affermazione della mia persona passa da quello che faccio (e che contribuisco a far fare) per la costruzione del nuovo potere della classe operaia, passa dall’affermazione delle organizzazioni operaie e popolari che diventano protagoniste del loro presente e del loro futuro… insomma l’affermazione di me stesso si traspone nell’affermazione della classe operaia che costruisce il suo potere.


Penso, anzi sono sicuro, che ogni membro del (n)PCI sia consapevole che per diventare comunisti bisogna essere disposti a trasformare la propria concezione del mondo, la propria mentalità e in una certa misura anche la propria personalità. Ma penso che ognuno di noi militanti del (n)PCI (e sono sicuro che questo vale per i compagni che fanno parte del mio CdP) dobbiamo fare uno sforzo superiore a quello attuale per capire in che modo, nel particolare e concreto, vivono ancora aspetti di concezione, mentalità e personalità che sono il prodotto della società borghese in cui siamo nati e cresciuti. Comprendere meglio in che modo (e a che livello) veniamo influenzati dalla società in cui viviamo ci aiuta a trovare la strada per trasformarci individualmente e trasformare i CdP in cui militiamo, rendendoli sempre più le istanze locali dello Stato Maggiore della classe operaia.

La trasformazione che ognuno di noi deve compiere è quella che serve per la rivoluzione socialista, è quella necessaria per renderci capaci di svolgere meglio il ruolo che abbiamo assunto e il compito che ci è stato assegnato.

Compagni, senza il consolidamento e il rafforzamento del sistema dei CdP non è possibile far avanzare la rivoluzione socialista. Dobbiamo trasformare anche la nostra mentalità per trasformare i nostri CdP.

Approfitto di questa lettera per fare un appello a tutti i compagni del Partito: usiamo di più gli articoli che, in ogni numero di VO, vengono pubblicati nella rubrica “consolidamento e rafforzamento del (n)PCI”. Usiamo questi articoli per discuterli nei CdP, perché parlano a noi e parlano di noi, scriviamo ai compagni della rivista e rendiamola strumento effettivo di studio, confronto e crescita. Far avanzare il Partito dipende da ognuno di noi, mettiamoci in gioco!

Un saluto, Piero G.

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Uno dei tratti che distingue il (n)PCI dalle decine di partiti e organismi comunisti che esistono in Italia è che questi ultimi reclutano individui nel migliore dei casi come li reclutava il PCI negli anni ’50 e ’60 (adesione alla linea politica, pagamento della quota, collaborazione in iniziative, campagne elettorali, manifestazioni, proteste, ecc.). Invece il (n)PCI recluta un individuo a condizione che condivida concezione, bilancio, analisi del corso delle cose e linea, faccia parte di una organizzazione del Partito e partecipi alla sua attività, pratichi la RIM e relazioni di critica-autocritica-trasformazione. Entrare nel (n)PCI vuol dire anche mettere in ballo concezione del mondo, mentalità e personalità. Nel (n)PCI chiediamo una scelta non solo di campo, ma di vita. È un tratto indispensabile per essere all’altezza dei nostro compiti.

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