La Voce 69 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIII - novembre 2021

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Consolidamento e rafforzamento del (nuovo)PCI

 

Contro la mentalità movimentista e infantile

Ancora sulla propaganda murale del partito clandestino

1. Introduzione

Negli scorsi numeri abbiamo a più riprese trattato della concezione, del metodo e dello stile di lavoro con cui i Comitati di Partito devono svolgere la loro attività di propaganda, in particolare quella murale.(1)


1. Rimandiamo allo studio dei seguenti articoli che trattano della nostra propaganda murale e di temi annessi: Forme dell’attività di propaganda dei CdP (VO 68); Creare una rete di sostegno attorno ai nostri CdP clandestini è possibile (VO 67); Gli insegnamenti di un Comitato di Partito (VO 66); Elevare il livello della nostra propaganda murale (VO 65).


Le esperienze compiute dai CdP mostrano che dove seguiamo queste indicazioni e criteri i risultati che raggiungiamo sono incoraggianti:

- l’attività di propaganda murale diventa terreno di consolidamento e rafforzamento dei CdP e apre all’elevazione dei suoi membri e alla raccolta di nuove forze,

- la propaganda dell’esistenza del Partito e della sua linea è più incisiva, raggiunge un numero più largo di elementi delle masse popolari ed esprime una superiore capacità di orientamento tra di esse.

Tuttavia in questo campo incontriamo ancora ostacoli e problemi. Due sono le fonti principali di essi.

La prima consiste nella mancanza di esperienza che in tanti casi ostacola i CdP nel recepire orientamento e indicazioni del Partito. In questo caso non c’è altra soluzione che iniziare a fare esperienza: non tergiversare, non attestarsi a contemplare il problema, ma risolverlo cominciando a mettere in pratica le indicazioni e gli orientamenti che abbiamo via via elaborato e diffuso.

Nei casi in cui i CdP hanno rotto gli indugi e iniziato a fare esperienza, invece, emerge una seconda fonte di ostacoli: la mentalità movimentista e infantile, che stronca l’elevazione della nostra attività di propaganda murale e arreca danno alla nostra capacità di pensarla e progettarla in un’ottica da guerra. La diffusione di questi due tipi di mentalità, movimentismo e infantilismo, è frutto dell’influenza della sinistra borghese e del senso comune nelle nostre file. Esse sono la manifestazione, al nostro interno, di come la propaganda murale viene spontaneamente intesa, concepita e svolta tra gli elementi avanzati delle masse popolari. Dunque per elevare l’insieme del nostro lavoro nel campo della propaganda murale ai livelli più avanzati di cui oggi siamo capaci (e di cui abbiamo trattato nei precedenti numeri della rivista) dobbiamo promuovere una decisa rettifica rispetto a queste mentalità arretrate.


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Vedere che il Partito che non vedono è tuttavia presente, incoraggia i lavoratori a resistere e incute timore ai padroni e alle loro autorità: limita le loro angherie.

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2. Cosa intendiamo per mentalità movimentista?

Sono affetti da mentalità movimentista coloro che riducono le loro operazioni di propaganda murale al compimento di un gesto (sia esso attaccare un manifesto, fare scritte, ecc.) e non si curano della progettazione e preparazione né della gestione degli effetti e risultati. Sono quei compagni secondo cui l’essenziale in un’operazione di propaganda è dimostrare a se stessi e agli altri che ci si muove e premurarsi di farlo in condizioni di sicurezza, ma senza concepire un piano e gli obiettivi in base a cui modulare l’intervento. Per questi compagni “il movimento è tutto e il fine è nulla” ed è regola che chi si approccia alla propaganda con una simile mentalità finisce presto o tardi con l’abbandonare l’iniziativa, sconsolato dalla scarsità dei risultati raggiunti. Questi compagni, a prescindere che abbiano minore o maggiore esperienza alle spalle, ritengono la propaganda murale né più e né meno che un rito in cui trascinarsi (vale per questi compagni il detto “finché sono monaco suono la campana”). In positivo questi compagni sono attivi, colgono la necessità di un’attività ordinaria di propaganda murale. Ma il loro attivismo manca di anima: propagandano la nostra falce e martello con le due stelle e riportano le nostre parole d’ordine, ma non si interrogano sui referenti (chi è il destinatario delle loro scritte) e su come, attraverso la loro azione, possono rafforzare il nostro campo e colpire quello del nemico. Sono compagni che l’esperienza consiglia di essere almeno un po’ attenti ad agire in condizioni di sicurezza, ma di questa attenzione non vi è traccia quando si tratta di progettare la propaganda murale. La loro progettazione si riduce a cercare muri abbastanza liberi. Lo strumento (il muro libero su cui scrivere) diventa il fattore che dà loro una linea. È così che nonostante le loro buone intenzioni finiscono con il comportarsi come se il loro scopo finale fosse decorare i muri. La forza dell’abitudine li ha convinti che dalla propaganda murale non si può pretendere di più. Pensano, in cuor loro, che in definitiva si tratti di parole al vento. Il loro persistere in un’attività di propaganda murale sterile e svolta senza criteri aggrava questa sensazione di sfiducia. Ma è appunto il loro modo d’agire scriteriato a rendere “moscia” la propaganda delle parole d’ordine rivoluzionarie. Questi compagni devono interrompere il loro agire sterile e senza criterio e imparare a usare la conoscenza del contesto in cui operano, delle questioni decisive della lotta di classe in corso, degli attori del campo nemico (da colpire) e del campo delle masse popolari (da conquistare e chiamare alla riscossa) per iniziare a progettare e svolgere operazioni di propaganda murale concepite e realizzate come operazioni di guerra. L’esperienza che hanno accumulato nel lavoro sulla quantità deve diventare la base per farla finita con la mentalità movimentista e iniziare a dedicarsi ad una propaganda murale da Partito.

Rimando alla nota (2) per l’illustrazione di un’operazione di propaganda murale condotta con mentalità movimentista.


2. Tre movimentisti e un piano sbagliato. Tre compagni decidono di realizzare una scritta murale nei pressi di un’istituzione avente voce in capitolo sulle sorti di una delle tante grandi opere inutili e costose. Uno dei tre compagni fa un sopralluogo nei giorni precedenti, individua i problemi che presenta realizzare la scritta nel punto individuato (si tratta di un luogo dove il traffico automobilistico è intenso, quindi per gli esecutori c’è il rischio di finire nel mirino di telecamere o di controlli di polizia). Tuttavia, una volta individuati i problemi, anziché fare un nuovo sopralluogo in un orario simile a quello in cui la scritta doveva essere realizzata, il compagno si attesta a registrare quanto emerso nel primo sopralluogo. Quindi i tre prendono delle precauzioni a spanne sulla base del primo parziale sopralluogo: si recano sul luogo in un orario in cui suppongono che la zona sarà meno trafficata. Ma i tre contano sulla buona sorte. Arrivati sul posto all’orario stabilito, scoprono che la zona dove realizzare la scritta è inagibile stante l’elevato traffico e devono abbandonare l’operazione. Mentre tornano ai loro mezzi di trasporto, incappano in un’operazione di controllo della polizia: non avevano preso in considerazione che avrebbero agito in una zona molto controllata dalla polizia. Il risultato è che i nostri finiscono “cornuti e mazziati” a causa di un’inchiesta e di un piano zoppi.


3. Cosa intendiamo per mentalità infantile?

È invece affetto da mentalità infantile chi vede le operazioni di propaganda principalmente come un modo per affermare la propria identità e il proprio spirito di ribellione. Come il movimentista, anche l’infantile è un cultore del gesto ma diversamente dal movimentista ha l’ardore della spavalderia. Non è rassegnato all’idea che la propaganda murale sia distribuire parole al vento e quando si mette all’opera pensa in grande (aspira a fare le cose in grande). Ma il suo è un pensare in grande di tipo infantile: perchè dimostrare la propria audacia è il fine ultimo delle sue operazioni mentre l’applicazione della linea del Partito e l’avanzamento della lotta di classe sono né più né meno che un contorno. Regola vuole che chi pratica la propaganda murale con una mentalità simile finisce prima o poi per ridurre la propria attività a un fatto di estetica individuale. L’infantile spavaldo cita in modo ridondante il (nuovo)PCI nelle occasioni pubbliche, esibisce in modo auto-decorativo gli adesivi del Partito e (quando ci si dedica) pensa di non avere niente da imparare nel campo della propaganda murale. Come il movimentista si perde nel decorare la materia, l’infantile è concentrato nell’animare se stesso, nel tentativo di dimostrarsi audace e spavaldo. Per questi motivi rigetta tendenzialmente la fase della preparazione delle operazioni. Se la preparazione di un’operazione di propaganda richiede molte attenzioni, l’infantile taglia corto: o abbandona l’operazione prima ancora di aver fatto un serio sopralluogo o svolge l’operazione senza aver completato l’inchiesta. Insomma l’ardore e l’ardire di questo genere di compagni si risolve nella montagna che partorisce il topolino (un topolino, aggiungiamo, che pericolosamente ignora le regole minime della sicurezza).

Per questi compagni la cura è la stessa indicata per i movimentisti. In questo modo avranno pane per i loro denti e sazieranno anche la loro aspirazione a realizzare operazioni di propaganda in grande stile. Per arrivare alle operazioni in grande stile, questi compagni hanno bisogno di due robuste rettifiche:

- dare un taglio alla loro rovinosa spavalderia e alle sue manifestazioni,

- iniziare dalla gavetta (per un tempo più o meno lungo a seconda delle loro resistenze) un’attività di propaganda murale clandestina, che sia rigidamente svolta in condizioni di sicurezza e progettata mettendo al centro il nostro lavoro tra le masse.

Rimando alla nota (3) per l’illustrazione di un’operazione di propaganda murale condotta con mentalità di tipo infantile.


3. Tre spavaldi senza un piano. A ridosso di una delle misure “lacrime e sangue” del governo Draghi, tre compagni decidono d’impeto di realizzare una grande scritta murale contro il governo Draghi in un sobborgo popolare di una città metropolitana. Limitano i preparativi al reperimento delle bombolette e all’individuazione di un muro abbastanza spazioso. Non si occupano di fare inchiesta sul luogo in cui andranno a realizzare la scritta, né degli obiettivi e dei referenti dell’operazione, né di predisporre un piano per svolgerla in sicurezza. Tanta è la spavalderia che questi compagni scelgono di realizzare la scritta in un orario e in una giornata in cui le strade anche a tarda ora sono ancora trafficate. Il risultato è degno della preparazione messa in campo: mentre stanno facendo la scritta, i nostri spavaldi si imbattono in una coppia d’inquilini di un palazzo vicino che si adirano per la scritta murale. Non avendo predisposto un piano per far fronte a una situazione del genere, i tre la affrontano in maniera individuale: uno di loro continua a scrivere indifferente al problema salvo fuggire quando viene interrotto, un secondo prova ad affrontare i due spiegando le sue buone ragioni, il terzo scappa e si dilegua senza dare nell’occhio. L’operazione si conclude con la scritta incompiuta e il morale a terra dei tre per il risultato deludente.


4. Conclusioni: due deviazioni e una matrice comune

La matrice comune di entrambe queste mentalità è il legalitarismo inteso come sottomissione, prima ancora che alle leggi della borghesia, alla sua concezione del mondo e agli orizzonti politici da essa consentiti, tra cui c’è il ribellismo individuale.

Si può essere legalitari benché disposti a violare qualche legge: non è il numero di leggi che violiamo che ci affranca dal legalitarismo. Ce ne emancipiamo con la capacità di pensare la nostra attività politica (compresa la nostra propaganda murale) in ottica da guerra e al di là delle leggi della borghesia. Con la determinazione ad agire come un esercito che risponde anzitutto alle leggi del sistema politico del proletariato in costruzione, di cui il Partito è il vertice e di cui la strategia che poniamo in essere costituisce le fondamenta. È con questo approccio che dobbiamo utilizzare la propaganda murale (che per i motivi illustrati in altri articoli di VO è un importante strumento a nostra disposizione) per avanzare nella guerra che il Partito promuove, per rafforzare il nostro campo e colpire e indebolire le forze della classe dominante.

È questa, in estrema sintesi, la mentalità con cui i CdP e i membri del Partito devono pensare e praticare la propaganda murale. Un’attività per il cui sviluppo positivo oggi è necessario, come in altri campi della nostra attività, saper sognare alla Pisariev (citato da Lenin nel Che fare? del 1902, in Opere Complete, vol. 5 Editori Riuniti 1958, pag. 471), imparando a progettare e realizzare operazioni che precorrono la realtà, ma di cui nella realtà esistono i presupposti che con la nostra azione valorizziamo.

Ciro L.