La Voce 68 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIII - luglio 2021

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Prendere in mano la direzione del paese imparando dall'esperienza

Che lo Stato nella storia dell’umanità è sorto come organo della classe dominante per reprimere le classi sfruttate è una delle scoperte del marxismo. Engels ha sintetizzato questa scoperta in L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato. I revisionisti la negavano per ingannare le masse e giustificare la loro rinuncia a fare la rivoluzione e instaurare il socialismo. Contro di essi Lenin nell’opera Stato e rivoluzione l’ha difesa e illustrata. Noi dobbiamo difendere questa scoperta e applicarla traducendola concretamente nel particolare dell’epoca imperialista della società borghese e dell’Italia.

Il movimento comunista, prima di esprimersi nel movimento comunista cosciente e organizzato (MCCO) con alla sua testa il partito comunista, è la trasformazione in corso della società umana, cioè la spontanea creazione del sistema di relazioni sociali conforme alle forze produttive collettive generate dal modo di produzione capitalista, con le contraddizioni e le mostruosità (la distruzione dell’ambiente, la convivenza di affamati e dilapidatori di cibo sono solo alcune) che il suo sviluppo spontaneo comporta. Questo riguarda anche lo Stato e il sistema di relazioni internazionali.

In ogni paese imperialista lo Stato resta in definitiva (con le funzioni dette regaliane svolte tramite forze armate, corpi di polizia, magistratura e carceri) l’organo della classe dominante per reprimere le classi sfruttate ed emarginate dalla gestione del sistema delle loro relazioni sociali. Ma ha assunto funzioni, espressioni e forme che non aveva nelle epoche precedenti.

In Italia lo Stato dispone di una Pubblica Amministrazione, è proprietario al modo di un gruppo finanziario di un settore dell’economia costituito da aziende pubbliche e da aziende partecipate, gestisce una enormità di servizi pubblici (istruzione, sanità, igiene pubblica, reti (idrica, elettrica, telefonica e fognaria), smaltimento dei rifiuti, rete di vie di comunicazioni e trasporti (stradali, ferroviari, aerei) di persone e cose, poste, radio, televisione, rete internet, manutenzione del territorio), presiede alla gestione del sistema monetario, bancario e di tutto il sistema economico (capitalismo monopolistico di Stato), legifera su un gran numero di relazioni sociali. Esso inoltre alimenta, anima, controlla e dirige un enorme sistema di controrivoluzione preventiva (MP cap. 1.3.3) dal quale ricavano di che vivere qualche centinaia di migliaia di individui.

In Italia Pubblica Amministrazione e istituzioni pubbliche occupano (Tabella 1) più di 5.1 milioni di adulti su 23.4 milioni di adulti classificati come occupati. Esse hanno un indotto: organismi autonomi, ONG e altri che svolgono attività appaltate dallo Stato e che a vario titolo occupano altre centinaia di migliaia adulti (circa 850 mila solo le ONG a fine 2017), più aziende fornitrici di beni e servizi. Complessivamente tra organi statali e parastatali, imprese controllate e imprese partecipate dallo Stato e circa 16 milioni di pensionati, più di 28 milioni di adulti (su una popolazione complessiva di circa 60 milioni comprensiva di minori) dipendono direttamente dallo Stato (spesa pubblica e pensioni) per il reddito loro e dei familiari. In Italia la spesa pubblica annuale ammonta, come ordine di grandezza, a circa 800 miliardi € su un PIL (per forza di cose consideriamo questo dato nonostante il suo significato equivoco) di circa 1.700 miliardi di €.

Attualmente tutta questa struttura pubblica è permeata da concezioni, sentimenti, relazioni e modi di fare che derivano dal modo di produzione capitalista, è formata per servirlo e funziona al suo servizio, i suoi dirigenti sono persone di fiducia della classe dominante. In altre parole è al servizio della borghesia imperialista e del clero.

Instaurare lo Stato della dittatura del proletariato significa creare una struttura che assicura i servizi necessari alla popolazione ma è formata e diretta dal proletariato organizzato e cosciente con alla sua testa il partito comunista, cioè dal movimento comunista cosciente e organizzato (MCCO). Estinzione dello Stato significa che si è formata una struttura che assicura i servizi necessari ed è però gestita dalla popolazione che ha superato l’esclusione dalla gestione della vita sociale e dalle attività specificamente umane (MP nota 2 pag. 249), l’esclusione che le classi dominanti hanno da sempre imposto alla massa della popolazione.

A fronte di questa situazione, quale obiettivo noi comunisti dobbiamo porci rispetto allo Stato borghese e alle funzioni che esso svolge? Quale obiettivo dobbiamo promuovere nel MCCO e nelle masse popolari che mobilitiamo, organizziamo e dirigiamo a instaurare il socialismo e poi dirigeremo a costruire il socialismo, transizione dalla società borghese al comunismo in ogni paese e nel sistema delle relazioni internazionali? Come dobbiamo interpretare concretamente la parola d’ordine “lo Stato borghese si abbatte, non si cambia”?

Di fronte allo Stato di un tempo questa parola d’ordine significava (ed è ciò che le rivoluzioni di nuova democrazia hanno fatto) che dovevamo contemporaneamente 1. sciogliere (eliminare) le forze armate, le forze di polizia, la magistratura e il sistema carcerario (cioè strumenti e misure per la privazione della liberta individuale e l’esclusione dalla vita sociale) “proprietà” della classe dominante e 2. creare nuovi corpi e strutture fedeli al MCCO che reprimessero la borghesia e le altre classi dominanti e stroncassero ogni loro tentativo di riprendere il potere, trattassero le contraddizioni all’interno delle masse popolari, svolgessero tutte le funzioni necessarie alla vita sociale e individuale e promuovessero la creazione dei servizi che attualmente lo Stato borghese dei paesi imperialisti svolge (ma subordinatamente alle esigenze di valorizzare il capitale impersonate dalla borghesia).


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Tabella 1 - Italia - Occupati nel settore pubblico, per categorie di istituzioni e imprese


Addetti

% sul totale occupati 2019 (23.38 milioni)

Amministrazione dello Stato

1.804.526

7,7

Amministrazioni locali

589.645

2,5

Enti pubblici non economici

231.480

0,9

Azienda o ente del SSN

698.297

3,0

Università pubblica

154.923

0,7

Scuole pubbliche

888.314

3,8

Forze armate e di sicurezza

489.914

2,1

Totale PA

4.857.099

20,8

Imprese a controllo dello Stato

246.739

1,1

Totale settore pubblico

5.103.838

21,8



Gli addetti comprendono i dipendenti e i non dipendenti. L’Amministrazione dello Stato comprende anche gli organi costituzionali e gli organi a rilevanza costituzionale. La voce Amministrazioni locali comprende le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane e unioni di comuni. La voce Enti pubblici non economici comprende anche le “altre forme giuridiche”. SSN è la sigla del Servizio Sanitario Nazionale. La voce Scuole pubbliche comprende il personale sia docente sia ATA. Gli occupati in Italia nel 2019 erano 23 milioni e 381 mila (fonte: ISTAT, Il mercato del lavoro, IV trimestre 2019, pag. 2) su una popolazione di circa 60 milioni. Insomma, il settore pubblico dell’economia comprende oltre un quinto della occupazione totale: 1 occupato su 5 lavora nel settore pubblico.

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Dal bilancio dell’esperienza della prima ondata mondiale (1917-1976) di rivoluzioni proletarie ricaviamo l’insegnamento che nei paesi imperialisti il MCCO deve occupare e dirigere la struttura statale esistente, eliminare e sostituire i corpi e gli individui che per natura o per formazione sono ostinatamente e irriducibilmente ostili alla dittatura del proletariato e a servire il popolo, che boicottano o sabotano l’indirizzo e le misure prese dalla dittatura del proletariato. È un compito e un’opera che in Italia inizierà con la settima delle Misure Generali del GBP (“epurare gli alti dirigenti della Pubblica Amministrazione che sabotano l’azione del GBP, conformare le Forze dell’Ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza), le Forze Armate e i Servizi d’Informazione allo spirito democratico della Costituzione del 1948 (in particolare a quanto indicato negli articoli 11 e 52) e ripristinare la partecipazione universale più larga possibile dei cittadini alle attività militari a difesa del paese e a tutela dell’ordine pubblico”).

Questo è il significato che dobbiamo dare oggi in un paese imperialista alla parola d’ordine “lo Stato borghese si abbatte, non si cambia”.

Quando nel 1944-1947 i comunisti del primo PCI e i partiti progressisti aderenti al CLN entrarono nel governo e in altri modi parteciparono alla gestione dello Stato, abbiamo visto che anziché giovarsi del risultato per conquistare ulteriori posizioni di potere, trasformare ed epurare la struttura statale, fare la riforma monetaria, ecc. si lasciarono poco alla volta estromettere. Lo stesso è chiaramente visibile in Francia (1936-1938 governo di Fronte Popolare e 1944-1947 governo del CLN). A ragion veduta non mi occupo qui della Spagna (1936-1939, governo del Fronte Popolare) e di altri paesi.

Non è che i comunisti non riuscirono a compiere l’opera. Non se la proposero neanche, come non si proposero di tenere in pugno, prendere in mano e realizzare la ricostruzione del sistema economico. Lo mostra chiaramente lo scritto di Emilio Sereni CLN Il Comitato di Liberazione Nazionale della Lombardia al lavoro nella cospirazione, nell’insurrezione, nella ricostruzione (Ed. Percas) ed è la critica che Andrei Zdanov fece alle delegazioni del PCI e del PCF nella prima riunione del Cominform nel settembre 1947.

È alla luce di questo compito dei comunisti che noi dobbiamo considerare attualmente la creazione del sistema del nuovo potere da parte di OO e OP e la costituzione del GBP.

Nel corrente linguaggio statunitense questa operazione di presa in mano della macchina statale si chiama Spoils System. In Italia è stata persino già introdotta dalla legge n. 145 del 15 luglio 2002. Essa prevede che “le nomine degli organi di vertice e dei componenti dei consigli di amministrazione o degli organi equiparati degli enti pubblici, delle società controllate o partecipate dallo Stato, delle agenzie o di altri organismi comunque denominati, conferite dal Governo o dai Ministri nei sei mesi antecedenti la scadenza naturale della legislatura, computata con decorrenza dalla data della prima riunione delle Camere, o nel mese antecedente lo scioglimento anticipato di entrambe le Camere, possono essere confermate, revocate, modificate o rinnovate entro sei mesi dal voto sulla fiducia al Governo”. Di fatto, anche in base alla legislazione e all’uso correnti ogni governo entrante può porre a capo dei principali enti pubblici persone di sua fiducia.

Da questo punto di vista anche i governi Conte 1 (1° giugno 2018 - 5 settembre 2019) e Conte 2 (5 settembre 2019 - 13 febbraio 2021) del M5S forniscono esperienze e insegnamenti. Nel bilancio che esponenti del M5S hanno incominciato a fare e che noi sproniamo a proseguire e rendere di pubblico dominio, essi considerano i motivi per cui hanno accettato di includere nel governo Conte 1 e Conte 2, e per di più in ministeri chiave, uomini di fiducia dei vertici della Repubblica Pontificia, dell’UE e della NATO anziché sfidare quei vertici a nuove elezioni; per cui non hanno proceduto su più larga scala a sostituzioni come quella di Pasquale Tridico a Tito Boeri alla presidenza dell’INPS; per cui di governo in governo sono saltati ministri come Elisabetta Trenta, Danilo Toninelli del governo Conte 1 e Alfonso Bonafede dal governo Conte 2; per cui alcune leggi e provvedimenti (eliminazione prescrizione reati per decorrenza termini, revoca appalti autostrade e simili dopo la carneficina del Ponte Morandi, grandi opere pubbliche, pagamento con buoni di Stato dei fornitori, ecc.) sono stati accantonati.

Non a caso il governo Mario Draghi (insediato il 13 febbraio 2021) sta sistematicamente mettendo uomini di sua fiducia alla testa di posti chiave di ministeri, istituzioni, aziende controllate e aziende partecipate: proposito ad oggi già attuato per Ferrovie dello Stato Italiane SpA (tra il 26 maggio e il 3 giugno), per Cassa Depositi e Prestiti (tra il 27 maggio e il 1° giugno) e in via di attuazione per RAI e altre aziende, per quanto la grande maggioranza dei dirigenti siano quasi ovunque ancora quelli nominati dai governi delle Larghe Intese che si sono succeduti negli ultimi quarant’anni fino all’“apertura della breccia” a seguito delle elezioni del marzo 2018. I due governi Conte non hanno osato toccarli.

Una vicenda analoga è in corso per le poche misure in qualche modo favorevoli alle masse popolari messe in opera o anche solo approvate dai governi Conte 1 e Conte 2: reddito di cittadinanza, quota 100 ad attenuazione della legge Fornero contro le pensioni, decreto Dignità ad attenuazione del Jobs Act di Renzi che ha abolito la “giusta causa” dello Statuto dei Lavoratori (art. 18), l’abolizione della prescrizione dei reati per decorrenza termini, blocco dei licenziamenti legato alla pandemia.

Al contrario il governo Draghi mette rapidamente in opera misure contrarie agli interessi delle masse popolari che con i governi Conte erano rimate sospese. Esemplare è il caso dell’accordo Italia-Vaticano che aumenta il numero dei cappellani militari e aggiorna la disciplina concernente l’“assistenza spirituale” alle Forze Armate e lo status dei cappellani militari. Il negoziato era iniziato nel dicembre 2017 con il governo Gentiloni, l’accordo era stato approvato dal Consiglio dei Ministri l’8 febbraio 2018 e firmato il 13 febbraio 2018. Il Ministro della Difesa del governo Conte 1, Elisabetta Trenta, lo aveva bloccato per tagliare il numero dei cappellani e ridurre i costi a carico dello Stato. Il 22 aprile 2021 il governo Draghi, in sordina, ha pubblicato la legge di ratifica.

Dall’esperienza dei governi Conte ricaviamo insegnamenti per andare verso il GBP, insegnamenti che, si parva licet componere magnis (se è permesso accostare piccole cose a grandi cose) direbbero i dotti, confermano gli insegnamenti che traiamo dall’esperienza dei governi 1944-1947 in Italia e dei governi 1936-1938 e 1944-1947 in Francia e che applicheremo con il GBP e oltre.

Tonia N.