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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIII - luglio 2021

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Il nuovo Stato

Dobbiamo creare una nuova struttura o iniziare adattando ai nostri scopi la struttura che prendiamo in mano?

In Europa la borghesia, arrivata a un certo punto del suo sviluppo, ha manovrato in modo da far fare allo Stato creato dalle classi dominanti che l’avevano preceduta (nobili e clero) ciò che andava bene a lei. Ha approfittato della sua forza economica e della sua ascesa (relativa) nella società civile per fare pressioni sullo Stato, ha allargato la sua influenza su di esso ed eliminato gli irriducibili con rivoluzioni e rivolte, lo ha adattato alle sue esigenze, ne ha ampliato le competenze, ecc. La classe operaia non può fare un’operazione di questo genere, deve sostituire uno Stato con un altro.

La borghesia ha potuto adattare alle sue esigenze lo Stato dei nobili e del clero perché aveva anch’essa bisogno di uno Stato il cui compito principale era tenere in riga i lavoratori e gestire le relazioni con l’estero (spogliare altri paesi e non essere depredato).

I proletari non possono rapportarsi allo Stato come si è rapportata la borghesia: il modo di produzione di cui essi hanno bisogno per emanciparsi definitivamente dalla borghesia implica che non esistano più classi dominanti. Quindi implica non solo che lo Stato non sia una istituzione adibita a tenere in riga i lavoratori: implica anche che non esista più lo Stato inteso come istituzione dotata del monopolio della violenza.

Ma nella transizione dalla società attuale alla nuova società la classe operaia, che dei lavoratori è classe dirigente, ha bisogno e usa uno Stato che reprime i rappresentanti e i fautori della vecchia società e i seguaci che essi riescono a trascinare con sé. Esso quindi è una struttura che ha il monopolio della violenza, il possesso degli strumenti per far rispettare le proprie decisioni con la forza dove non arriva la convinzione. Avere il monopolio della violenza è un aspetto che il nuovo Stato ha in comune con il vecchio Stato. Ma il nuovo Stato deve avere come base sociale gli operai delle aziende capitaliste (e i lavoratori delle aziende pubbliche) e si regge su organismi operai che agiscono da nuove autorità locali. Non a caso uno degli aspetti della bolscevizzazione del PCI era che le cellule di fabbrica dovevano essere il cuore, l’organizzazione base del partito (su questo Gramsci condusse una battaglia all’interno del partito nel 1924-25).

Lo Stato socialista può esistere solo se le aziende esprimono degli organismi che sono le autorità locali. È sull’autorità di questi organismi che si regge l’autorità e la forza del governo centrale. Tutta l’attività delle istituzioni statali in definitiva deve procedere all’unisono con questi organismi. Quando nel 1921 si profilò un distacco tra il governo bolscevico e questi organismi, fu il governo che cambiò linea, adottò la NEP (Nuova Politica Economica). Ma d’altra parte il Partito deve illuminare la strada che quegli organismi devono percorrere (le leggi dello sviluppo sociale si scoprono, non si inventano). Non rinunciare al suo ruolo dirigente, ma trovare la strada e portare quegli organismi a condividerla. Fu quello che fecero Lenin e poi Stalin tra il 1921 e il 1928.

In Italia questi organismi non ci sono ancora ed è il motivo per cui siamo nella situazione in cui siamo. Bisogna creare (ricreare) una rete di organismi operai. Ma questa volta i comunisti devono sapere dove bisogna condurli ed essere decisi ad andare fino in fondo. L’opuscolo scritto nel 1945 da Emilio Sereni (Il Comitato di Liberazione Nazionale della Lombardia al lavoro nella cospirazione, nell’insurrezione, nella ricostruzione) mostra chiaramente che nel 1945 i comunisti avevano un orientamento sbagliato. Per questo portarono quegli organismi su una strada sbagliata, anche se quegli organismi erano renitenti ad andarci.

Per creare quegli organismi basta che un nucleo operaio parta? No, ed è per questo che servono il (n)PCI, il P.CARC e altri organismi analoghi al P.CARC che promuovono la formazione di organismi operai nelle aziende capitaliste e di organismi popolari nelle aziende pubbliche, a partire da dove hanno già dei contatti.

Il GBP non è ancora lo Stato socialista. Costituire il GBP è un modo per allargare la formazione di organizzazioni operaie nelle aziende capitaliste, di organizzazioni popolari nelle aziende pubbliche, di organizzazioni territoriali e tematiche in ogni zona, ambito e contesto, per rafforzare la loro azione e la loro coscienza come nuove autorità pubbliche, per arrivare in condizioni più favorevoli allo scontro decisivo con la borghesia e il suo clero. Detto in altri termini, è un modo per creare una vasta rete di organizzazioni di massa raccolte intorno al partito comunista e animate dalla volontà di fare a meno dei padroni e instaurare il proprio potere, per organizzare la parte avanzata e attiva degli operai nel partito comunista che, per questa via, dirige l’azione e orienta la coscienza del grosso delle masse popolari.

È un modo per alimentare nelle masse popolari, sulla base dell’esperienza pratica, la fiducia e la convinzione che possono creare un mondo senza padroni, senza clero e senza le altre classi dominanti, per alimentare la fiducia e la convinzione che un tale mondo è possibile e per unire i suoi fautori. In sintesi il GBP è lo strumento per creare le condizioni di organizzazione e di coscienza che sono la base portante, il presupposto del nuovo Stato socialista.

Maria P.