La Voce 68 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIII - luglio 2021

Scaricate il testo in formato PDF - Formato Open Office - Formato Word

Consolidamento e rafforzamento del (nuovo)PCI

Forme dell’attività di propaganda dei CdP

Consigli per operazioni tipo

L’attività di agitazione e propaganda dei Comitati di Partito (CdP) è uno dei principali canali attraverso cui promuoviamo la conoscenza dell’esistenza del (n)PCI, della sua linea e delle sue parole d’ordine. In altri numeri della rivista abbiamo trattato la concezione e il metodo di lavoro su cui questa attività deve basarsi. Questo ha alimentato il dibattito e stimolato un processo di elevazione del nostro stile di lavoro. Con questo articolo continuiamo ad elaborare l’esperienza accumulata e a estrapolarne sintesi per elevare la nostra agitazione e propaganda. Lo scopo di questi consigli è sviluppare il lavoro esterno dei CdP, rendere più incisiva l’agitazione e propaganda del Partito, imparare a svolgerla come operazione di guerra e superare lo stile stereotipato in questo campo. Oggi lo stile stereotipato si esprime nella tendenza a fare azioni di propaganda nella forma di prese di posizione (il comunicato, la scritta o il manifesto) che ripetono la teoria generale del Partito senza tradurla nel contesto particolare e concreto e in operazioni specifiche e adatte alle circostanze della lotta di classe in cui i nostri distaccamenti operano.

Di seguito indico cinque operazioni tipo di agitazione e propaganda che sono frutto dell’esperienza accumulata in questi anni e che i CdP possono introdurre nel proprio lavoro esterno in modo da rendere più incisiva la loro azione in questo campo. Presupposto di ognuna sono la preparazione con sopralluoghi d’inchiesta atti a individuare gli orari migliori in cui agire, a mappare la video-sorveglianza, a decidere i tragitti da percorrere per realizzare l’azione e le vie di fuga in caso di pericolo e l’esecuzione in condizioni protette (senza cellulari e altri apparecchi elettronici che permettono alle forze dell’ordine di localizzarci).

1. L’agit-prop “combinata”. Il primo passo per rendere più incisiva la nostra agitazione e propaganda è combinare la diffusione dei comunicati dei CdP con attività di propaganda murale (scritte e/o affissione di manifestini e adesivi) che rilanciano le parole d’ordine principali del comunicato diffondendole e veicolandole presso uno specifico referente dell’azione del CdP (i lavoratori dell’azienda tal dei tali, gli abitanti della zona tal dei tali, ecc.). Il presupposto per svolgere simili operazioni è concepire, a monte, gli obiettivi particolari e concreti dei comunicati dei CdP. In linea di massima ogni comunicato deve portare o un orientamento su una questione particolare o indicazioni di lotta specifiche rivolte ai nostri referenti. Produrre comunicati di questo tipo è ciò che ci permette poi di elaborare gli strumenti da combinare alla diffusione del comunicato: se nei nostri comunicati affermiamo orientamenti particolari e/o indicazioni di lotta specifiche, saremo anche in grado di produrre manifestini e scritte murali con parole d’ordine affilate e adatte al rilancio dei contenuti del comunicato presso i nostri referenti. L’effetto pratico di quello che chiamo “agit-prop combinata” è rendere visibile l’azione del CdP nel mondo reale, far vedere ai nostri referenti che il Partito c’è, dare loro forza e incoraggiarli alla lotta con la diffusione delle nostre parole d’ordine, creare presupposti più favorevoli perché gli elementi d’avanguardia si mettano in contatto con il Partito e infine incutere timore nel campo nemico. Comunicati e prese di posizione sono strumenti importanti per la nostra agitazione e propaganda e bisogna avvalersi di internet, ma dobbiamo sempre tener conto dei limiti specifici della sola diffusione attraverso internet che è dare l’idea di un Partito che esiste solo nel mondo virtuale. Con quello che ho chiamato “agit-prop combinata” contrastiamo questa idea e rendiamo più incisiva la voce dei CdP.

2. L’agit-prop “concentrata e a pioggia”. Il secondo passo per rendere più incisiva la nostra azione è strutturare un sistema ordinario di diffusione della nostra propaganda che sia al contempo “concentrata” in uno o alcuni punti e “a pioggia” su molti punti dispersi. L’azione “concentrata” è quella che svolgiamo nella zona d’azione principale del CdP. Le piazze principali, l’azienda, l’ospedale, la scuola e gli snodi degli altri servizi pubblici della zona in cui il CdP opera sono il principale bersaglio dell’azione di propaganda “concentrata”. L’azione “a pioggia” è quella che svolgiamo in punti dispersi della città diversi dalla zona che il CdP elegge a propria area d’intervento. La finalità è dare eco cittadina all’azione del CdP. Reti e infrastrutture (grandi arterie stradali, linee ferroviarie, rete tramviaria, fermate della metropolitana, ecc.) sono ottimi punti per l’azione “a pioggia”.

3. L’agit-prop “capillare”. Dopo aver visto due operazioni tipo su cui incardinare l’attività ordinaria di propaganda dei CdP, passo a operazioni tipo da condurre principalmente in forma non ordinaria e una tantum. La prima tra queste è quella che chiamo agit-prop capillare. Consiste nell’individuare un luogo che è obiettivo della nostra azione di agitazione e propaganda (un’azienda, un abitato, una scuola, ecc.) e qui concentrare, in maniera capillare e massiccia, la diffusione delle nostre parole d’ordine con affissione di manifestini e adesivi, con la diffusione di volantini (presso auto in posteggio, su panchine e muretti, sotto pensiline, ecc.), con scritte murali. Operazioni di agit-prop capillare possono essere realizzate nell’ambito dell’agit-prop combinato o separatamente. È un tipo di operazione utile per far giungere la voce del Partito nel modo più massiccio possibile tra gli elementi di un dato ambiente referenti del Partito. Come combinare l’uso di manifestini, adesivi, scritte ecc. attiene alla situazione concreta. Il nostro referente sono gli elementi avanzati delle masse popolari. Dove puntiamo principalmente a portare loro un orientamento e indicazioni di lotta converrà fare uso principalmente di volantini e manifestini e avere riguardo nell’uso delle scritte (ad esempio non scrivere su muri di abitazioni civili o in luoghi che potrebbero inimicarci i nostri referenti).

4. L’agit-prop per “metterne dieci contro uno”. Una declinazione particolare dell’agit-prop capillare consiste nel compiere operazioni di propaganda che prendano di mira sedi e luoghi di abitazione di organismi ed esponenti del campo nemico con scritte, affissione di manifestini e diffusione di volantini. I referenti di un’operazione come questa sono sempre gli elementi avanzati delle masse popolari, a cui però portiamo il nostro appello ad organizzarsi facendo leva sull’odio contro gli esponenti della classe dominante, indicandone e denunciandone i crimini. In tal caso è giusto agire senza avere riguardi (ferma restando l’importanza di agire sempre in condizioni di sicurezza). Tanti sono i crimini della classe dominante e molti sono gli appigli per imbastire operazioni di questo tipo. Sta a ogni CdP studiare il contesto in cui opera ed elaborare operazioni per “metterne dieci contro uno” che siano funzionali alla sua attività: in ogni zona del paese esistono molti “Fontana assassino”, prendendoli di mira con una energica e robusta denuncia dei loro crimini è possibile ispirare e incitare all’organizzazione e alla mobilitazione popolare nonché suscitare simpatia per il Partito. Ai CdP l’audacia di prendere l’iniziativa!

5. L’agit-prop che fa leva sui simboli storici. Consiste nel condurre operazioni di agit-prop (in una delle forme sopra indicate: combinata, concentrata e a pioggia, capillare) che prendono spunto da episodi, eventi, fatti della storia della lotta di classe e del movimento comunista oppure da celebrazioni della classe dominante. Nel primo caso l’obiettivo è appropriarci della memoria dell’evento che celebriamo con iniziative ad alta visibilità e che denuncino qualunque tentativo di memoria condivisa (come la Repubblica Pontificia ha tentato di fare, tramite il Partito Democratico, per il centenario del primo PCI). Nel secondo caso l’obiettivo è denunciare i crimini contro le masse popolari dell’esponente o del fatto celebrato dalla classe dominante (un esempio su tutti è l’annuale farsa di regime delle celebrazioni, il 3 settembre, della memoria dell’assassino di comunisti, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa). Anche in questo caso, ai CdP l’audacia di prendere l’iniziativa!

Armando R.