La Voce 67 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIII - marzo 2021

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CCNL metalmeccanici

Rovesciare contro il regime le operazioni dei sindacati di regime

Cari compagni, sono un operaio comunista iscritto alla CUB. Per caso su internet mi sono imbattuto in un articolo che avete pubblicato tempo fa sul rinnovo del CCNL dei metalmeccanici [ndr: si riferisce all’articolo Il rinnovo del CCNL dei metalmeccanici Un’occasione da non perdere per mobilitare e orientare alla lotta contro il catastrofico corso delle cose, VO 63 - novembre 2019] in cui dicevate ai singoli operai avanzati di “approfittare del contesto creato dal rinnovo del CCNL per portare tra gli operai un orientamento di mobilitazione e di lotta contro i mali specifici che affliggono i lavoratori e contro il catastrofico corso delle cose”. Adesso il rinnovo del CCNL dei metalmeccanici è in dirittura di arrivo: il 5 febbraio FIOM, FIM e UILM hanno sottoscritto con Federmeccanica e Assistal un’ipotesi di accordo che stanno sottoponendo a referendum nelle fabbriche. I confederali usano l’aumento salariale ottenuto (a differenza del 2016, quando il rinnovo del CCNL è stato a zero aumenti) per far accettare i peggioramenti che comporta (allungamento della durata del CCNL, riforma dell’inquadramento, riconoscimento dell’alternanza scuola-lavoro, rafforzamento della sanità privata). Nella mia fabbrica sto facendo propaganda per votare NO e cerco di trovare altri operai che la pensano come me, ma le posizioni prevalenti tra i miei colleghi è che “poteva andare peggio”, “meglio poco che niente”, “con tante fabbriche che chiudono, non stiamo a tirare troppo la corda”. La vedo dura “portare un orientamento di mobilitazione e di lotta” e sinceramente mi sono un po’ cadute le braccia (…).

Abbiamo mandato al compagno gli articoli No al ‘meno peggio’ che apre la strada al peggio! Sì a un CCNL degno di questo nome! e 10 domande sull’accordo per il rinnovo del CCNL dei metalmeccanici pubblicati dal P.CARC su Resistenza n. 3/2021 (reperibile sul sito www.carc.it), perché danno un orientamento e indicano argomenti su cui fare leva per affrontare le posizioni di cui parla nella sua lettera. A quanto scritto su Resistenza, aggiungiamo due cose.

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Le discriminanti oggi decisive nel campo dell’azione sindacale

1. Essere per strappare al padrone quanto più si ha la forza per strappargli (conflittualità) oppure essere per la compatibilità con gli interessi del padrone (complicità con padronato e governo): questa discriminante non divide solo i sindacati di regime da una parte e quelli alternativi e di base dall’altra, ma attraversa anche i sindacati di regime stessi (divide al loro interno la destra dalla sinistra);

2. tra i sindacati che sono per strappare al padrone tutto quello che si ha la forza di strappare, la discriminante decisiva è tra far svolgere al sindacato il compito di “comitato di salvezza nazionale” (promuovere e sostenere la formazione di OO e OP per la costituzione del GBP) oppure restare chiusi nel terreno sindacale.

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Da una parte l’esempio della lotta degli operai dei servizi di questi giorni e mesi, in particolare della logistica, di Amazon e dei ciclofattorini (riders), perché conferma che anche in condizioni più difficili di quelle esistenti in una normale azienda metalmeccanica (si tratta di lavoratori nella maggior parte precari e immigrati, quindi ricattabili, e che non lavorano gomito a gomito, ma estremamente sparpagliati) è possibile organizzarsi: non dall’oggi al domani, ma attraverso un lavoro paziente e costante. E indica anche uno degli strumenti per lottare con efficacia per un CCNL degno di questo nome: fare fronte comune, creare e sviluppare l’alleanza tra operai di diversi settori. In proposito raccomandiamo la lettura del Comunicato SI Cobas - ADL Cobas 16 marzo 2021 26 marzo: sciopero della logistica e dei riders, della scuola e dei trasporti (http://sicobas.org/ 2021/03/16/comunicato-26-marzo-sciopero-della-logistica-e-dei-riders-della-scuola-e-dei-trasporti/).

Dall’altra parte l’elogio che Tiziano Treu, presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), fa dell’ipotesi di accordo sottoscritta il 5.02.21 da FIOM, FIM e UILM con Federmeccanica e Assistal. “È un segnale importante per tutti i lavoratori e più in generale per il merca to del lavoro già in forte sofferenza prima del la pandemia e che oggi si trova davanti a sfide epocali. Questo CCNL, infatti, generalmente fa da apripista al rinnovo degli altri accordi di cui ci sarebbe grande bisogno dal momento che il 77% dei 932 depositati all’Archivio nazionale del CNEL risulta scaduto e oltre 10 milioni di lavoratori sono in attesa di adeguamenti salariali e del riconoscimento di nuovi diritti, come quel lo di tutela della salute, quanto mai urgente dopo l’esperienza Covid, o quello alla disconnessione, nel caso di lavoro agile. Ma in questo accordo ci sono anche altre importanti novità come il rafforzamento dei diritti di informazione e partecipazione dei lavoratori nelle strategie d’impresa, una maggiore tutela del le donne. Il contenuto più significativo è il nuovo sistema di inquadramento professionale, che era immutato dagli anni Settanta, che consente di superare il vecchio approccio delle mansioni per valorizzare i diversi ruoli produttivi aprendo ad una maggiore flessibilità e responsabilità dei lavoratori” (fonte: Notiziario del CNEL sul Mercato del lavoro n. 1 gennaio-febbraio 2021). Detto dal padre del via libera al lavoro precario (pacchetto Treu del 1997) è una garanzia che per gli operai si tratta di una fregatura!

Ma quello che il compagno ci ha scritto richiede anche che approfondiamo alcuni aspetti del nostro metodo di lavoro. La costituzione di organizzazioni operaie e popolari (OO e OP) infatti è la questione cruciale della rivoluzione socialista nel nostro paese: è il problema decisivo che dobbiamo risolvere per avanzare lungo la via che abbiamo tracciato per arrivare alla costituzione del Governo di Blocco Popolare (GBP) e poi al socialismo.

Alcuni ci obiettano: “ma dove sono le organizzazioni operaie e popolari di cui parlate”? A chi fa questa obiezione, bisogna mostrare che dappertutto ci sono embrioni di organizzazioni operaie e popolari (almeno due o tre lavoratori che vogliono darsi da fare). Se dice che “dove lavoro io non c’è nessuno, tutti gli altri sono disinteressati” oppure “io non ne vedo”, bisogna dirgli di fare una prova con noi oppure operando come noi gli diciamo. Siamo sicuri che nel giro di due o tre mesi di questo lavoro scopriamo che ci sono alcuni lavoratori che hanno spontaneamente il ruolo di embrioni. Faccio l’esempio di una sezione del P.CARC, ma il ragionamento vale in una certa misura anche per un circolo del PC, del PCI, ecc. Un quadro (dirigente) prende in mano tre o quattro aziende al massimo. Mobilitando militanti di base o collaboratori, ogni settimana o alla peggio ogni due settimane fa in ognuna delle aziende un intervento in grande stile (non testimoniale) con volantino, Resistenza e megafono per comizio o parole d’ordine, con l’obiettivo di individuare embrioni di OO. In ogni azienda, al primo lavoratore che individua e che gli dirà che gli altri sono tutti disinteressati, arretrati, ecc., il quadro dice: “Scommettiamo. Tu stai a vedere e mi indichi solo turni, caratteristiche, quello che sai e noi interveniamo. Se dopo due o tre interventi non ne troviamo un altro come te, hai ragione tu. Se lo troviamo, vediamo se e come potete combinarvi, mentre noi ne cerchiamo un terzo”. È un’operazione di guerra che il quadro fa, ma né al primo lavoratore né a quello successivo dice che noi comunisti facciamo la guerra: dice che prima di uscire allo scoperto e rischiare che il padrone prenda contromisure, bisogna ritrovarsi in modo riservato.

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Nel lavoro sulle OO e OP c’è una questione di metodo su cui non abbiamo ancora una pratica consolidata: la relazione tra la scienza che i comunisti devono assimilare e usare e il senso comune delle masse popolari. Della scienza dei comunisti abbiamo già detto più volte e da più lati: è la questione principale. Poi viene la questione del senso comune delle masse popolari con le quali abbiamo a che fare. Il senso comune è il risultato dell’azione delle borghesia imperialista e del clero, della propaganda dei comunisti, dell’esperienza diretta pratica delle masse popolari (su questa esperienza i comunisti basano la loro “scuola di comunismo” [MP nota 30]). Il senso comune è vario: per classe, per ambiente e per individuo. Da qui la necessità che ogni organismo comunista e ogni comunista traduca il nostro generale nel particolare con il quale ha a che fare. Il senso comune si trasforma nel tempo. Le masse che noi oggi dobbiamo mobilitare a partecipare alla rivoluzione socialista (alla guerra popolare rivoluzionaria), non possiamo che mobilitarle sulla base della coscienza, delle aspirazioni e delle condizioni in cui ognuno (individuo, gruppo, ambiente) si trova, coscienza, aspirazioni e condizioni che sono create principalmente dalla borghesia imperialista, dalle relazioni sociali che essa impone, dalla cultura, dalle abitudini e dai luoghi comuni che essa promuove e diffonde. Dobbiamo praticare in ogni ambiente la linea di massa: far leva sulla sinistra perché unisca a sé il centro e isoli la destra. Far fare a ognuno il passo avanti che è in grado di fare. Il comunista deve avere una visione lungimirante del percorso e una visione approfondita del contesto (materialismo dialettico), ma ogni suo referente deve mobiliarlo sulla base del livello a cui il referente è effettivamente: parole ma soprattutto azioni e aspirazioni per cui è disposto a battersi, a metterci qualcosa. È la questione della relazione tra avanguardia e massa, avendo chiaro che la massa è costituita da ambienti, gruppi e individui ognuno anche con caratteristiche sue proprie e tutta la nostra azione tanto più è efficace quanto più è “personalizzata”, quindi basata sulla comprensione dell’individuo, del gruppo e dell’ambiente in cui operiamo (la dialettica particolare/generale). Questo vuol dire essere dirigenti: portare qualcuno (individuo, gruppo o ambiente) a fare non quello che sta facendo, ma quello che una volta che l’avrà fatto lo porterà ad essere più avanti e più legato a un percorso che il dirigente conosce. Noi dobbiamo elevare la comprensione (la coscienza) di ogni ambiente, gruppo e individuo al livello più alto che riusciamo e che esso è in grado di raggiungere, ma dirigerlo a fare con una coscienza che è la nostra. Sulla base dell’esperienza, anche le masse capiscono e aderiscono (da “Saluto del compagno Ulisse al V Congresso del P.CARC”, in VO 60 - novembre 2018).

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Lo scopo da indicare agli embrioni di OO e OP con cui sviluppiamo il lavoro è quello di “occuparsi e di uscire dalla fabbrica”, ma calato nel caso particolare e consono alla natura della persona. In cosa consiste “occuparsi” lo abbiamo illustrato più volte.

In cosa consiste “uscire” lo abbiamo illustrato meno: bisogna andare oltre le questioni su cui oggi già c’è spontaneamente una mobilitazione importante (perché anche la borghesia è entrata in campo per ristabilire il suo potere dove il potere delle masse popolari aveva fatto un passo avanti: il rispetto dell’ambiente, la pari dignità dei sessi. Basta pensare ai numerosi terreni nei quali i primi paesi socialisti hanno mostrato la differenza tra ordinamento sociale borghese e socialismo e nei quali la borghesia non ha ristabilito o non può ristabilire il suo potere distorcendo quanto le masse popolari avevano realizzato sotto la direzione dei comunisti. Un esempio particolarmente attuale e fecondo di sviluppi è l’educazione dei bambini, delle nuove generazioni.

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In ogni punto, ad ogni passo avanti che il nuovo potere fa (cioè ogni volta che cresce la direzione di un organo del nuovo potere sulle masse popolari), esso costringe la borghesia, il clero e le loro autorità o 1. a fare un passo indietro (cedere terreno), o 2. a concedere e cercare di ristabilire il loro potere sulla base della nuova situazione (cercando di imporre sindacati di regime dove avevamo creato organismi dei lavoratori, facendo opera di intossicazione dell’opinione pubblica a fronte del suffragio universale che non riescono più a manipolare come loro conviene, alimentando il femminismo borghese a fronte della pari dignità di uomini e donne, ecc.), o 3. a reprimere o a fare una combinazione delle tre cose. Se le istituzioni del nuovo potere (i CdP e le OO e OP) comprendono bene la natura della nuova combinazione, certamente esse ne possono approfittare per fare un secondo passo avanti. Compito del CdP nei confronti di ogni OO e OP è usare il materialismo dialettico per individuare cosa la concreta OO-OP deve fare (il passo particolare, immediato), portare concretamente la OO-OP a farlo e fare scuola di comunismo. Qual è il passo particolare? Dipende dalla situazione particolare. Senza analisi materialistica dialettica del particolare (cioè collocandolo con le sue particolarità nel contesto temporale e sociale che si trasforma) è impossibile individuarlo. L’analisi generale della fase e del corso delle cose aiuta a (è indispensabile per) comprendere il particolare, ma il particolare è impossibile dedurlo dal generale (da “Il nostro piano di guerra per instaurare il socialismo - I due poteri e le due tappe della rivoluzione socialista”, in VO 60 - novembre 2018).

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Dobbiamo tenere anche presente che in ogni singola azienda il lavoro di una OO non può avanzare oltre un certo limite se non avanza anche in altre vicine o con cui l’OO è coordinata: non si tratta di condurre una singola lotta esemplare e vittoriosa, ma di far avanzare una guerra aprendo più fronti che si rafforzano a vicenda. Una singola lotta esemplare e vittoriosa è utile se funziona da esempio.

Nel campo delle OO e OP dobbiamo mettere all’opera alcuni quadri che facciano attivamente un lavoro capillare tale che, dopo un certo numero di prove, o abbiamo messo a punto un metodo da generalizzare per trovare embrioni e farli crescere o ci mettiamo a capire perché la strada che cerchiamo di seguire è sbagliata e quale altra strada dobbiamo prendere. Se dopo aver fatto ripetuti tentativi, in varie fabbriche e per un tempo adeguato, ci rendessimo conto che non riusciamo a trovare embrioni di OO e OP, dovremmo aggiustare il tiro. Alle OO e OP dobbiamo arrivare per forza: il potere delle masse popolari organizzate attorno al partito comunista è una condizione essenziale, è nella natura del socialismo. Quindi si tratta di trovare la strada per farlo.

Riccardo A.