La Voce 66 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXII - novembre 2020

Scaricate il testo in formato PDF - Formato Open Office - Formato Word

La pandemia e il Debito Pubblico

La pandemia fa crescere in ogni paese capitalista il Debito Pubblico. I singoli Stati devono più o meno adeguatamente finanziare le aziende che interrompono o riducono le attività a causa della pandemia e i rispettivi lavoratori. Essendo le aziende proprietà privata, lo Stato deve finanziare la loro inattività, rimpiazzando in tutto o in parte le entrate che i proprietari ricavavano dall’attività corrente. Ovviamente nella misura in cui le aziende sono proprietà pubblica, questa necessità non sussiste. Da qui una delle maggiori potenzialità con cui hanno fatto e fanno fronte alla pandemia quelli tra i primi paesi socialisti, formatisi nel corso della prima ondata, in cui ancora oggi tutte o una larga parte delle aziende sono di proprietà pubblica, come la Repubblica Popolare Democratica di Corea, Cuba, la Repubblica Popolare Cinese, il Vietnam.

 

Il denaro è nato millenni fa nell’ambito di economie mercantili (cioè basate sulla produzione di beni o servizi non per il proprio consumo, ma per lo scambio) come equivalente generale: un bene che tutti accettavano in cambio di beni o servizi prodotti per lo scambio, chiamato vendita se lo scambio è con danaro. Nel corso dei secoli e in particolare nell’ambito delle economie capitaliste, da merce particolare (oro o altre) il denaro è diventato denaro fiduciario: scrittura bancaria, carta moneta o altro titolo che conferisce al proprietario il diritto, garantito socialmente (direttamente o indirettamente dallo Stato), di acquisire una data quantità di merci ed effettuare pagamenti di vario genere. Esso viene creato in ogni paese dalla banca centrale sotto l’autorità e la legislazione dello Stato, nella quantità necessaria alla circolazione delle merci e ai pagamenti correnti. Nella fase imperialista del capitalismo una parte crescente del capitale non si trasforma mai in merci (forza-lavoro, mezzi di produzione, materie prime) impiegate nel processo produttivo di nuove merci, ma opera come capitale finanziario (azioni, obbligazioni, titoli di credito privato, titoli del Debito Pubblico). Ora il denaro è diventato direttamente capitale, titolo che dà diritto a riscuotere un pagamento (interesse) o a partecipare agli utili e che può essere venduto e comperato, ogni titolo al prezzo che si determina sul mercato. Quindi anche capitale speculativo: titolo venduto e comperato in base alla previsione del prezzo che avrà nel futuro. Stante la sovrapproduzione assoluta di capitale (sovrapproduzione nel senso di produzione di capitale in quantità superiore alla quantità impiegabile con profitto per acquistare forza-lavoro, mezzi di produzione e materie prime), la quantità di denaro capitale aumenta potenzialmente senza limiti. Viene anche così delusa ogni attesa di crollo del capitalismo.

 

I 19 Stati aderenti al sistema dell’euro si sono privati totalmente del potere di creare denaro tramite la banca centrale nazionale: il diritto è riservato alla Banca Centrale Europea (BCE). È una delle catene con cui l’UE sempre più ci soffoca, ma che sta allo Stato italiano rompere. Con questo cappio al collo, ogni Stato finanzia le proprie attività per la parte eccedente le sue entrate (che a causa della pandemia si riducono) emettendo titoli del Debito Pubblico (che hanno ognuno un valore nominale, su cui paga un interesse, che hanno una scadenza) che vende ai possessori di denaro (questa compra-vendita è chiamata mercato primario dei titoli). Solo da questi la BCE acquista titoli del Debito Pubblico emettendo nuovo denaro (euro) che va ai possessori di titoli (questa compra-vendita è chiamata mercato secondario dei titoli): con questo essi compreranno i nuovi titoli che lo Stato emetterà.

Negli altri paesi imperialisti gli Stati si sono privati solo parzialmente del potere di creare denaro: la creazione di denaro è affidata alla banca centrale nazionale, un’istituzione indipendente che ha con lo Stato relazioni definite da leggi e regolamenti specifici: essi stabiliscono la misura in cui lo Stato può giovarsi direttamente del potere della banca centrale di creare denaro. Per il resto, anche in questi paesi lo Stato si finanzia emettendo titoli del Debito Pubblico che vende sul mercato primario ai possessori di denaro: negli USA, in Gran Bretagna, in Giappone e in altri paesi il Debito Pubblico cresce a gran velocità. Con la pandemia, in ogni paese capitalista lo Stato per forza di cose deve aumentare le spese e ridurre le sue entrate, quindi se non crea denaro deve indebitarsi.

I titoli del Debito Pubblico che la banca centrale non compera, vanno ad alimentare il capitale finanziario e speculativo in quantità potenzialmente illimitata: un capitale consistente in titoli, azioni e obbligazioni di imprese capitaliste, che vengono venduti e comperati in Borse e in altri mercati. Solo che i titoli del Debito Pubblico sono a scadenza e alla scadenza gli Stati emettono nuovi titoli per rimborsare quelli che scadono: ogni titolo ha un valore nominale che lo Stato si impegna a rimborsare alla scadenza, ma viene venduto sul mercato primario al prezzo che i capitalisti proprietari di denaro sono disposti a pagare. Per i capitalisti è un affare che dovrebbe durare all’infinito. Infatti ogni capitalista con il denaro compera l’attività di uomini e di donne, intossica la loro mente e il loro cuore e compera ogni genere di beni, dà inizio a operazioni e imprese di ogni genere, nei limiti in cui il potere politico (dittatura della borghesia, dittatura del proletariato, Governo di Blocco Popolare) lo consente. È la libertà d’iniziativa dei capitalisti che bisogna eliminare.

Ciro L.