La Voce 66 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXII - novembre 2020

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Farla finita con l’Unione Europea

L’Unione Europea attuale è un insieme eterogeneo di 14 istituzioni, 4 organismi interistituzionali e oltre 40 agenzie.(1) Con l’UE i gruppi imperialisti europei servendosi degli Stati dei paesi membri costringono in una camicia di forza le masse popolari dei paesi europei, al momento 28 che diventeranno 27 con l’uscita della Gran Bretagna in corso da anni,(2) con l’obiettivo 1. di finire di eliminare le conquiste che queste hanno strappato nel periodo del “capitalismo dal volto umano” (1945-1976) quando il movimento comunista era forte nel mondo, 2. di soffocare la resistenza delle masse popolari al corso delle cose e impedire la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato, 3. di far fronte ai gruppi imperialisti USA e di altri paesi che sono anche loro alle prese con la seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale.(3)

Il processo di creazione dell’UE, iniziato nel secondo dopoguerra, è avvenuto per tappe (4) e i gruppi imperialisti europei, nonostante i loro contrasti, l’ostilità dei gruppi imperialisti USA e la crescente opposizione dei popoli di molti paesi aderenti, spingono ancora per rafforzarla: MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) e Recovery Fund sono operazioni mirate a questo obiettivo.

1. Vedi sul sito www.nuovopci.it la scheda UE Istituzioni, Organismi interistituzionali, Agenzie europee.

 

2. Vedi sul sito www.nuovopci.it la scheda Stati aderenti all’UE ordinati per anno di adesione.

 

3. La natura di questa crisi è illustrata nello scritto La crisi attuale, crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale (in Avviso ai naviganti 8, 21 marzo 2012, che riprende l’articolo con lo stesso titolo pubblicato in Rapporti Sociali 0, novembre 1985). Nel cap. 4 e successivi di questo scritto sono illustrati i comportamenti che i gruppi imperialisti adottano per far fronte a questa crisi e protrarre a tempo indeterminato la vita del loro sistema sociale. Maggiori dettagli sulla natura di questa crisi generale e sui suoi sviluppi particolari sono illustrati in articoli desumibili dall’indice dei numeri di La Voce. Della sovrapproduzione assoluta di capitale (assoluta nel senso che riguarda tutti i settori produttivi di merci: beni e servizi) Marx aveva indicato le premesse: i capitoli 13-15 del libro III di Il capitale sono dedicati ad esse. Un’esposizione sintetica delle tesi di Marx si trova nell’articolo Marx e la crisi per sovrapproduzione di capitale in Rapporti Sociali 8, novembre 1990.

 

4. Vedi sul sito www.nuovopci.it la scheda Tappe principali del processo di creazione dell’UE con cronologia essenziale. Qui si trovano anche le schede Bilancio comunitario dell’UE e Processo decisionale dell’UE.

Subito alla fine della Seconda Guerra Mondiale furono i gruppi imperialisti USA a dare inizio al processo da cui risulta l’attuale UE. Essi dovevano far fronte al movimento rivoluzionario (socialista e anticoloniale) che si sviluppava vigorosamente in tutto il mondo e in particolare dovevano soffocare l’Unione Sovietica, base rossa mondiale della rivoluzione socialista e di nuova democrazia, uscita dalla vittoria sul nazifascismo con un enorme prestigio, e rimettere all’opera lo Stato Maggiore tedesco con la sua grande esperienza militare (allo scopo fondarono la Repubblica Federale Tedesca con alla testa Adenauer e altri meno presentabili professionisti che avevano convissuto con il nazismo). Per soffocare il movimento comunista nei paesi europei, in particolare in Italia e in Francia, la ripresa economica era indispensabile (bisognava mostrare alle masse popolari che “con il capitalismo è meglio che con il comunismo”, sintetizzò in Italia Amintore Fanfani). A questo dovevano provvedere 1. l’intervento economico dei gruppi USA (Piano Marshall (1948) con investimenti, prestiti, trasferimento di derrate alimentari e impianti, contributi finanziari: con gli Accordi di Bretton Woods (1944) i gruppi imperialisti USA si erano messi nelle condizioni di creare moneta internazionale a loro discrezione) e 2. il maggior grado possibile di collaborazione tra i gruppi imperialisti europei alle prese con le distruzioni della guerra e (in particolare quelli francesi e inglesi) con le rivolte nelle colonie e nei protettorati d’Africa e d’Asia. L’istituzione della NATO (1949) e l’organizzazione della collaborazione tra i gruppi imperialisti europei furono due processi paralleli che inquadrarono l’attività dei più importanti Stati europei formalmente indipendenti e che comunque restano titolari di Forze Armate e di Forze dell’Ordine. Il benevolo supporto del Vaticano e l’adesione e la collaborazione di fatto dei partiti comunisti europei (in particolare di PCI e PCF capeggiati da revisionisti alla Togliatti e alla Thorez che non volevano proseguire la rivoluzione socialista cresciuta con la Resistenza e con una sinistra alla Pietro Secchia che non aveva un piano per proseguirla) furono fattori indispensabili perché gli Stati europei, retti formalmente da Costituzioni che quando erano liberi di parlare i capitalisti definivano “sovietiche”, potessero collaborare a realizzare i propositi dei gruppi imperialisti USA.

Compiuta la ricostruzione e con l’URSS e i paesi socialisti dell’Europa orientale avviati sulla via della reintegrazione graduale e pacifica nel sistema imperialista mondiale, iniziò la seconda crisi generale del capitalismo per sovraccumulazione assoluta di capitale. Nel 1971 (Richard Nixon presidente) i gruppi imperialisti USA avevano imposto a tutti i gruppi imperialisti il dollaro come moneta fiduciaria mondiale: essi e i loro Stati dovevano accettare come mezzo di pagamento internazionale il dollaro che la Federal Reserve USA creava a propria discrezione, senza la pretesa, prevista invece negli Accordi di Bretton Woods, di chiederne la conversione in oro. Il diritto di conversione, agitato in particolare dai gruppi imperialisti francesi sotto la presidenza di Charles De Gaulle, divenne lettera morta.

I gruppi imperialisti europei, con alla testa quelli tedeschi e francesi, presero allora essi in mano il processo di unificazione europea. Addirittura chiamarono (nel 1979) tutti i cittadini dei paesi allora membri dell’Unione Europea a votare a suffragio universale il Parlamento e nel 1992 ribattezzarono Unione Europea l’aggregato di istituzioni chiamato nel 1957 Comunità Economica Europea.

Era per essi indispensabile proseguire con più energia l’eliminazione delle conquiste strappate dalle masse popolari nel periodo del “capitalismo dal volto umano” e dei “lacci e laccioli” (espressione di Guido Carli, tra il 1960 e il 1992 governatore della Banca d’Italia, poi presidente di Confindustria e infine Ministro del Tesoro, veste nella quale è stato uno dei firmatari del trattato di Maastricht) che ostacolavano le operazioni finanziarie e commerciali. I singoli Stati già avevano liberato le rispettive banche centrali dal vincolo di servire la politica economica ufficialmente dichiarata (in Italia il “divorzio” tra Tesoro e Banca d’Italia è del febbraio 1981), ma i partiti deputati a governare e soggetti al suffragio universale dovevano fare apparire alle masse come ineludibile costrizione esterna l’eliminazione delle conquiste, la distruzione del settore economico pubblico e la privatizzazione (vendita, appalto, ecc.) dei servizi pubblici (sanità, autostrade, istruzione, manutenzione del territorio e dell’ambiente, edilizia e lavori pubblici, ecc.).

L’Unione Europea è la veste sotto la quale i gruppi imperialisti europei organizzano tutta questa operazione, cercando in qualche modo di mediare con i contrasti che ancora oggi oppongono tra loro i gruppi imperialisti europei.

 

Porre fine al corso catastrofico delle cose in un paese europeo implica la rottura con l’Unione Europea (come con la NATO). Infatti il catastrofico corso delle cose è quello che i gruppi imperialisti europei sono in grado di fare, stante la loro natura e la crisi generale del capitalismo ed essi hanno creato le istituzioni dell’UE espressamente per imporlo alle popolazioni e agli Stati nazionali. Proporsi di fare dell’UE il contesto della collaborazione tra i popoli europei è come proporsi di fare l’acqua secca. Chi vuole porre fine al catastrofico corso delle cose nel proprio paese deve ristabilire la sovranità nazionale, riorganizzare (a partire dalle attività produttive) il proprio paese e instaurare rapporti di scambio, collaborazione e solidarietà con gli altri paesi disposti a fare altrettanto.

La rivoluzione socialista mondiale è la combinazione di rivoluzioni condotte nei singoli paesi, alzando in ogni paese la bandiera della sovranità nazionale che la borghesia ha lasciato cadere nel fango non per costruire l’unità mondiale - basta vedere guerre, emigrazioni, aggressioni, scorrerie in campo produttivo, delocalizzazioni, sanzioni - ma per rendere ogni paese terreno di libera scorreria e rapina per un numero via via più limitato di grandi gruppi imperialisti. Quindi bisogna finirla con UE e NATO: non solo nel senso di uscirne, ma anche nel senso di sovvertirle. Quattro o cinque paesi NATO che disobbediscono anche solo come la Turchia o ritirano le loro truppe dalle operazioni NATO fuori dei loro confini e mandano a casa truppe e agenzie NATO, e la NATO è finita. Un paese delle dimensioni dell’Italia che stampa minibot e trasgredisce anche nel campo dell’austerità e in altri gli ordini UE come li ha trasgrediti quanto al limite del 60% del PIL per l’ammontare del Debito Pubblico, e l’UE è finita.

Umberto C.