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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXII - novembre 2020

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I comunisti all’opera per trasformare il mondo!

In ognuna delle mille lotte rivendicative particolari e concrete che compongono la resistenza attuale delle masse popolari e che la pandemia ha moltiplicato, riusciamo a far fronte alle difficoltà, a vincere e a conquistare progressi tanto più quanto più avanziamo nella lotta generale per mettere fine al catastrofico corso delle cose che la borghesia imperialista in ogni campo impone all’umanità. Il socialismo è il futuro del nostro paese, è il futuro dell’intera umanità!

“Occorre infondere in tutto il popolo la certezza che la Cina appartiene al popolo cinese, non ai reazionari. Un’antica favola cinese, intitolata Come Yu Kung rimosse le montagne, racconta di un vecchio che viveva tanto, tanto tempo fa nella Cina settentrionale ed era conosciuto come il “vecchio matto delle montagne del nord”. La sua casa guardava a sud, ma davanti alla porta due grandi montagne, Taihang e Wangwu, sbarravano la strada. Yu Kung decise di spianare, con l’aiuto dei figli, le due montagne a colpi di zappa. Un altro vecchio, conosciuto come il “vecchio saggio”, quando li vide all’opera scoppiò in una risata e disse: “Che sciocchezza state facendo! Non potrete mai, da soli, spianare due montagne così grandi”. Yu Kung rispose: “Io morirò, ma resteranno i miei figli; moriranno i miei figli, ma resteranno i nipoti e così le generazioni si susseguiranno all’infinito. Le montagne sono alte, ma non possono diventare ancora più alte; a ogni colpo di zappa, esse diverranno più basse. Perché non potremmo spianarle?”. Dopo aver così ribattuto l’opinione sbagliata del vecchio saggio, Yu Kung continuò il suo lavoro un giorno dopo l’altro, irremovibile nella sua convinzione. Ciò commosse il Cielo, il quale inviò sulla terra due esseri immortali che portarono via le montagne sulle spalle.

Oggi due grandi montagne opprimono con tutto il loro peso il popolo cinese: una è l’imperialismo, l’altra il feudalesimo. Il Partito comunista cinese ha deciso già da lungo tempo di spianare queste due montagne. Dobbiamo essere perseveranti e lavorare senza tregua e noi pure commuoveremo il Cielo. Questo Cielo non è altro che il popolo di tutta la Cina. Se esso si solleverà per spianare con noi le montagne, perché non potremmo riuscirci?”. (Mao Tse-tung, Come Yu Kung rimosse le montagne, discorso di chiusura del settimo Congresso nazionale del Partito comunista cinese - 11 giugno 1945).

Il socialismo non nasce bell’e fatto. Al socialismo arriviamo perché per attuare le misure “di buon senso” necessarie a far fronte ai mille problemi che le assillano, le masse popolari constaterann o che devono affidarsi a se stesse (organizzazioni operaie e popolari), ai comunisti e al partito comunista.

“Dal 1848 in poi, la tattica che ha portato i maggiori successi ai socialisti fu quella del Manifesto del partito comunista: ‘I comunisti, nei vari stadi attraversati dalla lotta fra proletariato e borghesia, difendono sempre l’interesse del movimento generale...; lottano certo per raggiungere scopi immediati nell’interesse tra le classi lavoratrici, ma nel movimento presente rappresentano anche l’avvenire del movimento’. Essi prendono dunque parte attiva in ciascuna delle fasi evolutive della lotta tra le due classi, senza mai perdere di vista che queste fasi non sono che altrettante tappe conducenti alla prima grande meta: la conquista del potere politico da parte del proletariato, come strumento per riorganizzare la società. Il loro posto è fra i combattenti per ogni vantaggio immediato da ottenere nell’interesse della classe operaia: tutti questi vantaggi politici o sociali essi li prendono, ma solo come acconti. Perciò essi considerano ogni movimento rivoluzionario o progressivo come un passo nella direzione del loro proprio cammino; è loro missione specifica spingere avanti gli altri partiti rivoluzionari e, quando uno di questi trionfasse, salvaguardare gli interessi del proletariato. Questa tattica, che mai perde di vista il grande fine, risparmia ai socialisti le delusioni a cui inevitabilmente vanno soggetti gli altri partiti meno chiaroveggenti (…), che scambiano ciò che è una semplice tappa per il termine finale della marcia in avanti”. (Federico Engels, Lettera a Filippo Turati - 26 gennaio 1894).

Con la determinazione indicata da Mao e con l’approccio indicato da Engels noi comunisti porteremo a compimento la nostra opera. Avanziamo con scienza e coscienza, con lungimiranza, tenacia e spirito sperimentale. Vinceremo!