La Voce 65 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXII - luglio 2020

Scaricate il testo in formato PDF - Formato Open Office - Formato Word

 

Consolidamento e rafforzamento del (nuovo)PCI

 

Invito allo studio

Imparare dai comunisti di ieri per orientarsi e combattere con successo le battaglie di oggi

 

Segnaliamo ai nostri lettori testi utili ai comunisti che oggi, in Italia e in altri paesi, devono lottare insieme ai gruppi della sinistra borghese di vecchio e di nuovo tipo in coalizioni e fronti contro partiti e governi fautori del “programma comune” della borghesia imperialista (le Larghe Intese) e contro esponenti e partiti fautori di governi ancora più reazionari (in Italia la Lega e Fratelli d’Italia).

 

1. Georgi Dimitrov - L’offensiva del fascismo e i compiti dell’IC, di prossima pubblicazione a cura delle Ed. Rapporti Sociali con la collaborazione del CC del (n)PCI che ne ha preparato l’introduzione.

Si tratta del Rapporto presentato al VII Congresso dell’IC (Mosca, 25 luglio - 31 agosto 1935) da Georgi Dimitrov, che dal quel Congresso fu eletto segretario generale dell’IC e tale restò fino al suo scioglimento nel 1943. Il Rapporto ebbe un ruolo centrale nell’indirizzare a livello mondiale l’opera del movimento comunista cosciente e organizzato negli anni successivi. Esso illustra quello che i comunisti dovevano fare per avanzare verso l’instaurazione del socialismo tramite la mobilitazione delle masse popolari contro le misure antipopolari della borghesia. Il Rapporto mette bene in luce che il fascismo era in ogni paese lo strumento della parte più reazionaria e criminale della borghesia imperialista che prendeva il potere mobilitando al suo comando, contro il resto della borghesia, una parte delle masse oppresse del proprio paese (compreso il proletariato), promettendo di porre fine agli effetti delle misure antipopolari del resto della borghesia e in particolare anche di impedire l’invadenza dei gruppi imperialisti degli altri paesi. Insegna quindi ai comunisti di ogni paese che il fascismo non era la sostituzione ordinaria di un governo più reazionario a un altro governo borghese. Esso era l’imposizione del governo della parte più reazionaria della borghesia che mobilitava a proprio favore una parte importante delle masse popolari contro gli esistenti governi borghesi promettendo l’eliminazione degli effetti delle misure antipopolari dei normali governi borghesi. Ai comunisti italiani che lo leggeranno avendo l’occhio al presente, il Rapporto di Dimitrov dice che mettersi alla testa della lotta contro il PD e Berlusconi (le Larghe Intese) è il modo migliore anche per sbarrare la strada alla Lega, a Fratelli d’Italia e ai gruppi che scimmiottano il fascismo del XX secolo.

 

2. Mao Tse-tung, Opere vol. 7, Ed. Rapporti Sociali (disponibile anche su www.nuovopci.it).

Il VII Congresso dell’IC indicò ai comunisti di ogni paese il compito di lottare senza riserve contro gli effetti delle misure antipopolari della borghesia come mezzo indispensabile per prevenire il fascismo e la guerra mondiale e il compito di impedire la coalizione delle potenze imperialiste contro l’Unione Sovietica: il Fronte Popolare doveva essere in ogni paese lo strumento per realizzare questi due compiti. Mao Tse-tung applicò la linea del Fronte Popolare nella direzione della rivoluzione in Cina che culminò nella fondazione della Repubblica Popolare Cinese (ottobre 1949). Ma già nel 1938 aveva messo ben in chiaro che in Cina il PC cinese non avrebbe seguito il criterio “tutto attraverso il fronte” dichiarato dal PC francese a proposito dell’applicazione della linea del Fronte Popolare e seguito anche dal PCE in Spagna, dal PCI in Italia dopo il colpo di mano monarchico contro il fascismo (25 luglio 1943) e da partiti comunisti  di paesi occupati dai nazifascisti italiani e tedeschi o dai militaristi giapponesi in Europa (ad esempio in Grecia), in Africa e in Asia (ad esempio in Indonesia) con esiti fallimentari. Il volume 7 (1938-1940) delle Opere di Mao Tse-tung riporta vari interventi (citiamo in particolare Il ruolo del PCC nella guerra nazionale, pagg. 29-45 e La questione dell’indipendenza e dell’autonomia nel Fronte Unito Nazionale Antigiapponese, pagg. 49-53) in cui Mao dichiara e spiega che il PCC doveva partecipare lealmente e senza riserve al Fronte Unito Antigiapponese con il Kuomintang e tutte le forze che si mobilitavano nella resistenza all’occupazione giapponese, ma che doveva mantenere la propria libertà di iniziativa per fare anche quello che le altre organizzazioni del Fronte non facevano e dare l’esempio a quelle che volevano contribuire con più forza e a un livello superiore alla lotta comune contro l’occupazione giapponese. Letti alla luce dell’esito che ha avuto l’applicazione della linea “tutto attraverso il fronte” nel nostro paese e con l’occhio all’oggi, gli articoli di Mao ci dicono che i comunisti devono combinare ampia unità d’azione, autonomia d’iniziativa e lotta tra due linee.

 

******

Analisi della fase e compiti dei comunisti oggi

Olga B. - Note critiche sul forum di Ragioni e Conflitti

Supplemento a La Voce 65, disponibile su www.nuovopci.it

Segnaliamo ai lettori le Note critiche sul forum di Ragioni e Conflitti che per ragioni di spazio pubblichiamo come supplemento a La Voce 65. Il n. 1 di Ragioni e Conflitti (REC), il nuovo periodico online del PCI (segretario Mauro Alboresi), è interamente dedicato al forum tra “partiti comunisti e della sinistra di classe”. Alessio Arena (Fronte Popolare), Franco Bartolomei (Risorgimento Socialista), Adriana Bernardeschi (La Città Futura), Mauro Casadio (Rete dei Comunisti), Giorgio Cremaschi (Potere al Popolo), Marco Pondrelli (Marx21), Marco Rizzo (Partito Comunista), Mauro Alboresi (PCI) rispondono (Maurizio Acerbo, segretario del PRC, ha invece declinato l’invito) a quatto domande della redazione di REC concernenti le prospettive della lotta per superare il capitalismo, le posizioni rispetto all’UE, la via per ricostruire un forte partito comunista superando l’attuale frammentazione, le principali divergenze tra i partiti comunisti italiani e i loro punti di forza comuni. Le Note critiche prendono spunto da alcune risposte alle domande della redazione di REC e sono un buon canovaccio per conferenze e corsi e per assemblee, dibattiti, forum di confronto sulla situazione attuale e i compiti dei comunisti ai quali la pandemia da Covid-19 ha aperto un più vasto campo di attività. Sono lo schema di base, il filo conduttore che ogni relatore può arricchire di esempi, di episodi, di avvenimenti tratti dall’esperienza diretta del pubblico che ha davanti.