La Voce 64 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXII  marzo 2020

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Un sogno sull’Hitachi Rail Italy - Pistoia

Analisi di dettaglio di un intervento del Partito in un’azienda

Hitachi Rail Italy è un’azienda che produce treni e tram a Pistoia e Napoli. A Pistoia ci lavorano mille operai. La proprietà è giapponese. Il Partito ha cominciato a occuparsi di questa azienda dall’aprile 2018 con un comunicato del Comitato di Partito Aurora.(1) In quel comunicato il CdP dice che Hitachi è una potenza economica rilevante, ricostituitasi dopo che la base produttiva che aveva in Giappone era stata devastata durante la II Guerra Mondiale dai bombardamenti degli imperialisti USA. Questi tuttavia le consentirono ben presto la ripresa e le affidarono la produzione di mezzi per la guerra che condussero contro il popolo di Corea (1950-1953), che provocò 2 milioni e 800 mila vittime (e nella quale il governo USA mise a punto la produzione e l’impiego di armi batteriologiche e affini che poi avrebbe usato in Vietnam, a Cuba e altrove). Hitachi quindi diede agli imperialisti americani strumenti per continuare il loro sterminio dei popoli dell’Asia, come avevano già fatto con le bombe atomiche a Hiroshima e Nagasaki e come avrebbero fatto in seguito in Vietnam.

 

1. La scienza delle attività con le quali gli uomini fanno la loro storia intimorisce la direzione aziendale dell’Hitachi Rail Italy di Pistoia, in www.nuovopci.it/comdipar/a2018/CdP_2018.04/CdP_Aurora_Hitachi_e_la_scienza.html

 

 

Hitachi cala su Pistoia nel 2015 e mette le mani sulla Breda, l’azienda più importante di Pistoia, attiva da più di un secolo e negli ultimi decenni di proprietà dello Stato: quindi un caso della privatizzazione dell’industria pubblica. Il Partito dei CARC interveniva alla Breda già dal 2009.

Dopo l’intervento del CdP Aurora nell’aprile 2018, il Partito torna in campo nell’ottobre del 2019 con il suo Comitato Ho Chi Minh. Lo spunto dell’intervento del CdP Aurora era stato il divieto della direzione di Hitachi allo svolgimento nel circolo aziendale degli operai di una serie di incontri di studio della storia della classe operaia promossa dal P.CARC e dalle Edizioni Rapporti Sociali. Gli imperialisti giapponesi non solo si sono appropriati di una fabbrica che ha fatto la storia di Pistoia negli ultimi cento anni, ma pretendono pure che gli operai non siano messi a conoscenza della loro storia. Questa arroganza mostra come i padroni sono terrorizzati dal fatto che la classe operaia si educhi e si formi una cultura e una coscienza.

 L’intervento del Comitato Ho Chi Minh denuncia il regime da caserma imposto nella fabbrica e genera una reazione scomposta della direzione, che convoca i rappresentanti sindacali, esige che prendano le distanze dal documento del CdP e punisce l’unico delegato che si rifiuta di farlo, un delegato sindacale dell’UGL (sindacato a livello nazionale notoriamente legato agli ambienti degli scimmiottatori del fascismo). Sposta il delegato dagli uffici in officina e sposta un delegato della CISL, evidentemente distintosi come leccapiedi, dall’officina all’ufficio. La direzione è livida di rabbia perché non capisce come il Partito ha potuto vedere cosa succede in fabbrica, come ha potuto penetrare oltre la spessa muraglia eretta tra il dentro e il fuori. Questo spiega la sua ostentata arroganza. Il varco però ormai è aperto. Il P.CARC interviene portando solidarietà al delegato UGL e affiancandosi al CdP con i suoi organismi: la sezione di Pistoia, la Federazione toscana, la Commissione Gramsci, la sezione di Napoli Est che distribuisce volantini di solidarietà al delegato UGL di Pistoia nella fabbrica napoletana.(2)

 

2. Vedi una sintesi in Resistenza, n. 11-12/2019, in https://www.carc.it/2019/12/29/hitachi-di-pistoia-abbattere-il-regime-da- caserma/

 

Il Comitato Ho Chi Minh del (n)PCI torna in campo il 29 novembre con il Comunicato n. 3 Agli operai di Hitachi Rail di Pistoia: non sono i padroni a essere forti, siete voi che dovete far valere la vostra forza dentro e fuori i cancelli della fabbrica! La questione della repressione in azienda e altre questioni su cui azienda, sindacati e politici asserviti mantengono una coltre di silenzio, come quella degli operai che sono morti e che continuano a morire per l’amianto e di quelli cui è tolto il diritto di andare in pensione prima che la malattia li uccida, tornano all’ordine del giorno nelle discussioni tra gli operai e in città, nella stampa e nelle istituzioni.

Questo intervento del Partito in Hitachi è un’operazione della Guerra Popolare Rivoluzionaria, articolazione di una serie di battaglie in una campagna di guerra. Mostra la capacità del Partito di intervenire sul terreno di scontro e di irrompere in campo nemico conquistando posizioni e mantenendole, mettendo quindi radici nel terreno conquistato e pianificando per conquistare posizioni nuove. I successi dell’intervento sono dovuti al fatto che è condotto alla luce dell’esperienza e della coscienza maturata dalla Carovana del (nuovo)PCI nel suo percorso ormai quarantennale, cioè alla luce

- di quanto entro la Carovana del (nuovo)PCI è stato assimilato e praticato il materialismo dialettico nell’applicare la concezione comunista del mondo,

- di quanto la Carovana del (nuovo)PCI ha applicato questa concezione nella situazione particolare del nostro paese, che è un paese imperialista,

- di quanto nel suo percorso la Carovana ha individuato soluzioni nuove, tanto più necessarie quando ci si muove in terreno inesplorato quale ancora è in gran parte per la pratica rivoluzionaria un paese imperialista,

- di quanto la Carovana ha sperimentato le soluzioni già elaborate dal primo movimento comunista e quelle nuove che essa stessa ha scoperto.

Prima fra tutte, in questo caso, è la scoperta che nella fase presente per costruire la rivoluzione socialista servono due partiti, partiti che già esistono dal 2004-5 e che sono il (nuovo)PCI e il P.CARC. L’intervento in Hitachi conferma il valore scientifico della scoperta. “Valore scientifico” significa

- che un determinato tipo di intervento è efficace,

- che quanto più questo intervento è condotto con maestria e convinzione tanto più è efficace,

- che se ripetuto nel tempo avrà efficacia anche superiore, per la maggiore esperienza acquisita,

- che può essere materia di elaborazione scientifica, di formulazione e di insegnamento, cioè che altri possono apprendere a farlo e facendolo ottenere successo.

Questo specifico intervento mostra i due partiti che operano secondo la relazione che li unisce e che li distingue. Ciò che li unisce sono l’obiettivo e la scienza adottata per raggiungerlo, ciò che li distingue è il metodo. I due partiti si muovono come forze che colpiscono il nemico da punti diversi, in modo tale da frastornarlo e da renderlo lento e ottuso nella reazione, condizione in cui è facile faccia errori che a loro volta possono essere usati dall’uno o dall’altro dei due partiti all’attacco. Nella guerra tra classi, che è una forma di guerra non tradizionale, sperimentiamo una nuova forma di azione, in cui ci sono due forze che non rispondono sul piano organizzativo a un’unica direzione: non c’è un capo dei due eserciti. L’unità d’azione non è data dalla risposta agli ordini di un “generale supremo” come in ogni guerra finora combattuta, ma dal fatto che le due forze sono unite sul piano ideologico o meglio, il successo della loro azione dipende da quanto sono unite sul piano ideologico, da quanto gli organismi e i compagni dell’una e dell’altra hanno padronanza del materialismo dialettico, il che significa da quanto sanno come si combatte e da quanto sono convinti di farlo fino alla vittoria. Questo è uno degli insegnamenti generali tratto da questa esperienza.

Come all’interno cemento tra i due partiti (e nei due partiti) è la concezione comunista del mondo, così cemento della loro azione all’esterno è il lavoro operaio: “Solo se il lavoro operaio si sviluppa bene anche il resto del nostro lavoro di massa può svilupparsi bene”.(3) Andare più in profondità nel portare avanti il lavoro operaio favorisce la costruzione della rete del nuovo potere e rafforza il Partito: rafforza il legame con le organizzazioni operaie e popolari, la prima gamba, ne promuove l’attivismo e spinge la seconda gamba (gli esponenti della sinistra sindacale, i sinceri democraticidella società civile e delle amministrazioni locali, i dirigenti non anticomunisti della sinistra borghese) a farsi portatrice dei loro interessi e delle loro aspirazioni.

 

3. Il Partito comunista e gli operai, in La Voce 43 marzo 2013.

 

Interno ed esterno sono un’unità di opposti, una relazione dove non c’è l’uno senza l’altro: la concezione comunista del mondo (la scienza) non si elabora né si sperimenta senza lavoro operaio, né c’è lavoro operaio che abbia continuità senza elaborazione scientifica dell’esperienza della lotta di classe. Questo è l’altro insegnamento generale che questa esperienza porta e conferma.

A questi due insegnamenti generali ne seguono altri.

1. Assimilazione del materialismo dialettico significa educarci, comprendere che è possibile vincere e come farlo. Il successo nell’applicazione del materialismo dialettico è la leva più potente per educarci così come la leva più potente per educare le masse popolari è nel mostrare loro l’efficacia di un metodo nella lotta di classe. Il primo scopo nostro è educarci ed educare la classe operaia e le masse popolari. Colpire il nemico è essenziale, ma secondario.

2. Per avere successo, bisogna essere convinti di poterlo avere. Questo è sintetizzato nell’esortazione del Partito a “osare vincere”. Bisogna osare perché non bastano mille dimostrazioni logiche della possibilità e della necessità di vincere né mille racconti appassionati delle vittorie del passato movimento comunista a fronte della propaganda borghese che ci martella ogni momento della giornata e della nostra vita per convincerci che vincere non possiamo e che la rivoluzione socialista è impossibile, instillando i veleni della guerra tra poveri, della rassegnazione, del ritirarsi ciascuno nel proprio guscio. Bisogna smettere di pensarci come sconfitti e martiri, come è normale facciano gli ultimi uomini appartenenti a classi oppresse per millenni, costrette a rassegnarsi, a ingoiare l’idea che l’essere oppressi e sfruttati era una condizione normale ed eterna. Trasformiamoci nei primi uomini dell’epoca che inizia ad abolire le classi! Osare vincere quindi a Pistoia ha voluto dire e vuole dire lanciare un attacco sapendo di cogliere nel segno, cominciare a capire e a sentire che stiamo ricominciando a conquistare un pezzo di terreno e che quello è un inizio, che possiamo legare a quella azione altre azioni e continuare giorno dopo giorno, legando questo centro di potere ad altri, costruendo la rete del nuovo potere.

3. Sviluppo del lavoro esterno a partire dal legame tra Partito e classe operaia è anche estensione a raggio a partire dal campo della classe fino al campo nemico, cioè tra gli operai dell’azienda, tra le organizzazioni operaie dell’azienda, tra operai della stessa azienda in fabbriche di altre città, tra operai dello stesso sindacato in altre aziende, con altre organizzazioni popolari, tra i vari sindacati (CGIL, CISL, UIL, UGL, CUB) a livello locale e nazionale, negli organi di stampa, tra le forze politiche, entro le amministrazioni locali, entro gli organi dirigenti dell’azienda.

4. L’intervento deve essere lungo e continuativo. Il P.CARC interviene in Hitachi dal 2009 e in questo modo prepara il campo dal quale i Comitati di Partito partono con attacchi a fondo in terreno nemico. Allo stesso tempo il P.CARC mantiene la continuità del lavoro nel lungo periodo perché i compagni operano con scienza crescente, con padronanza crescente della concezione comunista del mondo, senza farsi abbattere dal fatto che non ottengono risultati immediati, né dalla pressione poliziesca che è costante né dall’isolamento da parte di altri soggetti politici, sindacali o culturali, inclusi alcuni soggetti che si dichiarano rivoluzionari o persino comunisti.

5. Serve conoscere la storia della fabbrica, perché attorno a essa si sviluppa la città. La fabbrica è il centro di produzione della ricchezza e tutto il resto della produzione economica, della vita politica, dell’attività culturale cresce attorno a essa. Questo accade per la storia che abbiamo alle spalle ed è visibile in ogni città, paese o quartiere, a Torino, a Milano, a Genova, a Firenze e ovunque. Lo vediamo a Pistoia come altrove in Toscana a Empoli, Pontedera, Sesto Fiorentino, Piombino, nel Valdarno e dappertutto. Proprio questo legame genetico tra la fabbrica e il territorio diventa per i padroni un problema per il rischio che la classe operaia influenzi la vita della città. Quindi spostano le fabbriche nelle periferie o nelle campagne circostanti. Rovesciare il disegno dei padroni significa che la classe operaia ricostruisce il legame naturale che ha con il territorio ponendosi come forza di governo, come Nuova Autorità Pubblica.

6. Se all’esterno l’intervento in Hitachi mostra che la scintilla dà fuoco alla prateria, all’interno mette in luce la presenza in fabbrica di molte organizzazioni operaie (organismi sindacali, culturali, sportivi, ecc.). Ciascuna di queste può moltiplicare la spinta iniziale e diffonderla a raggio nel territorio, interessare altre organizzazioni operaie e popolari, investire l’amministrazione locale, mettere alle strette i sindacati complici e la stampa asservita ai padroni, trasmettere l’eco della propria lotta a grande distanza come, in questo caso, fino a Napoli.

7. L’azione del Partito segna una discriminante netta tra il campo della classe operaia e della borghesia imperialista.

Le sigle politiche o sindacali con le quali questa vuole inscatolare il conflitto di classe e seminare confusione tra le masse popolari si sfasciano come scatoloni di cartone fradici. Vedi alcuni esempi elencati di seguito.

a. Il sindacalista che si rifiuta di prendere le distanze dal comunicato di un Partito di cui non conosceva nemmeno l’esistenza, il (nuovo)Partito comunista italiano (da cui molti che si dicono di sinistra e anche comunisti prendono le distanze “perchè è clandestino”) è dell’UGL,

b. che è un sindacato di destra, ma costituitosi grazie a delegati che uscirono dalla FIOM perchè non prese posizione rispetto a fatti come lo smantellamento dell’amianto alla Breda, che avrebbero seminato la morte tra gli operai negli anni successivi;

c. CUB e FIOM non hanno voluto manifestare solidarietà al delegato UGL;

d. un rappresentante FIOM di Lotta Comunista ha anzi espresso la sua irritazione perché il documento di solidarietà del P.CARC interveniva su faccende evidentemente ritenute di competenza interna;

e. anche peggio ha fatto un consigliere comunale M5S, che ha dichiarato di non potere dire la sua su quello che accade in Hitachi “perché la fabbrica è terreno di proprietà di Hitachi”, come se la proprietà privata fosse luogo dove non vale la Costituzione;

f. la consigliera comunale che invece ha preso posizione in Consiglio comunale in difesa degli operai sulla questione dell’amianto, che è ancora all’ordine del giorno e interessa duecento operai, è Carla Breschi che fa parte di Italia Viva, il partito di Matteo Renzi.

Questi esempi mostrano tutti che qualificare qualcuno per il distintivo che porta nel migliore dei casi è avere una visione su perficiale della realtà, nel peggiore è averne una visione falsa. Giudichiamo i soggetti con cui abbiamo a che fare per la loro posizione di classe, per ciò che sono e per ciò che fanno, non per come si mostrano.

1. I punti sopra elencati qualificano l’intervento come operazione di guerra e servono anche a capire in cosa la Guerra Popolare Rivoluzionaria (GPR) si distingue da ogni guerra che la precede nella storia e quindi dalla guerra in senso classico e dalla guerra intesa secondo il senso comune, cioè solo come conflitto armato.(4) Servono quindi a distinguere la GPR dal militarismo, la pratica che nello scontro di classe pone come principale l’uso delle armi. Il militarismo, che ha portato alla sconfitta le Organizzazioni Comuniste Combattenti (OCC) degli anni Settanta, prime fra le quali le Brigate Rosse, è una concezione della lotta di classe sbagliata e in definitiva legata a forme di pensiero che vengono dalla classe dominante e dal contrasto che essa induce, la reazione spontanea di chi in campo ideologico non è ancora autonomo dalla classe nemica. La GPR è anche “conquista della mente e del cuore delle masse popolari”. È conquista della mente fare comprendere a un operaio dell’Hitachi quello che accade nella fabbrica nel contesto di quello che accade nel paese e nel mondo, su ciò fondare in lui la fiducia di potere essere protagonista della trasformazione rivoluzionaria della società e mentre insegniamo imparare da lui, dalla conoscenza che ha.(5) È conquista del cuore la commozione che sentiamo nel discorso dell’operaio che si meraviglia della solidarietà nei suoi confronti e del fatto che c’è un partito che trasforma la sua vicenda singola in caso generale.

 

4. “L’essenza della Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata consiste nella costituzione del partito comunista come centro del nuovo potere popolare della classe operaia; nella mobilitazione e aggregazione crescente di tutte le forze rivoluzionarie della società attorno al partito comunista, nella elevazione del livello delle forze rivoluzionarie; nella loro uilizzazione secondo un piano per sviluppare una successione di iniziative che pongono lo scontro di classe al centro della vita politica del paese in modo da reclutare nuove forze, indebolire il potere della borghesia e rafforzare il nuovo potere, arrivare a costruire le forze armate della rivoluzione, dirigerle nella guerra contro la borghesia fino a rovesciare i rapporti di forza, eliminare lo Stato della borghesia imperialista e instaurare lo Stato della dittatura del proletariato” (Manifesto Programma del (nuovo)PCI, Ed. Rapporti Sociali, Milano 2008, pag. 203). Già il generale prussiano Von Klausewitz nella prima metà dell’Ottocento chiarisce il nesso di unità e distinzione tra politica e guerra e afferma che “la guerra è continuazione della politica con altri mezzi”: Mao Tse tung afferma che la politica è “guerra senza spargimento di sangue”.

 

5. Vedi al riguardo la preziosissima raccolta di interviste agli operai sui Consigli di Fabbrica che sta portando avanti il Partito dei CARC, molte delle quali già a disposizione nel sito (www.carc.it)

 

2. Da questa esperienza impariamo a distinguere la GPR come combinazione di operazioni (di battaglie, di campagne) condotte secondo il principio della sinergia e della concatenazione, cioè di operazioni che si combinano e si susseguono secondo un piano. In questo modo la GPR si distingue dal movimentismo, tendenza che denigra l’importanza dell’azione cosciente ed esalta l’azione spontanea della classe operaia e che riduce l’intervento politico a esortare alla lotta, ad aggiungere una lotta all’altra, a fare lotte sempre più dure ed estese. Il movimentista va solo dove vede la classe operaia che si muove e quindi solo dove la classe operaia reagisce spontaneamente all’attacco della borghesia imperialista. Come potrebbe intervenire con costanza in una fabbrica dove non vede succedere niente (e non lo vede perchè il padrone ha cura che non lo veda e ha cura di reprimere la classe operaia prima che si organizzi) e dove il sindacato più combattivo è un sindacato che ha fama di essere di destra?

3. Da questa esperienza impariamo a distinguere la GPR nel suo aspetto di essere educazione delle masse popolari che avviene nella lotta di classe e per la lotta di classe (vedi al riguardo la nota 4, sull’essenza della GPR). È educazione che investe le masse popolari a partire da embrioni, da piccoli numeri, da singoli e che da essi si estende a raggio. L’intervento in Hitachi si qualifica in questo modo. In ciò la GPR si distingue dalle tendenze idealiste che mirano all’elevazione della coscienza delle masse popolari in blocco

a. o pensando di convincerle “dicendo loro la verità”, che sarebbe l’idea che uno ha in testa, senza considerare

- né perchè con quella stessa verità che già altri hanno ripetuto prima di lui da cento e anche più anni nessuno ha mai vinto,

- né perchè le masse popolari dovrebbero accettare quella sua verità anziché quella di un altro (perchè, ad esempio, dovrebbero credere a quello che dice Potere al Popolo anziché a quello che dice Marco Rizzo),

- né come pensano di dire la loro verità alle masse popolari visto che non hanno gli strumenti che la borghesia imperialista ha, cioè le scuole e i mezzi di comunicazione (e pure mezzi di repressione per impedire che la verità si dica, se si dà per assodato il principio che la verità è rivoluzionaria e quindi la classe dominante mai può ammetterne la propaganda e mai infatti la ha ammessa);(6)

b. o pensando di convincerle con l’esempio e quindi lanciandosi all’attacco anche a rischio di perdere la vita, come fecero negli anni Settanta coloro che confluirono nelle OCC e nelle Brigate Rosse in primo luogo e come qualcuno continua a fare sporadicamente oggi.(7)

 

6. Vedi i casi di Galileo Galilei o in tempi a noi prossimi di Antonio Gramsci, rinchiuso in carcere perchè addirittura “fosse impedito al suo cervello di pensare” come fu enunciato al processso.

 

7. È il caso di quelli che vanno a combattere in altre parti del mondo, come ha fatto il fiorentino Orsetti, ucciso lo scorso anno in Siria. A questi compagni rendiamo onore, ma vediamo anche come la borghesia imperialista ha facilità a lucrarci sopra perchè un aspetto importante della loro morte è che si presta a confermare il principio per cui “chi si ribella al potere muore”. Oltre ai casi dei caduti delle OCC, che la borghesia non riesce a digerire perchè sono storia presente e non storia del passato o di altri paesi, i casi più chiari dell’uso che la classe nemica fa di quelli stessi che ha ucciso sono quello di Antonio Gramsci e di Che Guevara, compagni che dopo morti diventano eroi e sui quali la classe dominante imbastisce giri di denaro, celebrazioni, corsi di studio, cattedre e quant’altro.

 

L’educazione delle masse popolari in blocco sarà possibile solo dopo la conquista del potere, quando l’Italia sarà un paese socialista guidato dal partito della classe operaia e in cui dirigeremo la scuola e i mezzi di comunicazione di massa. Quello che ho scritto fin qui è frutto di una prima elaborazione di questa esperienza della lotta di classe che porto a disposizione dei compagni perché ne discutano, ne sperimentino il valore e ne possano trarre utilità. Aggiungo che non solo la combinazione tra i comunisti e la classe operaia apre la strada verso il futuro come costruzione della rivoluzione socialista che avanza con sicurezza e fiducia, ma solo questa combinazione apre questa strada e costruisce questa rivoluzione. Solo la classe operaia guidata dal suo partito comunista può fare avanzare il paese a fronte della catastrofe incombente e generare il nuovo mondo cui le masse popolari consapevolmente o inconsapevolmente ambiscono. Questo implica il riconoscere quanta responsabilità il Partito ha, perché è il Partito il motore del processo e nel Partito la classe operaia confida. Implica quindi pieno riconoscimento della potenza che si sprigiona dalla combinazione virtuosa tra Partito e classe e precisione scientifica nell’agire e nel condurre la guerra contro la borghesia imperialista. Implica lasciare da parte ogni approssimazione e cialtroneria nell’agire.(8)

 

8. Mi riferisco alla “conservazione di un metodo di lavoro approssimativo, abitudinario, superficiale, ereditato dalla storia recente di disfacimento e dissoluzione del movimento comunista sotto la direzione dei revisionisti moderni e dalla prassi delle FSRS” (www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2009/com.09.05.08.html). Opposto è il metodo di lavoro nel primo movimento comunista, nella costruzione del socialismo nei primi paesi socialisti, in ogni campo dell’attività, dentro e fuori il partito, nel campo della produzione e in ogni altro campo, incluso uno dove la tensione dell’energia materiale e spirituale è massima, come quello del conflitto armato. Qui uno tra i tanti modelli è la tiratrice scelta Ljudmila Pavlichenko, prima di entrare nell’Armata Rossa studentessa universitaria e prima ancora operaia a Kiev, che seppe tenersi fissa nella postazione fino a tre giorni prima di tirare al bersaglio scelto. Prima di essere ferita da una bomba e quindi cessare l’attività eliminò 309 nazisti. Fu invitata in USA da Roosevelt e diventò popolarissima tra le masse popolari americane in quel periodo orientate alla lotta contro il nazifascismo. Il cantautore della classe operaia Woody Guthrie, capostipite della musica popolare americana da cui trassero origine negli anni Sessanta cantautori famosi come Joan Baez e soprattutto Bob Dylan, scrisse per lei una canzone.

 

Infine, impariamo a considerare l’idea della rivoluzione socialista che coltiviamo da sempre non al modo che vogliono i borghesi, come un sogno di chi non ha speranza perché, secondo loro, saremmo condannati per l’eternità a servirli, ma come un sogno che già quando è nella mente è reale come è reale il primo passo di un processo il cui ultimo passo è la conquista del potere. Il nostro è “vedere, “sognare” l’esito di quello che stiamo facendo”, come abbiamo scritto alcuni anni fa in un articolo intitolato Possiamo creare le condizioni per costituire il Governo di Blocco Popolare (La Voce marzo 2011). Possiamo farlo e l’esperienza dell’intervento all’Hitachi di Pistoia ce lo conferma, perché in questa esperienza siamo partiti mettendoci capacità di sognare, quella che Lenin ci raccomanda di avere perché, dice, ce n’è troppo poca in giro. Nel 1903 riporta da un libro scritto quarant’anni prima parole che citiamo più volte, ma che è bene ripetere più volte ancora e tenerle a mente, quelle che riportiamo sotto.

Il mio sogno può precorrere il corso reale degli avvenimenti oppure deviare in una direzione nella quale il corso reale degli avvenimenti non può assolutamente andare. Nel primo caso, il sogno non fa alcun danno. Anzi, può incoraggiare e rafforzare l’energia del lavoratore ... In questi sogni non c’è nulla che possa deviare o paralizzare la forza del lavoratore. Tutt’al contrario. Se l’uomo fosse completamente sprovvisto della capacità di sognare in questa maniera, se non sapesse ogni tanto andare oltre il presente e contemplare con l’immaginazione il quadro compiuto dell’opera che è appena abbozzata nelle sue mani, quale impulso, mi domando, l’indurrebbe a cominciare e a condurre a termine grandi e faticosi lavori nell’arte, nella scienza o nella vita pratica? ... Il contrasto tra il sogno e la realtà non è affatto dannoso a condizione certo che chi sogna creda sul serio al suo sogno, osservi attentamente la realtà, confronti quello che osserva nella realtà con le sue fantasticherie. In breve a condizione che lavori coscienziosamente per attuare il suo sogno. Quando vi è questo legame tra il sogno e la vita, tutto va per il meglio” (Lenin, Che fare?, 1902).

Alessio B.