La Voce 64 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXII  marzo 2020

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Consolidamento e rafforzamento del (nuovo)Partito comunista italiano

Fragilità psicologica e formazione dei giovani:
spunti di riflessione
 

In vari articoli di La Voce abbiamo trattato della fragilità psicologica che nei paesi imperialisti caratterizza una parte importante delle generazioni nate nel periodo successivo al capitalismo dal volto umano (1945-1975). È uno dei “problemi nuovi” che il rinascente movimento comunista deve affrontare nei paesi imperialisti.

Negli articoli Note sul senso della vita e la “ragione di vivere” e Perché vivo, che senso ha la mia vita? Che senso dai alla tua vita? (compresa la manchette Storicamente superato) pubblicati su VO 52 abbiamo fissato due aspetti generali.

1. La fragilità psicologica non è un problema del singolo individuo che “è fatto così”. È una questione sociale che riguarda decine di milioni di membri delle classi oppresse (in particolare giovani) dei paesi imperialisti, anche se si manifesta in modi specifici in ogni individuo particolare e concreto. La borghesia da una parte ha emancipato l’individuo dalla dipendenza primitiva (quasi animale) dal gruppo in cui è nato o è collocato dal sistema dei rapporti sociali, ma dall’altra nella fase della sua decadenza, da quando il suo sistema sociale è storicamente superato, nella sua lotta contro il comunismo distrugge in un numero crescente di individui il senso della propria esistenza: l’insicurezza e l’instabilità psicologica di tanti individui sono un risultato di questo.

2. La partecipazione consapevole e organizzata alla rivoluzione socialista promossa dal Partito permette al singolo individuo 1. di trovare nelle relazioni che instaura (praticamente con i membri del Partito e con altri, idealmente con il resto dell’umanità vicina e lontana) il senso della sua vita e 2. di trascinare via via anche altri nella rivoluzione socialista: nell’opera che dà all’esistenza individuale il senso che la restaurazione del dominio della borghesia sul mondo invece distrugge su scala crescente. La borghesia ha infatti portato l’umanità in una situazione in cui la possibilità di assicurare a tutti quanto serve per vivere dignitosamente da una parte elimina il fattore principale che da sempre ha dato senso anche alla vita del singolo individuo e dall’altra provoca esuberi, fame, obesità, inquinamento, malattie fisiche e mentali, ecc. Quindi oggi il senso della vita di ogni individuo consiste nel far fronte a questi problemi, cioè nel partecipare alla lotta di classe, alla lotta per instaurare il socialismo.

Mentre mettiamo a punto e sperimentiamo linee e metodi particolari nel lavoro organizzativo che il nostro Partito svolge, soprattutto per quanto riguarda la formazione e l’educazione dei giovani, dobbiamo andare più a fondo anche nel ragionamento: i due aspetti sono legati. È a questo scopo che pubblichiamo l’estratto della lettera che un compagno ci ha scritto e la presentazione dello scritto di Mao Tse-tung Uno studio sull’educazione fisica.

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Praticare l’attività fisica per contrastare il degrado delle condizioni fisiche, intellettuali e morali promosso dalla borghesia imperialista e forgiare la nuova leva del movimento comunista cosciente e organizzato che rinasce in Italia e in tutto il mondo!

Presentazione dello scritto di Mao Tse-tung Uno studio sull’educazione fisica (1917)

 Secondo uno studio condotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel nostro paese ben 17 milioni di persone soffrono di disturbi mentali. È l’altra faccia del dissesto del sistema autostradale italiano rivelato dal crollo del Ponte Morandi nell’agosto 2018, del proliferare delle morti e di incidenti sul lavoro, della delocalizzazione del tessuto industriale, della decadenza del servizio sanitario nazionale, dell’istruzione e degli altri servizi pubblici. Il degrado delle condizioni fisiche, intellettuali e morali delle masse popolari è un effetto collaterale del peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro che la borghesia imperialista impone nell’ambito dell’attuazione del suo “programma comune”. Ma esso è anche il risultato dell’attuale pervasivo sistema di intossicazione dei cuori e delle menti, primo pilastro del regime di controrivoluzione preventiva con cui essa cerca di manipolare la resistenza spontanea che le masse popolari oppongono al procedere della crisi e al suo dominio, la fonte inesauribile per l’accumulazione di forze rivoluzionarie e per la costruzione nuova ondata di rivoluzioni proletarie. Proprio impedire l’aggregazione e l’organizzazione della resistenza delle masse popolari attorno al movimento comunista è la ragione d’essere dei regimi di controrivoluzione preventiva instaurati dalla borghesia nei paesi imperialisti, prima negli USA (alla fine del XIX secolo) e poi nel resto dei paesi imperialisti (a partire, per quanto riguarda l’Italia, dall’instaurazione del regime della Repubblica Pontificia avvenuta dopo la caduta del fascismo e la vittoria della Resistenza).

È con questi obiettivi che la classe dominante, fortemente indebolita dall’avanzare della seconda crisi generale del capitalismo (entrata dal 2008 nella sua fase acuta e terminale), riversa contro le masse popolari la forza che le deriva dal suo potere economico, politico e militare. Nei paesi oppressi dall’imperialismo l’aggressione militare, l’occupazione e il saccheggio (di volta in volta giustificati come umanitari, contro il terrorismo, per la democrazia, ecc.) costituiscono la via principale tramite cui la borghesia imperialista cerca, senza riuscirci, di sopprimere la resistenza suscitata dai suoi traffici e dai suoi crimini. Stesso obiettivo essa persegue nei paesi imperialisti come l’Italia avvalendosi del grande sviluppo qui raggiunto dalle forze produttive oltre che del campo libero lasciatole dall’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria (1917- 1976) e dalla fine del vecchio movimento comunista. Negli attuali paesi imperialisti lo sviluppo tecnologico, i prodigi dell’informatica e di Internet, la potenza raggiunta dall’industria culturale e l’abbondanza dei consumi sono armi speculari ai droni, ai bombardieri, all’equipaggiamento dei suoi mercenari all’opera in Iraq, Afghanistan, Siria e altrove. L’impiego di tale sviluppo delle forze produttive a scopo manipolatorio unito al peggioramento delle condizioni morali della massa della popolazione (stanti gli effetti della crisi e la debolezza del movimento comunista), sono gli ingredienti principali di quello che a più riprese nella nostra letteratura abbiamo chiamato il sistema delle tre trappole (VO 54 novembre 2016) su cui oggi largamente poggiano gli scricchiolanti regimi di controrivoluzione preventiva dei paesi imperialisti.

1. La promozione di una pervasiva, variegata e variopinta cultura di evasione dalla realtà, di confusione e intossicazione dei sentimenti e delle menti, attraverso la messa in circolazione e il proliferare di teorie, modelli culturali, religioni, sostanze (droghe, alcool, psicofarmaci, ecc.) che alimentano evasione (fuga dalla realtà), diversione (la diffusione di aspirazioni, comportamenti e sentimenti scissi dalla propria condizione di classe) e divisione (la diffusione di aspirazioni, comportamenti e sentimenti che alimentano guerre tra poveri, di settori delle masse contro altri settori delle masse).

2. La saturazione del tempo libero dal lavoro in produzione nelle attività correnti: la borghesia imperialista ha moltiplicato e diversificato le attività del tempo libero, gli oggetti di consumo e d’uso messi a disposizione delle masse popolari dei paesi imperialisti, le droghe e gli psicofarmaci in circolazione, le relazioni tra individui e gruppi fatti diventare relazioni sociali imposte a ogni individuo fino a riempire il tempo libero con impegni familiari, relazioni sociali, attività, hobby che stante il degrado generale della società diventano sempre più veicolo di abbrutimento e imbarimento delle relazioni sociali.

3. Il mondo virtuale, che oggi immerge la massa della popolazione e in particolare le giovani generazioni (per i quali si è aggiunto al programma lanciato dalla borghesia nel ’68: droga, sesso e rock-and-roll) in un mondo di immagini, attività, parole, suoni, giochi e chiacchiere (chats) su tutto e su niente e soprattutto senza conclusione, aperto a tutti e simil-democratico, disponibile via internet e alla portata di ogni individuo. Un mondo che simula il mondo reale, libero però dai limiti e restrizioni che il mondo reale comporta, frutto di fantasia e immaginazione, che assorbe attenzione, mente, sentimenti e tempo senza i limiti di fatica, di regole sociali e della reazione degli altri individui, che distoglie dal mondo reale a vantaggio di un mondo immaginario e arbitrario in cui rifugiarsi anziché trasformare il mondo reale.

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Nei paesi imperialisti per essere all’altezza del suo compito, per essere capace di dirigere la Guerra Popolare Rivoluzionaria, il Partito deve promuovere nelle sue file una riforma intellettuale e morale (RIM), che consta di studio della concezione comunista del mondo, della storia del nostro paese, della sua composizione di classe e delle sue relazioni internazionali, del corso delle cose e della nostra linea e di percorsi di critica-autocritica-trasformazione (CAT) per trasformare la concezione del mondo, la mentalità e in una certa misura anche la personalità dei singoli compagni. Con la RIM noi applichiamo il sesto apporto del maoismo (“ogni membro del partito comunista non è solo soggetto della rivoluzione socialista, ma anche oggetto della rivoluzione socialista”) per superare la prassi e la concezione dell’Internazionale Comunista, secondo cui un compagno aderiva al partito e si impegnava a dare (e di regola dava) “il massimo del contributo di cui è capace stante quello che lui è”. Il principio era: “mi arruolo nel Partito e faccio con generosità tutto quello che sono capace di fare, meglio che sono capace di fare stante quello che io sono, la formazione fisico-sociale che sono e le condizioni in cui vivo”. Questo non basta. Ogni individuo è quello che è, ma è anche quello che non è ancora, ma che può arrivare a essere trasformando la sua concezione del mondo, la sua mentalità e in qualche misura anche la sua personalità, cioè facendosi oggetto della rivoluzione e non solo soggetto. Noi dobbiamo trasformarci per imparare a fare la rivoluzione: “diventare un comunista migliore di quello che è al momento dell’adesione, diventare più capace di combattere la borghesia e il clero e di fare la rivoluzione”.

Per approfondimenti sulla RIM e la CAT, vedasi il Comunicato CC 30/2014 del 3 ottobre 2014 e gli articoli di La Voce 30, 33, 35, 56. In essi abbiamo lanciato la parola d’ordine che “per diventare comunisti di tipo nuovo dobbiamo trasformare la nostra concezione del mondo, la nostra mentalità e la nostra personalità modellate dalla Repubblica Pontificia” e indicato la RIM come via per compiere questa trasformazione.

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La dissociazione dalla realtà prodotta da questo sistema è tra le principali cause del degrado della condizioni fisiche, intellettuali e morali della massa della popolazione che i dati dell’OMS relativi al nostro paese (17 milioni di persone con disturbi mentali) indicano. Ma per quanto possa fare la borghesia per alimentare le tre trappole, essa non è in grado di annientare la resistenza spontanea delle masse popolari al suo dominio. Essa può ferire, intaccare, menomare cuori e menti, ma non può risolvere l’incompatibilità di interessi che la contrappone ad esse e che si esplica in ogni campo e ramo della vita sociale. Dunque, a fronte delle tre trappole e della loro pervasività si sviluppa spontaneamente anche un movimento di resistenza a queste spinte nefaste della classe dominante. In particolare, a fronte del degrado delle condizioni fisiche, intellettuali e morali della massa della popolazione, si sviluppano in tutto il paese movimenti e iniziative che contrastano (tramite lo spirito di gruppo, l’aggregazione e la socialità) la morale individualista e nichilista promossa dalla classe dominante, contrastano (attraverso la pratica delle attività fisiche e sportive) il degrado della condizione fisica. Anche in questo come in ogni movimento spontaneo sono egemoni le concezioni del mondo delle classi dominanti ma complice l’opera nefasta della sinistra borghese (che ha avallato “sesso, droga e rock-and-roll”, distrutto e deviato quanto costruito dal vecchio movimento comunista). È proprio in questo ambito che maggiormente attingono le forze clericali e reazionarie, gli organismi che scimmiottano il fascismo del secolo scorso e promuovono la mobilitazione reazionaria delle masse popolari. Non mancano allo stesso tempo le iniziative di stampo progressista. Ad esempio esiste in Italia un movimento promosso dai residui dell’associazionismo del vecchio movimento comunista (come la UISP, Unione Italiana Sport Popolare, ora Unione Italiana Sport per Tutti). Ha invece origini più recenti il movimento per lo sport popolare (palestre popolari, squadre di calcio e altri sport basate sull’autorganizzazione popolare, ecc.) alimentato negli ultimi decenni dai centri sociali (quindi da gruppi e individui ascrivibili al campo delle Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista e della sinistra borghese), anche per la necessità di difendere la propria agibilità politica dalle aggressioni degli scimmiottatori del fascismo del secolo scorso.

In questo contesto noi comunisti sproniamo quelli che vogliono diventare comunisti e promuovere la lotta contro il catastrofico corso delle cose, a curare il proprio fisico e la propria salute, base per essere moralmente sani e intellettualmente acuti, quindi combattenti capaci. Chiamiamo ed esortiamo tutti i membri e i candidati del (nuovo)PCI a praticare l’educazione fisica come ingrediente della propria Riforma Intellettuale e Morale (RIM). Nei limiti delle nostre forze promuoviamo e sosteniamo la formazione di gruppi, organismi e strutture che mobilitano in questo campo ed incoraggiamo il nostro partito fratello, il P.CARC, a sostenere movimenti, organismi e iniziative che promuovono l’attività fisica e sportiva per le masse popolari.

Per promuovere la comprensione dell’im- portanza dell’educazione fisica nella RIM dei comunisti e per mostrare la funzione che la sua pratica ha avuto nella formazione del movimento comunista della prima ondata della rivoluzione proletaria, presentiamo lo scritto di Mao Uno studio sull’educazione fisica (1917) e invitiamo a leggerlo: è reperibile nel vol. 1 delle Opere di Mao Tse-tung, Edizioni Rapporti Sociali (anche in www.nuovopci.it).

Questo articolo è stato scritto da Mao in un periodo antecedente alla sua adesione al marxismo che avviene alcuni anni dopo e si completa con la partecipazione alla fondazione nel 1921 del Partito Comunista Cinese. Figlio di un contadino medio (ricavava da vivere coltivando personalmente terra di sua proprietà) poi diventato ricco (oltre a lavorare personalmente si avvaleva di braccianti), nel 1917 Mao era uno studente attivo nei movimenti nazionalisti ed antimperialisti che percorrevano la Cina allora sotto il giogo coloniale delle potenze europee e degli USA. Lo scritto rispecchia la condotta personale di Mao e di altri giovani della borghesia nazionale cinese (molti dei quali successivamente parteciparono insieme a Mao alla fondazione del Partito Comunista Cinese) in un contesto di degrado delle condizioni fisiche e morale della massa della popolazione cinese, di arretratezza generale, in cui la gioventù praticava poco e male l’attività fisica e nelle classi benestanti proliferava la diffusione dell’oppio promossa dai capitalisti inglesi (prima Guerra dell’oppio 1840).

Da questo scritto emerge che l’attività fisica è stata un presupposto fondamentale della formazione di Mao e della leva di rivoluzionari che ha dato i natali al movimento comunista in Cina.

Ai fini della nostra opera Mao mostra in particolare tre aspetti salienti.

1. La buona salute e la forza fisica migliorano il contributo che l’individuo fornisce alla lotta rivoluzionaria e ne sono un presupposto; oggi per noi, membri del (nuovo)PCI, la cura che prestiamo alle attività fisiche è un indice della nostra dedizione alla causa: di quanto ognuno di noi si concepisce come promotore della rivoluzione socialista, della guerra che mobilitiamo le masse popolari a combattere.

2. L’educazione fisica rafforza intellettualmente e moralmente (RIM) perché un fisico forte è presupposto di forza nei sentimenti e nella volontà, mentre un fisico debole è presupposto di incostanza e fragilità; quindi ai nostri fini, per fortificare la nostra scelta di vita per la causa del comunismo nonché l’amore per la nostra causa e l’odio per il nemico, è utile, necessario e funzionale fortificare il fisico.

3. Bisogna convincere l’individuo dell’im- portanza dell’educazione fisica; l’attività fisica non può prescindere dalla conoscenza individuale dei suoi scopi e obiettivi e quindi dall’iniziativa e dalla volontà individuale di compierla. Ciò è decisivo per intraprendere con successo ogni attività fisica pena non comprenderne il senso, scadere nella stanchezza e nell’avvilimento, abbandonare ogni sforzo. Fondamentale per un buon esito dei nostri sforzi in questo campo è scegliere le attività fisiche da svolgere in base all’acquisita conoscenza dei loro scopi e della loro utilità per lo sviluppo del nostro corpo. Ai nostri fini è importante indirizzare i compagni perché optino per attività fisiche che valorizzino lo spirito collettivo e che educhino alla tenacia e alla combattività.

Avanti compagni!

Eleviamo il nostro stile di vita in funzione della nostra missione: fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

Educhiamoci all’attività fisica e facciamone un campo per l’elevazione di livello della nostra azione di Stato Maggiore della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata!

Armando R.