La Voce 64 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXII - marzo 2020

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All’attacco!

Niente sarà più come prima

Come sarà dipende anche da quello che noi comunisti facciamo oggi

La diffusione della pandemia da coronavirus Covid-19 ha fatto esplodere la crisi (che già nel 2008 era entrata nella sua fase acuta e terminale) in campo politico, economico e finanziario e negli altri campi delle relazioni sociali del sistema imperialista mondiale capeggiato dalla Comunità Internazionale (CI) dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti. Ha fatto saltare in aria e costretto gli stessi caporioni della CI a violare le istituzioni e il sistema di relazioni con cui nei 40 anni passati hanno diretto il mondo: il sistema monetario fiduciario del dollaro, la rete di produzione e scambi globalizzati, l’Unione Europea e altre.

Per far fronte alla crisi occorre rompere la globalizzazione con cui la CI ha fatto di “tutto il mondo un paese” aperto alle scorrerie dei gruppi monopolistici industriali, commerciali e finanziari, usando i guanti bianchi del Debito Pubblico e della finanza internazionale in alcuni casi e il ferro e il fuoco delle “missioni di pace”, degli omicidi mirati e delle manovre di destabilizzazione in altri. Occorre riorganizzare il sistema di produzione e distribuzione di beni e servizi: produrre in ogni paese per quanto possibile tutto o gran parte di quello che più serve alla vita della popolazione e ai rapporti di solidarietà, collaborazione e scambio con altri paesi. Occorre togliere limiti alla creazione di denaro: in Italia e in altri paesi di dimensioni analoghe gli Stati dovranno versare redditi a milioni di proletari e lavoratori autonomi di interi settori (miniere, industrie di base, turismo, trasporti, divertimenti, grandi eventi, ecc.) che per un certo periodo non occorre funzionino e di aziende che non sono in grado di farli lavorare in condizioni di sicurezza o che perdono mercato a causa dello sconvolgimento delle relazioni internazionali e del mercato di altri paesi. Occorre investire su grande scala nel settore sanitario e nei servizi ai confinati.

Tra qualche mese l’epidemia da coronavirus sarà finita, ma niente ritornerà come prima nel campo politico ed economico e nei campi connessi. Come sarà il nuovo sistema? Sarà quello che la borghesia imperialista o il movimento comunista cosciente e organizzato costruiscono in questi mesi.

L’umanità non ha mai disposto di conoscenze e di mezzi potenti come oggi per affrontare tutti i problemi individuali e sociali. Se non li impiega è a causa del sistema capitalista di gestione dell'attività economica dal quale non ci siamo ancora liberati e delle ripercussioni di questo sul resto della vita sociale e individuale. Mobilitare il proletariato e le altre classi delle masse popolari a liberarsene è il compito di noi comunisti. Solo il proletariato e le masse popolari organizzate sono in grado di mettere fine alla borghesia e al corso catastrofico delle cose che essa per sua natura attualmente impone al mondo.


Questa emergenza è come una guerra. Nel nostro paese la pandemia da coronavirus Covid-19 ha fatto esplodere la crisi generale della Repubblica Pontificia. Le elezioni 4 marzo 2018 hanno aperto una breccia nel sistema politico delle Larghe Intese, la versione italiana del regime con cui la borghesia ha attuato il “programma comune della borghesia imperialista”(1) e gestito le contraddizioni in campo economico e i loro riflessi politici. La pandemia lo ha scompaginato e sconvolto quasi per intero, sta sovvertendo l’equilibrio già fragile tra istituzioni, gruppi, personaggi: siamo entrati in un periodo per alcuni aspetti analogo a quello 25 luglio - 8 settembre 1943. La produzione e distribuzione di beni e servizi funziona a singhiozzo e senza criterio, la circolazione di titoli finanziari è inceppata, i servizi pubblici sono sconvolti o interrotti in mille punti. I collegamenti con gli altri paesi sono bloccati o quasi. La lotta al contagio è principalmente un pretesto (tanto vero che milioni di lavoratori sono costretti ad andare a lavorare senza misure anti-contagio) con cui il governo Conte 2 ha abolito diritti costituzionali delle masse popolari: il diritto di riunirsi, di organizzarsi, di spostarsi, di scioperare, di dimostrare, il diritto all’istruzione e altri. Tutte queste decisioni del governo sono non solo antipopolari ma anche anticostituzionali, prese illegalmente, senza neanche seguire le procedure prescritte dalla Costituzione stessa per la revisione della Costituzione (articoli 137 e 138). Conte ha fatto passare praticamente sotto silenzio, senza neanche sottoporla al voto del Parlamento, l’estensione della partecipazione delle truppe italiane alla guerra che da anni (e con crescente difficoltà) il governo francese conduce nelle ex colonie francesi in Africa. Poliziotti, carabinieri e militari (a cui il Ministero degli Interni ha attribuito la qualifica di “agenti di pubblica sicurezza”) sono per le strade a imporre una sorta di coprifuoco generale. Sono in arrivo 20 mila soldati USA e la NATO muoverà in giro per l’Europa più di 30 mila soldati con mezzi e attrezzi connessi per l’esercitazione NATO Defender Europe 20.

 

1. Sinteticamente, il “programma comune della borghesia imperialista” consiste

- nell’eliminazione delle conquiste di civiltà e benessere che le masse popolari avevano strappato nel periodo antecedente, quello del capitalismo dal volto umano, quando il movimento comunista nel mondo era forte,

- nell’eliminazione delle Forme Antitetiche dell’Unità Sociale con le quali nei paesi imperialisti la borghesia aveva fatto fronte all’avanzata della rivoluzione socialista: il settore statale dell’economia, le industrie di Stato, le politiche industriali e finanziarie, le istituzioni pubbliche incaricate di regolare il sistema monetario in funzione delle decisioni politiche, i contratti collettivi nazionali di lavoro con gli annessi sindacati e la legislazione del lavoro, il sistema dei servizi pubblici universali e tutte le altre FAUS divenute (a causa della seconda crisi generale per sovraccumulazione assoluta di capitale) “lacci e laccioli” (per dirla con le parole del fu governatore della Banca d’Italia Guido Carli) per la valorizzazione del capitale e che negli ultimi quarant’anni la borghesia imperialista ha sostituito con la libertà d’azione nei singoli paesi imperialisti e con la libertà di scorreria a livello mondiale dei gruppi imperialisti della Comunità Internazionale e dei loro fondi d’investimento. Per alcuni secoli le società borghesi hanno trovato modo di far convivere il carattere sempre più collettivo della loro attività produttiva di beni e servizi con la persistente proprietà privata dei mezzi e delle condizioni necessarie per produrli. Hanno creato una sequela di relazioni e istituzioni che erano Forme Antitetiche dell’Unità Sociale. Oramai le vecchie FAUS funzionano sempre meno efficacemente e di nuove FAUS le contraddizioni tra le classi e tra i gruppi imperialisti dei vari paesi non consentono di crearne. Il denaro non è più una misura socialmente oggettiva, perché numerose sono le autorità che ne possono creare a loro giudizio. E le autorità sono tra loro divise perché lo sono i capitalisti da cui esse dipendono. A proposito delle FAUS vedasi anche

- il Manifesto Programma del (n)PCI: capitolo 1.3.4., pagg. 57-58 e nota 46, pagg. 273-274,

- La produzione capitalista collettiva e le forme antitetiche dell’unità sociale, in Rapporti Sociali n. 4 - luglio 1989, pagg. 15-25,

- Le due vie al comunismo, in La Voce 15 - novembre 2003, pagg. 47-59.

 

I vertici della Repubblica Pontificia, le loro autorità, i loro esponenti e portavoce conducono questa guerra combinando l’incuria verso le masse popolari con la promozione di un clima da “unità nazionale” intorno alle istituzioni della classe dominante: tentano di impedire che le masse popolari si organizzino e si mobilitino per prendere in mano le sorti del paese.

Noi comunisti dobbiamo condurre questa guerra in modo da far avanzare la rivoluzione socialista e la partecipazione delle masse popolari ad essa. Si tratta di far leva su ogni spunto e appiglio creato dal particolare corso preso dalle cose per creare nuovi centri del potere delle masse popolari organizzate e rafforzare quelli già esistenti (dal Partito fino alle organizzazioni operaie e popolari - OO e OP), per orientare e indirizzare l’attività di tutti alla costituzione di un governo d’emergenza popolare, per elevare la coscienza e rafforzare tra gli operai e gli altri lavoratori la fiducia in se stessi, nelle loro forze e nella loro capacità di mettere fine al corso disastroso delle cose. In questo modo rafforziamo il movimento comunista cosciente e organizzato (ampliamo la rete degli organismi della Carovana del (n)PCI ed eleviamo il loro livello) e allarghiamo l’aggregazione delle masse popolari attorno ad esso: rafforzamento e aggregazione sono la parte decisiva della marcia verso l’instaurazione del socialismo.


Moltiplicare, rafforzare e coordinare le organizzazioni operaie e popolari per far fronte all’emergenza sanitaria, economica, politica e in ogni campo della vita sociale. A questo dedichiamo l’articolo di pag. 12. Qui trattiamo solo un aspetto della questione. A moltiplicare, rafforzare e coordinare le OO e OP dobbiamo spingere e coinvolgere sistematicamente sia i circoli dei partiti che raccolgono la base rossa e suoi singoli esponenti sia i meetup, gli attivisti e gli eletti del M5S. Rispetto ai primi, il nostro intervento è duplice. Da una parte dobbiamo mobilitarli nella lotta per far fronte all’emergenza sanitaria, economica, politica e sociale, contrastando
- sia il terrorismo e l’intossicazione del governo e delle altre autorità, dei loro esponenti e portavoce che ripetono in maniera martellante “state a casa” e “andrà tutto bene”, dei media di regime che fomentano la “caccia all’untore” contro chi esce di casa, di poliziotti, carabinieri, militari e vigili che sono sguinzagliati a multare chi esce, chi sciopera, fa presidi e picchetti;
- sia posizioni che vanno dal “ci vediamo una volta finita l’emergenza” al “passata l’emergenza sarà il caso di chiedere conto ai sindacati e alla politica del loro operato”, dal “quando sarà finita ricordiamoci chi ci ha aiutato” al “vigiliamo sull’operato delle autorità e denunciamolo”, al “il Parlamento si riunisca” su cui, almeno per ora, sono attestati i gruppi dirigenti dei partiti che raccolgono la base rossa.(2)

2. Esemplare in tal senso il documento Dopo il coronavirus niente sarà più come prima. Ma come sarà? diffuso il 19.03.20 da Fosco Giannini, responsabile Dipartimento Esteri del PCI Alboresi. Il succo del suo discorso è che “solo a partire dalla consapevolezza di quanta sofferenza, quanta morte, quanta paura, quante malattie, quanta distruzione abbiamo gettato “noi”, occidentali e imperialisti, “noi” italiani nel mondo, solo negli ultimi anni, anche vicino ai nostri confini, anche per garantirci il nostro alto livello di vita, solo così potremmo far sì che davvero “nulla più sia come prima”. Nel senso che si potrà uscire dalla paura che oggi dissemina il coronavirus solo attraverso una nuova società solidale, solo attraverso il pensiero dell’uguaglianza, delle garanzie sociali (valore collettivo ben più grande di un’automobile di lusso, di un viaggio alle Maldive: ora lo capiamo?), l’abbandono dell’egoismo individualista e capitalista. Un pensiero che ci porti a vivere gli altri popoli come fossero il nostro popolo, come fossimo noi, a vivere le sofferenze degli altri popoli come fossero le nostre. E se ciò non accadrà, se “dopo non cambiasse nulla”, anche la nostra attuale sofferenza sarebbe stata vana”.

Dall’altra parte dobbiamo spingerli a fare il bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria e a tirarne lezioni per la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato. Chi oggi vuole affrontare responsabilmente, senza disfattismo e senza avventurismo, il disastro al quale la borghesia imperialista ci ha portato con la direzione che ha dato al mondo da quando alla fine degli anni ’70 l’ha ripresa in mano, deve imparare dall’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria (1917- 1976), dai suoi grandi successi e dall’esaurimento al quale è giunta con il cammino imboccato nel 1956 a causa dei limiti di noi comunisti nella comprensione delle condizioni, della forma e dei risultati della lotta di classe, limiti di cui il marxismo-leninismo-maoismo è il superamento. È questa la via per superare le tare genetiche da cui i comunisti italiani (e degli altri paesi imperialisti) sono ancora oggi affetti: l’economicismo e il parlamentarismo combinati con sogni ispirati al militarismo che vengono a galla quando la lotta si fa vivace (come nel periodo tra gli ultimi anni ’60 e gli ultimi anni ’70). Rispetto ai secondi, facciamo leva sulla parte dei meetup, degli attivisti e degli eletti del M5S decisi a “risalire la china” e avanzare nell’opera che hanno intrapreso con la manifestazione del 15 febbraio per dare seguito al loro programma e ai loro propositi di incalzare il governo e i ministri ad attuare le misure di civiltà e progresso che servono alle masse popolari. Per “risalire la china” gli eletti del M5S (dai suoi membri nel governo a quelli nelle amministrazioni regionali e comunali) e le sue organizzazioni di base devono concentrare l’iniziativa nel rafforzare la resistenza delle masse popolari al corso catastrofico delle cose:

- incitare azienda per azienda, scuola per scuola, quartiere per quartiere i lavoratori, i giovani, i disoccupati, i pensionati a organizzarsi in comitati, associazioni, ecc. e a mobilitarsi per far fronte ai mille problemi che li assillano;

- sostenere con l’azione di governo e con l’azione di massa gli organismi operai e popolari già esistenti e quelli che si formano, senza avere riguardi per l’opposizione dell’UE, della NATO e dei gruppi imperialisti italiani e stranieri;

- attuare le misure favorevoli alle masse popolari e abolire o non attuare e sabotare quelle antipopolari messe in opera dal governo Conte 1 e dal governo Conte 2. In sintesi, devono appoggiare dall’alto e dal basso l’attività delle organizzazioni operaie e popolari nelle aziende, nelle scuole e nelle università, nelle zone d’abitazione, in ogni campo dell’attività statale (sanità, pensioni, istruzione e università, forze di polizia, forze armate, diplomazia e magistratura).


Orientare e indirizzare verso la costituzione di un governo d’emergenza popolare. Un governo come quello Conte 2, ligio ai capitalisti e succube alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei (UE e BCE), americani (USA e NATO) e sionisti (Israele), non vuole e non può prendere misure efficaci. Non ha chiuso neanche le Borse titoli e le Borse merci. Tratta le aziende capitaliste come zone soggette ad extraterritorialità: vale la legge del padrone e dei suoi profitti, non l’autorità e la legge dello Stato né il tanto strombazzato “bene comune”! Per di più a molte aziende capitaliste italiane non basta che il governo aumenti il Debito Pubblico (come chiedono anche Salvini, Meloni & C finché non sono al governo) e rimpiazzi con soldi pubblici i salari e le altre spese correnti (affitti, interessi, ecc.) che le aziende non ricavano dalla vendita della produzione mancata. I capitalisti sanno che se fermano le vendite, altre aziende capitaliste occupano il loro posto nel mercato. I capitalisti accettano di chiudere solo le aziende che avevano già avviato a morte lenta o vogliono delocalizzare: e queste non intendono più riaprirle, approfittano dell’occasione. Neanche le aziende ancora in qualche modo pubbliche sono un esempio: solo dopo gli scioperi dei lavoratori Fincantieri ha chiuso i cantieri per due settimane, ma utilizzando le ferie dei lavoratori! Conte e i suoi ministri non solo non hanno organizzato la distribuzione gratuita dei dispositivi anticontagio (mascherine, guanti, disinfettanti, ecc.) né l’effettuazione di tamponi per la massa della popolazione, ma non ne hanno predisposto l’approvvigionamento per gli ospedali e in piena emergenza permettono ai loro padroni a stelle strisce di portarsi via mezzo milioni di tamponi prodotti dalla Copan Diagnostics, un’azienda del bresciano, una delle zone della Lombardia più colpite dall’epidemia, trasferiti negli USA su un aereo militare partito dalla base NATO di Aviano (Pordenone). Mandano le forze dell’ordine in strada a multare chi esce, ma lasciano mano libera ai capitalisti che speculano su mascherine e disinfettanti: non hanno osato neanche calmierarne i prezzi di vendita! Le misure d’emergenza che il governo ha preso sono

- o da “un colpo al cerchio e uno alla botte” come il Protocollo condiviso siglato il 14.03.20 con CGIL-CISL-UIL e Confindustria, il decreto “Cura Italia” e quello del 23 marzo (con l’elencone delle aziende che possono restare aperte, con buona pace della prevenzione del contagio!),

- o fatte in modo da ingrassare le tasche dei capitalisti e del clero, come i posti negli ospedali privati non requisiti ma pagati a caro prezzo,

- oppure, nel migliore dei casi, temporanee.

Le masse popolari hanno bisogno di un governo capace di decidere azienda per azienda, tramite suoi funzionari di fiducia, ove possibile lavoratori dell’azienda, quale deve continuare a funzionare perché necessaria nell’immediato e quale fermarsi fino alla fine dell’epidemia o per un tempo determinato a ragion veduta, che regoli la produzione e la distribuzione dei beni e servizi necessari alla popolazione, che riconverta aziende o ne apra di nuove per produrre strumenti e attrezzature che servono a far fronte all’epidemia. Che assicuri l’assistenza a tutti gli ammalati, ampliando e rinnovando il sistema sanitario pubblico. Che garantisca un salario dignitoso e condizioni di lavoro sicure e sane a tutti quelli che devono continuare a lavorare e un reddito dignitoso a quelli che per un certo tempo non occorre che lavorino, per tutto il tempo in cui le aziende devono restare ferme. Che organizzi le cose con una visione d’insieme: se chiude le scuole, deve organizzare anche la cura dei bambini che sono a casa; se fa stare a casa le persone per ridurre il contagio, deve organizzare anche gli approvvigionamenti di alimenti e medicinali per chi sta a casa e assegnare una casa a chi non ce l’ha o vive ammassato con altri in un buco.

Occorre un governo deciso a subordinare alla lotta all’emergenza anche gli interessi dei grandi capitalisti, del Vaticano, delle Organizzazioni Criminali, delle agenzie UE, USA e sioniste. Basta pensare anche solo all’esercitazione NATO Defender Europe 20: sbarcheranno in Europa 20 mila soldati USA e la NATO muoverà in giro per l’Europa più di 30 mila soldati con mezzi e attrezzi connessi. Dichiarare che “l’Italia non vi parteciperà” è una foglia di fico: e le basi NATO e USA in Italia? Occorre un governo abbastanza autorevole da mobilitare la massa della popolazione ad attuare tutte le misure d’emergenza necessarie.

I vertici della Repubblica Pontificia sono incapaci di instaurare e gestire un governo di questo genere: per le contraddizioni tra gruppi economicamente concorrenti (come in tutti i paesi capitalisti), per la storica divisione della classe dominante in tronconi poco comunicanti tra loro (Chiesa Cattolica, gruppi imperialisti italiani ognuno variamente legato a gruppi esteri, criminalità organizzata, USA e NATO, Unione Europea, Israele e gruppi sionisti italiani), per le contraddizioni tra capitalisti e masse popolari. Un governo del genere sopra indicato può essere costituito solo su iniziativa delle masse popolari organizzate.

In questo dobbiamo far giocare un ruolo, seppure ausiliario, anche a ogni esponente autorevole della sinistra sindacale, a ogni sincero democratico della società civile e delle amministrazioni locali, a ogni esponente non anticomunista della sinistra borghese: alla prova dei fatti. Andremo dai più avanzati nella comprensione a quelli che si limiteranno a denunciare o anche solo a piagnucolare. A ogni persona che denuncia, bisogna appena ha finito chiedere “... e quindi cosa dobbiamo fare?”. Quelli che non traducono la denuncia in linea d’azione (non concludono la denuncia con l’enunciazione della linea d’azione), sono “liberi” di dire qualsiasi cosa, una tesi vale l’altra: persone simili ovviamente si sottraggono alla verifica della loro denuncia, sono poco serie, sono inaffidabili.

*****

In questi giorni ogni organismo operaio e popolare, ogni organizzazione politica e sindacale in qualche misura legata alle masse popolari, ogni circolo e associazione, ogni personaggio che ha qualche seguito e influenza tra le masse è posto di fronte alla scelta tra

- sottostare agli interessi e alle pretese della borghesia, alle sue manovre e al suo sistema di potere, aspettare e alimentare nelle masse l’illusione che la soluzione del problema arrivi dal governo M5S-PD in realtà a guida PD e peggio, dai partiti di governo o di opposizione, comunque dai vertici della Repubblica Pontificia,

- mettersi a organizzare l’informazione e la mobilitazione dei lavoratori e delle masse in autonomia dal circo mediatico e contro la sua intossicazione, promuovere e sostenere le mobilitazioni dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati vecchi e di quelli creati dall’emergenza sanitaria, per il lavoro e il reddito (sostegno al reddito delle famiglie, “reddito di quarantena”, servizi sanitari di prevenzione e di cura, diritto all’informazione, ecc.) e indirizzare ogni organismo operaio e popolare alla costituzione di un proprio governo d’emergenza. Il nostro compito è moltiplicare gli organismi di lavoratori nelle aziende capitaliste e pubbliche, gli organismi territoriali e tematici delle masse popolari, rafforzarli, coordinarli e orientare ognuno di essi, ogni organizzazione politica e sindacale in qualche modo legata alle masse, ogni circolo e associazione, ogni personaggio che ha qualche seguito e influenza tra le masse a

- non sottostare alle operazioni di intossicazione e di terrorismo imbastite sull’epidemia da coronavirus, ma denunciarle e combatterle apertamente,

- fare di ogni divieto a scioperare, manifestare, fare assemblee e ogni altra restrizione o eliminazione dei diritti costituzionali un’occasione per denunciare le responsabilità e l’incuria delle autorità, per organizzare e mobilitare i lavoratori e le masse popolari coinvolti,

- trasformare il terrorismo mediatico in lotta per la sanità pubblica e universale,

- promuovere e sostenere le iniziative di ogni gruppo delle masse popolari per rivendicare dal governo Conte 2 misure che tutelano la salute dei lavoratori delle aziende e della popolazione, i redditi dei lavoratori dipendenti e autonomi, i posti di lavoro nelle aziende capitaliste e pubbliche,

- organizzare direttamente, ognuno in base alle proprie forze e al proprio raggio d’azione, iniziative di mobilitazione per prevenire e contenere il contagio e curare i malati, per tutelare la salute, i redditi e i posti di lavoro dei lavoratori delle aziende capitaliste e pubbliche, di controllo popolare sull’operato delle autorità, di informazione sulla situazione.

*****

Elevare la coscienza e rafforzare tra gli operai e i lavoratori avanzati la fiducia in se stessi, usando gli innumerevoli spunti ed esempi, generali e particolari, che la situazione d’emergenza presenta.

Ovunque è stato ottenuto qualche risultato positivo in termini di chiusura di aziende che non fanno produzioni essenziali nell’immediato, di sanificazione degli ambienti di lavoro, di adozione di dispositivi di protezione individuale (DPI), di tutela dei salari dei lavoratori, è stato frutto delle proteste, dei presidi e degli scioperi partiti spontaneamente dai lavoratori che hanno messo in moto i sindacati alternativi e di base (SI Cobas, CUB, ADL Cobas, USB, Confederazione Cobas, ecc.) e questo, a sua volta, ha spinto anche i sindacati confederali (CGIL, CISL, UIL, ecc.) a muoversi. È poco quanto ottenuto? Sì, perché gli operai sono ancora poco organizzati, poco coordinati, in ordine sparso. Proprio per questo bisogna rafforzare l’organizzazione degli operai, bisogna moltiplicare gli organismi di operai e di lavoratori nelle aziende!

Anche i ripetuti appelli del governo alla popolazione perché collabori, cosa sono se non la dimostrazione che la borghesia per governare ha bisogno di un certo grado di collaborazione o almeno dell’indifferenza di una parte significativa delle masse? Che non sono i padroni e i loro governi a essere forti, ma i lavoratori e il resto delle masse popolari che devono organizzarsi di più e meglio in modo da far valere la loro forza?

La pandemia ha confermato la viltà e la criminalità di una classe dominante suddita degli imperialisti USA: per obbedire ai suoi padrini d’oltreoceano non esita a sacrificare la salute e la vita del popolo italiano. Ha mostrato che bisogna vietare la vendita di aziende a gruppi esteri che per loro natura sfuggono all’autorità dello Stato italiano: basta chiedere agli operai delle aziende di proprietà di gruppi multinazionali e di fondi di investimento stranieri se e quanto sono rispettate le pur lasche (per usare un eufemismo!) normative statali per la prevenzioni del contagio!

Le (poche, prese a metà e obtorto collo, temporanee) misure d’emergenza prese dal governo, quelle adottate in ordine sparso da governatori di regione, sindaci, prefetti, direttori di carceri, ecc. spesso prima ancora che fossero in qualche misura recepite dal governo, mostrano in modo inequivocabile che misure straordinarie per rimediare all’emergenza attuale e a quelle preesistenti non sono impossibili in sé: è una questione di volontà politica. Ci vuole un governo deciso a fare, tutte insieme e ben combinate tra loro, cose che i padroni e i loro governi al massimo fanno una a una e solo con difficoltà, quando sono tirati per i capelli, quando non ne possono fare a meno, che fanno il meno possibile e che smettono di fare appena possibile. Proprio per questo bisogna coagulare le mille mobilitazioni intorno all’obiettivo di costituire un governo d’emergenza popolare.

La pandemia fa toccare con mano in mille modi gli effetti dello smantellamento del settore pubblico dell’economia, della privatizzazione dei servizi pubblici, della mancanza di direzione pubblica delle attività produttive e delle altre attività sociali secondo un piano d’insieme. Fa cioè diventare esperienza diretta, pratica per un’ampia parte delle masse il contrasto che si è accumulato nei paesi imperialisti tra l’unità in tutti i campi della vita (non solo nella produzione e riproduzione delle condizioni materiali dell’esistenza individuale, ma in tutti) e la mancanza di istituzioni fondate su di essa. Il corso dell’epidemia farà sorgere manifestazioni ancora inedite di questo contrasto, ancora ignote e dalle caratteristiche che oggi ancora non riusciamo a configurare in dettaglio e alle quali dovremo far fronte. Dovremo comprendere e denunciare le basi di classe (le radici nella persistenza dei rapporti capitalisti di produzione) della mancanza di unità sociale (di istituzioni sociali unitarie) di cui tutta la popolazione soffrirà effetti nefasti particolari prodotti dall’epidemia. Indicare cosa fare e farlo. Di contro la pandemia fa risaltare l’esempio della Repubblica Popolare Cinese, di Cuba, del Vietnam, paesi ancora a metà socialisti. Se la Repubblica Popolare Cinese forse ne è venuta a capo in pochi mesi (là l’epidemia è stata riconosciuta lo scorso dicembre) è perché gran parte della struttura produttiva è ancora pubblica, il servizio sanitario e la ricerca scientifica sono ancora pubblici, la mobilitazione delle masse è una pratica in una certa misura persistente.

 

La pandemia rende sempre più direttamente evidente alle larghe masse che la permanenza della borghesia imperialista al potere è incompatibile con la loro vita. A noi comunisti il compito di trasformare il malcontento, l’insofferenza e l’indignazione delle masse in una forza capace di instaurare il socialismo e in un programma di governo del paese. Instaurare il socialismo, quindi contribuire alla rivoluzione socialista in corso promossa dal (nuovo) Partito comunista italiano è la sintesi dei compiti ai quali devono dedicare le loro energie e le loro risorse tutte le persone responsabili, tutte le persone che hanno a cuore di porre fine al corso catastrofico delle cose che la borghesia imperialista e il suo clero impongono nel nostro paese in ogni campo (economico, ecologico, sanitario, culturale, morale, delle relazioni internazionale militari e civili), in stretta connivenza con la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei (UE), americani (USA e NATO) e sionisti (Israele).

Elevare (imparare a elevare) la resistenza delle masse popolari al catastrofico corso delle cose e far avanzare la rivoluzione socialista traendo spunto da ogni appiglio e da ogni fessura che il corso delle cose offre a chi usa il materialismo dialettico!

Avanti nella rivoluzione socialista!

Avanti nella rinascita del movimento comunista!

Ernesto V.