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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXI - novembre 2019

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Consolidamento e rafforzamento del (nuovo)PCI

Le diserzioni d’agosto - Cause e insegnamenti

 

Negli Avvisi ai naviganti n. 91 e n. 92 del 15 e 19 agosto 2019 abbiamo annunciato la diserzione di Angelo D’Arcangeli e Chiara De Marchis, i due ex membri del P.CARC che all’inizio dell’anno il nostro Comitato Centrale aveva arruolato nel Centro clandestino del Partito e abbiamo indicato la linea con cui il Partito sta affrontando il fallimento dell’operazione di rafforzamento del Centro lanciata in gennaio. La diserzione di Angelo e di Chiara reca un danno grave alla nostra causa, ma noi ne traiamo insegnamenti per procedere con maggiore scienza nella rivoluzione socialista che promuoviamo ed esortiamo tutti quelli che vogliono porre fine al catastrofico corso delle cose non solo a non demoralizzarsi, ma a giovarsene per continuare con più forza, con maggiore esperienza e scienza e quindi con maggiori successi la nostra lotta. La linea con cui affrontiamo questo colpo è “trasformare la sconfitta in vittoria”: limitare i danni nelle nostre file e nella prima cerchia, ma soprattutto comprendere meglio e propagandare le condizioni della guerra popolare rivoluzionaria che promuoviamo. La chiave di volta è elevare nelle nostre file e nella prima cerchia la comprensione della natura, degli ostacoli e delle opportunità della rivoluzione socialista in un paese imperialista.

Nei due Avvisi ai naviganti abbiamo illustrato alcuni degli insegnamenti già tratti relativi

- alle caratteristiche e alle difficoltà della rivoluzione socialista nei paesi imperialisti: la guerra popolare rivoluzionaria e il ruolo dei “capi”, i problemi posti dal fatto che anche nei paesi imperialisti gran parte di questi, a causa delle condizioni in cui la borghesia confina le masse popolari, non provengono dalla classe operaia, la costruzione del partito clandestino, la dedizione e la disciplina richieste dalla clandestinità;

- agli aspetti del contesto in cui conduciamo la nostra lotta che dobbiamo studiare più a fondo o di cui dobbiamo tenere maggiormente conto nel nostro lavoro esterno e interno: in particolare il disastro sociale (fragilità psicologica delle nuove generazioni, scetticismo, pessimismo e nichilismo, rilassatezza morale e fisica) corrente oggi nei paesi imperialisti e prodotto dal distacco tra realtà e immaginario fomentato dalla borghesia fin dall’infanzia e dall’adolescenza, dall’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria, dall’eliminazione dei centri di aggregazione, formazione e partecipazione delle masse popolari (sezioni, circoli, ecc.), dalla distruzione delle ideologie (aggiustare questo o quel problema, tappare questo o quel “buco” anziché avere e perseguire un progetto di società che rimuove la causa di ognuno dei mille problemi e “buchi” oggi esistenti);

- agli aspetti che dobbiamo sviluppare, articolare, correggere e migliorare nel nostro lavoro esterno e soprattutto nella formazione (riforma intellettuale e morale) dei quadri, che occupa il primo posto nel lavoro interno del Partito e della Carovana del (n)PCI;

- alle linee, i criteri, i metodi e gli strumenti del lavoro esterno e interno in cui traduciamo la migliore comprensione che via via acquisiamo e che anche la diserzione ci spinge ad acquisire.

Altri insegnamenti e precisazioni emergono già dal ricco e fecondo dibattito che si è sviluppato negli organismi che fanno parte della Carovana del (n)PCI, a partire dal P.CARC. Le lettere che pubblichiamo qui di seguito nella rubrica Consolidamento e rafforzamento del (n)PCI approfondiscono alcuni di questi insegnamenti alla luce del dibattito, della riflessione e delle trasformazioni in corso e li alimentano. Ma sono solo alcune delle lettere che ci sono arrivate e importanti riflessioni circolano già in documenti pubblici come i Saluti del compagno Ulisse e nel Comunicato della DN del P.CARC sulle diserzioni (29 agosto 2019).

Nei due Avvisi ai naviganti abbiamo indicato gli insegnamenti principali che tutti quelli che aspirano a contribuire alla  rinascita del movimento comunista devono trarre dalla diserzione dei due: gli insegnamenti utili non a chiunque, ma ai compagni che vogliono imparare e avanzare. Ovviamente non abbiamo parlato degli altri insegnamenti che il (n)PCI trae per il rafforzamento del suo Centro clandestino e in generale della sua attività, ma che si basano sulla conoscenza di aspetti clandestini della preparazione e della conduzione dell’operazione fallita. Con i due video messaggi che ha diffuso dopo la diserzione, Angelo D’Arcangeli ha cercato invece di portare chi lo ascolta a discutere proprio di questi aspetti: ha addotto a ragione della diserzione i maltrattamenti che il dirigente dell’organismo di lavoro in cui erano inseriti avrebbe inflitto a lui e a Chiara e della sudditanza dell’intero CC del Partito al suo Segretario Generale. Tutti quelli che si lasciano indurre dal disertore a parlare di cose che non conoscono, si espongono a essere manipolati, parlano sulla base di pregiudizi e perdono tempo. Il materialismo dialettico ci insegna a ragionare di quello che conosciamo o su cui possiamo fare inchiesta e a ragionare per trarre conclusioni che siamo in grado di verificare se sono giuste applicandole nella nostra pratica. Alcuni motivi della diserzione riguardano limiti e difetti personali di ognuno dei due disertori, che sono però limiti e difetti comuni, largamente diffusi. Nel caso concreto il più importante è la resistenza a studiare la concezione comunista del mondo, ad assimilarla e a usarla per conoscere il corso delle cose e per combattere, resistenza che porta a “orientarsi a naso”, cioè sotto l’influenza delle idee diffuse dalle classi dominanti. La scienza comunista del corso delle cose è un antidoto importante alle spinte alla rilassatezza morale e fisica, al pessimismo e allo scetticismo, alla mancanza di fiducia nella vittoria della rivoluzione socialista, alla rassegnazione al dominio della borghesia e del clero, all’evasione dalla realtà, all’abbrutimento. Sono spinte esercitate in mille modi spontaneamente dal sistema di relazioni sociali di oggi e che la classe dominante fomenta con tutti i mezzi di intossicazione delle menti e dei cuori dei quali dispone. La mancanza di abitudine alla disciplina di un collettivo di lavoro e a un sistema sano di alimentazione e di formazione fisica, la non resistenza alla fatica sono difetti che molti dei compagni che si accostano alla Carovana riconosceranno in se stessi. La diserzione è una spinta a correggersi, a migliorare, a trasformarsi. È una trasformazione che i compagni persistenti compiranno comunque, perché necessaria per la guerra che dobbiamo promuovere. Essi si tempreranno e diventeranno capaci di promuovere e dirigere le masse popolari che instaureranno il socialismo. Solo se è lui stesso temprato a dedicare la propria vita alla causa, un comunista è in grado di mobilitare e guidare a combattere, ognuno a rischio della propria libertà e della propria vita, i volontari che si arruolano nella guerra che il Partito promuove. Avere la buona volontà di farlo e dichiararlo è la premessa, ma ognuno si tempra solo praticandolo. È una scuola che ogni compagno che assume compiti dirigenti deve fare al livello del ruolo che svolge.

La rivoluzione socialista è una guerra giusta e necessaria: è l’unica via per porre fine al catastrofico corso delle cose che la borghesia impone all’umanità. Quando una guerra è giusta e necessaria, non c’è ragione che giustifichi la diserzione.

Un esercito che combatte per una giusta causa e impara dalla sue sconfitte è destinato a vincere!

Umberto C.