La Voce 62 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXI - luglio 2019

Scaricate il testo in formato PDF - Formato Open Office - Formato Word

 

Il valore delle elezioni

Impariamo a leggere i risultati elettorali


Per molte buone ragioni i comunisti dei paesi imperialisti diffidano delle elezioni. Sono un istituto tipico della democrazia borghese: della proclamata partecipazione della popolazione, tramite assemblee di deputati eletti, alla decisione sulla direzione dell’attività dello Stato nell’ambito di una società in cui l’attività economica è nelle mani della borghesia.

Nella seconda metà del secolo XIX i partiti socialisti nei paesi europei si sono avvalsi di esse per mobilitare e organizzare i proletari e le altre classi delle masse popolari, con brillanti risultati ampiamente riconosciuti da tutti i dirigenti del movimento comunista: hanno elevato nelle masse popolari la coscienza del diritto a partecipare alla direzione dell’attività politica, allargato il diritto di votare (in origine limitato per reddito e stato sociale, istruzione e genere: le donne in Italia hanno votato per la prima volta nel 1946) e indotto il governo ad adottare misure favorevoli alle masse popolari. Nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale (1917-1976) la borghesia ha dovuto adottare in tutti i paesi imperialisti il suffragio universale (limitazioni legali restano solo in alcuni pochi paesi, come ad esempio la Svizzera, in piccole enclave come Monaco, il Vaticano, Liechtenstein, ecc. e in alcuni casi: contro gli immigrati e altre minoranze). Ma per contro i partiti socialisti europei si sono lasciati permeare da illusioni democratiche: come se effettivamente, anche in un paese la cui economia è dominata dai capitalisti, con le elezioni la massa della popolazione potesse arrivare a decidere dell’attività dello Stato. Già Engels nel 1895 aveva messo in guardia i socialdemocratici tedeschi (il partito socialista che aveva raggiunto i più ampi risultati nel campo elettorale): la borghesia romperà la propria legalità se con essa il suo dominio sullo Stato sarà in pericolo.

Il corso delle cose ha confermato la lezione di Engels. In tutti i paesi imperialisti, a partire dagli USA, la borghesia ha violato la sua stessa legalità con la creazione di organi dedicati alla repressione politica e fin dall’inizio del secolo XX ha messo in opera e affiancato alla religione un raffinato sistema di confusione, diversione e intossicazione delle menti e dei cuori delle masse popolari: quello che nel nostro Manifesto Programma (cap. 1.3.3) indichiamo con l’espressione “regime di controrivoluzione preventiva”. Essa, al di là dell’influenza sociale che spontaneamente hanno i capitalisti promotori e organizzatori delle attività economiche della massa della popolazione e delle attività derivate, impiega professionalmente su scala via via più ampia le risorse della scienza e della tecnica e i mezzi di cui come classe dominante dispone per distrarre le masse popolari dalla lotta di classe e ostacolare nelle masse popolari 1. la coscienza indotta spontaneamente dall’esperienza dell’oppressione di classe e 2. l’attività organizzativa e di propaganda svolta da noi comunisti. In Italia i revisionisti moderni, da Togliatti in qua, hanno avallato e alimentato le illusioni e le manipolazioni della borghesia e del clero (“via parlamentare e democratica al socialismo”). Giustamente quindi i comunisti diffidano delle elezioni organizzate dalla borghesia e dei loro risultati.

Una volta fissato questo, resta però il fatto che in tutti i paesi imperialisti i risultati delle elezioni sono frutto dell’influenza e della manipolazione della borghesia e del clero, dell’esperienza diretta delle masse popolari, dell’attività dei comunisti e che in tutti i paesi imperialisti la borghesia è oggi obbligata a tenere elezioni e quindi bisogna che noi comunisti impariamo a servircene. Consideriamo quindi le condizioni concrete in cui agiamo.

Dopo l’esperienza e la coscienza acquisite dalle masse popolari dei paesi imperialisti nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale, la classe dominante ha difficoltà a eliminare le elezioni, in nessun paese imperialista ha finora osato farlo. D’altra parte lo Stato ha assunto un ruolo determinante nella vita economica di ogni paese imperialista (capitalismo monopolistico di Stato) e man mano che si sviluppa la seconda crisi generale del capitalismo i contrasti tra i gruppi borghesi aumentano e ogni gruppo cerca di giovarsi dello Stato per valorizzare il suo capitale. Quindi ogni gruppo imperialista se ne avvale. Nelle campagne elettorali, nelle manipolazioni elettorali e nei risultati elettorali si riflettono quindi 1. i contrasti tra i gruppi imperialisti e 2. il contrasto fondamentale tra la borghesia e le masse popolari. Noi comunisti dobbiamo studiare i risultati elettorali come indice dei risultati di questi due ordini di contrasti.

I contrasti tra gruppi imperialisti e tra la borghesia e le masse popolari comportano che ogni partito borghese che vuole avere voti fa promesse alle larghe masse, promesse che poi non mantiene perché gli interessi di ogni capitalista impongono la valorizzazione del capitale e l’economia (l’apertura, la chiusura e il funzionamento delle aziende e del complesso delle attività economiche) è nelle mani dei capitalisti e quindi obbedisce alle loro esigenze, per altro contrastanti. Per imporre a un capitalista misure contrarie al suo interesse occorre una particolare combinazione di forze. Ma le promesse elettorali e la violazione di esse diventano un campo fecondo di mobilitazione e organizzazione delle masse popolari. Di esse dobbiamo avvalerci per mobilitare e organizzare le masse popolari e aggregarle attorno al Partito comunista.

Quando alla fine del 2013 Matteo Salvini ha preso in mano la direzione della Lega Nord, questa era mal ridotta: tra i partiti della combinazione Berlusconi era al suo minimo di seguito elettorale (meno di 1.4 milioni di voti alle politiche del 2013). Il gruppo dirigente raccolto attorno a Salvini ha fatto propria la denuncia dei risultati antipopolari della linea seguita dalle Larghe Intese tra PD e Berlusconi (pur continuando a giovarsi delle risorse derivanti dal legame con la coalizione Berlusconi a livello nazionale e locale). Ora dall’alto del successo elettorale raggiunto (5.7 milioni nelle politiche 2018 e 9.2 milioni nella europee 2019) si trova a fare i conti con gli elettori che, malcontenti e insofferenti delle condizioni imposte dai governi delle Larghe Intese, sulla spinta delle promesse lo hanno votato. La stessa questione che, in condizioni diverse, devono risolvere Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Beppe Grillo & Co. Le elezioni generali (politiche ed europee) svoltesi in Italia dall’inizio (nel 2007-2008) della fase acuta e terminale della crisi generale del capitalismo hanno confermato l’insofferenza e il malcontento crescenti delle masse popolari verso partiti ed esponenti delle Larghe Intese e i loro padrini, i gruppi imperialisti europei dell’UE e della BCE.

In un’epoca di crisi, in particolare nella fase di eliminazione delle conquiste e dei diritti strappati nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria, le promesse elettorali sono un fattore di educazione politica: anche i gruppi reazionari devono esprimere e propagandare obiettivi favorevoli alle masse popolari e incompatibili con gli interessi della borghesia.

Per questo noi comunisti ci avvaliamo d elle promesse che hanno fatto e mobilitiamo i rispettivi elettori e attivisti per spingere il governo M5S-Lega a fare quello che non è in grado di fare: attuarle. Da questa mobilitazione non ricaveremo che il governo M5S-Lega attui quello che va contro gli interessi dei padrini della Repubblica Pontificia, ma che migliaia e milioni di lavoratori si organizzino fino a prendere in mano il paese. Il (n)PCI sarà alla loro testa.

È alla luce di questi criteri che dobbiamo leggere i risultati elettorali esposti nella tabella di pag. 7.

Nicola P.


Guida alla comprensione della tabella di pagina 7 (Storico elezioni)

Nota generale per le elezioni Politiche

Sono elettori solo i cittadini italiani. Essi sono suddivisi in a) circoscrizioni Italia, b) Val d’Aosta, c) circoscrizione Estero: cittadini italiani residenti in paesi UE e non UE. È ammesso il voto per corrispondenza.

Nota generale per le elezioni Europee

Sono elettori i cittadini italiani residenti in Italia e all’estero (paesi UE e non UE) più i cittadini di paesi UE residenti in Italia. Nelle 5 circoscrizioni in cui è suddivisa l’Italia (Italia nord-occidentale, Italia nord-orientale, Italia centrale, Italia meridionale, Italia insulare) votano i cittadini italiani residenti in Italia e in paesi non UE più i cittadini di paesi UE residenti in Italia che optano di votare per i membri del Parlamento Europeo assegnati all’Italia invece che per quelli assegnati al paese di cui sono cittadini. Questo spiega perché gli elettori delle Europee nelle circoscrizioni Italia sono sempre più numerosi degli elettori delle Politiche. Nella circoscrizione Estero votano i cittadini italiani residenti in paesi UE che optano di votare per i membri del Parlamento Europeo assegnati all’Italia invece che per quelli assegnati al paese UE in cui risiedono. Non è ammesso il voto per corrispondenza.


Elettori di tutte le circoscrizioni

1. Politiche 2008

Elettori circoscrizioni Italia 47.041.814; voti validi 36.457.254

Elettori Estero 2.924.178; voti validi 1.043.518

Elettori Val d’Aosta 100.623; voti validi 74.939

Elettori Italia+Estero+Val d’Aosta 50.066.615; voti validi 37.575.711

2. Europee 2009

Elettori circoscrizioni Italia 49.135.080; voti validi 30.540.434

Elettori Estero 1.207.073; voti validi 83.406

Elettori Italia+Estero 50.342.153; voti validi 30.623.840

3. Politiche 2013

Elettori circoscrizioni Italia 46.905.154; voti validi 34.005.755

Elettori Estero 3.494.687; voti validi 982.881

Elettori Val d’Aosta 100.277; voti validi 72.436

Elettori Italia+Estero+Val d’Aosta 50.500.118; voti validi 35.061.072

4. Europee 2014

Elettori circoscrizioni Italia 49.256.169; voti validi 27.371.747

Elettori Estero 1.406.291; voti validi 79.159

Elettori Italia+Estero 50.662.460; voti validi 27.450.906

5. Politiche 2018 (*)

Elettori circoscrizioni Italia 46.505.350; voti validi 32.841.705

Elettori Estero 4.230.854; voti validi 1.123.429

Elettori Val d’Aosta 99.547; voti validi 66.370

Elettori Italia+Estero+Val d’Aosta 50.835.751; voti validi 34.031.504

6. Europee 2019

Elettori circoscrizioni Italia 49.301.157; voti validi 26.662.962

Elettori Estero 1.676.123; voti validi 120.770

Elettori Italia+Estero 50.997.280; voti validi 26.783.732



La tabella a pagina 7 dell'edizione cartacea di La Voce 62


Italia: risultati elezioni generali ripartiti tra gli schieramenti rilevanti ai fini della guerra in corso - Serie storica 2008-2019


1. Politiche 2008
2. Europee 2009
3. Politiche 2013
4. Europee 2014
5. Politiche 2018(*)
6. Europee 2019

(escluso Estero
e Val d’Aosta)

(escluso Estero)
(escluso Estero
e Val d’Aosta)

(escluso Estero)
(escluso Estero
e Val d’Aosta)

(escluso Estero)
Elettori 47.041.814
49.135.080
46.905.154
49.256.169
46.505.350
49.301.157
Astenuti e non validi 10.584.560
18.594.646
12.899.399
21.884.422
13.664.325
22.638.195
Voti validi 36.457.254
30.540.434
34.005.755
27.371.747
32.841.705
26.662.962












Schieramenti elettorali importanti, da distinguere ai fini della guerra in corso
















Larghe Intese 34.844.052
28.241.168
24.315.765
20.475.679
20.164.128
21.281.605
comprensive di:










1. Coalizione PD 13.689.330
10.419.705
10.049.393
11.352.554
7.506.723
6.050.351
di cui PD 12.095.306
7.980.455
8.646.034
11.172.861
6.161.896
6.050.351
IDV-Di Pietro (1) 1.594.024
2.439.250


179.693
---
---
Altri coalizione PD ---
---
1.403.359 (2) ---
1.344.827 (3) ---
2. Coalizione Berlusconi 17.064.506
13.891.824
9.923.600
7.295.924
12.152.345
13.221.335
di cui PDL/ FI 13.629.464
10.767.965
7.332.134
4.605.331
4.596.956
2.344.465
Lega (già Lega Nord) 3.024.543
3.123.859
1.390.534
1.686.556
5.698.687
9.153.638
Fratelli d’Italia/AN ---
---
666.765
1.004.037
1.429.550
1.723.232
Altri coalizione Berlusconi 410.499 (4) ---
534.167 (5) ---
---
---
3. UDC-NCD-Monti 2.050.229
1.991.329
3.591.541
1.199.703
427.152 (6) ---
4. Altri (7) 2.039.987
1.938.310
751.231
627.498
505.060
2.009.919












Sinistra borghese di nuovo tipo, basata sul comune buon senso




Movimento 5 Stelle ---
---
8.691.406
5.792.865
10.732.066
4.552.527












Sinistra borghese di vecchio tipo, risultato della deviazione revisionista e conseguente disgregazione del PCI e della successiva esplosione del PRC


Totale 1.503.503
2.152.536
860.626
1.103.203
1.526.263
465.092
di cui PRC e affini (8) 1.124.298
1.034.730
---
---
---
---
PCL-Sinistra Rivoluzione 208.296
166.079
89.643
---
29.364
---
La Sinistra ---
---
---
---
---
465.092
Potere al popolo! ---
---
---
---
372.179
---
Altri 170.909 (9) 951.727 (10) 770.983 (11) 1.103.203 (12) 1.124.720 (13) ---












Partito Comunista (Rizzo) (14) ---
---
---
---
106.816
234.232












Scimmiottatori del Fascismo del XX secolo






Forza Nuova 109.699
146.730
90.047
---
---
40.782
Casa Pound ---
---
47.911
---
312.432
88.724

Note sulle liste

* i dati pubblicati dal Ministero dell’Interno sono incongruenti: il numero di elettori per le circoscrizioni Italia non corrispondono alla somma di (astenuti e non valide) + validi che lo stesso Ministero pubblica.

(1) Italia dei Valori-Di Pietro è nella coalizione del PD solo nel 2008; successivamente concorre da solo, prima di sparire.

(2) SEL, SVP, Centro Democratico.

(3) + Europa, Italia Europa Insieme, Civica popolare Lorenzin, SVP-PATT.

(4) Movimento per l’autonomia-Alleanza Per il sud.

(5) La Destra, Grande Sud-MPA, MIR-Moderati in rivoluzione, Partito pensionati, Intesa Popolare, Liberi per un’Italia equa.

(6) Noi con l’Italia-UDC concorre nella coalizione di Berlusconi.

(7) Svariate liste minori orbitanti attorno ai tre principali schieramenti delle Larghe Intese.

(8) Il PRC nelle Politiche 2008 è in La Sinistra l’Arcobaleno; nelle Europee 2009 è con Comunisti Italiani (PRC-PdCI), Sinistra Europea. A partire dal 2013 il PRC partecipa alle elezioni all’interno di coalizioni: Rivoluzione Civile (Ingroia), L’Altra Europa per Tsipras, Potere al Popolo!, La Sinistra.

(9) Sinistra Critica, Partito di Alternativa Comunista.

(10) Sinistra e Libertà.

(11) Democrazia Atea, Rivoluzione Civile (Ingroia).

(12) L’Altra Europa per Tsipras.

(13) Liberi e Uguali, Lista del popolo per la Costituzione.

(14) PC (Rizzo) è anch’esso uno degli organismi risultanti della deriva revisionista e conseguente disgregazione del PCI e successiva esplosione del PRC. La sua particolarità è data da due aspetti: 1. professa un bilancio positivo dell’URSS di Lenin e Stalin e dell’Internazionale Comunista e 2. professa la concezione tipica della sinistra del vecchio PCI (difesa dei principi del marxismo-leninismo anziché loro uso per la costruzione della rivoluzione socialista nel nostro paese). Per tutto questo va considerato a sé nella presentazione degli schieramenti elettorali rilevanti ai fini della guerra in corso. Nelle elezioni politiche 2018 era presente solo in 16 (25.8 milioni di elettori) delle 26 (46.4 milioni di elettori) circoscrizioni Italia.