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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXI - luglio 2019

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La crisi delle Larghe Intese offre maggiori possibilità di azione per i comunisti

Sulle contraddizioni in campo nemico


La breccia aperta dalle masse popolari il 4 marzo 2018 nel sistema politico delle Larghe Intese è molto profonda e accelera la crisi della Repubblica Pontificia: sconvolge assetti, acuisce la “guerra tra bande” in seno a tutta la classe dominante, aggrava l’“ingovernabilità dall’alto” del paese. Il fronte degli esponenti delle Larghe Intese, pur essendo unito contro il governo M5S-Lega, è diviso da profondi contrasti. L’interruzione di quarant’anni di governi delle Larghe Intese è come la caduta di una dinastia.

Il governo M5S-Lega è un governo provvisorio, non può che mettere in cantiere e attuare singole misure scombinate tra loro come scombinata è la sua composizione: sinceri fautori di un paese civile, esponenti di UE e BCE, complici di Berlusconi e delle Organizzazioni Criminali, portavoce reazionari del Vaticano. A prima vista, in superficie, la causa dell’inconcludenza del governo è il contrasto tra M5S e Lega. Chi indaga oltre l’apparenza capisce la realtà: tra il “piano comune” della borghesia imperialista e il cammino sintetizzato nelle sette “Misure Generali” del Governo di Blocco Popolare non esiste una via di mezzo. Gli esponenti delle Larghe Intese (soci di Zingaretti e complici di Berlusconi) in sintonia esprimono questo fatto proclamando che “il paese è privo di governo”.

Nel campo nemico delle masse popolari, nel complesso della classe dominante e in combinazione con la crisi politica degli altri paesi imperialisti e del sistema delle relazioni internazionali, esplodono i contrasti.

Quattro esempi aiutano a comprendere la profondità dello scontro in atto nella classe dominante:

1. la tempesta che ha investito il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) e che oltre a colpire Renzi e la sua cordata (Lotti e co.), chiama in causa direttamente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per ricattarlo o per fargli le scarpe;

2. gli attacchi di una parte della Magistratura contro il PD: i casi più noti, oltre al già citato Lotti, sono il procedimento contro Katiuscia Marini, ex governatrice dell’Umbria, sulla sanità pubblica e la condanna di Giuseppe Sala, sindaco di Milano, sull’Expo;

3. gli attacchi di una parte della Magistratura nei confronti della Lega che si sono intensificati dopo l’insediamento del governo M5S-Lega: da quello contro le ruberie di Umberto Bossi, familiari e complici, a quello contro il leghista Attilio Fontana, governatore della Lombardia e Gioacchino Caianiello, l’eminenza grigia della combinazione Berlusconi in Lombardia. Essi hanno l’obiettivo di destabilizzare, indebolire, condizionare il governo M5S-Lega e indurlo ad operare con maggiore continuità con quanto fatto dalle Larghe Intese e colpiscono anche il resto del partito di Berlusconi e la rete di affari, corruzione, clientele, rapporti con le Organizzazioni Criminali che dal partito di Berlusconi sono ora passate alla Lega, così come all’inizio degli anni ’90 erano passate a Berlusconi le reti e le relazioni della Democrazia Cristiana: le Organizzazioni Criminali hanno cambiato il “cavallo su cui puntare”, data la perdita di seguito elettorale di Berlusconi. Tutto questo produce delle resistenze e delle contromosse da parte di Berlusconi e la sua (residua) banda ;

4. la tanto reclamizzata assenza dei tre generali in pensione (Leonardo Tricarico, Vincenzo Camporini, Mario Arpino) dalla Festa della Repubblica (2 giugno 2019), come protesta contro la linea seguita dal Ministro della Difesa del governo M5S-Lega, Elisabetta Trenta, è a sua volta un indice del livello raggiunto dallo scontro all’interno dei vertici militari e, inoltre, tra una parte di essi e il M5S.

Non bisogna lasciarsi sconcertare dal disordine che cresce nella classe dominante. Analizzare alla luce del materialismo dialettico la “guerra tra bande” in atto, permette di vedere e sfruttare le opportunità che la situazione fornisce ai comunisti (la questione dei sindacati dei militari, la lotta contro i crimini compiuti da uomini in divisa, la lotta contro i crimini connessi all’uso dell’uranio impoverito e delle basi militari sono esempi) e di trarre anche insegnamenti utili per il futuro Governo di Blocco Popolare.

La Pubblica Amministrazione (centrale e locale), la Magistratura, le Forze Armate e le Forze dell’Ordine (quindi le principali istituzioni di cui è composta la macchina statale) sono attraversate da profonde contraddizioni, non solo tra la grande massa dei dipendenti (masse popolari in gran parte proletari) e i vertici, ma nei vertici stessi. Proprio questi contrasti esplodono.

Gli alti dirigenti della Pubblica Amministrazione, della Magistratura, delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine (e anche dei Servizi Segreti) erano legati dal sistema di selezione e da una fitta rete di relazioni e legami di classe e ambiente di provenienza, di clientele, favori, affari, relazioni di parentela, ricatti e corruzione, ecc. agli altri esponenti del regime DC prima e negli ultimi quarant’anni lo sono stati agli esponenti delle Larghe Intese e, sopra di questi, ai padrini della Repubblica Pontificia: alta borghesia, Vaticano, Organizzazioni Criminali e gruppi imperialisti USA, europei e sionisti. Nessuno ascende alle alte cariche senza i nullaosta dei vertici della Repubblica Pontificia e in particolare degli USA che ora sono a loro volta divisi come mai. Questi alti dirigenti delle istituzioni sabotano l’operato del governo M5S-Lega. Allo stesso tempo, con la breccia aperta dalle masse popolari nel sistema delle Larghe Intese, sono coinvolti nella guerra tra bande che si è acuita nella classe dominante e anche dentro queste istituzioni.

Nella Pubblica Amministrazione, nella Magistratura, nelle Forze Armate e nelle Forze dell’Ordine chi non si allineava con il regime DC prima e le Larghe Intese poi, veniva isolato, attaccato, denigrato, emarginato, trasferito, licenziato, ecc. fino all’eliminazione fisica se “troppo pericolosi” (Carlo Alberto dalla Chiesa, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono tra gli esempi più noti di uomini delle istituzioni borghesi eliminati dai vertici della Repubblica Pontificia perché si erano “spinti troppo oltre”).

I vertici di queste istituzioni non sono privi di contraddizioni. In esse ci sono dirigenti che individualmente per i motivi più vari non condividono il corso delle cose promosso dalle Larghe Intese: il Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, viene dall’ambiente militare ed è espressione di questa corrente contraria; stessa cosa vale per il Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, un generale dei Carabinieri forestali.

Questi esponenti delle istituzioni scontenti erano imbrigliati, ostacolati e frenati dalle Larghe Intese (analizzando ad esempio la Magistratura, ci sono magistrati già silurati o ancora in carica come Luigi De Magistris, John Woodcock, Giovanni Ingroia, Enrico Zucca, Antonino Di Matteo e molti altri meno nominati nelle cronache). Ora, con la costituzione del governo M5S-Lega, prendono maggiori iniziative. Con la loro azione contribuiscono ad allargare la breccia aperta dalle masse popolari, ad aumentare il distacco tra le masse popolari e le Larghe Intese.

Domani alcuni di questi probabilmente collaboreranno con il Governo di Blocco Popolare (GBP), tanto gravi e generali sono in ogni settore della vita sociale gli effetti della crisi del capitalismo: la classe dominante non riesce più a governare con i metodi in vigore! Il GBP si avvarrà della loro collaborazione mentre epurerà senza esitazioni quelli che saboteranno le misure prese dalle organizzazioni operaie e popolari. Lo farà attuando la settima delle “Misure Generali” del GBP: “Epurare gli alti dirigenti della Pubblica Amministrazione che sabotano l’azione del GBP, conformare le Forze dell’Ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza), le Forze Armate e i Servizi d’Informazione allo spirito democratico della Costituzione del 1948 (in particolare a quanto indicato negli articoli 11 e 52) e ripristinare la partecipazione universale più larga possibile dei cittadini alle attività militari a difesa del paese e a tutela dell’ordine pubblico”.

Le contraddizioni in campo nemico confermano infine che ampio è il campo d’azione per il (n)PCI anche per reclutare persone e per infiltrare suoi uomini.