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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXI - luglio 2019

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Una volta costituito il GBP, le masse popolari italiane faranno fronte con successo alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti e avanzeranno verso l’instaurazione del socialismo


Per chi ha strumenti intellettuali sufficienti per comprendere il corso reale delle cose, le masse popolari italiane con le elezioni generali politiche del 2018 ed europee del 2019 hanno detto chiaramente che non vogliono continuare a vivere come nel passato, subendo il corso delle cose che la borghesia imperialista ha imposto dalla fine degli anni ’70 in qua. La crescita dello spirito rivoluzionario tra le masse popolari è confermata anche da mille iniziative spontanee di lotta rivendicativa contro i padroni e contro il governo e di protesta. Ma la crescita dello spirito rivoluzionario delle masse popolari e il livello delle sue manifestazioni dipendono, e l’esperienza storica lo ha confermato, oltre che dall’attività della classe dominante e dall’esperienza diretta dell’oppressione e dello sfruttamento, anche dall’attività del movimento comunista cosciente e organizzato. Questo dobbiamo sempre ricordare a fronte di tutti quegli esponenti della sinistra borghese che si lamentano che lo spirito rivoluzionario delle masse popolari sarebbe scarso (“masse pecorone” e “masse vigliacche”) e che questo giustificherebbe e determinerebbe l’impotenza manifesta della sinistra borghese di vecchio tipo (derivati e frammenti del PRC) e le difficoltà i cui si dimena la sinistra borghese di nuovo tipo (M5S). Ricordiamo che la crescita dello spirito rivoluzionario delle masse popolari dipende dall’attività che il movimento comunista cosciente e organizzato svolge nella resistenza che spontaneamente le masse popolari oppongono alle classi dominanti: per restare alla storia del nostro paese, ricordiamo che senza Rivoluzione d’Ottobre e Internazionale Comunista non ci sarebbero stati né Biennio Rosso (1919-1920) né Resistenza (1943-1947).

Il passaggio dalla resistenza spontanea delle masse popolari al Governo di Blocco Popolare sarà il risultato dell’attività del movimento comunista: la nostra linea attuale consiste appunto nel determinare questo passaggio. Il GBP incomincerà sul serio e sistematicamente a realizzare gli interessi delle masse popolari. Con il GBP queste saranno in grado di far fronte con successo alle sanzioni finanziarie e commerciali e alle aggressioni, ai boicottaggi e sabotaggi della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti, delle loro istituzioni UE, BCE e NATO e dei loro governi e avanzeranno verso l’instaurazione del socialismo.

“Ma l’Italia non ha materie prime, risorse energetiche sufficienti per mantenere un livello civile di vita”, ha obiettato alla nostra linea del GBP, alla via al socialismo che pratichiamo, un’operaia del Nuovo Pignone di Massa intervenuta in gennaio 2019 al V Congresso Nazionale del P.CARC.

L’obiezione è seria e vale anche per altri campi oltre quello dell’energia. In particolare vale per il campo alimentare, per alcuni altri prodotti di prima necessità (il Venezuela insegna) e per alcune materie prime. Qui ci limitiamo a esaminare la questione nel campo dell’energia.(1) Come le masse popolari italiane con il GBP faranno fronte al bisogno di risorse energetiche?


1. Per la trattazione esauriente della questione, vedere l'Avviso ai naviganti 35 del 15.11.2013 pagg. 12-13.


L’Italia importa dall’estero gas naturale, petrolio e carbone per vari usi, alcuni diretti, altri previa raffinazione (raffinerie di petrolio per produzione di benzine e gasoli), altri previa produzione di energia elettrica (centrali termoelettriche): per cottura di alimenti e produzione acqua calda, per il riscaldamento degli ambienti, per i trasporti su strada, ferroviari, aerei e marittimi, per usi industriali finali di altro genere.

Per fissare i ragionamenti, prendiamo in esame i dati del 2017. Li attingiamo dalla pubblicazione La situazione energetica nazionale nel 2017, giugno 2018, del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE). La tabella storica 2012-2017 del MISE [Tabella BE-1, pag. 79 dell’Allegato A della pubblicazione citata] conferma che i dati del 2017 sono analoghi a quelli degli anni precedenti e quindi significativi.

Nel 2017 l’Italia ha impiegato all’incirca 170 Mtep (2) di prodotti energetici ed energia elettrica. Di essi 120 Mtep sono prodotti energetici importati (al netto delle esportazioni): 54 Mtep di petrolio (proveniente in gran parte da Azebaijan 30%, Iraq 25%, Arabia Saudita 20% e Libia 20%), 57 Mtep di gas che arriva come gas o come gas liquefatto (in gran parte da Russia 40%, Algeria 28%, Qatar 10% e Libia 7%), 10 Mtep di combustibili solidi (provenienti in gran parte da Russia 35%, Colombia 20%, USA 20%, Sudafrica 7%).


2. Cosa è un milione di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep)? Con gli apparati (dispositivi, impianti) di cui dispongono, gli uomini trasformano il calore (energia termica) solare e quello ottenuto bruciando combustibili (carbone, petrolio, gas, legna, ecc.), in energia elettrica e, viceversa, trasformano energia elettrica in calore. Trasformano il calore e l’energia elettrica in energia meccanica dei veicoli e delle macchine operatrici (torni, trapani, ventilatori e altre) e all’inverso trasformano energia meccanica (del vento e delle eliche, dell’acqua e delle turbine) in energia elettrica o in energia termica. Trasformano quindi ognuna delle tre forme di energia (termica, elettrica, meccanica) l’una nell’altra. Da una data quantità di una di esse ricavano una certa quantità di un’altra, in proporzioni ben definite una volta fissato l’apparato di trasformazione che usano. È quindi possibile e utile usare un’unica unità di misura per le tre forme di energia, una volta stabiliti quali apparati usiamo per la trasformazione. La tonnellata equivalente di petrolio è una delle unità di misura correntemente usate dai professionisti del ramo per le tre forme di energie: fissato un apparato standard per ognuna delle trasformazioni, da una tonnellata di petrolio si ricava una data quantità di calore (kilocalorie) o una data quantità di energia elettrica (kilovattora) e viceversa. Mtep è la quantità di energia ricavabile da un milione di tonnellate di petrolio.



In Italia esistono raffinerie di petrolio sufficienti per raffinare tutto il petrolio che consumiamo e centrali elettriche sufficienti a produrre tutta l’energia elettrica (combinando impianti termoelettrici dipendenti dai prodotti importati e impianti idroelettrici, geotermici, eolici, solari e da altre fonti rinnovabili). L’importazione diretta di energia elettrica (da Francia e Svizzera) è complementare alla produzione nazionale e dettata da convenienza finanziaria (importare a basso prezzo energia elettrica prodotta in eccesso in determinati periodi da centrali nucleari basate in Francia e in Svizzera e ridurre la produzione o accumulare le potenzialità di centrali termiche e idroelettriche basate in Italia).

Come si vede molti dei paesi di provenienza dei prodotti energetici di cui abbiamo bisogno (a parte economie e l’accelerazione del passaggio a fonti rinnovabili, sole, vento e altre fonti ecocompatibili), sono paesi non completamente proni agli ordini della CI. Mancano dall’elenco paesi (come Iran, Venezuela e altri) che, in ossequio alle sanzioni decise dalla CI contro di essi,(3) le attuali autorità italiane persistono ad escludere come fonti di importazioni. Il GBP invece è impegnato a stabilire rapporti di scambio, collaborazione e solidarietà tra l’Italia e tutti i paesi disposti a stabilirne con noi. Qui abbiamo già un’ampia gamma di possibilità per aggirare le sanzioni commerciali decise dalla CI.


3. L’interscambio Italia-Russia è passato da 54 miliardi di € nel 2013 a 27 miliardi di € nel 2018; il governo italiano ha obbedito alle sanzioni imposte dal governo USA.


Quanto ai pagamenti, riportiamo da Paolo Selmi, Riportando tutto a casa-Appunti per un nuovo assalto al cielo, parte terza, appendice a Nuove Resistenti n. 698 del 24.01.2019) le vie a cui ha fatto ricorso un paese bersaglio della CI.

“Paesi come l’Iran dal 1979 aggirano le sanzioni economiche armonizzando tra loro i seguenti metodi:

- semplice baratto, eliminando quindi totalmente il denaro, soprattutto con l'India;

- vendita nella valuta del Paese compratore: esporto, per esempio, petrolio in Cina, apro un conto corrente in una banca dove confluiscono i RMB cinesi derivati dalla vendita e li uso, successivamente, per fare acquisti in Cina; capita lo stesso con l'India, la Corea del Sud, il Giappone, la Turchia e alcuni Paesi arabi;

- vendita di idrocarburi contro oro: una riserva senza tema di invecchiamento che, all'occorrenza, può essere fatta “pervenire” sulle maggiori piazze mondiali, passando in genere per l'India, la Malesia o Dubai, dove la conversione in valuta è praticamente immediata;

- contrabbando di valuta estera, passata in contanti attraverso il confine afgano, per esempio;

- trasferimenti di denaro tramite sistemi tanto antichi quanto efficaci (impiegati per ovvi motivi anche dai trafficanti di droga e dai terroristi), come lo hawala (hundi in India), una via di mezzo fra una lettera di cambio e un'assicurazione: parte un ordine di pagamento dalla località x e qualcuno paga qualcun’altro nella località y, senza passaggio di denaro fra mandante ed esecutore. (…) Oggi, a differenza dei pizzini del passato, gli ordini avvengono via chat, con un broker all'origine e un broker a destino (in genere in Medio Oriente e poi, da lì, una volta ripulita l'origine, in giro per il mondo), una commissione dell' 1-1,5%, e un pagamento immediato, in genere con un massimale intorno ai centomila dollari (anche se si sono verificati importi ben più alti di almeno uno zero). Il regolamento di conti fra i due broker avviene in regime di compensazione e la differenza a saldo è pagata tramite movimenti di valuta convertibile, oro o preziosi;

- impiego o acquisto, da parte di prestanome, di banche straniere per il riciclaggio dei proventi derivati dalla vendita degli idrocarburi; maggiori i passaggi intermedi o più insospettabili i prestanome, minore il rischio di vedersi bloccata la transazione. Negli Emirati Arabi Uniti gli iraniani hanno il maggio numero di partner affidabili per lo svolgimento di tali operazioni, così come attraverso servizi bancari turchi, che però sono meno a buon mercato, o altri Paesi centroasiatici. Schemi interbancari denominati inversioni a U, prevedono la vendita di petrolio a un Paese A, che paga in valuta locale su un conto di una banca terza, la quale si occupa anche della conversione in dollari, per un possibile poi prelievo per le necessità di acquisto iraniane o, eventualmente, per un possibile rientro su qualche banca iraniana: banche compiacenti in passato furono, in questo senso, UniCredit, HSBC, Royal Bank of Scotland, Deutsche Boerse, Société Générale e Crédit Agricole;

- intervento dei “cavalieri neri” società di Paesi tradizionalmente vicini all'Iran (Bielorussia, Cuba, Venezuela, Siria e Corea del Nord) che si accollano il rischio di impresa in cambio tuttavia di commissioni molto alte (15-20%)”.

Combinando questi metodi e inventandone di nuovi,(4) saremo quindi in grado di soddisfare ai consumi energetici della popolazione residente, dei turisti e delle persone in soggiorno temporaneo ad altri fini, delle persone in transito. Riusciremo ad aggirare ogni aggressione alle vie di comunicazione a cui la CI farà ricorso.


4. Nell’opuscolo Governo di Blocco Popolare del Settore Agitazione e Propaganda - Partito dei CARC (2011), allegato al nostro Avviso ai Naviganti 7 del 16.03.2012 sono indicate, ovviamente in termini generali, vie e operazioni alle quali fare ricorso per aggirare le misure alle quali la CI farà ricorso contro l’Italia del GBP...


Infine dobbiamo aver chiaro che tutta l’umanità attraversa un periodo di guerra, che abbiamo chiamato guerra di sterminio non dichiarata. Tutti i paesi vi sono coinvolti anche se ogni paese in modo diverso. Chi ha paura della guerra, la subisce. Il vento soffia anche se le foglie sono stanche e vorrebbero riposare. Noi comunisti dobbiamo portare le masse popolari a combattere e a costringere la borghesia a combattere la guerra sul terreno e con le armi alle masse popolari più convenienti. La rivoluzione socialista è per sua natura una guerra, la GPR (Guerra Popolare Rivoluzionaria). Il grande disordine che cresce attorno a noi, è la combinazione delle varie manifestazioni e dei molteplici effetti della guerra che si allarga. Noi dobbiamo promuovere la GPR, fomentare le divisioni in campo nemico, approfittare di ogni appiglio e fessura, raccogliere e organizzare le nostre forze, combattere e vincere. Non c’è altra via per farla finita con il capitalismo e lo sconvolgimento della nascita (i dolori del parto) del nuovo mondo. Che il parto si compia, che il nuovo mondo nasca.

L’Italia del GBP non sarà un paese isolato, né in Europa e tanto meno nel mondo. L’insofferenza e il malcontento delle masse popolari crescono spontaneamente in ogni paese, le autorità imperialiste sono instabili ovunque. Tutto il mondo è in subbuglio, lo scontro tra borghesia imperialista e masse popolari è universale, anche se in forme (che i comunisti devono imparare a comprendere) e con gradi (che è compito dei comunisti incrementare) differenti nei vari paesi. Il primo paese che spezzerà le catene della CI mostrerà la strada e aprirà la via alle masse popolari degli altri paesi. A sua volta si gioverà della solidarietà di esse, sia masse popolari con cui collaboreremo perché staranno seguendo un cammino analogo al nostro, sia masse popolari che limiteranno l’arbitrio del governo del loro paese con dimostrazioni, scioperi e altre forme di protesta.

Dario B.