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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXI - luglio 2019

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Reddito di Cittadinanza e piano per instaurare il socialismo


I disfattisti della sinistra borghese hanno sentenziato che il Reddito di Cittadinanza è una misura di un governo fascio-leghista quindi non può che essere cattiva e comunque non basta: grazie tante! Alcuni comunisti dogmatici lo hanno liquidato come elemosina di Stato citando a loro supporto i “testi sacri” del marxismo-leninismo … con buona pace dell’analisi concreta della situazione concreta che Marx e Lenin hanno sempre indicato come faro per ogni comunista che vuole trasformare il mondo.

Noi comunisti agiamo diversamente.

Siamo partiti dal fatto che nel nostro paese una misura come il Reddito di Cittadinanza di fatto, oggettivamente, va a intaccare la dipendenza dei proletari dai capitalisti (lavoro nero e precario), dalla criminalità organizzata (caporalato, spaccio, ecc.), dalla Chiesa (carità): da qui la levata di scudi contro di esso di Confindustria, vescovi, PD e Forza Italia, ecc.

Abbiamo ragionato su come usarla ai fini del nostro piano di accumulazione delle forze rivoluzionarie nel quale la difesa degli interessi immediati è lo strumento per mobilitare le masse popolari nella lotta tesa a instaurare il socialismo promossa dal partito comunista.

Abbiamo studiato la situazione e tracciato la linea: mobilitare e organizzare per usare il RdiC contro la morte lenta delle aziende pubbliche e capitaliste, per abolire le misure che escludono dal RdiC una parte dei proletari poveri, per far pagare secondo il salario contrattuale del settore i lavoratori costretti a fare lavoro gratuito per godere del RdiC, per moltiplicare i lavori di pubblica utilità anziché limitarli a quelli strettamente necessari a tenere sotto pressione i percettori del RdiC, per sviluppare il controllo popolare, perché siano le organizzazioni operaie e popolari a indicare quali sono i lavori “di pubblica utilità” necessari e perché organizzino e mobilitino disoccupati e precari.

Abbiamo mobilitato i membri e le organizzazioni del Partito perché attuino questa linea nelle loro zone d’azione e l’abbiamo propagandata su scala più ampia compatibile con le nostre forze per orientare tutti gli organismi e i singoli che oggi in una certa misura influenziamo ad agire conformemente ad essa.

Valorizziamo, nel modo migliore che le nostre attuali forze ci consentono, ogni iniziativa spontanea che va nella direzione che abbiamo indicato. Poi tireremo il bilancio dei risultati (considerando l’azione degli organismi del partito, le attività delle forze che orientiamo, le iniziative spontanee) e sulla base di essi decideremo come lanciare una battaglia di livello superiore.