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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXI - luglio 2019

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Sulla Lega e Matteo Salvini


Salvini promette cose che non ha la forza di attuare. Ieri erano lo “stop immigrazione”, il “rimpatrio immediato di tutti gli irregolari”, la “fine del degrado”. In breve una politica dell’accettazione di immigrati simile a quella degli altri governi UE: razzista e dettata dal fabbisogno di manodopera sul mercato nazionale della forza lavoro (mettere al lavoro quelli che servono e rimpatriare gli altri). Oggi promette i minibot che non avrà il coraggio neanche di incominciare a fare. In realtà Salvini cerca di sfruttare elettoralmente la situazione specificamente italiana creata dai governi delle Larghe Intese italiane: ammassare gli immigrati come capita capita tra CIE, quartieri periferici degradati, immobili abbandonati e tendopoli, lasciare che si arrangino per condizioni di vita e sevizi e che si accapiglino con gli italiani già ai limiti della povertà e della sopportazione e così “far girare” l’economia (l’affare dell’accoglienza, il caporalato e il lavoro nero, la manovalanza per la criminalità organizzata, tenere bassa le “pretese” dei lavoratori italiani, ecc.). Ma senza volerlo e saperlo, la Lega adotta misure che alimentano la resistenza, la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari (come il Decreto sicurezza). Salvini è come un uomo nelle sabbie mobili: quanto più si agita, quanto più scalpita, quanto più sbraita, quindi quanto più promette, quanto più adotta misure repressive, tanto prima va a fondo! Per quanto prometta e minacci, il suo destino è segnato: non riuscirà a “far ripartire l’economia” capitalista e perderà il sostegno degli operai e dei lavoratori autonomi che lo hanno votato sperando in un cambiamento del paese, innanzitutto sul piano economico. Durerà meno di Renzi!

Quanto agli esponenti delle Larghe Intese (con il PD di Zingaretti in testa), ora si scoprono anti-fascisti e anti-razzisti. In realtà Salvini fa in modo più sfacciato, teatrale, propagandistico quello che i governi delle Larghe Intese italiane, conformate sulla natura specifica della Repubblica Pontificia, facevano con garbo, con parole rassicuranti, senza clamore, con l’indifferenza e l’incuria per le condizioni materiali delle masse popolari e il cinismo caratteristici del vecchio Stato Pontificio (“Vergogna dell’Europa” lo avevano battezzato i borghesi britannici), ma senza mai dimenticare il “rispetto cristiano” e la “fedeltà alla Costituzione” e alimentando affari immobiliari e traffici di ogni genere, corruzione, truffe, clientele e guerre.

Per quarant’anni i governi delle Larghe Intese:

- hanno sostenuto le “missioni umanitarie” della NATO e dell’ONU nei “paesi in via di sviluppo”, l’azione delle multinazionali e anche delle residue industrie di Stato italiane come l’ENI (petrolio) e la Finmeccanica (commercio di armi) nei paesi oppressi dell’Africa e del Medio Oriente, hanno lasciato campo libero ai capitalisti per delocalizzare aziende dall’Italia in paesi dove lo sfruttamento della manodopera rende di più (bassi salari e giornata lavorativa più lunga, lavoro minorile, niente diritti e norme di sicurezza per i lavoratori e a difesa dell’ambiente). In sintesi, sono state parte attiva nella devastazione e nel saccheggio di questi paesi, la causa principale dell’emigrazione!

- hanno portato avanti politiche razziste e repressive contro i migranti che arrivavano in Italia (leggi Turco-Napolitano, Bossi-Fini, Minniti), creando lager lucrosi nel nostro paese, attuando respingimenti in mare e finanziando Stati e banditi in Africa, in Turchia e nel Marocco per impedire o quanto meno contenere, a ogni costo, l’immigrazione (in sostanza pagavano Stati e banditi per fare il lavoro sporco: le stragi di emigranti nel deserto, i campi di concentramento in Turchia e in Libia, i confini di Ceuta e Melilla in Marocco, i barconi affondati in mare prima di raggiungere le acque europee);

- hanno speculato assieme alle organizzazioni criminali sull’immigrazione attraverso la prostituzione, il traffico di bambini, il traffico di organi, lo sfruttamento nei campi, lo spaccio di droga e, assieme al Vaticano, hanno speculato sull’accoglienza. Il boss Carminati ha riconosciuto che “gli immigrati rendono più della droga”: l’affare dei centri di “accoglienza”, del caporalato, delle ONG, degli scafisti e della guerra tra poveri nei quartieri degradati rende più dell’affare della droga!

Salvini grida contro l’UE, ma nei fatti collabora con i governi dei paesi imperialisti e con l’UE: dalla persecuzione degli emigranti alle grandi opere inutili e dannose (TAV, TAP, Terzo Valico, Giochi Olimpici), privatizzazione dei servizi pubblici e del patrimonio demaniale, delocalizzazione e morte lenta delle aziende industriali, degrado dell’ambiente, dei quartieri e del territorio.

Da quando è incominciata la nuova crisi generale del capitalismo, i gruppi imperialisti, sostenuti dalla NATO, dall’UE, dai governi dei p rincipali paesi imperialisti (USA e Francia in testa) e con il servile concorso degli altri governi delle Larghe Intese, saccheggiano, devastano e sconvolgono gli ex paesi socialisti d’Europa e d’Asia e i paesi oppressi dell’Africa e del Medio Oriente, dell’Asia sud-orientale e dell’America Latina. Come aveva a suo tempo (1927, discorso del decennale della Rivoluzione d’Ottobre) ammonito Stalin, la decadenza e infine la dissoluzione dell’URSS hanno aperto un’epoca di reazione nera: solo ora finalmente in tutti i paesi imperialisti si aprono brecce negli ordinamenti politici a Larghe Intese instaurati dalla borghesia imperialista dopo che, esaurita la prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale (1917-1976), ha ripreso la direzione della storia dell’umanità.

Le piantagioni, le miniere, il turismo, le grandi vie di comunicazione stradali, ferroviarie ed aeree, le industrie delocalizzate dai paesi imperialisti e una vasta rete di corruzione, clientele e guerre hanno minato e minano le condizioni di sopravvivenza di milioni di persone: questa è l’origine dell’emigrazione che il governo M5S-Lega continua ad alimentare, dividendosi i ruoli con i governi delle Larghe Intese di destra e sinistra (in coalizione o in alternanza) che sopravvivono negli altri paesi imperialisti.

Rosa L.