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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XX - novembre 2018

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Una variante di marxisti dogmatici

  

In occasione della celebrazione del Bicentenario della nascita di Marx hanno occupato un posto di rilievo anche quel genere di marxisti dogmatici il cui portavoce più noto è il rinomato economista Guglielmo Carchedi, frequentatore dei seminari di Rete dei Comunisti: il suo opuscolo Sulle orme di Marx - Lavoro mentale e classe operaia - per un’analisi marxista di Internet è edito da Contropiano con la presentazione di Mauro Casadio (marzo 2017). Per l’illustrazione netta e chiara della sua interpretazione non dialettica del marxismo rimando tuttavia all’intervista Il lavoro “mentale” non è immateriale ed è sfruttato fatta a G. Carchedi da Ascanio Bernardeschi e comparsa su La Città Futura n. 159, 30 dicembre 2017. Nel convegno convocato da Fronte Popolare (Alessio Arena) a Peschiera Borromeo l’11 novembre scorso, le sue tesi sono state esposte da Carla Filosa, una dei relatori. Un ascoltatore ha riassunto il suo intervento con la frase “i capitalisti potranno estrarre plusvalore anche dai robot perché anche l’intelligenza dell’uomo sarà trasferita nel robot e quindi il robot non sarà una mera macchina”. Più in generale G. Carchedi e associati sostengono che la società attuale non è un derivato storico e logico del capitalismo descritto da Marx in Il Capitale, ma che i rapporti di produzione in essa dominanti sono gli stessi che Marx indicava con le categorie semplici: valore e plusvalore.

Marx la pensava molto diversamente. Egli riteneva che una relazione semplice tra uomini, come quella espressa dalla formula c + v + pv = C, già nella società capitalista della sua epoca non era più la relazione dominante, tanto meno lo è in quella attuale. Questo benché Marx, astraendo (ricavando) dalla storia del modo di produzione capitalista la sua logica, fosse arrivato a quelle categorie semplici e ritenesse che l’esposizione della scienza della società borghese dovesse partire dalle categorie semplici per arrivare alle categorie più concrete (sviluppate, complesse) e benché fosse ben convinto che anche al suo tempo ogni capitalista che faceva produrre merci, ci voleva e ci doveva ricavare un profitto [un ricavo in denaro maggiore della spesa]. In Il metodo dell’economia politica (v. Grundrisse - 1857, in Opere complete vol. 29, Editori Riuniti, pag. 35) Marx si chiede:

“Ma queste categorie semplici [ad es. il denaro ma lo stesso ragionamento vale anche riferito a categorie ancora più semplici come valore, plusvalore e altre] non hanno esse [oltre all’esistenza come elementi particolari della moderna società borghese e nostre astrazioni da essa] anche un'esistenza storica o naturale indipendente, prima delle categorie più concrete [prima delle società più sviluppate]? Dipende!

Hegel ad esempio giustamente inizia la sua filosofia del diritto [cioè del sistema di norme legislative o abitudinarie che disciplinano i rapporti sociali] con il possesso (…).

Con tutto ciò resterebbe sempre il fatto che le categorie più semplici [ad es. il possesso, il valore, il plusvalore, ecc.] sono espressione di relazioni nelle quali il concreto meno sviluppato può essersi realizzato [essere effettivamente esistito] senza avere ancora posto la relazione o connessione più complessa che nella mente è espressa nella categoria più concreta [la proprietà, il prezzo, il ricavo nella produzione e vendita di merci, fino alla plusvalenza dei titoli del mercato finanziario]; mentre il concreto più sviluppato conserva quella stessa categoria [semplice, il possesso, il valore, ecc.] come una relazione subordinata.

  Il denaro può esistere ed è storicamente esistito prima che esistessero il capitale, le banche, il lavoro salariato, ecc. In questo senso si può quindi affermare che la categoria più semplice [il denaro, il valore o il plusvalore] può esprimere o relazioni che dominavano in una società meno sviluppata [cioè ancora senza il capitale, le banche, il lavoro salariato, ecc.] o relazioni subordinate in una società più sviluppata [quella borghese del 1857], [la categoria più semplice, il denaro, può esprimere] relazioni che storicamente esistevano ancor prima che la società si sviluppasse nella direzione espressa da una categoria più concreta [la società borghese immediatamente percepibile nel 1857].

In questo senso il movimento del pensiero astratto, che dal più semplice risale al complesso, corrisponde al processo storico reale”.

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Contro i robot? No, contro il capitalismo per l’instaurazione del socialismo! L’applicazione alla produzione del patrimonio di conoscenze generali, una volta nelle mani dei lavoratori organizzati, cioè nel socialismo, ridurrà enormemente la fatica e il tempo che oggi gran parte dell’umanità dedica ancora alla produzione, oltre che comportare risparmi di materie prime e di energia, riduzione degli scarti, miglioramento della qualità e un gran numero di altri benefici.

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Per maggiore chiarezza, ho citato il passo di Marx prendendolo dalla versione con interpolazioni tra parentesi quadre data in Avviso ai naviganti 58 - 21 gennaio 2016, reperibile su www.nuovopci.it.

Lunga è nel movimento comunista la successione dei teorici, anche illustri compagni, che in questo campo si sono discostati da Marx. La più celebre è Rosa Luxemburg: lei riteneva che la logica dialettica che Marx aveva mutuato da Hegel (mettendo con i piedi per terra la concezione idealista di Hegel) fosse un inutile appesantimento di Il capitale. Lenin nel 1915 invece annotò (Quaderni filosofici in Opere complete vol. 38, ER, pag. 167) che proprio per questo nel 1915 Rosa Luxemburg e altri non avevano ancora capito la teoria di Marx. Oggi lo direbbe di Guglielmo Carchedi e di altri “rigorosi marxisti”. Ma per loro non è ancora troppo tardi.

I marxisti per conoscere la realtà devono usare il materialismo dialettico.

Materiale nel senso in cui noi usiamo il termine non significa solo quello che si tocca, si vede, si coglie con i sensi o con gli strumenti della chimica, della fisica e analoghi. Materiale è tutto ciò esiste al di là dell’uomo che lo pensa e della sua azione del pensare. Anche un pensiero, in quanto a sua volta oggetto del pensiero, è materia nel senso in cui Marx e i marxisti intendono il termine.

Il valore non è proprietà di una cosa: è un rapporto sociale che si esprime tramite una cosa. La stessa cosa, in una società non mercantile (quindi a maggior ragione in una società non capitalista), non mostra alcuna differenza a chi la osserva con i sensi e gli strumenti della chimica, della fisica o analoghi, eppure non ha valore, nel senso in cui il termine è usato da Marx e dai marxisti.

Un profitto il capitalista deve ricavarlo e lo ricava da qualsiasi attività che fa svolgere ai lavoratori che assume per valorizzare il suo capitale, materiale o immateriale che sia il prodotto del loro lavoro, sia che lo producano lavorando con le mani sia che lo producano lavorando con la testa.

Noi oggi siamo al culmine della fase imperialista del capitalismo, dopo che la borghesia imperialista è riuscita a riprendere in mano la direzione del mondo che il movimento comunista le aveva strappato nel 1917 e l’ha condotto alla svolta politica in corso. A noi comunisti sta il compito della rinascita del movimento comunista e dell’instaurazione del socialismo.

Umberto C.