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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XX - novembre 2018

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Sinistra borghese di vecchio tipo e di nuovo tipo

Oggi in Italia esistono due sinistre borghesi ben distinte.

Una di vecchio tipo deriva dalla corruzione e disgregazione del vecchio movimento comunista (PRC, PCI di Alboresi, gruppi trotzkisti distaccatisi dal PRC, Potere al Popolo, Rete dei Comunisti, fino ai circoli ARCI e a Liberi e Uguali) ed è legata da mille fili al PD.

L’altra di nuovo tipo, il M5S, rappresenta nel teatrino della politica borghese il rifiuto del sistema politico delle Larghe Intese, rifiuto che però si esprime principalmente con l’astensione.

Le accomuna

- in positivo l’opposizione al “programma comune” dettato da industriali, banchieri, cardinali, affaristi, mafiosi, imperialisti USA e sionisti, imperialisti europei: eliminazione delle conquiste di civiltà e benessere strappate dalle masse popolari; privatizzazioni e più in generale smantellamento degli istituti e delle istituzioni con le quali nei paesi imperialisti la borghesia nella prima parte del secolo scorso ha fatto fronte all’avanzata della rivoluzione socialista (quelle che nel nostro Manifesto Programma indichiamo (pag. 273) con la denominazione, usata da Marx, di Forme Antitetiche dell’Unità Sociale (FAUS), espressioni dell’unità della società e delle sue forze produttive in un contesto ad essa antagonista, fondato sulla proprietà privata); ricolonizzazione dei paesi già colonie; lotta accanita per conquistare un ruolo di primo piano negli affari mondiali e nella spartizione dei profitti estorti ai popoli oppressi; persecuzione dei comunisti e degli altri oppositori e repressione del movimento di resistenza delle masse popolari;

- in negativo il fatto che le loro denunce e le loro proposte non vanno oltre l’orizzonte della società borghese: vorrebbero una condizione migliore per le masse popolari restando nel capitalismo (cioè conciliare gli interessi dei padroni con quelli delle masse popolari). Anche la parte della sinistra borghese di vecchio tipo che si dice comunista, dei problemi e dei compiti della rivoluzione socialista e dell’avvicinamento all’instaurazione del socialismo non se ne occupa; se ne parla lo fa molto raramente e di sfuggita, superficialmente e in generale li rimanda a un futuro (in cui “ci saranno le condizioni”, piovute da non si sa dove) talmente lontano da risultare ininfluente come guida per la loro azione di oggi. In questa rientrano anche i Fausto Bertinotti, i Paolo Ferrero e simili che valutano la storia del movimento comunista come una sequenza di “errori e orrori”.

Le due sinistre si differenziano per il fatto che la sinistra borghese di nuovo tipo ha un consenso tra le masse popolari che poggia sull’opposizione intransigente (almeno di facciata) agli esponenti e agli organismi delle Larghe Intese e su promesse immediate e concrete di cambiamento, mentre la sinistra borghese di vecchio tipo poggia su relazioni derivanti dalla tradizione decennale e gloriosa del movimento comunista e sulle strutture di circoli, case del popolo, sezioni, sindacati, ecc. che ne derivano. Quindi la sinistra di nuovo tipo gode di un sostegno più labile di quello della sinistra di vecchio tipo: o attua le promesse che ha fatto o perde rapidamente il consenso e i voti che ha raccolto. La parabola dell’Italia dei Valori di Di Pietro insegna.

  Nella fase attuale noi comunisti, stante che la sinistra borghese gode tra le masse popolari di un seguito enormemente superiore al nostro, puntiamo sulla combinazione tra organizzazioni operaie e popolari e sinistra borghese per costituire un governo d’emergenza che attui su scala nazionale operazioni di “rattoppo” (quelle che le OO e OP fanno da subito localmente) contro gli effetti della crisi, facendo fronte alla reazione dei mercati e delle istituzioni della Comunità Internazionale (UE, BCE, FMI, NATO) e innestando una dinamica in cui la struttura portante del governo d’emergenza, cioè le OO e OP, prendono sempre più in mano la vita produttiva del paese e in generale le relazioni sociali e assumono un ruolo determinante nella lotta per far valere la sovranità nazionale contro la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti. In questa dinamica il movimento comunista, che è promotore consapevole e lungimirante di questo processo, si rafforzerà.

Sinteticamente indichiamo con l’espressione “tre serbatoi” gli esponenti di entrambe le sinistre borghesi che potrebbero partecipare a questo processo: dirigenti della sinistra sindacale, sinceri democratici della società civile e delle amministrazioni locali, esponenti non accanitamente anticomunisti.

Avanzando nella nostra azione vedremo se arriveremo al GBP principalmente attraverso la sinistra borghese di vecchio tipo o attraverso quella di nuovo tipo. Indipendentemente dal fatto che siano dell’una o dell’altra, se già oggi i tre serbatoi sostengono e si appoggiano alle OO e OP e alle loro iniziative (se già oggi agiscono cioè da “comitato di salvezza nazionale”), il risultato è che le rafforzano nella loro azione e nel loro ruolo di nuove autorità pubbliche: quindi “lavorano” per noi; se non le sostengono, le sinistre borghesi perderanno via via il ruolo sociale che ora hanno, gli esponenti dei tre serbatoi verranno messi da parte e, a patto che ce ne rendiamo capaci, noi comunisti subentreremo direttamente nel loro ruolo.

Di entrambi i tipi di sinistra borghese non è principale quello che proclama, ma il ruolo che effettivamente svolge. Noi comunisti non consideriamo la sinistra borghese come nostra concorrente. Partiamo dal fatto che esiste (e non possiamo evitarne l’esistenza) e ha influenza e seguito tra le masse popolari; facciamo leva sul fatto che è generata dal corso della lotta di classe e la valorizziamo ai fini dell’avanzamento della rivoluzione socialista.

Dell’opera di ognuna dei due tipi di sinistra borghese dobbiamo valorizzare quello che giova alla costituzione del GBP e contemporaneamente combattere tra le masse popolari l’opportunismo e il disfattismo che esse portano, con cui indeboliscono lo slancio a far fronte con energia e fiducia al catastrofico corso delle cose, cioè a fare la rivoluzione socialista.

Tonia N.