La Voce 60 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XX - novembre 2018

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Un’esperienza-tipo dal Verbano-Cusio-Ossola (VCO)

Pubblichiamo uno stralcio del resoconto dell’intervento a un’assemblea della Lega fatto da un compagno del P.CARC, resoconto che il compagno ha inviato al (n)PCI nell’ottica della collaborazione tra i due partiti nella comune lotta per il GBP. È un resoconto molto istruttivo. Mostra bene gli ampi margini di intervento che abbiamo sulla base della Lega e sul suo elettorato, se mettiamo al centro gli interessi di classe (e non le idee con cui essi vengono espressi dai singoli soggetti, in modo più o meno confuso) e la lotta per far rispettare le promesse elettorali favorevoli alle masse che la Lega ha fatto. E fornisce anche una serie di elementi sui lavoratori autonomi, un settore delle masse popolari su cui dobbiamo ancora dispiegare la nostra azione.

  

Il 7 ottobre ho partecipato ad un incontro pubblico a Omegna sul Referendum per l’annessione del VCO alla Lombardia promosso da una parte della Lega, in particolare da Valter Zanetta, un ex democristiano, ex Forza Italia di cui era senatore ed ora in forza alla Lega. A sollecitare il sindaco di Omegna perché organizzasse il dibattito è stata un’operaia (che aveva partecipato all’iniziativa operaia organizzata tempo fa da noi sempre a Omegna) di una lista civica della zona.

La platea era composta da circa 100 persone. Sono intervenuto presentandomi come allevatore, venuto dalle valli proprio per capire cosa fare al Referendum. Ho detto che non capivo la natura del Referendum, ho elencato alcuni effetti della crisi in Lombardia e in Piemonte. Ho detto che mi sembrava che i problemi reali nel VCO fossero altri, tra cui la chiusura per crisi di decine di aziende agricole, la chiusura di fabbriche (e ho riportato gli esempi locali recenti o in corso) e che quindi il problema vero è la crisi generale e come il governo centrale tenta di gestire il problema. Poi ho fatto un appello proprio ai leghisti presenti dicendo che ora la Lega è al governo e quindi ha il potere per portare a fondo la rottura dei trattati che limitano tra l’altro le autonomie locali e per attuare politiche a favore dei lavoratori, per un lavoro utile e dignitoso per tutti: ho detto che se lo avesse fatto, avrebbe avuto maggior sostegno popolare e che la Lega dovrebbe incoraggiare la partecipazione popolare.

La reazione è stata evidente. Il compagno del PCI [di Alboresi] presente tra i relatori ha ripreso il mio intervento sulla questione del lavoro. Zanetta è sbiancato e ha cominciato a farfugliare dicendo che lui era stato della DC e che era sempre stato dalla parte dei lavoratori, facendo l’elenco di alcune lotte degli anni ‘70 a Verbania a cui aveva partecipato; poi ha cominciato a dire che in effetti col passaggio alla Lombardia si sarebbero dovute trovare soluzioni per quanto riguarda Formont ovvero la formazione degli agricoltori e allevatori del VCO che dipendeva dalla regione Piemonte, che lui era dalla parte degli allevatori e ci avrebbe pensato e che quando era senatore aveva firmato leggi a favore delle autonomie e così via. Il segretario provinciale della Lega ha detto che lui era orgogliosamente populista e che certamente bisognava rompere con i trattati europei.

Quando mi sono alzato sono stato “circondato” da cinque leghisti e dal segretario provinciale della Lega che mi ha detto che avevo ragione, che bisognava che il popolo controllasse i suoi eletti perché quando vanno a Roma cambiano, che non era facile cambiare i trattati. Io l’ho incalzato sulla mobilitazione popolare e che, se non erano storie quelle che dicevano, dovevano fare quello che proclamavano e così via. Lui mi ha fatto molte domande sulla mia attività e ha detto anche che sarebbe venuto a trovarmi.

  Nel parcheggio mi si è avvicinato un anziano ben vestito che mi ha fatto i complimenti per il discorso che avevo fatto dicendo che lui era medico e allevatore, figlio di operai e che aveva ben capito il mio discorso e che era d’accordo. A questo punto l’ho invitato a prendere un caffè, ma mi ha detto che era in macchina con Zanetta. Subito dopo è uscito il senatore Zanetta che ha voluto stringermi la mano dicendomi che lui veramente era dalla parte degli allevatori, che non mi dovevo preoccupare per l’annessione, che avevo fatto un bel discorso e così via, poi si è allontanato.

Penso che operazioni del genere “a casa loro” vanno moltiplicate e affinate. Meglio andare almeno in due, in maniera che uno fa l’intervento e l’altro controlla le reazioni del pubblico e cerca di intavolare discorso (il fatto che, appena finito il dibattito, sono stato circondato dagli esponenti della Lega non mi ha permesso di parlare con il pubblico interessato).

Incontri simili ne saranno fatti in previsione delle amministrative, delle regionali e delle europee (è possibile un election day fra aprile e maggio). Dato che in zona la Lega raccoglie voti tra allevatori e agricoltori, è opportuno intervenire anche su di loro: facendo inchiesta, portandoli a mobilitarsi perché vengano attuate le misure necessarie partendo dal lavoro, dalla rottura dei trattati e dalla condizione agricola (la Camera ha appena approvato una legge a favore dei piccoli produttori, la devo ancora leggere). Da tener presente che ad esempio il sindaco di Domodossola è figlio di una famiglia partigiana, molti allevatori erano legati al vecchio PCI (Stalla Portea) o hanno avuto in famiglia legami con la Resistenza, tanto che la Repubblica Partigiana dell’Ossola viene ancora indicata dalla Lega nei comizi come esempio di coraggio e autonomia della popolazione del VCO. Simile deve essere l’intervento sugli operai che votano Lega: nel VCO, con la produzione che nell’ultimo trimestre è ferma a meno del 24%, la situazione sta diventando esplosiva. Da considerare, infine, che dalla Lega in VCO si è staccata una parte che ha dato vita al “Grande Nord”. Un tale Magistris è uno dei fondatori: la Lega alle elezioni del 4 marzo ha imposto alla base un suo candidato, l’on. Montani, noto per le sue vicende finanziarie, e questo ha creato molto subbuglio tanto che alcuni esponenti si sono dimessi.