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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XX - luglio 2018

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Consolidamento e rafforzamento del (nuovo)Partito comunista italiano

Sul secondo campo del lavoro esterno del Partito

Cosa insegna la storia del PCI di Togliatti dopo la svolta di Salerno?

 

Il PCI di Togliatti a partire dalla svolta di Salerno (1944) in poi cercava di inglobare nel Partito tutti gli individui e gli organismi che si schieravano pubblicamente con il PCI e in qualche misura lavoravano nel senso auspicato dal Partito, tutti gli individui e gli organismi che dichiaravano adesione al Partito: cattolici di sinistra alla Franco Rodano della Federazione Universitaria Cattolica Italiana-FUCI, alla Mario Melloni (Fortebraccio), alla Ugo Bartesaghi e molti altri; ex fascisti dei Gruppi Universitari Fascisti-GUF e di altri gruppi della sinistra fascista (quella a vario titolo capeggiata da Giuseppe Bottai e da Ugo Spirito), intellettuali radicaleggianti tipo Elio Vittorini, ecc. In sostanza con questa procedura il PCI violava i principi che erano alla base della decisione sull’appartenenza al partito di cui i bolscevichi erano stati promotori nel 1903 al II congresso del POSDR e che l’Internazionale Comunista aveva codificato nei suoi congressi. Alla base del procedimento adottato dal PCI a partire dal 1944 vi era già un’impostazione elettoralista (il futuro lo si sarebbe deciso con le elezioni e quindi contavano tutti quelli che portavano voti al PCI anziché alla DC, al PSI, al P. d’Azione e che anche solo in qualche misura lavoravano nel senso auspicato dal partito) di contro alla linea che il futuro lo avrebbe deciso la lotta tra le classi (vedi Rivoluzionaria professionale di Teresa Noce, pag. 374): contava chi era perché i CLN tenessero in mano prefetture, questure, caserme, amministrazioni comunali e prendessero in mano le fabbriche e la loro rimessa in marcia come centri locali dell’attività economica complessiva del paese, contava chi era per riorganizzare programmi e strutture dell’istruzione pubblica (Concetto Marchesi), ecc.

Forti della lezione tratta dal bilancio dell’esperienza del primo PCI, noi seguiamo invece la linea di massa: cerchiamo di far contribuire alla rivoluzione socialista (far confluire nel fiume della rivoluzione socialista) ogni gruppo, organismo e individuo che può contribuirvi: orientiamo l’attività che esso sta svolgendo (individuiamo e mobilitiamo la sinistra perché unisca a sé il centro e isoli la destra) in modo che esso con la propria attività contribuisca. Ma non cerchiamo di far confluire ogni gruppo, organismo e individuo nel (n)PCI: nel (n)PCI ammettiamo solo individui che sono decisi a intraprendere il percorso di Riforma Intellettuale e Morale (RIM) e di Critica-Autocritica-Trasformazione (CAT) e ad assimilare e applicare la concezione comunista del mondo (a diventare scienziati che applicano la scienza delle attività con le quali gli uomini fanno la loro storia nella lotta di classe che instaurerà il socialismo e avvierà la transizione al comunismo).

Per tanti versi noi guardiamo e operiamo verso il P.CARC come se fosse un’organizzazione popolare oppure un’organizzazione sindacale diretta non da agenti della borghesia come i sindacati di regime, ma da comunisti (aspiranti tali) che condividono con il (n)PCI la concezione del mondo, il bilancio dell’esperienza del movimento comunista, l’analisi del corso delle cose e la linea generale. A questo dobbiamo aggiungere un’altra cosa: dobbiamo guardare al P.CARC come al primo degli organismi che raccogliamo nel fronte delle forze rivoluzionarie aggregate intorno al Partito e guardare alla Carovana del (n)PCI come al seme di tale fronte che piantiamo, nella fase attuale della GPR (difensiva strategica), per avanzare nel secondo stadio della costruzione del Partito (vedi MP, pag. 184).

Il P.CARC unisce e mette all’opera persone capaci di lavorare sotto la sua direzione 1. a contribuire a realizzare la linea della costituzione del Governo di Blocco Popolare (GBP) dopo l’ingresso nella fase acuta e terminale della crisi ge nerale del capitalismo e 2. a propagandare il comunismo e l’instaurazione del socialismo come svolta che l’umanità deve compiere (la svolta epocale - La Voce n. 56, pagg. 37-41), che sono in sintesi i due compiti che nel suo IV Congresso il P.CARC si è assunto per far avanzare la rivoluzione socialista in corso. Ma noi vogliamo, possiamo e dobbiamo far contribuire all’avanzamento della rivoluzione socialista (allo sviluppo della GPR) ogni gruppo, organismo e individuo, anche quelli che non sono adatti a organizzarsi nel P.CARC (non vogliono aderire o comunque probabilmente sarebbe più il danno che l’utile se aderissero al P.CARC). Quindi il (n)PCI, oltre a sostenere il P.CARC (perché sviluppi l’attività a cui è preposto, si elevi di livello e si rafforzi), deve far contribuire all’avanzamento della rivoluzione socialista ogni gruppo, organismo e individuo che il Partito con la sua rete di CdP riesce a raggiungere e a influenzare. A seconda della natura di ogni gruppo, organismo e individuo, il (n)PCI lo fa contribuire a realizzare la linea del GBP o a sviluppare altri aspetti della rivoluzione socialista: la creazione delle condizioni per costituire il GBP, la costituzione e il funzionamento del GBP costituiscono in questi anni il filone principale del lavoro politico (ossia del lavoro volto a costruire il nuovo potere), ma sono solo una parte della rivoluzione socialista che il (n)PCI promuove.

Questo apre al lavoro per fare aderire altri organismi pubblici alla Carovana del (n)PCI senza per questo doversi fondere con il P.CARC, come è stato in passato il caso del Sindacato Lavoratori in Lotta e dell’Associazione Solidarietà Proletaria.

Marcella V.

 

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