La Voce 55 - del (nuovo)Partito comunista italiano - anno XIX - marzo 2017

Consolidamento e rafforzamento del (nuovo)Partito comunista italiano

 

Il secondo stadio

Il partito comunista si costruisce per stadi.

Il primo stadio è la costituzione dei comunisti in partito sulla base della loro unità ideologica e della riunione delle condizioni organizzative minime indispensabili.

Il secondo stadio è il consolidamento e rafforzamento del partito comunista tramite la conquista di operai avanzati al partito comunista: il partito diventa così l’avanguardia organizzata della classe operaia.

Il terzo stadio è la trasformazione del partito comunista in Stato Maggiore effettivo della classe operaia, capace di guidare la classe operaia a realizzare la linea per la conquista del potere che il partito comunista ha elaborato dall’esperienza della classe operaia stessa.

Ogni stadio si sviluppa nel successivo. La verifica e la conferma della bontà della linea seguita dal partito comunista in uno stadio sono dati dal raggiungimento dello stadio superiore.

(dal Manifesto Programma, cap. 3.1 pag. 184)

 

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Arruolarsi nel (n)PCI

Costituire clandestinamente in ogni azienda capitalista, in ogni azienda pubblica, in ogni istituzione e in ogni centro abitato un Comitato di Partito per assimilare la concezione comunista del mondo e imparare ad applicarla concretamente ognuno nella sua situazione particolare!

Studiare il Manifesto Programma del Partito è la prima attività di chi si mobilita per diventare comunista.

Stabilire un contatto clandestino con il Centro del Partito è la seconda.

Promuovere la costituzione di organizzazioni operaie in ogni azienda capitalista e di organizzazioni popolari in ogni azienda pubblica, in ogni istituzione addetta a fornire servizi pubblici, in ogni zona d’abitazione è la terza.

Per diventare comunisti bisogna innanzitutto impadronirsi della scienza delle attività con le quali gli uomini fanno la loro storia, svilupparla e usarla per instaurare il socialismo: il Partito è la scuola per ogni individuo deciso a diventare comunista!

 

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Attività ordinarie dei Comitati di Partito

Ogni CdP deve darsi un programma di attività ordinarie adeguato al contesto e alle sue forze e piani per attuarlo (attività, tempi e strumenti, chi fa chi, calendario d’attuazione). Molti CdP non si sono sviluppati e perdono d’entusiasmo e di slancio perché non hanno attuato sistematicamente un programma di attività ordinarie, a volte non se lo sono neanche dato.

Lavoro ordinario interno

1. Cura, formazione ed elevazione della RIM di membri e candidati

2. Collegamento con il Centro e sostegno al Centro (in questo rientrano le 14 forme di collaborazione indicate a pag. 36 e 37)

3. Collaborazione e valorizzazione della propaganda centrale (VO, comunicati, AaN) del Partito

 4. Logistica e sicurezza informatica

5. Funzionamento dell’organismo

6. Reclutamento (individuazione, verifica, reclutamento)

7. Eventuale direzione di CdP di livello inferiore e/o di membri singoli

Lavoro ordinario esterno

1. Analisi del contesto

1.1. analisi della struttura economica (analisi di classe) e del movimento economico (partire dalle principali aziende capitaliste e aziende e istituzioni pubbliche)

1.2. analisi del sistema politico e del movimento politico (istituzioni, partiti, organizzazioni, personaggi)

1.3. analisi della società civile e dei suoi movimenti

2. Propaganda (attraverso strumenti:volantino, scritte, locandina, irruzione nei mezzi di comunicazione borghesi, internet, ecc.) dell’esistenza del (n)PCI, della nostra concezione del mondo, di linea e parole d’ordine di orientamento generale e particolare

3. Orientamento delle masse popolari attraverso contatti diretti (concezioni, denunce e parole d’ordine) in assembramenti senza presentarsi come Partito

4. Sostegno al P.CARC (strumenti, proposte, segnalazioni per allargare ed elevare la rete del P.CARC)

5. Costruzione di OO e OP e loro orientamento con i criteri indicati a pag. 37

6. Orientamento delle FSRS e degli organismi ed esponenti della sinistra borghese (tre serbatoi)

7. Lavoro nelle istituzioni e nelle organizzazioni del campo della borghesia imperialista

 

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Il sistema di direzione

Il sistema di direzione è una questione vitale per il successo della rivoluzione socialista che promuoviamo. È un aspetto delle “condizioni soggettive” della rivoluzione socialista.

Per diventare un esercito efficiente basato sulla democrazia proletaria, bisogna che nei nostri ranghi instauriamo una catena di direzione chiaramente definita. Ogni compagno e ogni organismo ha diritto di porre (e devono essere previsti momenti e istanze in cui ogni compagno ha il dovere di porre) tutti i problemi di analisi e di linea che incontra. Ogni compagno ha il diritto di ricevere spiegazioni e indicazioni (direttive) chiare da chi, organismo o individuo, lo dirige. Ogni dirigente ha il dovere di dare spiegazioni e indicazioni chiare ai compagni (organismi o individui) che egli dirige. Ogni compagno e organismo che non riesce a risolvere in maniera soddisfacente un problema posto da chi lui dirige, ha il dovere e il diritto di chiedere spiegazioni e indicazioni a chi lo dirige. Se pur avendo fatto e rifatto osservare le cose, riceve spiegazioni o indicazioni che non lo soddisfano, ha il diritto e il dovere di ricorrere al livello superiore a quello del compagno o organismo che lo dirige.

Questa è la condizione necessaria perché ogni compagno e organismo esegua puntualmente, con disciplina, con spirito di iniziativa e senza riserve le indicazioni avute da chi lo dirige, segua la linea stabilita e contribuisca a che il partito tiri lezioni dall’esperienza.

È sbagliato che ogni compagno (o organismo) si occupi in dettaglio di tutto: la conseguenza sarebbe un sistema di irresponsabilità generale. Nella pratica nessuno si occupa realmente di tutto in dettaglio. Dove non vigono per ogni organismo e ogni individuo responsabilità circoscritte ben definite, la realtà è che di alcune cose si occupano in tanti e di altre non si occupa nessuno; in alcuni campi si sovrappongono direttive contrastanti e convivono analisi incompatibili, mentre altri campi sono sguarniti.

Noi non siamo ancora riusciti a costruire un organismo che funzioni bene, ma vogliamo costruirlo e lo stiamo costruendo.

  

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Mobilitare simpatizzanti - La nostra opera è grande, il contributo di ognuno è prezioso

Non concepire il Partito come un organismo già compiuto a cui tu non puoi dare niente. Non avere sfiducia in te stesso, non pensare che tu non hai niente da dare al Partito.

 

“Non me la sento di diventare dei vostri. Ma come posso dare una mano al Partito?”: vari sono i compagni che ci pongono questa domanda esplicitamente o implicitamente (ad es. cercano il contatto con noi, esprimono apprezzamenti per le nostre analisi e la nostra linea, ci segnalano delle iniziative interessanti, ecc.). Valorizzarli al meglio è un tassello fondamentale per lo sviluppo della nostra opera, per il suo rafforzamento. Dobbiamo “fare dei contatti, simpatizzanti e membri una macchina di propaganda e di collegamento e raccolta 1. che porti ovunque e in modo via via più adeguato le nostre parole d’ordine, la nostra linea e la nostra concezione e 2. che stabilisca nuovi contatti e valorizzi le collaborazioni”. (La Voce 48 novembre 2014, pag. 18)

Molti sono i modi con cui un compagno può contribuire alla nostra azione pur non candidandosi al Partito.

Qui di seguito ne indichiamo 14, per rendere l’idea:

- farci avere il suo indirizzario mail per potenziare la nostra lista di distribuzione,

- aggiornarci sull’andamento della lotta di classe in aziende capitaliste e pubbliche nella sua zona,

- aggiornarci su quanto avviene nella sua zona (smantellamento di industrie, lotte operaie, lotte ambientaliste, ecc.), chiederci chiarimenti su dubbi,

- segnalarci iniziative interessanti che si tengono nella sua zona e singoli e/o organismi su cui reputa che è opportuno che noi interveniamo,

- farci avere comunicati, volantini e prese di posizione prodotti da organismi della zona che ritiene utile farci conoscere,

- inviarci resoconti di iniziative e manifestazioni a cui partecipa, segnalandoci le persone interessanti su cui intervenire e i loro recapiti,

- diffondere su Facebook e altri canali internet i comunicati del Partito,

- proporre temi e questioni controverse da trattare su La Voce e inviarci le sue considerazioni (riflessioni, critiche, proposte) sulla rivista,

- indicarci difetti ed errori e farci proposte di miglioramento del nostro sito internet www.nuovopci.it,

- riprodurre e diffondere La Voce nella sua cerchia,

- raccogliere e trasmetterci valutazioni e considerazioni sulla nostra propaganda,

- farci sottoscrizioni,

- metterci in collegamento con persone o organismi,

- dare un sostegno logistico per lo sviluppo dell’attività del Partito (ad es. metterci a disposizione seconde case o affittare a suo nome locali per tenere riunioni clandestine, ecc.),

Non dobbiamo attendere che siano i simpatizzanti ad avanzarci proposte: spesso non sanno come potrebbero contribuire. Non dobbiamo attendere che sia il simpatizzante ad indicarci i compagni, gli organismi e le situazioni su cui intervenire: dobbiamo essere noi a capirlo ascoltando quello che egli dice, analizzando le informazioni che fornisce, facendogli domande, riflettendo con lui. È in questo modo che lo portiamo a “vedere” gli appigli, le fessure, le leve che ci sono nella realtà per lo sviluppo della nostra azione. (La Voce 49 marzo 2015, pag. 50)

 

 

 

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OO e OP - rafforzarle e orientarle

La concezione comunista del mondo e l’inchiesta rendono noi comunisti capaci di

- individuare per ogni organizzazione operaia e popolare le iniziative che - stanti le forze e le risorse intellettuali, morali e pratiche (uomini, conoscenze, relazioni, risorse finanziarie e mezzi di mobilitazione, convinzione e costrizione) di cui già dispone - è in grado di prendere e che accresceranno le sue forze e risorse e allargheranno e rafforzeranno la sua influenza e autorità; le persone che è in grado di reclutare; le relazioni che è in grado di sviluppare; gli appigli che il contesto presenta su cui è in grado di far leva e di cui è in grado di giovarsi; le brecce che il campo nemico presenta in cui è in grado di infiltrarsi e attraverso cui è in grado di irrompere e grazie alle quali è in grado di acuire le contraddizioni dei nemici,

- mobilitare la sinistra dell’organismo ad agire, a sfruttare le possibilità d’azione che indichiamo e via via educarla a individuarle essa stessa,

- reclutare gli elementi migliori di ogni organismo operaio e popolare e fornire a ognuno le conoscenze e i mezzi per crescere intellettualmente e moralmente e diventare comunisti.

 

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Ottica da guerra popolare rivoluzionaria

La rivoluzione socialista ha la forma della GPR. Guerra significa anche condurre la nostra attività con criteri e metodi tratti dall’arte militare. Un comando che progetta una battaglia e dispone le forze, predispone le cose per vincere ma formula un progetto per ogni esito possibile: se vittoria come valorizzare i risultati, se sconfitta come evitare sbandamenti.

Questo vale anche per assemblee e manifestazioni: se un compagno ci mette 15 giorni per fare il bilancio, significa che non aveva chiari le questioni in gioco, i nostri obiettivi e gli esiti possibili. Ad un’iniziativa bisogna andare avendo chiari:

- natura dell’iniziativa nel contesto particolare,

- organismi e tendenze che si esprimeranno,

- obiettivi nostri in quell’iniziativa,

- esiti possibili di quell’iniziativa.

Chi va ad una iniziativa avendo chiare queste 4 cose, senza difficoltà fa subito rapporto al comando.

Un comando subito dopo la conclusione della battaglia deve dare orientamento alle truppe.

Questi criteri valgono sia per il comando centrale che per il comando locale delle operazioni.