La Voce 53

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XVIII - luglio 2016

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A un anno dal IV Congresso nazionale
del Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo

(13-14 giugno 2015)

 

 

Lasciamo ovviamente agli organismi del P.CARC il bilancio della loro attività nell’anno trascorso dal Congresso. I membri del P.CARC e chi ha seguito l’attività che hanno compiuto nell’anno trascorso, se andranno a rileggere i documenti congressuali (la Dichiarazione generale e le quattro Risoluzioni approvate dal Congresso), potranno misurare la strada compiuta in alcuni campi e i lavori impostati in altri nell’attuazione del preciso piano d’azione deciso dal Congresso.

Essi constateranno altresì che il corso delle cose ha assecondato l’attuazione del loro preciso piano d’azione. In che senso?

In Italia, nell’Unione Europea e nella Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti e a livello internazionale, il campo dei nemici della rivoluzione socialista è composta da un gran numero di personaggi, gruppi e settori che in alcune operazioni sono in concorrenza tra loro e in altre collaborano. Anche il campo delle masse popolari e le forze intermedie tra i due campi sono divise in un gran numero di personaggi, gruppi e settori. Ogni personaggio, gruppo e settore di un campo e dell’altro apparentemente opera autonomamente e decide liberamente cosa fare. In realtà la “libertà si combina con la necessità”: cioè con le leggi del sistema sociale e del ruolo di ognuno in esso. Il processo sociale della produzione costringe ognuno di essi a entrare in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla sua volontà, in rapporti di produzione che corrispondono all’attuale grado di sviluppo della forze produttive della società. L’insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, ossia la base materiale su cui si eleva la sovrastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono determinate forme della coscienza. Nel meccanismo produttivo della società e nella sua sovrastruttura ogni personaggio, gruppo o settore delle varie classi che compongono la società, occupa una determinata posizione e svolge il ruolo che a tale posizione corrisponde. Questo riduce le scelte che ognuno di essi liberamente può fare a un numero determinato. La scienza delle attività con cui gli uomini fanno la loro storia (che chiamiamo anche concezione comunista del mondo) permette a noi comunisti di individuare per ogni posizione il novero delle scelte possibili agli individui, gruppi e settori che la occupano. Un capitalista in definitiva deve valorizzare in un contesto dato il capitale che amministra, un proletario deve vendere in un contesto dato la sua forza lavoro, ecc. Le scelte che ognuno può compiere stante il contesto in cui opera sono un numero determinato. Quindi anche se non è possibile prevedere la scelta del singolo individuo e gruppo, è possibile entro certi margini prevedere e tener conto del corso delle cose che risulterà dalle loro “autonome e libere” attività.

 

**** Manchette

Ad esempio di come la concezione comunista del mondo consente di “prevedere” il futuro che costruiremo e di elaborare piani per fare la rivoluzione, rimandiamo allo scritto di Mao Analisi delle classi della società cinese, 1° febbraio 1926, in Opere di Mao Tse-tung vol. 2 Ed. Rapporti Sociali (reperibile anche in www.nuovopci.it).

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Il piano per la creazione delle condizioni per la costituzione del Governo di Blocco Popolare che il P.CARC sta at tuando è stato elaborato tenendo conto delle relazioni necessarie che connettono tra loro i vari aspetti e attori della società borghese che vogliamo trasformare. A conferma, se il piano è ben concepito usando la concezione comunista del mondo, constatiamo a posteriori che il corso reale delle cose (le misure prese dal governo, le sue manovre in campo internazionale, gli scandali, le elezioni amministrative, la formazione nelle aziende di organismi che vanno oltre le sigle sindacali, la nascita di organismi territoriali e tematici, i sommovimenti nel mondo sindacale, le manovre della sinistra e della destra sindacale e mille altri avvenimenti che hanno interferito con l’attività del P.CARC), benché compiuto da soggetti del tutto estranei a ogni relazione con il P.CARC, ha assecondato l’attuazione del piano d’azione che i membri e organismi del P.CARC si erano proposti di attuare, nella misura in cui essi si sono effettivamente dedicati ad attuarlo con scienza e coscienza. E i membri e organismi del P.CARC possono e devono aggiustare il loro piano d’azione in base ai risultati ottenuti e tenere conto delle eventuali difformità, dei successi e delle sconfitte, raffinando la loro comprensione del meccanismo sociale che vogliono trasformare.

Proprio perché ognuno dei personaggi, gruppi e settori ha fatto un pezzo del cammino che poteva fare, è nella natura della lotta che conduciamo per avanzare verso l’instaurazione del socialismo considerare con cura per ognuno la sua posizione attuale e il cammino che a partire da essa può compiere, in modo da calibrare la nostra azione nei suoi confronti. Questa è la dialettica tra libertà e necessità insita nella realtà di cui siamo parte e questo compete al ruolo che unicamente a noi comunisti è possibile svolgere grazie alla concezione del mondo che guida la nostra attività e che via via elaboriamo e precisiamo sulla base dell’esperienza e del bilancio dell’esperienza. Ad ogni livello della nostra organizzazione noi comunisti dobbiamo proseguire nella nostra attività provando e correggendo e facendo ognuno il bilancio della sua esperienza, conferendolo al bilancio e al patrimonio comune che l’organizzazione ci consente e attingendo ad esso.